Sabato 30 giugno



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Firma del contratto

Prima di salire sulla scialuppa, ognuno di noi deve prendere coscienza che iniziare un’avventura insieme è bello, ma richiede tante volte sacrificio e impegno, accettazione delle difficoltà e dell’Altro, con tutte le sue qualità e i suoi limiti.

Prendiamo dei foglietti e firmiamo un “contratto” se decidiamo di voler partire. Poi vengono consegnati agli animatori e appese in una bacheca.


  • Preghiera sotto le stelle

Essere amici vuol dire: stare insieme, spendere del proprio tempo, aiutare, difendere, parlarsi, sognare insieme…

Ma chi più di tutti ci unisce?

Di sicuro il nostro amico più grande: Gesù.


Preghiamo:

Signore,


in questo giorno

tra tante difficoltà

ma anche tra tanti momenti felici

ho provato a vivere facendo il bene,

superando il timore

di quelli che mi prendevano in giro.


Signore, oggi mi sono impegnato a diventare

Il “ prossimo” di tutti quelli che mi vivono accanto

e che si trovano nella difficoltà,

di tutti quelli che hanno iniziato oggi con me quest’avventura.


Signore, mi sono sforzato

Di fare il bene

anche quando mi costava grande sacrificio

e non ne avevo nessuna voglia.


Qualcosa, Signore, sono riuscito a combinare.

Ho fatto però anche molte cilecche.

Ma un giorno è breve. Signore.

Domani avrò il tempo di continuare.


Fa’ che domani mi svegli

con la volontà di fare più e meglio:

perché a fare il bene c’è sempre solo da guadagnarci.

E si guadagna la vita!


Ed ora tenendoci per mano come veri fratelli diciamo insieme:

Padre Nostro…



DOMENICA 1 LUGLIO



2 GIORNO

  • Preghiera del mattino


Preghiera semplice:

A cori alternati: animatore/tutti
Signore, fa’ di me

uno strumento della tua pace.

Dove c’è l’odio, io porti l’amore,

dove c’è offesa, io porti il perdono,

dove c’è la discordia, io porti l’unione,

dove c’è l’errore, io porti la verità,

dove c’è dubbio, io porti la fede,

dove c’è la disperazione, io porti la speranza,

dove c’è la tristezza, io porti la gioia,

dove sono le tenebre, io porti la luce.

Fa’ o Signore, che io cerchi

Non di essere consolato, ma di consolare,

non di essere compreso, ma di comprendere,

non di essere amato, ma di amare.

Perché è donando, che si riceve,

è dimenticandosi, che ci si trova,

è perdonando, che si è perdonati,

è morendo, che si resuscita alla vita eterna.



San Francesco d’Assisi
San Francesco ha aperto la strada che dobbiamo percorrere oggi. Ora ci verrà consegnato un dischetto molto speciale: il dischetto dell’impegno. E’ vuoto: dobbiamo riempirlo. Durante poi la divisione nei gruppi ognuno scriverà su di esso una frase della preghiera di S.Francesco e poi la rende concreta per la sua vita: non ci fermiamo solo alle espressioni di odio, offesa, discordia, errore, dubbio, distrazione e tristezza, ma cerchiamo quelle situazioni in cui con gli amici, in famiglia, in gruppo proviamo questi sentimenti. Poi scriviamo come potremmo cambiare.



  • La storia


Jim: Era spesso ubriaco. Vestiva sempre allo stesso modo e non l’ho mai visto scrivere o ricevere una lettera. Nessuno mai lo vide aprire il baule, un grosso baule, con il quale era arrivato e si era sistemato da noi. Tutti avevano paura di lui, tutti meno uno, il dottor Livesey.
Livesey: Sono il dottore di casa, di me sentirete parlare parecchio in questa storia. Ho conosciuto il “capitano” un giorno che, preso dall’ira, ho imposto il silenzio a tutti quelli che erano nella locanda.
Capitano: Silenzio, laggiù sul ponte.
Livesey: Parlate con me, signore? Vi dico una sola cosa, caro signore: se continuerete a tracannare rum, il mondo sarà presto liberato da un vero mariuolo quale voi siete.
Capitano: Io ti ammazzo!
Livesey: Se non riponete subito in tasca il vostro coltello, vi assicuro sul mio onore che vi farò impiccare alla prossima seduta del tribunale. Io sono medico, ma anche magistrato, per cui cercate di stare tranquillo, altrimenti prenderò provvedimenti nei vostri riguardi.
Jim: Per un po’ di tempo il “capitano” rimase tranquillo, ma un mattino, un fresco mattino, successe un fatto grave.
Un marinaio: Ehi, tu, da bere!
Jim: Chi mi chiamava era un individuo pallido, con la mano sinistra priva di due dita.
Un marinaio: Senti ragazzo, è qui che abita il mio amico Bill?
Jim: Non c’è nessun Bill qui da noi, ma solo un vecchio marinaio che si fa chiamare “capitano”.
Un marinaio: Si farà chiamare “capitano” ma il suo vero nome è Bill. Ha uno sfregio sulla faccia, vero? E’ in casa?
Jim: No, è uscito, ma tornerà subito.
Un marinaio: Bene, lo spetterò qui con te.
Capitano:(cantando). Quindici uomini sulla cassa del morto…
Un marinaio: Bill!
Capitano: Can Nero?
Un marinaio: (D’ora in poi Can Nero): In carne ed ossa.
Capitano: Ora che mi avete scovato, cosa volete da me?
Can Nero: Parlarti a quattr’occhi, ragazzo portami del rum!
Jim: Il “capitano” era sbiancato in faccia: qualcosa non funzionava. Andai a prendere del rum… lo portai, ma mi ordinarono di lasciarli soli. Parlavano sottovoce, poi sentii gridare il capitano.
Capitano: No, no, no e finiamola! Se dobbiamo penzolare sulla forca, facciamo impiccare tutti.
Jim: Feci in tempo a vedere Can Nero scappare sanguinante, ferito da un colpo di coltello del capitano.
Capitano: Jim, dammi del rum!
Jim: Capitano, voi barcollate! Siete ferito?
Capitano: Del rum! Debbo andarmene da qui, Jim, presto aiutami!
Jim: Dottore! Dottore! Era apparso proprio in quel momento il dottor Livesey. Dottore mi aiuti! Il capitano è stato ferito!
Livesey: Macchè ferito! E’ un colpo al cuore! Uno spavento! Vediamo se possiamo fare qualcosa per lui.
Jim: Il dottore aveva lacerato la manica della camicia del <>. Sull’avambraccio aveva inciso queste frasi :<>, <>, <>.
Liversey: Bill Bones! Finalmente sappiamo il tuo nome! Ora cerchiamo di salvarti, anche se sei una brutta canaglia!
Jim: Dottore, sta riaprendo gli occhi!
Capitano: Can Nero, dov’è Can Nero?
Liversey: Qui non c’è nessun Cane Nero! Avete avuto un colpo al cuore! Se bevete ancora del rum siete spacciato. E adesso signor Bones…
Capitano: Questo non è il mio nome…
Liversey: Poco importa, vi chiamo così lo stesso: voi dovete smettere di bere, altrimenti è morte sicura!
Jim: Era appena andato via il dottore, quando sentii la voce del capitano chiamarmi.
Capitano: Jim, dammi da bere!
Jim: Il dottore ha detto di no!
Capitano: Se non mi dai da bere, avrò delle allucinazioni terribili! Prima mi è sembrato di vedere il capitano Flint, nell’angolo, dietro di te… Dammi da bere, Jim, ho paura del <>!

Narratore: Il “capitano Bill” è dunque nella sua camera da letto, spaventato dal “segno nero”.
Jim: Cos’è il “segno nero”, capitano?
Capitano: Jim, tu non puoi capire, ma se mi aiuti… Stai attento: verranno a cercarmi, vogliono la mia cassa da marinaio. Sì, verrà Can Nero e, con lui, altri furfanti… Allora tu prenderai il cavallo e correrai dal tuo medizoncolo. Gli dirai di venire qua subito con tanta gente e così potrà acciuffare tutti i furfanti che sono rimasti della ciurma del vecchio pirata Flint…
Jim: Ma cos’è il “segno nero”, capitano?
Capitano: E’ un segnale di minaccio, ragazzo mio. Te lo dirò, se me lo affibbieranno. Ma tu tieni gli occhi ben aperti, Jim, e faremo a matà ciascuno, ti do la mia parola d’onore.
Jim: Metà di che cosa, capitano? Non capisco!
Capitano: Io solo so dov’è nascosto… Adesso va’, ho sonno, non riesco più a tenere gli occhi… Quelle medicine…
Jim: La sera stessa di quelle confidenze venne a morire improvvisamente il mio papà. Provai un dolore grandissimo: ora, ero io il capofamiglia e la mamma poteva contare solo su di me. Il giorno dopo il funerale arrivò alla locanda un cieco, con una benda verde sugli occhi e sul naso. Indossava un ampio mantello con cappuccio, che lo faceva apparire deforme.
Cieco: Non c’è nessuno che possa dire a un povero cieco, che ha perduto la preziosa vista degli occhi in difesa dell’Inghilterra e del Re Giorgio, che Dio lo benedica, dove si trova in questo momento?
Jim: Siete alla locanda “Ammiraglio Bembow”, nella baia della Collina Nera, buon uomo.
Cieco: Sento la voce gentile di un ragazzo. Volete darmi una mano, mio giovane amico, e accompagnarmi in casa?
Jim: Gli diedi la mano, ma lui me la strinse fortemente. Non riuscivo a liberarmi.
Cieco: Ed ora ragazzo conducimi dentro dal capitano, o ti spezzo il braccio!
Jim: Non ne avrà il coraggio!
Cieco: Fammi entrare, ho detto!
Jim: Ahi, mi fate male!
Cieco: Conducimi da lui e quando gli starò vicino, tu gli griderai: “C’è qui un vostro amico, Bill”.
Jim: Il capitano era ubriaco fradicio, ma appena ebbe visto il cieco, ritornò lucido. Il cieco passò nella sua mano qualcosa: era il segno nero, la minaccia di morte che il capitano temeva.
Cieco: Anche questa è fatta!
Jim: Il cieco mi lasciò andare e sgusciò via in fretta.
Capitano: Il segno nero! Ho ancora sei ore di tempo! Ce la faremo! Ah, non mi imbroglierete! Ah, Jim…
Jim: Non aveva terminato di dire quella frase, che rimase secco, fulminato da un colpo al cuore. Capitano! Capitano! Non c’era più niente da fare! Il capitano era morto! Era questa la seconda morte che vedevo, mentre il dolore della prima, quello di mio padre, era ancora vivo nel mio cuore.
La madre di Jim: Figlio mio, dimmi quello che è successo, tutto quello che sai!
Jim: Narrai tutto alla mamma. Le narrai di Can Nero, del mendicante cieco.
La madre di Jim: Figlio mio, siamo in grave pericolo. Se tornassero non ci lascerebbero vivi!
Jim: Chiediamo aiuto al villaggio!
La madre di Jim: Corri, figliolo. Tu sei veloce, arriverai prima di me!
Jim: No, mamma, non ti lascerò sola. Potrebbero ucciderti!
Narratore: Quando, ansanti per la corsa, arrivarono al villaggio, chiesero aiuto a tutti.
La madre di Jim: Gente, abbiamo bisogno di voi!
Jim: Non lasciateli soli. Gli uomini del capitano Flint ci cercano!
Narratore: Dire questo nome e vedere gli abitanti del villaggio spaventati a morte, è stata la stessa cosa.

Conoscevano la fama di capitan Flint, un pirata molto famoso non solo in Inghilterra , ma in tutto il mondo allora conosciuto.
La madre di Jim: Se nessuno di voi ha il coraggio, l’avremo io e Jim. Torneranno da soli. Siete dei paurosi.
Narratore: A Jim e a sua madre interessava tornare per vedere cosa c’era nella cassa del capitano. Il vecchio marinaio gliela aveva lasciata in eredità.
Un cliente: Senti Jim, io non vengo con te, ma questa ti potrà servire: è una pistola carica! Intanto andrò ad avvisare il dottore del pericolo in cui vi trovate.
Jim: Quando uscimmo nella notte gelida per affrontare la pericolosa strada del ritorno, il mio cuore si era messo a battere rapidamente. Come sarebbe andata a finire?
La madre di Jim: Dammi la mani, Jim, e cerca di non far rumore!
Jim: Arrivati a casa, trovammo il cadavere del capitano nella stessa posizione nella quale l’avevamo lasciato, supino, con gli occhi aperti e un braccio disteso.
Narratore: Quale segreto avrà portato con sé il capitano nella sua “cassa da marinaio”?
La mamma di Jim: E adesso dobbiamo togliere la chiave di dosso al capitano, ma chi ha il coraggio di toccarlo?
Jim: Io mi buttai in ginocchio. Sul pavimento, vicinissimo alla mano, c’era un cerchietto di carta annerito da in lato.
Narratore: Era il segno nero, quello che aveva tanto spaventato il capitano. Sul biglietto c’era scritto: “hai tempo fino alle dieci”.
Jim: Mamma, sono le sei. Abbiamo qualche ora per scappare. Cerchiamo la chiave.
La mamma di Jim: Forse l’ha intorno al collo.
Jim: Eccola mamma. Dammi un coltello.
Narratore: Jim tagliò la corda e prese la chiave. Sulla cassa era incisa una “B”, il nome del capitano. La aprirono. Sotto un bel vestito di velluto, tanti oggetti gettati dentro in qualche modo: un quadrante, una ciotola da latte, due paia di magnifiche pistole, un vecchio orologio… In fondo un involto di tela cerata e alcune monete d’oro.
La mamma di Jim: Farò vedere a quei bricconi che sono una donna onesta. M prenderò solo il denaro che il capitano mi deve pagare per la pensione.
Jim: in fretta mamma, sento dei rumori. Scappiamo: forse sono arrivati in anticipo. Prendi quello che puoi e andiamocene.
Narratore: La madre di Jim prese qualche moneta d’oro e Jim portò con sé l’involto di tela cerata. Intanto i pirati erano già arrivati vicino alla casa. Li guidava, si fa per dire, il mendicante cieco di nostra conoscenza.
Cieco: Muovetevi piano, cialtroni. Volete farvi scoprire?
Jim: Presto mamma, usciamo da dietro!
Cieco: Abbattete la porta!
Pirata 1: Sì signore.
Cieco: Entrate! Qui non c’è nessuno! Guardate in giro!
Pirata 2: Bill è morto!
Cieco: Guardate in giro poltroni scansafatiche, e gli altri vadano di sopra a prendere la cassa.
Pirata 1: Maledizione, ci hanno preceduto. Qualcuno ha messo sottosopra la cassa da capo a fondo.
Cieco: Cosa avete rovato?
Pirata 2: Abbiamo trovato il denaro.
Cieco: E la mappa di Flint?
Pirata 1: Non c’è in nessun posto.
Cieco: L’avrà indosso Bill? Frugatelo perbacco!
Pirata 2: L’hanno già frugato: non gli hanno lasciato nulla!
Cieco: Sono stati quelli dell’osteria, è stato il ragazzo. Almeno gli avessi cavato gli occhi!
Pirata 1: Cerchiamoli! Saranno qui attorno! (Si ode un fischio forte. Dopo un attimo, un altro ancora).
Pirata 2: E’ Dirk che fischia! Bisogna cambiare aria amici. Pericolo in vista!
Cieco: cambiare aria? Codardi! Avessi io la vista non scapperei così!
Pirata 1: Io non voglio rischiare di finire in carcere!
Cieco: Idioti! Abbiamo la possibilità di avere un tesoro immenso e voi tremate di paura!
Pirata 2: Abbiamo i doppioni d’oro, accontentiamoci di quelli!
Narratore: In quel momento si sentì il terzo fischio e i pirati scapparono lasciando solo il cieco.
Cieco: Codardi, non lasciatemi solo! Non ci vedo, aiutatemi! Amici, non abbandonatemi!
Narratore: Furono le sue ultime parole, perché in quel momento arrivarono dal villaggio uomini a cavallo in aiuto di Jim e la madre. Il cieco venne urtato, battè il capo a terra e non si mosse più.
Jim: Grazie signor Dance, ci avete salvato la vita.
Dance: Sono capitato qui per caso, in un giro d’ispezione. Venite, rientriamo in casa.
Jim: Quei briganti avevano buttato all’aria tutto.
Dance: Che cercavano?
Jim: Il denaro!
Dance: Solo quello?
Jim: No, signore, penso che cercassero quello che ho in tasca io!
Dance: Fa’ vedere!
Jim: Vorrei metterlo al sicuro presso il dottor Livesey…
Dance: Fai bene! Oltre che medico è anche giudice, di lui ti puoi fidare. Vieni! Monta a cavallo! Questa notte non è molto opportuno restare qui.



  • Prendiamo il cannocchiale !

Bill Bones pensava di averla fatta franca, scappando dai suoi compagni di pirateria! Ma quelli li trovano!

L’interesse comune è il tesoro, il denaro. Per questo sono disposti a tutto, anche a uccidere.

Quando si dà troppa importanza al denaro, alle cose materiali che si vogliono avere a tutti i costi, tutto è permesso. Anche il tradimento, la menzogna, la violenza.

Jim si trova coinvolto in avvenimenti più grandi di lui: quello più doloroso per lui è di certo la morte del padre. Poi i guai derivanti dalla presenza del capitano Bill e la minaccia dei pirato.

Ma non si perde d’animo.

Accanto a sé ha la mamma, con la quale condivide le sue avventure. La mamma si rivela una persona onesta, mentre i pirati certamente disonesti e vigliacchi.

Fa tristezza la gente del paese che si rifiuta di dare una mano a chi è in difficoltà.

Fa tristezza anche il mendicante cieco: viene abbandonato e muore tragicamente, schiacciato da un cavallo. Finito l’interesse, finita l’amicizia!

Jim, al contrario, riesce a trovare salvezza e conforto proprio negli amici, in Dance e nel dottor Livesey.


Quanti idoli nella nostra vita: monopattino, cellulare, giochi,… egoismo, superbia,… che accecano e corrodono i rapporti di amicizia.

Quali sono i nostri idoli oggi?


Chi dona sempre con G_ _ _ _ _ _ _ _ A’ non mancherà mai di nulla” Parola di Gesù!


Inserire pezzo nuvola

Quando ci sono interessi egoistici, allora è facile abbandonare tutto. Dice Gesù:il mercenario se vede arrivare il lupo lascia lì le pecore e fugge. Così è capitato al cieco: è la disonestà dei ladroni.

Allora, cos’è davvero che mi interessa?




  • Santa Messa


Vangelo del giorno

Preghiera corale

Ripetiamo insieme ad ogni invocazione: Liberami o Signore!
Dall’egoismo…

Dall’invidia…

Dall’odio…

Dalle bugie…

Dalle parolacce…

Dalle vendette…


Segno: Mettiamoci in fila davanti al computer di Gesù e inseriamo il nostro dischetto. Per farlo funzionare, però, c’è bisogno della forza di tutti: prendiamoci per mano perché insieme è più facile portare avanti il nostro impegno con l’aiuto Suo e dei nostri amici!
Padre Nostro…

  • Preghiera sotto le stelle

Allora Gesù ci ha chiamato e ci ha chiesto di impegnarci per seguirlo. La via non è sempre facile, a volte è lunga e faticosa.

Se Gesù ci chiamasse per nome… cosa risponderemmo allora?

Breve pausa di riflessione personale

“Eccomi!”, Ecco la parola giusta! Tanti personaggi biblici hanno fatto di questa risposta la loro vita. Li ricordiamo in questa preghiera.


Alternato ragazzi/animatori

Preghiamo:

Padre Santo e buono,

donaci saggezza per sentirti,

intelligenza per capirti,

diligenza per cercarti,

pazienza per attenderti,

occhi per guardarti,

cuore per pensarti

e la vita per testimoniare

il tuo amore per Te

e il tuo per me...

che sicuramente è più grande!

LUNEDI’ 02 LUGLIO

3 GIORNO


  • Preghiera del mattino

O Padre,


Tu ci hai creati a tua immagine.

Ma Tu sei così grande che ognuno di noi

Dice soltanto qualcosa di Te.

Tutti insieme, piccoli e grandi, uomini e donne,

dando a ciascuno il meglio di noi,

parliamo di Te.


Oggi voglio lodare il tuo nome nelle cose del mondo

e nella vita delle persone.

Oggi voglio lodare il tuo nome nella mia vita,

per tutte le volte che ti incontro con un nome diverso.

Anche oggi aiuta tutti gli uomini

a comporre la tua immagine…



e che non manchi la mia parte! Amen


  • La storia



Narratore: Abbiamo lasciato il nostro Jim mentre a cavallo trottava verso la casa del dottor Livesey. Il dottore però era fuori a cena, presso il castello del Conte Trelawney. L’ispettore Dance lo condusse da lui.
Livesey: Entrate, signor ispettore. Buona sera e buona sera anche a te, jim. Qual buon vento vi porta qui?
Narratore: L’ispettore raccontò in lungo e in largo quel che era accaduto, senza trascurare la morte del mendicante cieco.
Livesey: Caro Jim, tu dunque hai in tasca quello che cercavano?
Jim: Sì, credo sia questo pacchetto di tela cerata.
Livesey: Bene, lo apriremo con calma,, a quattr’occhi… Signor Ispettore, buona sera! Jim si ferma con noi al castello.
Narratore: L’ispettore moriva dalla voglia di sapere cosa ci fosse nel pacchetto, ma il dottore non aveva alcuna intenzione di aprirlo davanti a lui. Se era un segreto, era meglio che fossero in pochi a conoscerlo.
Jim: Ho sentito il cieco che parlava di una carta riguardante il capitan Flint.
Conte: Flint? Ma è il pirata più sanguinario che abbia mai solcato i mari. Barbablù è un bambino è un bambino al suo confronto.
Livesey: Anch’io ne ho sentito parlare. Aveva molto denaro?
Conte: Denaro? Avete udito il racconto dell’ispettore? Che cercavano quei manigoldi, perché han messo a rischio la loro vita? Per denaro, e quello di Flint era tantissimo!
Livesey: Esiste forse in qualche angolo della terra altro denaro di Flint, il suo tesoro?
Conte: Se sapessi che esiste il tesoro di Flint, subito armerei una nave e andrei a cercarlo: per me sarebbe una fortuna immensa!
Livesey: Jim, è giunto il tempo di aprire il pacchetto. Presto sapremo se questo tesoro esiste oppure no.
Narratore: Aprirono il pacchetto con molta delicatezza: conteneva un taccuino e un foglio sigillato.
Livesey: Esaminiamo prima di tutto il taccuino
Narratore: Il taccuino era semplicemente un insieme di note, con nomi delle navi affondate. Più interessante il foglio sigillato.
Livesey: Sembra la carta di un’isola!
Jim: Guardate dottore, la collina indicata al cantro si chiama il “Cannocchiale”. Che nome strano!
Livesey: Tre crocette rosse. Leggi Jim, leggi cosa sta scritto!
Jim: Qui c’è il grosso tesoro!
Livesey: E qui c’è l’indicazione di come trovarlo.
Narratore: In caratteri incerti, stava scritta questa preziosa informazione: “Un grande albero, contrafforte del cannocchiale, verso nord di nord-est. Isola dello scheletro, est sud-est verso est. Cento metri. L’argento in barre è nel nascondiglio settentrionale… Le armi si possono trovare facilmente nella collina di sabbia, a nord del capo settentrionale della baia, direzione est e un quarto a nord.

Firmato: J.F.
Conte: Livesey, domani parto subito per Bristol. Entro tre settimane, macchè, entro due settimane, dieci giorni, avremo la miglior nave e l’equipaggio più scelto d’Inghilterra. Jim, tu sarai il nostro mozzo e io l’ammiraglio. Non avremo difficoltà a trovare il tesoro: quattrini a palate!
Livesey: Calma, Trelawney! Verrò con voi e Jim. C’è però una sola persona che mi fa paura.
Conte: E chi sarebbe? Fuori il nome di quel cane.
Livesey: Siete voi, Trelawney, perché non siete capace di stare zitto! Non siamo i soli a sapere dell’esistenza di questa mappa. Chi ha assalito la locanda, certamente cercava questa carta. Bisogna assolutamente mantenere il segreto.
Conte: Livesey, voi avete sempre ragione. Sarò muto come una tomba!
Narratore: Il Conte si recò a Bristol, ma ci volle del tempo prima di trovare una nave in grado di solcare l’oceano, e altrettanto per arruolare l’equipaggio. Naturalmente nel suo entusiasmo il Conte non era riuscito a mantenere il segreto. Come uomo di fiducia aveva assunto un certo Long John Silver, un marinaio esperto di mare, costretto a fare il cuoco perché privo di una gamba. Seguendo i suoi consigli, il Conte aveva arruolato altri marinai. Il nome della nave era Hispanìola.
Jim: Tutto è pronto: finalmente possiamo partire. Ero eccitato all’idea del viaggio. Proprio non sapevo a quali terribili avventure sarei andato incontro.
Narratore: Siamo al porto di Bristol. Il Conte ha noleggiato la nave “Hispanìola” per salpare alla ricerca del tesoro. Ha assunto come cuoco Long John Silver, uomo esperto di mare, con una gamba di legno ma l’intelligenza sveglia.
Jim: Una gamba sola! Non sarà mica lo stesso pirata che metteva così paura al capitano Bill? No, non è possibile! Non farebbe il cuoco!
Conte: Presto, Jim, porta questa lettera a Long John Silver! E’ giù al porto alla locanda del “Cannocchiale”.
Jim: Vi andai di corsa. Buon giorno. Siete il signor Silver?
Silver: in persona. E tu chi sei?
Jim: Jim
Silver: Ho capito! Tu sei il nostro mozzo! Qua la mano!
Jim: In quel momento ho visto tra i clienti una persona che conoscevo bene: Can Nero. Mi sono messo a gridare: “Fermatelo! E’ Can Nero!”.
Silver: Non mi importa un fico chi sia! Non mi ha pagato il conto. Harry inseguilo!
Jim: E’ Can Nero, signore!
Silver: Can…
Jim:. Can Nero! Un pirata!
Silver: Non lo sapevo. L’ho visto qualche volta con un cieco.
Jim: Un cieco! L’ho conosciuto anch’io!
Silver: Brutto furfante non mi ha pagato il conto! Tre rum!
Jim: A dire il vero, cari amici, avevo sospettato di Long John Silver appena avevo visto Can nero nella sua osteria, ma poi aveva conquistato la mia fiducia. Ormai eravamo pronti alla partenza.
Narratore: L’Hispanìola era al largo. Jim vi salì per una visita insieme al conte. La prima persona incontrata è stato il Capitano Smollet.
Capitano Smollet: Signor Conte!
Conte: Tutto pronto per la partenza?
Smollet: Signore, credo che sia meglio parlare subito chiaramente, anche se rischio di offendervi. Questa crociera non mi piace, non mi piacciono gli uomini arruolati e neppure il mio ufficiale, il vice capitano Arrow.
Jim: Il vice capitano Arrow aveva uno sguardo torvo e portava due anelli alle orecchie.
Conte: La nave, almeno, vi piace?
Smollet: Non lo so! La metterò alla prova.
Livesey: Capitano sono il dottor Livesey, il medico di bordo. Perché non vi piace l’equipaggio?
Smollet: Sanno già tutto del viaggio; parlano di ricchezze da dividere, mentre io non lo so ancora. Questo viaggio è rischioso e può mettere in pericolo la nostra vita!
Livesey: Il Conte mi ha detto che la ciurma è composta da bravi marinai.
Livesey: Cosa consigliate di fare?
Smollet: Per prima cosa: armi e polvere siano messe sotto la sua cabina, facili da tenere sotto controllo. Seconda cosa: più segretezza! Si parla troppo di tesoro, di crocette accanto al punto dove si trova.
Conte: Chi vi ha detto queste cose?
Smollet: Tutti i marinai lo sanno e sanno che uno di voi ha la mappa del tesoro. Che nessuno sappia dove la tenete, neppure io e il mio vicecapitano. In caso contrario io do le dimissioni.
Livesey: temete un ammutinamento? Temete cioè che l’equipaggio si ribelli e non stia più agli ordini?
Smollet: Meglio essere prudenti!
Conte: Questo capitano mi è antipatico. Meno male che c’è Silver a darmi una mano!
Smollet: Cambiare posto alle armi e alla polvere!
Silver: Perché quest’ordine?
Smollet: Sono io il capitano! Tu sei un cuoco, quindi scendi a preparare la cena. Al resto ci penso io!
Jim: Decisamente il capitano mi è antipatico! Ha ragione il conte!
Smollet: Pronti per la partenza?
Tutti: Pronti!
Silver (cantando): Quindici uomini sulla cassa del morto…
Jim: Strano! La stessa canzone del capitano Bill!
Narratore: Ragazzi, il viaggio alla ricerca dell’isola del tesoro è iniziato in modo tranquillo, favorevole.
Jim: Io non vi farò una relazione sul viaggio, mi limiterò a riferire alcuni fatti che sono accaduti. Il primo riguardava il vicecapitano Arrow. Era peggio di quello che il capitano Smollet temeva.
Voce a: capitano, il nostromo Arrow è caduto per le scale.
Voce b: capitano, il nostromo Arrow è ubriaco.
Voce c: capitano, il nostromo Arrow non si trova più.
Capitano Smollet: E’ finito in mare. Così Signori ci si è risparmiato l’incomodo di metterlo ai ferri, in prigione.
Jim: Al suo posto venne nominato come secondo ufficiale il nostromo Job Anderson, una persona molto adatta a questo ruolo. Timoniere, era un vecchio marinaio molto amico di Long John Silver. Mi parlava molto bene di lui.
Anderson: Noi lo chiamiamo Barbecue. Non è un uomo comune. Ha avuto una buona istruzione in gioventù e, quando vuole, sa parlare come un libro stampato.

E’ molto coraggioso. L’ho visto alle prese con quattro uomini e, disarmato, sbattere le loro teste.
Jim: John Long Silver, Barbecue, come lo chiamavano i marinai, portava una stampella legata con una cinghia attorno al busto per avere le mani libere. Sulla nave si spostava con molta agilità attaccandosi alle porte che i marinai avevano messo apposta per lui. Con sé aveva un pappagallo che si chiamava capitan Flint.
Silver: Appunto, come il grande pirata. Il capitano Flint ci dice che il nostro viaggio sarà meraviglioso.
Jim: IL pappagallo ripeteva sempre parole da marinaio: Pezzi da otto! Pezzi da otto!
Silver: Questo uccello ha forse duecento anni. I pappagalli vivono un’eternità e ha navigato con England, il grande capitano England, il pirata di tutti i mari.
Jim: Il pappagallo diceva anche le parolacce.
Silver: Cosa vuoi? E’ stato dai pirati che ha imparato tutto, anche le malvagità.
Jim: Un giorno, mentre ero sotto coperta, mi ero addormentato. Improvvisamente sono stato svegliato da alcune voci. Io, nascosto dietro il barile delle mele, sentii certi discorsi che mi rivelarono chi fossero veramente quei marinai imbarcati sull’Hispanìola.
Silver: Il capitano era Flint; io per via della gamba di legno, ero secondo ufficiale. La gamba l’avevo persa per una cannonata che aveva colpito me e il mio amico Pew. Lui è diventato cieco. Chi mi ha amputato la gamba è stato un bravissimo medico, che però è finito male: impiccato come un cane e lasciato essiccare al sole.
Voce: Ah, Flint era il fiore dei corsari!
Silver: Anche England. Insieme abbiamo messo da parte migliaia di sterline d’oro. Pew, il cieco, ha speso tutto subito, riducendosi in fin di vita a fare il mendicante.
Voce: Quando ci ribelleremo? Sono stufo del capitano Smollet!
Silver: Aspetta. Lui è un buon marinaio: ci guiderà certamente all’isola del tesoro. Quando avremo ricuperato il denaro, allora ci sbarazzeremo di lui e degli altri.
Jim: Nascosto dietro il barile di mele, sentivo tutto ma avevo una gran paura di essere scoperto.
Voce: Quando saranno in mano nostra cosa faremo di quei signori e del ragazzo Jim? Io sono per farli fuori: I morti non mordono!
Silver: Decideremo al momento giusto. Intanto dammi una mela, voglio bagnarmi il becco.
Jim: MI sentii morto! Se mi scoprono mi uccidono lentamente!
Voce: No! Lascia perdere le mele. Beviamo del buon rum.
Silver: Hai ragione! Eccoti la chiave della cucina. Riempi una buona caraffa e portala: beviamo alla buona fortuna!
Voce: Al capitano Flint!
Silver: Al tesoro!
Jim: Mi era andata bene. Ora potevo agire e difendermi, sapendo che cosa avevano in testa Silver e i suoi complici.



  • Prendiamo il cannocchiale!

Una fortuna inattesa: la mappa del tesoro.

I nostri amici decidono di andare in spedizione per ricuperare quanto in modo disonesto i pirati avevano accumulato.

Si organizza la spedizione: anche Jim ne fa parte.

Gli amici adulti non lo lasciano da parte perché è un ragazzo: lo trattano da grande, lo invitano a imbarcarsi con loro.
Jim si accorge però di quanto è brutto viaggiare in mare, quando non c’è un rapporto di fiducia nell’equipaggio.

Il capitano, responsabile della nave, non si fida di alcune persone sospette.

Il dubbio non favorisce il nascere di amicizie, così some la menzogna. Sulla nave c’è troppa gente che “deve raccontare bugie”: sono i pirati.

Ma questo capita solo nei romanzi o, spesso, è realtà di ogni giorno?


E poi.. Qualcuno direbbe il caso. Noi usiamo un altro nome: la Provvidenza, Dio che è presente nella nostra vita.

Jim si addormenta nel barile delle mele e può scoprire il complotto dei pirati. Ha corso un grave rischio, ma gli è andata bene!

Chissà quante volte anche a noi è andata bene e per questo dobbiamo ringraziare il Signore!
Vangelo: Matteo 6.25-33
Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.

Attività: La Provvidenza

Tutta la natura, gli animali, le pianti e anche noi uomini possiamo contare non solo sulle nostre forze, ma anche e soprattutto su Dio e la sua Provvidenza per noi.


Cos’è la Provvidenza?

Abbandonarsi con sincerità e pace al Signore è accogliere anche questo dono. Dio ci è vicino, è presente, ci ama e ci guida.



Abbiamo il coraggio di lasciarci guidare da Dio?
Osserviamo: Andiamo nel prato e fermiamoci a contemplare la natura. E’ l’amore di Dio che ha creato tutto questo.


  • Santa Messa


Vangelo:Luca 12. 33
Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.

Stiamo andando alla ricerca di un grande tesoro.

Tutti sono coinvolti, non solo i più grandi, ognuno ha un suo compito.

Il vero Tesoro è nel cielo, là il nostro cuore è rivolto.


Ognuno di noi conserva un tesoro nel suo cuore. Ce la sentiamo di offrirlo a Dio e di chiedere a Lui di aiutarci a custodirlo?


Gesto: affidiamo i nostri tesori a Dio.



  • Preghiera sotto le stelle

“Ovunque mi guida la tua mano”

Ti ringrazio, Signore, perché ci hai fatto danzare con gioia.

Ci hai fatto dimenticare la tristezza,

ci hai fatto conoscere nuovi amici

con i quali vogliamo vivere

come fratelli di una sola famiglia.
Ci hai invitati a lasciare le nostre abitudini

e i piccoli e grandi egoismi

che spesso ci rendono schiavi.

Ora ci introduci in una grande avventura

che ci farà liberi.

Ti ringraziamo, perché sei tu che ci guidi.


Come ti sei curato di noi,

prenditi cura di tutti gli uomini:

quelli che ancora soffrono

persecuzioni e oppressioni;

quelli che soffrono la povertà,

la fame, le ingiustizie e le torture.


Guidaci alla terra della libertà,

perché là vogliamo cantare in eterno la tua lode.

Aiutaci Signore,

a seguire sempre la tua parola,

perché la nostra vita

raggiunga la felicità che ci hai promesso.


Fa’, o Signore, che nessuno si smarrisca lungo la strada.


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