Bollettino della Parrocchia di S



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Anno 13 (2017) N.14 V QUARESIMA 2 aprile 2017


Bollettino della Parrocchia di S. Gioacchino in Prati – Roma


Cari parrocchiani e amici,
Il racconto della risurrezione di Lazzaro mi richiama un immagine raccontata da una lunga scena del film Gesù di Nazaret di Franco Zefirelli. Ogni volta che la riguardo mi fa venire i brividi. Far risorgere una persona è qualcosa di impres-sionante. Cercavo quindi di immaginare la reazione della gente, lo stupore delle sorelle di Lazzaro, ma soprattutto la forza dell’amore di Gesù nei confronti di un amico.

Mi ha sempre colpito in questo brano l’insistente sottolineatura dell’amici-zia. Difficile trovare altrove una ricchezza di verbi che sottolineano l’umanità di Gesù. Se poi aggiun-giamo il dolore e le lacrime, ne esce un profilo umanissimo. Anche il Figlio di Dio si mette a piangere. La profonda commozione di Gesù lo rendono più vicino alle nostre angosce, al nostro sgomento di fronte al dolore e alla nostra protesta contro la sofferenza e la morte. E non dovremmo restare indifferenti davanti al pianto di Gesù per la morte dell’amico. Ci è permesso di pensare che quel pianto significa che anche oggi il Signore soffre e piange per le nostre vite stroncate, offese, umiliate; per tutte le vittime della violenza e della follia; per tutti i morti della terra. La vicinanza e la solidarietà di un amico come Gesù ci fanno bene. Ma a che servirebbe se fosse soltanto un conforto che poi si arrende di fronte al potere della morte? Al termine di questo racconto dovremmo chiedere la luce, il coraggio, la grazia di un forte e convinto atto di fede. E questo è il punto di arrivo del cammino quaresimale: la conversio-ne alla fede in Gesù Cristo, sorgente di vita.

In questi giorni abbia-mo vissuto nella nostra parrocchia la Settimana della carità. Abbiamo cercato di aiutare i nostri fratelli colpiti dal terremoto nel centro Italia. Il nostro progetto intitolato: “Diamo una mano alla Speranza” ci ha permessi di costruire una piccola casa di Betania, il luogo dell’amicizia e della solidarietà. Anche noi abbiamo pianto per il dolore di migliaia di persone prive della propria dimora e costrette a lasciare la terra amata. Sono sicuro che la nostra sincera commozione davanti al dramma delle loro vite ci ha portati a riscoprire il senso dell’amicizia e della condivisione reciproca.

Buona domenica a tutti.



Padre Pietro

Il Vangelo della Domenica

Dal Vangelo secondo Giovanni (11, 3-7.17.20-27.33b-45)
In quel tempo, le sorelle di Lazzaro mandarono a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».

Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. Marta, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».


Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto. Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

Di Lazzaro sappiamo poche cose, ma sono quelle che contano: la sua casa è ospitale, è fratello amato di Marta e Maria, amico speciale di Gesù. Il suo nome è: ospite, amico e fratello, insieme a quello coniato dalle sorelle: colui-che-Tu-ami, il nome di ognuno.

A causa di Lazzaro sono giunte a noi due tra le parole più importanti del Vangelo: io sono la risurrezione e la vita. Non già: io sarò, in un lontano ultimo giorno, in un’altra vita, ma qui, adesso, io sono.

Notiamo la disposizione delle parole: prima viene la risurrezione e poi la vita. Secondo logica dovrebbe essere il contrario. Invece no: io sono risurrezione delle vite spente, sono il risvegliarsi dell’umano, il rialzarsi della vita che si è arresa.



Vivere è l’infinita pazienza di risorgere, di uscire fuori dalle nostre grotte buie, lasciare che siano sciolte le chiusure e le serrature che ci bloccano, tolte le bende dagli occhi e da vecchie ferite, e partire di nuovo nel sole: scioglietelo e lasciatelo andare. Verso cose che meritano di non morire, verso la Galilea del primo incontro.

Io invidio Lazzaro, e non perché ritorna in vita, ma perché è circondato di gente che gli vuol bene fino alle lacrime. Perché la sua risurrezione? Per le lacrime di Gesù, per il suo amore fino al pianto.

Anch’io risorgerò perché il mio nome è lo stesso: amato per sempre; perché il Signore non accetta di essere derubato dei suoi amati. Non la vita vince la morte, ma l’amore. Se Dio è amore, dire Dio e dire risurrezione sono la stessa cosa.

Lazzaro, vieni fuori! Esce, avvolto in bende come un neonato, come chi viene di nuovo alla luce. Morirà una seconda volta, è vero, ma ormai gli si apre davanti un’altissima speranza: ora sa che i battenti della morte si spalancano sulla vita.

Liberatelo e lasciatelo andare! Sciogliete i morti dalla loro morte. E liberatevi dall’idea della morte come fine di una persona. Liberatelo, come si liberano le vele, si sciolgono i nodi di chi è ripiegato su se stesso.

E poi: lasciatelo andare, dategli una strada, amici, qualche lacrima e una stella polare. Tre imperativi raccontano la risurrezione: esci, liberati e vai! Quante volte sono morto, mi ero arreso, era finito l’olio nella lampada, finita la voglia di amare e di vivere. In qualche grotta dell’anima una voce diceva: non mi interessa più niente, né Dio, né amori, né vita.

E poi un seme ha cominciato a germogliare, non so perché; una pietra si è smossa, è entrato un raggio di sole, un amico ha spezzato il silenzio, lacrime hanno bagnato le mie bende, e ciò è accaduto per segrete, misteriose, sconvolgenti ragioni d'amore: un Dio innamorato dei suoi amici, che non lascerà in mano alla morte.

(Ermes Ronchi)

PREGA CON IL VANGELO
Ravviva in noi, Signore Gesù, il dono della fede: fa’ che crediamo sempre più nella tua potenza e nel tuo amore, rendici solidali con coloro che sono nella sofferenza e, confidando nella materna intercessione di Maria, aiutaci a consolare coloro che sono nel pianto e a soccorrere i fratelli che sono nel bisogno, per offrire loro la speranza della gioia eterna, a cui si giunge, grazie alla tua Pasqua.
SETTIMANA DELLA CARITÀ

26 marzo -2 aprile 2017

PROGETTO:
AIUTIAMO I NOSTRI FRATELLI COLPITI DAL TERREMOTO NEL CENTRO ITALIA
Quella di quest’anno è l’edizione n. 17 di questa settimana che ogni anno ci vede impegnati a operare e a lasciarci sensibilizzare in favore di nostri fratelli meno fortunati di noi. In questi anni abbiamo collaborato a varie iniziative benefiche in Italia, in altri paesi di Europa, ma anche in Asia e Africa, impegnandoci sempre su progetti piccoli e concreti sui quali si è puntualmente dato un adeguato resoconto.

Quest’anno abbiamo pensato sia meglio mettere a disposizione la nostra goccia nel grande mare del bisogno delle persone colpite dal terremoto che da mesi sconvolge il Centro Italia.



Ciò che conta davvero, prima ancora di mettere mano al portafogli, è il prestare attenzione attorno a noi e renderci conto dei bisogni gli uni degli altri e fare in modo che la Settimana della carità serva a stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone, nello spirito che il tempo forte della Quaresima ci suggerisce.

DOMENICA - 2 aprile - Ore 19.30
CONCERTO DEL CORO PARROCCHIALE di San Gioacchino, diretto dal maestro Alessandro Triantafyllou, concluderà la Settimana della Carità.
Storia della Chiesa di San Gioacchino /8
DI NUOVO LA 1ª COLONNA?
E sì!

Se non entriamo nella fantasiosa capacità creativa di Brugidou, non potremo neppure capire la realizza-zione dei suoi progetti per la nuova chiesa di S. Gioacchino da regalare per il Giubileo di Papa Leone XIII.

Finita l’inaugurazione della cripta e l’erezione della 1a colonna il 9 giugno 1892 Brigidou con largo gesto del braccio indicava i grandiosi imballaggi di altre colonne e pilastri, che non si vedevano e che stavano arrivando.
BRIGIDOU PREVEDEVA ALL’INTERNO

16 colonne di granito rosso di Baveno di 0,70 cm di diametro alla base x 5,50 m di altezza coronate da capitelli corinzi di bronzo.

4 pilastri quadrati di granito rosso di Baveno di 65 cm di lato x 550 cm di altezza coronati da capitelli corinzi di bronzo.

16 lesene di granito rosso di Baveno larghe 65 cm. x 550 m di altezza coronate da semicapitelli corinzi di bronzo.
BRUGIDOU PREVEDEVA PER IL PORTICATO ESTERNO

2 pilastri quadrati di 100 cm di lato, alti 750 cm coronati da capitelli corinzi di marmo di Carrara.

6 colonne di granito rosso di Baveno di 100 cm di diametro per 750 cm di altezza, coronate da capitelli corinzi di marmo di Carrara.
BRUGIDOU REALIZZÒ TUTTO IL PREVISTO. NOI ORA DOBBIAMO SOLO APRIRE GLI OCCHI E CONTEMPLARE CIÒ CHE QUEL FANTASIOSO PROGETTISTA REALIZZÒ ... con molti debiti!

P. Giuseppe Scelzi

LETTERA DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER IL IX INCONTRO MONDIALE DELLE FAMIGLIE SUL TEMA: "IL VANGELO DELLA FAMIGLIA: GIOIA PER IL MONDO"

[Dublino, 21-26 agosto 2018]

 
Al Venerato Fratello



Cardinale Kevin Farrell

Prefetto del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita
Al termine dell’VIII Incontro Mondiale delle Famiglie, tenutosi a Filadelfia nel settembre 2015, annunciai che il successivo incontro con le famiglie cattoliche del mondo intero avrebbe avuto luogo a Dublino. Volendo ora iniziarne la preparazione, sono lieto di confermare che esso si svolgerà dal 21 al 26 agosto 2018, sul tema: “Il Vangelo della Famiglia: gioia per il mondo”. E riguardo a tale tematica e al suo sviluppo vorrei offrire alcune indicazioni più precise. È infatti mio desiderio che le famiglie abbiano modo di approfondire la loro riflessione e la loro condivisione sui contenuti dell’Esortazione Apostolica post-sinodale Amoris laetitia.

Ci si potrebbe domandare: il Vangelo continua ad essere gioia per il mondo? E ancora: la famiglia continua ad essere buona notizia per il mondo di oggi?

Io sono certo di sì! E questo “sì” è saldamente fondato sul disegno di Dio. L’amore di Dio è il suo “sì” a tutta la creazione e al cuore di essa, che è l’uomo. È il “sì” di Dio all'unione tra l’uomo e la donna, in apertura e servizio alla vita in tutte le sue fasi; è il “sì” e l’impegno di Dio per un’umanità tanto spesso ferita, maltrattata e dominata dalla mancanza d’amore. La famiglia, pertanto, è il “sì” del Dio Amore. Solo a partire dall’amore la famiglia può manifestare, diffondere e ri-generare l’amore di Dio nel mondo. Senza l’amore non si può vivere come figli di Dio, come coniugi, genitori e fratelli.

Desidero sottolineare quanto sia importante che le famiglie si chiedano spesso se vivono a partire dall’amore, per l’amore e nell’amore. Ciò, concretamente, significa darsi, perdonarsi, non spazientirsi, anticipare l’altro, rispettarsi. Come sarebbe migliore la vita familiare se ogni giorno si vivessero le tre semplici parole “permesso”, “grazie”, “scusa”. Ogni giorno facciamo esperienza di fragilità e debolezza e per questo tutti noi, famiglie e pastori, abbiamo bisogno di una rinnovata umiltà che plasmi il desiderio di formarci, di educarci ed essere educati, di aiutare ed essere aiutati, di accompagnare, discernere e integrare tutti gli uomini di buona volontà. Sogno una Chiesa in uscita, non autoreferenziale, una Chiesa che non passi distante dalle ferite dell’uomo, una Chiesa misericordiosa che annunci il cuore della rivelazione di Dio Amore che è la Misericordia. È questa stessa misericordia che ci fa nuovi nell'amore; e sappiamo quanto le famiglie cristiane siano luoghi di misericordia e testimoni di misericordia; dopo il Giubileo straordinario lo saranno anche di più, e l’Incontro di Dublino potrà offrirne segni concreti.

Invito pertanto tutta la Chiesa a tenere presente queste indicazioni nella preparazione pastorale al prossimo Incontro Mondiale.

A Lei, caro Fratello, insieme ai suoi collaboratori, si presenta il compito di declinare in modo particolare l’insegnamento di Amoris laetitia, con cui la Chiesa desidera che le famiglie siano sempre in cammino, in quel peregrinare interiore che è manifestazione di vita autentica.

Il mio pensiero va in modo speciale all’Arcidiocesi di Dublino e a tutta la cara Nazione irlandese, per la generosa accoglienza e l’impegno che comporta ospitare un evento di tale portata. Il Signore vi ricompensi fin d’ora, concedendovi abbondanti favori celesti.

La Santa Famiglia di Nazareth guidi, accompagni e benedica il vostro servizio e tutte le famiglie impegnate nella preparazione del grande Incontro Mondiale di Dublino.


Dal Vaticano, 25 marzo 2017

FRANCESCO

LECTIO dIVINA IN PARROCCHIA
Ogni mercoledì, alle ore 19, nei locali parrocchiali

di via Pompeo Magno 25/c,

si tiene l’incontro

con la Parola di Dio –

Lectio Divina.
“L’evangelizzazione richiede la familiarità con la Parola di Dio e questo esige che le diocesi, le parrocchie e tutte le aggregazioni cattoliche propongano uno studio serio e perseverante della Bibbia, come pure ne promuovano la lettura orante personale e comunitaria”.

(Evangelii Gaudium, nn. 174-175).



Notizie dal mondo redentorista
L’Amore di Sant’Alfonso per i più deboli
“L’Amore di Sant’Alfonso per i più deboli”, così il titolo de servizio speciale trasmesso per TV2000, la mattina del 30 marzo 2017, in collegamento dal Santuario di Sant’Alfonso Maria de Liguori a Pagani (SA) Padre Luciano Panella ha raccontato alcuni momenti della vita di Sant’Alfonso e Padre Paolo Saturno ha fatto vedere alcune stanze della casa del santo dei Redentoristi.

Durante la trasmissione, Padre Paolo Saturno, spiega il museo di San Alfonso a Pagani, gli oggetti appartenuti a Sant’Alfonso Maria di Liguori, le stanze, i luoghi dove ha scritto 110 libri, ecc. La stanza studio, allestita per vivere, scrivere, pregare, sempre pregare: “Chi prega si salva, chi non prega si danna”, diceva Sant’Alfonso.

Padre Luciano Panella, Superiore Redentorista di Pagani racconta la figura di Alfonso nel suo momento storico, colui che riuscì a dare un’apertura nuova alla chiesa, il suo offrirsi alla comunità dal suo mestiere: avvocato, scrittore, sacerdote.

Alfonso ha cercato sempre di avvicinare la gente a Dio, con i suoi scritti, con le sue canzone, mettendo a Maria come mediatrice, cosa che ancora non era solito predicare. Alfonso ha anche studiato letteratura, architettura, arti, ha disegnato il convento e perfino gli abiti che portiamo, dice padre Luciano.


Per vedere il servizio vedi:

https://www.youtube.com/watch?v=jnhq2vGgLMc
Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, nacque a Napoli nel 1696. Laureatosi in diritto civile ed ecclesiastico, si fece sacerdote e fondò la Congregazione del Santissimo Redentore – Redentoristi. Attese alla predicazione per promuovere tra il popolo la vita cristiana e scrisse libri specialmente di teologia morale, della quale è ritenuto maestro. Eletto vescovo di Sant’Agata dei Goti, rinunziò poco dopo alla carica e morì nel 1787 presso i suoi missionari a Nocera dei Pagani (Pagani) in Campania.

Dal 1905 la parrocchia di San Gioacchino è ufficiata dai Missionari Redentoristi.



Per la preghiera di ragazzi e giovani
5ª Domenica di Quaresima
La Parola
Dal Vangelo di Giovanni (11, 1-5)
Un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dire a Gesù: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro.


Rifletti
Betania è la casa dell’amicizia, la casa di quelli che accolgono il Signore come Maria, lo servono come Marta, gli sono amici come Lazzaro. La parola “amico” deriva dal latino: colui che è custode della tua anima (“animae custos”). E Gesù si mostra amico, salvando la vita di Lazzaro. La malattia e la morte sono i nemici della felicità dell’uomo. Gesù andrà incontro alla morte per amore di amici e di nemici, per liberarli dalla malattia e dalla morte: fine della vita non è la morte ma la gloria di Dio.
Prega
Signore,

tu ci hai comandato di amare tutti gli uomini

in te e per te:

per tutti imploro la tua clemenza.

Ci sono però molti per i quali

tu hai impresso nel mio cuore un affetto più intimo:

a loro voglio bene con più ardore,

per loro voglio pregare con più intensità.

Abbracciali nel tuo amore.

(Sant’Anselmo)

1517-2017
500 ANNI DALLA

RIFORMA DI LUTERO

Il gruppo ecumenico della parrocchia di San Gioacchino in Prati invita agli incontri in occasione del V centenario della Riforma.





Quarto incontro:
3 APRILE 2017
Paolo Ricca

Pastore e teologo della Chiesa Valdese

«Giustificazione e redenzione: l’annuncio del perdono, cuore del messaggio della Riforma».


L’incontro di terrà nella Sala Parrocchiale

in Piazza dei Quiriti 21

DALLE ORE 19.00 ALLE ORE 20.00

ORATORIO RAGAZZI
Prossimi appuntamenti – Aprile



Venerdì 7 aprile – ore 18


Attività ricreative e sistemazione

Vi aspettiamo nel nostro oratorio affianco alla Chiesa in via P. Magno 29.


Lo staff dell’oratorio

VITA DELLA PARROCCHIA

BATTEZZATI:
Sono stati accolti nella nostra comunità


1.

8 gennaio

Milito Mattia

2.

21 gennaio

Federico Allegretti

3.

1 marzo

Figus Diaz Jacopo

4.

19 marzo

Fiorletta Leonardo



DEFUNTI DELLA PARROCCHIA (febbraio – marzo)
Sono ritornati alla casa del Padre











età

domicilio

12.

11 febbraio

Cardinali Pacifico

83

di Anzio

13.

15 febbraio

Vitiello Tommaso

77

P. della Libertà

14.

27 febbraio

Marchesini Rosita

94

v. degli Scipioni

15.

10 marzo

Di Sante Cristina

56

v. degli Scipioni

16.

16 marzo

Nocchia Clara

82

v. B. degli Ubaldi

17.

25 marzo

De Matteis Clementina

97

v. dei Gracchi

18.

27 marzo

Caldarelli Antonio

83

v. Alfani

Vita della Parrocchia

  • Settimana della Carità - Concerto

Oggi, domenica 2 aprile, alle ore 19.30, a conclusione della Settimana della Carità, si terrà il Concerto del Coro Parrocchiale di S. Gioacchino. Tutti sono invitati.

Si ricorda che le offerte raccolte nella questua domenicale alle Sante Messe, saranno devolute per la Settimana della Carità.




  • Incontro Ecumenico

Il gruppo ecumenico della parrocchia di San Gioacchino in Prati invita agli incontri in occasione del V centenario della Riforma. Il quarto incontro si terrà lunedì 3 aprile, alle ore 19, nella sala parrocchiale in Piazza dei Quiriti 21. Paolo Ricca, Pastore e Teologo della Chiesa Valdese, interverrà sul tema: «Giustificazione e redenzione: l’annuncio del perdono, cuore del messaggio della Riforma».


  • Incontro Azione Cattolica

Venerdì 7 aprile, alle ore 18 presso le sale di Via Pompeo Magno, si svolgerà l’incontro del gruppo di Azione Cattolica dal titolo: “Vedranno Dio”. L’incontro è aperto a tutti coloro che vorranno partecipare, non solo agli aderenti all’Azione Cattolica.


  • Settimana Santa

Domenica prossima, Domenica delle Palme, inizia la Settimana Santa: alle 10.30 ci si ritrova in Piazza dei Quiriti per la benedizione dei ramoscelli d’ulivo, e la processione verso la chiesa dove proseguirà la celebrazione. Sul prossimo numero saranno comunicati tutti gli orari delle celebrazioni della Settimana Santa.


Abbiamo iniziato la visita e la benedizione delle famiglie. Come negli anni scorsi un avviso in portineria informerà sul giorno e l’ora per i singoli condomini.
Se sei impossibilitato a muoverti, sei malato e vuoi ricevere il sacramento dell’Eucaristia o confessarti, i sacerdoti della Parrocchia sono disponibili a venire a casa tua per portare la Comunione. Tel. 063216659.
Bollettino settimanale della Parrocchia di S. Gioacchino in Prati, Roma

Tel. 063216659; SITO WEB: www.sangioacchino.org - Parroco: P. Pietro Sulkowski



Facebook: S Gioacchino Parrocchia

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