Armenia, Caucaso e Asia Centrale, 117-134
Ognibene. Antiche città alane
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Krupnov, Vinogradov e Kučkin (quest’ultimo non senza perplessità).
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La
seconda propone una localizzazione più orientale ad Alchankala ed è so-
stenuta da Pčelina, Markovin, Ošaev e Vagapov.
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Sta a parte il lavoro di
Mamaev che si pone decisamente contro l’identificazione con Alchankala,
ma non propone una soluzione alternativa (Mamaev 1979, 112-7).
Il problema è complesso poiché l’identificazione richiede da un lato di
trovare accordo con i riferimenti riportati nelle cronache in occasione
della spedizione dei principi russi e dall’altro quelli riportati in occasione
dell’uccisione di Michail di Tver’. Trovata una corrispondenza fra questi
elementi è necessario avere un riscontro archeologico adeguato. Appare
da subito evidente che le incognite sono numerose, decisamente più delle
equazioni di cui disponiamo. Per prima cosa bisogna appurare se la città
a cui si fa riferimento nei due passi sia effettivamente la stessa, dopo di
che entrano in gioco altre varianti collegate ai movimenti delle truppe
tartare ed al luogo in cui erano stanziate (Kučkin 1966, 169-83). Per questi
spostamenti si esce dal panorama delle cronache russe ed è necessario
utilizzare anche altre fonti orientali. L’incrocio dei dati di orientamento
delle cronache russe, dei dati linguistici, del possibile inserimento più
tardo di riferimenti nelle cronache
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e dei dati archeologici crea un puzzle
di difficile composizione ed è la ragione per cui al giorno d’oggi nessuno,
e quindi nemmeno chi scrive, è in grado di dire con totale sicurezza dove
questa città si trovasse.
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Il problema può forse avere una soluzione solo
attraverso la collaborazione e le competenze di studiosi di diverse aree.
Dal punto di vista archeologico le due proposte (Tatartup/Alchankala) pre-
sentano entrambe punti deboli messi bene in evidenza nei lavori citati: ad
Alchankala mancherebbero attestazioni risalenti al periodo considerato
tali da giustificare l’identificazione con la ‘gloriosa città degli Jasy’,
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men-
30
Safargaliev 1956, 128-37; Krupnov 1968, 291-7; Vinogradov 1968, 62-70; Kučkin 1966,
169-83.
31
Pčelina 1963, 87-101; Markovin–Ošaev 1978, 83-96; Vagapov 1984, 15-24.
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Kučkin 1966, 172: «В частности, слова из приведенного места о Тютякове «у
болвана медянаго, у златыя главы у Темиревы, у богатыревы могилы» являются такой
позднейщий вставкой. Их нет ни в одной другой более ранней редакции Повести о
Михаиле».
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Da qui le affermazioni prudenti di Kuznecov nel suo recente lavoro su Verchnij Džulat:
Kuznecov 2014, 100-1: «Наиболее ранее упоминание Верхнего Джулата – Татартупа,
связанное с казнью русского князя Михаила Тверского 22 ноября 1318 г. в Орде,
согласно исследованию В.А. Кучкина, относится к локализации летописного ясского
гор. Тютякова. Следует однако отметить, что в летописи фигурирует именно Тютяков
(Дедяков), а не Джулат, а сам исследователь на данной идентификации не настаивает,
хотя и признает «что этот город следует искать примерно в том районе, где находятся
Нижний и Верхний Джулаты» ».
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Krupnov 1968, 294: «Но на мои двухкратные обследования этого городища, ни
раскопочные работы Г.Ю. Подгаецкого (1938 г.) и В.Б. Виноградова (1965-7 гг.) не
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tre a Tatartup mancherebbero i segni della distruzione russa con il fuoco
del 1278. In base ai riferimenti delle cronache entrambe le possibilità
considerate presentano problematiche irrisolte: Tatartup non è sul fiume
Sevenca, Alchankala è ben lontano dalle Porte di ferro. L’identificazione
del fiume Adž’ è indubbiamente complessa così come lo è il reale itine-
rario seguito per riportare il corpo di Michail in Russia. Gli idronimi ed i
toponimi dell’Inguscezia forse si adattano meglio alla descrizione di cui di-
sponiamo, ma da soli non costituiscono una prova convincente.
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Dall’altra
parte abbiamo invece Tatartup, vicino al villaggio di Ėl’chotovo con resti
imponenti, ma nota con il nome Džulat. I resti di Tatartup sono citati nella
letteratura russa anche da Puškin nel Viaggio ad Arzrum: «il primo luogo
interessante è la fortezza minareto […] attorno si vedono ancora le tracce
di un aul distrutto che si chiamava Tatartub ed un tempo era il villaggio
principale della Grande Kabarda. il minareto leggero e solitario testimo-
nia il passato dell’aul scomparso».
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Il termine Tatartup (oss. Tætærtup)
si interpreta come «luogo di raccolta, riunione dei Tartari». Con il tempo
è divenuto un luogo di culto e la festa dello zwar di Tatartup si festeggia
il primo sabato di ottobre e coincide con la festa di xory særty k
o
yvd in
pianura. Miller scriveva nel 1882: «Al confine di Kabarda e Ossezia, a sud
dell’odierna stanica Nikolaevskaja c’è la montagna Tatartupp sulla cui
sommità si trova uno zwar molto venerato dai vicini del luogo, gli abitanti
di Elxot e Ardon. In questo luogo, secondo la tradizione un tempo si riu-
nivano i Kabardini e gli Osseti per le trattative e per questo non è meno
rispettata anche dai Kabardini. Nella montagna c’è una grande grotta
che la passa da parte a parte. La festa dello zwar ricorre d’estate dura tre
giorni e attira una quantità innumerevole di fedeli».
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Miller ricorda anco-
обнаружили в мощных культурных напластованиях (сармато-аланского времени)
позднесредневекового культурного слоя XIII-XIV вв. Среди добытого В.Б. Виноградовым
материала не оказалось ни одной находки монгольского периода, т. е. того времени,
когда Дедяков стал местом событий, описанных в летописях. Следовательно, этот
объект из числа претендентов на отождествление с Дедяковым нужно исключить».
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Rimando ad un prossimo lavoro l’analisi dei toponimi riportati nelle cronache e le
interpretazioni date in ambito scientifico. L’analisi di questi riferimenti/termini non altera
lo stato delle cose qui delineato.
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Puškin 1978, 437-8: «Первое замечательное место есть крепость Минарет […]
Кругом ее видны следы разоренного аула, называвшегося Татартубом и бывшего
некогда главным в Большой Кабарде. Легкий одинокий минарет свидетельствует о
бытии исчезнувшего селения».
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Miller 1882, 258: «На границе Кабарды и Осетии, ниже нынешней Николаевской
станицы, есть гора Татар-Туп, на вершине которой находится дзуар очень уважаемый
соседними жителями, эльхотовцами, ардонцами. На этой местности, по преданию,
прежде собирались кабардинцы и осетины для переговоров, почему она пользуется
не меньшим уважением и у кабардинцев. В горе есть обширная сквозная пещера.
Праздник дзуару справляется летом в течение трех дней и привлекает огромную толпу
молельщиков».