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utilizzando modelli che si avvalgono di distribuzioni di condensatori e resistori, i quali approssimano
la struttura resistivo-capacitiva dei film analizzati. Tale analisi, oltre a fornire una grandezza
fondamentale, altrimenti incognita, è inoltre importante per la corretta determinazione della
dimensione della zona di svuotamento, il cui ruolo è cruciale nella fisica dei semiconduttori
nanostrutturati. Inoltre, misure sperimentali eseguite con questa tecnica sono state impiegate per
evidenziare l’importanza dell’in-out-diffusion, processo di diffusione nel bulk di atomi di ossigeno
dalla fase gassosa, fenomeno che influisce sulla forma della barriera di potenziale e quindi sulla
corrente di tunneling. Infatti, nel biossido di stagno si è sottolineato il ruolo fondamentale di questo
processo di diffusione nel fenomeno dell'isteresi elettrica [12]. Nel biossido di titanio è stato possibile
fornire un limite superiore per la permittività relativa nel caso di grani completamente svuotati [14].
Il modello di conduzione elettrica impiegato per analizzare le risposte capacitive è basato su
entrambi i possibili fenomeni di conduzione: attraversamento della barriera intergranulare per
effetto termoionico e per tunneling. Le ricerche su questo argomento vengono anche condotte in
collaborazione con l’Institute of Material Science and Technology (INTEMA) dell’Università di Mar del
Plata, Argentina.
Negli ultimi anni l’effetto della radiazione luminosa sulla conduttanza dei sensori a film spesso ha
suscitato un interesse sempre maggiore nella comunità scientifica, per via del fatto che materiali già
noti per le loro buone caratteristiche di sensing mostrano anche un comportamento fotocatalitico,
infatti sperimentalmente si è visto come in alcuni casi è possibile raggiungere ottimi livelli di
sensibilità e velocità di risposta tramite illuminazione ultravioletta (UV) su un film mantenuto a
temperatura ambiente. Ho eseguito misure di caratterizzazione elettrica sui principali materiali
utilizzati dal Laboratorio Sensori e Semiconduttori per la sensoristica, in particolare triossido di
tungsteno, ossido di zinco e biossido di stagno, con particolare riguardo al sensing di ozono e dei
principali inquinanti atmosferici. Sono state eseguite indagini sull’intensità della risposta, sui tempi di
risposta al gas e di ritorno in aria, Arrhenius plots e misure di barriera con il metodo dei salti stimolati
di temperatura, il tutto con e senza illuminazione UV. I risultati evidenziano come l’illuminazione del
film possa essere una buona alternativa al funzionamento in temperatura. Il fatto che materiali a
minore gap mostrino un maggiore incremento di conducibilità con l'illuminazione dimostra la
presenza dell'iniezione elettronica in banda di conduzione. Ciononostante, indagini eseguite in aria e
azoto hanno mostrato anche l'esistenza di un processo di desorbimento di ossigeno assistito da
radiazione. In particolare l’effetto che i fotoni possono avere sulla barriera di superficie rispetto alle
transizioni elettroniche banda a banda è estremamente importante per capire a fondo la fisica di
questi materiali. Parte delle ricerche riguardanti l’effetto dell’illuminazione UV sui film di ossidi
semiconduttori sono state condotte in collaborazione con il dipartimento di Chimica e Fisica di
Brescia e l’Università di Swansea, UK [5]. La foto attivazione di film sensibili è una direzione di ricerca
molto interessante sia per gli aspetti puramente scientifici che per le applicazioni pratiche. Infatti in
questo modo è possibile attivare il gas sensing a temperatura ambiente, con un notevole risparmio
energetico e, soprattutto, eliminando tutti i disagi dovuti all’alta temperatura. Nel caso del WO
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puro
sono stati ottenuti risultati molto interessanti per quanto riguarda la fotocatalisi. Infatti è stato
dimostrato come il contributo della superficie nella variazione di conduttanza causata
dall’illuminazione/buio, sia estremamente significativo. La spiegazione si è cercata nella proposta di
diversi meccanismi coi quali i fotoni in arrivo possono interagire con la superficie [20]. Conclusioni
molto importanti a questo proposito sono state raggiunte per quanto riguarda ZnO che WO
3
.
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Diversi parametri ambientali influenzano la conducibilità dei film spessi, ed uno dei più
importanti è la temperatura ambiente. La letteratura specialistica ha da sempre trattato il problema
della fisica e chimica della superficie del film sensibile come un sistema all’equilibrio, in cui si assume
implicitamente l’ipotesi di una temperatura omogenea in tutto il sistema. Il punto fondamentale è
che, per ragioni pratiche e di consumo energetico, non è possibile portare tutta la camera di test alla
stessa temperatura del film (normalmente fra i 200 °C e i 600 °C), d’altra parte a temperatura
ambiente le cinetiche di reazione sono eccessivamente lente e il sensore non lavora nella maniera
ideale, perciò esiste un gradiente di temperatura ineliminabile nella zona d’aria nelle immediate
vicinanze del film sensibile. Questa importante osservazione è fondamentale per la comprensione
della termodinamica del sistema, infatti questa situazione di non-equilibrio implica l’esistenza di un
moto convettivo dell’aria sovrastante il film, perciò, pur mantenendo costante la temperatura del
film (attraverso un feedback nell’elettronica di controllo), una variazione di temperatura ambiente
porta ad una variazione di conduttanza, dovuta al fatto che il diverso gradiente di temperatura
induce un differente moto convettivo delle particelle d’aria, che influisce a sua volta sulle cinetiche di
reazione. Il modo più semplice di tenere conto di questa situazione di non-equilibrio è osservare che,
nonostante le reazioni che determinano la formazione della barriera avvengano a temperatura
mantenuta costante, la “sorgente” dei reagenti si trova a temperatura ambiente. Per cui, l'equilibrio
di reazione è determinato non dalla pressione parziale del reagente, che rimane costante al variare
della temperatura ambiente, ma dal numero di urti per unità di tempo delle molecole con la
superficie, parametro che dipende dalla temperatura ambiente (in un sistema all'equilibrio
termodinamico non è necessario fare questa distinzione). In particolare, una serie di indagini su un
sensore mantenuto a temperatura di lavoro costante, nelle quali si è variata la temperatura
ambiente attraverso una camera termostatica, ha rivelato un comportamento, nel range 0-50 °C,
parzialmente spiegabile con questo modello [10]. Il modello è tuttora in fase di approfondimento.
In conseguenza dell'importanza che la temperatura ambiente gioca nel comportamento del
sensore, è stato ritenuto utile capire a fondo come funziona lo scambio termico nel sistema
sperimentale, per questo motivo ho sviluppato un modello matematico di scambio termico basato
sui termini di convezione, conduzione e irraggiamento scambiati fra le parti fondamentali
dell’apparato. Il modello si traduce in tre equazioni da risolvere numericamente per ottenere le
temperature del film e dell’aria nei suoi dintorni in funzione della temperatura ambiente e della
tensione elettrica fornita al riscaldatore. Il modello, in particolare, permette la previsione della
temperatura dell’aria a contatto con il film in funzione della temperatura ambiente, che è proprio
quella che ragionevolmente deve intervenire nella determinazione della conduttanza del film. Il
modello è stato poi testato con i dati sperimentali; sono state confrontate le temperature predette in
funzione della tensione al riscaldatore e confrontate con quelle misurate attraverso termocoppie e
sensori NTC installati ad hoc sul sistema per condurre questa verifica, il cui risultato è stato
decisamente positivo: il modello prevede le temperature del sistema in maniera soddisfacente
(l’emissività del film è stata dedotta attraverso un pirometro). Un grosso pregio del modello è quello
di poter correlare, negli studi di risposta al gas a diverse temperature ambiente, le variazioni
osservate nella risposta con le variazioni di temperatura dell’aria vicino al film, senza dover installare
scomodi sistemi per il rilevamento di queste temperature. Inoltre ha permesso di capire l’influenza