171
Va inoltre precisato che la pena assume un ruolo di monito fin dal
momento della sua proclamazione: gli imperatori si ripropongono infatti
di ottenere l’astensione dei reati con il solo atto di portar le pene a
conoscenza dei destinatari (
33
).
La pena come esempio per la collettività è peraltro strettamente
collegata all’efficacia della sua applicazione: non è infatti sufficiente
emanare le leggi ma occorre anche che queste siano applicate e che coloro
che le violano siano puniti. A conferma di ciò è molto utile consultare,
oltre ai testi di contenuto strettamente penalistico, tutte quelle leggi che,
regolando i poteri e le competenze dei magistrati, fissano altresì le pene in
cui incorreranno in caso di loro corruzione: uno scorretto esercizio del
potere giurisdizionale comporta infatti una diminuzione della fiducia dei
sudditi nell'amministrazione della giustizia e incentiva la commissione di
reati da parte di chi è convinto che non sarà punito o che potrà sfuggire al
giusto castigo corrompendo il giudice. Ad esempio in Nov. 13, 4, pr. del
535 si afferma che può essere temuto solo il magistrato che non si lasci
corrompere.
Nov. 13, 4, pr. Perˆ tîn praitèrwn toà d»mou
… “Aper ¤panta proj»kei toÝj nàn par'¹mîn e„j t¾n
praitoÚran toà d»mou pariÒntaj misÁsai kaˆ ¢postrafÁnai, kaˆ
kaqara‹j crÁsqai ta‹j cers…, kaˆ ™pexišnai p©si to‹j
projaggellomšnoij e‡te perˆ klopÁj e‡te perˆ tîn ¥llwn
¡marthm£twn, kaˆ t¾n pÒlin ¹m‹n ™kkaqa…rein tîn t¦j klop¦j
™rgazomšnwn qhr…wn, kaˆ ¢ndr£si spouda…oij crÁsqai prÕj taàta
Øpourgo‹j, kaˆ tÍ o„ke…ᾳ t£xei projfšresqai projhkÒntwj, éjte
dšoj aÙtoÝj œcein toà sfîn aÙtîn ¥rcontoj kaˆ ¤panta pr£ttein
met¦ sfodrÒthtÒj te kaˆ eÙno…aj. e„ g¦r boulhqe‹en Ñrqîj
(
33
) Si confronti F. B
UONAMICI
, Il concetto della pena nel diritto giustinianeo, in Pel
cinquantesimo anno d’insegnamento di Enrico Pessina, II, Studii di diritto penale, Napoli 1899,
pp. 185-204, secondo cui la pena ha in età postclassica una funzione essenzialmente
intimidatoria: la facoltà di punire è attribuita in via esclusiva allo Stato (una volta
superati gli antichi concetti di vendetta privata e di composizione tra il reo e l’offeso) e
perfino la sola minaccia di pene costituisce un valido deterrente in quanto la conoscenza che
chi viola la legge riceverà la corrispondente punizione induce ad astenersi dal delitto stesso.
172
diag…nesqai kaˆ tÁj ™p'aÙto‹j ¢x…wj kr…sewj, oÜte pollo… tinej oƒ
klšptontej œsontai, t¦ fèri£ te q©tton eØreq»setai, o† te
¡mart£nontej ™l£ttouj gen»sontai, dediÒtej ¢rc¾n ¿n oÙk ¥n tij
çn»saito crhm£twn.
…
Proponatur Constantinopoli civibus nostris.
Dat. [XVI.] id. Octobr. Constantinopoli [dn.] Belisario v.c. cons. ind.
XIV (
34
).
Estremamente significativa è, a questo proposito, la Novella 8
dell’anno 535, rubricata Ut magistratus sine ulla donatione fiant (
35
), che
costituisce, assieme a Nov. 117 del 542, una sorta di “legge quadro” in
materia di amministrazione periferica. La prefazione e il caput 1 di Nov. 8
pongono l’accento sulla legge come strumento per prevenire fenomeni
esecrabili, primo fra tutti l’acquisto di cariche pubbliche (
36
).
(
34
) Authenticum: …Quae omnia competens est eos, qui nunc a nobis in praeturam populi
transeunt, odire et aversari et mundis uti manibus et resecare omnia quae praecepta sunt sive de
furto sive de aliis delictis, et civitatem nobis emundare ab his qui furta operantur bestiis, et viris
industriis uti ad haec ministris, et proprio officio offerri competenter, quatenus timor eos habeat
sui iudicis et omnia agant cum vehementia et bona voluntate. Si enim velint recte agere et digne
iudicio de se, neque multi aliqui fures erunt et furta celeriter inveniuntur et peccantes minuuntur,
timentes dignitatem quam nemo comparet pecuniis.
(
35
) Si veda R.
B
ONINI
, Ricerche sulla legislazione giustinianea dell’anno 535. Nov. Iustiniani 8:
venalità delle cariche e riforme dell’amministrazione periferica, Bologna 1989, pp. 11-124.
L’Autore, attraverso l’analisi delle fonti giuridiche nonché di quelle letterarie e in
particolare le testimonianze degli storici di età giustinianea (gli Anekdota di Procopio e la
Chronographia di Giovanni Malala), si sofferma sulla vendita delle cariche e sulla
corruttibilità dei funzionari e, per ciò che concerne il nostro argomento, sulle sanzioni che
vengono comminate contro i governatori che acquistino la carica o ne ricavino lucri
illeciti.
(
36
) Nov. 8 praef., 1 `H di£taxij perˆ toà toÝj ¥rcontaj cwrˆj tÁj oƒasoàn dÒsewj
g…nesqai. `O aÙtÕς basileÝς 'Iw£nnV ™p£rcῳ praitwr…wn tÕ B', ¢pÕ Øp£twn kaˆ
patrik…ῳ. (…) Ennoia to…nun ¹m‹n gšgone, t… pote ¨n pr£xanteς ¤pan, Óson ™n ta‹ς
¹metšraiς ™parc…aiς ™stˆn ™piblabšς, pr£xei mi´ koinÍ prÕς t¦ kre…ttw
metast»saimen. Toàto d p£ntwς ¢pobhsÒmenon eØr…skomen, e„ toÝς ¹goumšnouς tîn
™qnîn, Ósoi t¦ς politik¦ς ¢rc¦ς tîn ™parciîn ἔcousi, kaqara‹ς paraskeu£saimen
crÁsqai ta‹ς cersˆ kaˆ pantÕς ¢pšcesqai l»mmatoς, mÒnoiς ¢rkoumšnouς to‹ς par¦
toà dhmos…ou didomšnoiς. “Oper oÙk ¨n ¥llwς gšnoito, e„ m¾ kaˆ aÙtoˆ t¦ς ¢rc¦ς
¢m…sqouς paralamb£noien, oÙd'Ðtioàn didÒnteς oÙd prof£sei tîn kaloumšnwn
suffragiwn, oÜte to‹ς t¦ς ¢rc¦ς ἔcousin oÜte ˜tšrῳ tîn p£ntwn oÙden…. (...) PÒsa d
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