Sabato 30 giugno


MARTEDI’ 03 LUGLIO 4 GIORNO



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MARTEDI’ 03 LUGLIO

4 GIORNO




Padre Nostro…


Sia santificato il tuo nome…

Sappiamo dirlo a parole e basta,

come possiamo aggiungere qualcosa al tuo nome,

a Te che hai tutto?

No , Padre,

noi tuoi figli non possiamo donarti niente.

Però possiamo accoglierti:

possiamo farci radunare da Te;

possiamo diventare più figli e più fratelli.

Noi santifichiamo il tuo nome

Non chiudendoci nell’egoismo

ma trovandoci insieme.

Noi ti lodiamo quando

facciamo subito pace dopo aver litigato.

Noi ti lodiamo se non sciupiamo il tempo

e le qualità che ci hai dato.

Noi santifichiamo il tuo nome

quando facciamo risplendere

ovunque la tua presenza

con la nostra allegria

e il nostro impegno giornaliero ad essere amici di tutti.

Amen.



  • La storia



Narratore: Ci eravamo lasciati ieri quando Jim, nascosto dietro un barile di mele, aveva scoperto che Long John Silver era un pirata e stava complottando un ammutinamento, una ribellione per impossessarsi della nave, una volta scoperto il tesoro.
Un marinaio: Terra in vista! A babordo! Urrà, siamo arrivati!
Smollet: Ragazzi, ammainate le vele!
Un marinaio: Subito, capitano!
Smollet: Nessuno di voi ha mai visto quest’isola prima d’ora?
Silver: Io! Ci sono venuto a far provvista d’acqua con una nave mercantile, della quale ero cuoco.
Smollet: Dove si trova l’ancoraggio?
Silver: A Sud dove c’è l’isolotto dello scheletro. Un tempo questo era un punto importante per i pirati! A bordo con noi c’era un uomo che conosceva tutti i nomi che essi avevano dato alle varie parti dell’isola. La collina a sud era l’albero del trinchetto. La collina più grossa delle tre, che vedete laggiù, è la collina chiamata “IL Cannocchiale”.

Lassù montava di sentinella un pirata per segnalare pericoli in vista.
Jim: Io mi meravigliavo del sangue freddo di Long John Silver: diceva bugie con grande abilità.

Quando sentii posare il suo braccio su di me, ho avuto paura.
Silver: Ragazzo, quest’isola è un luogo delizioso. A terra, potrai fare il bagno, arrampicarti sugli alberi, dare la caccia alle capre. Quest’isola fa ringiovanire anche me.
Jim: Appena liberato da Silver, ho chiamato il capitano Smollet, il dottor Livesey e il Conte.
Livesey: Che hai Jim? Ti vedo preoccupato!
Jim: Ho delle notizie da comunicarvi.
Capitano Smollet: Parla Jim. Cos’hai da dirci?
Jim: Capitano, dottore, signor Conte, siamo in grave pericolo. Long John Silver è un pirata… Raccontai tutto in fretta.
Conte: Capitano, devo chiedervi scusa. Non vi ho dato retta! Ho assunto dei marinai che sono pirati. Sono stato un asino!
Capitano Smollet: Anch’io lo sono, non sono stato capace di accorgermi che erano dei traditori.
Jim: Capitano, cosa facciamo?
Capitano Smollet: Dobbiamo fare finta di niente. Se dessi ordine di tornare indietro e di non sbarcare, si ribellerebbero subito. Poi il tesoro non è ancora stato trovato. Infine a bordo ci sono dei marinai che ci sono fedeli. Niente è perduto!
Conte: In caso di scontro armato, quanti saremo noi?
Capitano Smollet: Posso contare sui vostri servitori, signor conte?
Conte: Come su di me!
Capitano Smollet: Tre e noi quattro, siamo in sette! E su quanti mariani possiamo contare?
Conte: Pochi certamente; quelli che ho assunto personalmente io e non Long John Silver.
Capitano Smollet: Tu Jim puoi essere di grande aiuto!
Jim: Come capitano?
Capitano Smollet: I marinai non sospettano di te: tieni gli occhi aperti e dicci sempre quello che sta avvenendo.
Jim: Su ventisei uomini dell’equipaggio, potevamo contare solo su sette e di sette uno ero io, un ragazzo: sette contro diciannove!
Conte E pensare che sono tutti inglesi! Capitano, mi viene quasi la voglia di far saltare la nave!
Capitano Smollet Signori, dobbiamo solo attendere e vigilare. E’ esasperante, lo so, sarebbe meglio venir subito alle mani, ma non si può far niente, finchè non avremo conosciuto i loro piani.
Jim: Capitano, conti pure su di me!
Capitano Smollet :Lo so, Jim, lo so! Grazie!
Narratore: Cari amici, continua il nostro racconto. Ora le cose diventano più ingarbugliate. Jim e i suoi amici sanno che Long John Silver è un pirata di prima categoria: con lui sono schierati ben 19 marinai, mentre loro sono in sette.

Jim: Giunti vicino all’isola, i marinai erano diventati più turbolenti. Il capitano Smollet era preoccupato.

Capitano Smollet: Se mi arrischio a dare un’altro ordine, tutto l’equipaggio mi salterà addosso.

Jim: Capitano, nessuno può aiutarci.

Capitano Smollet: Long John Silver, solo lui può darci una mano!

Jim: Ma è un traditore!

Capitano Smollet: Long John Silver è l’unico che può calmarli. Non ha alcun interesse che scoppi oggi una rivoluzione. Mandiamoli a terra, ma non tutti: qualcuno si fermerà sulla nave. Sono certo che torneranno a bordo più tranquilli!

Jim: Scendo anch’io!

Capitano Smollet: Tu stai bordo: sarebbe troppo pericoloso! Adesso chiama i marinai!

Jim: Marinai a rapporto!

Capitano Smollet: Ragazzi, vi vedo stanchi. Un giro sull’isola vi farà bene. Farò tirare un colpo di cannone quando dovrete risalire a bordo! Andate!

Silver: Sei rimangono a bordo! Gli altri tredici con me!

Jim: A questo punto, mi è venuta un’idea che ha contribuito a salvarci la vita. Pensai di scendere a terra anch’io. Mi nascosi su uno dei canotti. Un marinaio ebbe un sospetto.

Marinaio: Sei tu, Jim?

Jim: Io non risposi. Nascosto com’ero, non si sarebbe accorto di nulla. Da lontano anche Silver mi chiamò.

Silver: Ehi, Jim è imbarcato con voi?

Jim: Per fortuna eravamo vicini alla riva, saltai giù rapido e mi nascosi nel bosco.

Silver: Jim! Jim! Torna indietro!

Jim: Non gli diedi ascolto e andai avanti il più in fretta possibile. L’isola appariva disabitata; qua e là ho visto degli animali, dei serpenti. Uno, a sonagli, fischiò verso di me ma io ero già scappato. I pirati traditori intanto erano arrivati in zona. Potevo sentire le loro voci.

Marinaio Tom: Long John Silver, che patto stai proponendo?

Silver: E’ perché ti credo un cuor d’oro, che mi sono affezionato a te. Tutto è stabilito: se tu ti allei a me, avrai salva la vita.

Marinaio Tom: Silver, Vorrei piuttosto perdere la mano che mancare al mio dovere di marinaio. Io non tradirò mai il mio capitano.

Jim: In quel momento sentii da lontano un grido di morte. I pirati, amici di Silver, avevano ucciso un altro marinaio fedele, Alan. Anche Tom sentì il grido!

Marinaio Tom: Silver, che succede?

Silver: Credo si tratti di Alan!

Marinaio Tom: Lo hai fatto uccidere tu, Silver? Di’ la verità! Ma io non ho paura! Io ti sfido! Andrò a bordo a dire chi sei!

Jim: Il povero Tom gitò le spalle ma Silver più veloce del vento lo fermò, lanciandogli con forza la stampella sulla schiena. Tom cadde a terra e Silver gli si avvicinò e con due colpi di pugnale lo finì.

Silver: Ecco fatto, sei sistemato per sempre, Tom! Così impari a sfidarmi!

Jim: Svenni dalla paura. Dopo poco, mi ripresi: sentii Silver fare strani richiami con un fischietto. Da lontano, sentii avvicinarsi alcuni uomini: scappai a nascondermi. Le sorprese non erano finiti, perché, improvvisamente, davanti a me apparve una figura: l’apparizione improvvisa mi inchiodò sul posto. Chi era quell’uomo? Un selvaggio? Un altro pirata? Amico o nemico?

  • Prendiamo il cannocchiale!

Il gruppo degli “onesti” si ritrova e studia un piano di emergenza. E’ bello nella vita avere qualcuno su cui contare! E’ la forza dell’amicizia, che ti dona speranza anche nelle difficoltà. E’ brutto invece essere soli!

Tu hai provato a fare la conta di chi è disposto a condividere la tua vita, nei momenti di gioia e di dolore?

Su chi puoi contare?

E per iniziare… un giochino!

Come distinguere le persone buone da quelle cattive?

Materiale: Alcune borse o zaini, scatolette di Smarties, chicchi di pepe nero. I ragazzi devono attraversare un percorso, cercando gli animatori che hanno gli Smarties nella bisaccia. Ma attenzione: solo alcuni animatori li hanno… alcuni non hanno nulla, altri hanno solo chicchi di pepe. Gli animatori devono tentare di farsi seguire, senza rivelare subito il contenuto del loro zaino. Vince chi conquista più Smarties. Al termine ogni squadra e si rifletterà sul significato di ogni componente del gioco:



  • Che cosa rappresentano gli Smarties?

  • Che cosa rappresentano i chicchi di pepe?

  • Come hanno fatto gli animatori a farsi seguire?

  • Chi bisogna davvero seguire? Parchè?

Mettiamo i ragazzi in piedi in cerchio.

A: Siamo tutto angeli con un’ala sola. Possiamo volare solo se restiamo abbracciati e soprattutto con la spinta di Dio.

(far fare delle piccole prove di volo)

A: E non dimentichiamoci mai del nostro angelo custode che ci aiuta e ci tiene per mano… sempre!

Vogliamo provare anche ad esprimere questo aiuto concretamente. Faremo in questa maniera: ognuno di noi dirà il nome del ragazzo che sta alla sua destra e chi viene chiamato gli dice grazie. Così sino alla fine del cerchio.

Tutti: Angelo di Dio…


Attività: Cerchiamo in gruppo un posto fresco e tranquillo, in cui tutti i ragazzi possano distendersi e rilassarsi. Prepariamo un percorso a ritroso in cui si ripercorreranno tutte le tappe più importanti della vita di ciascuno, i momenti forti e significativi anche del campo scuola. Dopo aver fatto un po’ di rilassamento basato sul respiro potremmo iniziare così: “immaginate di poter tornare piccoli piccoli. E’ il primo giorno della vostra vita… chi c’è vicino a voi?” e poi continuare fino all’arrivo a P.so Oclini. “scendete dal pullman… che cosa pensate? Chi c’è vicino a voi? Chi vi aiuta? Che cosa vi dice?”. Aiutiamo a visualizzare tutto il percorso o almeno alcune tappe significative. Verso la fine del viaggio potremmo farli incontrare col loro Papà che è nei cieli, tanto tenero e forte che li abbraccia e dona a ciascuno il loro Angelo Custode.

Come conclusione… una bella condivisione di emozioni ed esperienze!


Jim scende a terra, disobbedendo all’ordine del capitano Smollet. Manca una legge del gruppo, mettendo a rischio la sua vita. Ha dato retta al cuore, al suo desiderio di risolvere da solo i problemi.

E’ tipico di chi è giovane tentare di cavarsela da solo.

Questo può andar bene, se si è abbastanza maturi, se si ha sufficiente criterio…

Gli è andata bene, ma ha avuto tanta paura.



E tu, che paure hai?
Attività: E’ il bene che sconfigge il male e le paure si gonfiano con l’amore!

I bambini scrivono le loro paure su palloncini gonfi (il buio, gli scarafaggi, etc…). Si mettono insieme tutti i palloncini ed in gruppo si pensa alle persone o alle situazioni che ci fanno passare le paure (una parola di un amico, la voce della mamma, una luce…). Man mano che ogni bambino trova un antidoto si alza, prende il palloncino corrispondente alla paura “risolta” e lo sgonfia lentamente. Alla fine l’ingombro delle paure “sgonfiate” sarà molto ridotto e ognuno potrà portarsi via la paura stretta in un pugno.


Come ti senti quando disubbidisci?

Sei disposto ad accettare quando sbagli e a chiedere scusa?
Come puoi chiedere scusa, quando ti accorgi di avere sbagliato? Trova almeno tre modi diversi e scrivili nelle righe qui sotto.

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  • Santa Messa


Vangelo: Giovanni (15, 12-18)
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.
Gesto: Ogni ragazzo attaccherà su un cartellone l’impronta delle proprie mani con i palmi rivolti verso l’alto, dove nella mattinata avranno scritto all’interno della loro mano destra quello che nei prossimi giorni vogliono dare al gruppo e nella mano sinistra quello che in questi giorni si aspettano di ricevere dal gruppo. Le mani dovranno essere firmate. Alla fine del campo procederemo con la verifica.



  • Preghiera sotto le stelle

Signore, so che mi vuoi bene

E che desideri per me tutto il meglio.

Sai, a volte faccio fatica a fidarmi di te,

e quando sento “la volontà di Dio”,

penso ad una costrizione

a dei comandi che non vorrei seguire.

Ma lo so che hai ragione tu!

Sono qui davanti a Te per chiederti

Di aiutarmi a crescere di più,

ad accorgermi di ciò che fai per me,

ad obbedirti perché ti voglio bene

e non perché “devo”.

Prendimi in braccio Dio,

perché se sono con Te,

tutto è più facile!



MERCOLEDì 4 LUGLIO


5 GIORNO


  • Preghiera del mattino

Padre dei cieli,

ci sembri lontano, invisibile, irraggiungibile...

ma sei qui in mezzo a noi.

Aiutaci a ricordarlo sempre,

specialmente nei momenti più difficili,

perchè allora sarà più bello

chiamarti e sentirti Papà,

e donaci un cuore di figli

che sappiano rispondere ad un amore così grande.

Tu ci hai donato il sacramento della Riconciliazione

E per questo ti ringraziamo

Perchè ogni volta che ci allontaniamo sei pronto

A perdonarci e a riabbracciarci.

Amen
Padre Nostro...
Ognuno si lega al polso il braccialetto simbolo dei piccoli e grandi peccati che ci portiamo dietro e dei quali non riusciamo a liberarci.
Prima di partire mettiamo una manciata di sabbia in una brocca d’acqua che rimarrà in Chiesa a P.so Oclini: l’acqua sporca e torbida è segno della nostra vita nel peccato.

Quando torneremo, dopo la Celebrazione della Penitenza, sostituiremo quell’acqua con una pura e trasparente: il nostro cuore si è purificato perchè mi sono riconciliato con Dio e con i fratelli!





  • La storia



Narratore: Buon giorno amici. Ricordate dove si trovava Jim in questo momento? Sull’isola. Ha appena assistito all’omicidio di un marinaio, per mano di Long John Silver. Sentendosi in pericolo, era scappato dalla foresta, dove si imbatte in una figura, che sembra umana.

Jim: Correva e saltava da una parte all’altra come un cerbiatto. Che non sia un cannibale.? Toccai la pistola, che avevo in tasca e mi sentii più forte. Se tenta di farmi qualcosa, so come difendermi.

Ben Gunn: Pietà di me! Non fatemi del male!

Jim: La mia sorpresa fu grande! Aveva paura più lui di me, che io di lui! Chi siete?

Ben Gunn: Ben Gunn! Sono il povero Ben Gunn, sono, e non parlo con un cristiano da tre anni.

Jim: Tre anni? Siete un naufrago?

Ben Gunn: No, amico! Abbandonato per punizione! Abbandonato su quest’isola da tre anni e da allora sono sempre vissuto di carne di capra, di bacche e di ostriche. Ho nostalgia del mangiare di un cristiano. Non hai un pezzo di formaggio? No? Oh, quante volte ho sognato un pezzo di formaggio…

Jim: Se potessi tornare a bordo, di formaggio ne avrei in abbondanza!

Ben Gunn: Chi ti impedisce di tornare a bordo?

Jim: Non voi, certamente!

Ben Gunn: Hai ragione, ma tu come ti chiami?

Jim: Jim!

Ben Gunn: Ascolta Jim, io ho condotto una vita terribile, scellerata. Mia madre, che era molto pia, mi aveva predetto che sarei finito male. Ma qui, su quest’isola, abbandonato da tutti, ho cambiato vita. Jim, ora sono un uomo nuovo, ma anche un uomo molto ricco.

Jim: Sei forse impazzito?

Ben Gunn: Sono ricco, ricco ti dico. E tu sarai ricco come me: sei stato il primo a trovarmi ed è giusto che tu abbia quanto ho avuto la fortuna di avere io. Ma, dimmi la verità: non sarai giunto con la nave del capitano Flint?

Jim: No, quella non è la nave del capitano Flint, anche se a bordo ci sono degli uomini del capitano, dei pirati.

Ben Gunn: Ce n’è uno con la gamba di legno?

Jim: Silver?

Ben Gunn: Questo è il suo nome!

Jim: E’ il cuoco di bordo e anche il capobanda.

Ben Gunn: Se ti ha mandato lui, io sono spacciato!

Jim: Presi allora la decisione di raccontargli del mio viaggi alla ricerca del tesoro, insieme al Conte, al dottore, al capitano Smollet.

Ben Gunn: Senti, il tuo conte è disposto a darmi qualche migliaio di sterline del tesoro?

Jim: Certamente!

Ben Gunn: E ci sarà posto per me, nel viaggio di ritorno?

Jim: Il Conte è un uomo d’onore: ti salverà.

Ben Gunn: Allora senti bene. Quando il capitano Flint seppellì il tesoro, io mi trovavo sulla sua nave. Sbarcò con sei marinai, mentre noi eravamo a bordo del veliero, chiamato il Tricheco. Al ritorno il capitano Flint era solo. Aveva ucciso i sei pirati per tenere nascosto solo per sé il punto esatto del tesoro. Tre anni dopo tornai e vidi l’isola. Con alcuni compagni scesi a cercare il tesoro.

Dopo dodici giorni, non lo trovammo. I miei compagni, arrabbiati con me, decisero di tornare a bordo. <>. Tu sei il primo che incontro dopo tre anni.



Jim: Potete dirmi come posso tornare a bordo?

Ben Gunn: Ci sarebbe il mio canotto! L’ho costruito con le mie mani e l’ho nascosto sotto la roccia bianca. Possiamo tentare appena cala la notte.

Jim: In quel momento ho sentito un colpo di cannone! Poi, dopo un lungo intervallo, una scarica di piccole armi da fuoco e davanti a me, a meno di un quarto di miglio, ho visto sventolare la bandiera britannica, al di sopra del bosco. Cosa stava accadendo?

Narratore: Cari ragazzi e ragazze, i nostri eroi sono tutti immersi in un mare di guai. Forse stavano peggio i pirati, perché non sapevano quello che stava succedendo alle loro spalle, o forse stavano peggio i “nostri amici”, che erano in numero molto ridotto rispetto a loro. Sentiamo cosa ha da raccontarci il dottor Livesey.

Livesey: A bordo erano rimasti solo sei pirati. Ci fosse stato del vento, riavremmo aggrediti e poi saremmo andati via con la nave. Purtroppo Jim era a terra e non potevamo lasciarlo nelle mani degli altri manigoldi. Con il fedele Hunter decidemmo di scendere dall’isola.

Hunter: A un centinaio di metri da dove eravamo sbarcati, scoprimmo una palizzata: era una autentico fortino. Da dentro ci si poteva difendere tranquillamente da qualsiasi nemico.

Livesey: Eravamo fortunati: nel forte scorreva una fonte fresca di acqua buona da bere. Stavamo esplorando la zona, quando udimmo il grido di un uomo colpito a morte.

Hunter: Hanno ucciso Jim! Torniamo a bordo!

Livesey: Rapidamente siamo tornati alla goletta. Chiamato il capitano Smollet decidemmo il da farsi.

Smollet: Noi abbiamo le armi, loro no. Tu, Redruth, ti metti a guardia del ponte. Noi li affronteremo di fronte: questi sei sulla nave li dobbiamo rendere innocui. Ehi, tu, Hands! Se qualcuno di voi tenta di ribellarsi è morto! Ora state buoni: nessun segnale a terra e vi salviamo la vita, altrimenti…

Livesey: Sbarcammo, in fretta e di nascosto, viveri, armi, mettendoli al sicuro nel fortino. Il terzo viaggio fu più avventuroso. Il canotto era sovraccarico e la corrente ci portava lontano dal luogo sicuro dove eravamo sbarcati.

Smollet: Il cannone! Sulla nave abbiamo lasciato il cannone!

Hunter: Dottore, stanno preparandosi a colpirci!

Smollet: Trelawney, voi siete un ottimo tiratore. Vogliate, per favore, spacciarmi uno di quegli uomini, possibilmente Hands.

Hunter: Bravo, Conte, l’avete colpito.

Livesey: Ma non Hands! Si è chinato al momento giusto quel manigoldo!

Smollet: Attenzione, stanno arrivando gli altri pirati!

Hunter: Arriva anche un colpo di cannone!

Livesey: Lo spostamento d’aria ci buttò in mare. Grondanti d’acqua arrivammo a riva tutti sani e salvi. L’unica grave perdita: le provviste, cadute in acqua. Corremmo velocemente al fortino.

Hunter: Attenzione, signor Conte, stanno arrivando.

Conte: Sparai rapidamente: uno cadde ucciso e gli altri scapparono velocemente. Per il momento eravamo sicuri. Uscimmo a vedere chi avevamo ucciso. L’imprudenza ci costò cara: uno sparo dalla foresta e il mio vecchio Redruth, il mio fedele maggiordomo, cadde a terra, colpito.

Redruth: Me ne vado, vero dottore?

Livesey: Mio buon Tom, ti aspetta un posto migliore.

Conte: Tom, perdonami, è colpa mia se sei finito qui!

Redruth: La perdono. Vi chiedo un favore: recitate una preghiera per me. Addio.

Smollet: Non c’è tempo per piangere. Dobbiamo pensare a difenderci. Hunter, alza la bandiera britannica sul forte.

Livesey: Alzammo la bandiera e poi ci riunimmo in consiglio.

Smollet: Fra quanto tempo aspettate una nave di soccorso?

Conte: Ho avvisato che se non tornavamo per agosto dovevano partire a cercarci.

Smollet: Le armi bastano, ma i viveri sono pochi!

Hunter: Capitano, continuano a sparare colpi di cannone. Il fortino è invisibile dalla nave, si vede che mirano alla bandiera. La dobbiamo ammainare.

Smollet: Mai! La bandiera mai!

Livesey: Continuarono a sparare tutta la sera, ma nessun colpo raggiunse il bersaglio. Mentre pensavamo di fare un’uscita per andare a recuperare i viveri, apparvero i pirati, armati fino ai denti. Si vede che avevano qualche deposito segreto. Nello stesso tempo un’ altra sorpresa.

Jim: Capitano! Capitano! Dottore! Conte! Capitano! Sono io, Jim.


  • Preparazione alla Confessione



Esame del mio amore per Gesù

Se uno mi ama, osserverà la mia Parola e il Padre mio lo amerà”.



Ascolto con attenzione la Parola di Dio in chiesa? A scuola? All’oratorio? La custodisco nel cuore?
Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”

Amo i miei compagni come Gesù ama me? Ho bisticciato con loro? Sono stato geloso?
In verità vi dico: tutto il bene che avete fatto al più piccolo di questi miei fratelli, l’avete fatto a me”

Ho avuto un cuore generoso? Ho voluto tenere tutto per me? Ho preso le cose degli altri?
Io vi dico di non giurare mai. Le vostre parole siano sì sì, no, no; non ingannate nessuno”

Dico sempre la verità? Sono stato sleale nel gioco? Per colpa mia, qualcun altro è stato sgridato ingiustamente?

Chi ama prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”

Faccio qualche sacrificio? Sono pigro? Sono goloso?

Tutto quello che fate offritelo a Gesù per la gloria di Dio”

Adempio il mio dovere per dare gioia a Gesù? Faccio i compiti sempre? Se la mamma mi chiede un favore glielo faccio?
Cantate al Signore un canto nuovo, perchè egli ha fatto meraviglie”

Lodo il Signore per le cose belle che mi ha dato? Lo ringrazio per tutta la bellezza del mondo che mi circonda? So apprezzare le piccole cose?
Quando pregate, chiedete con fede, in pace con i vostri fratelli”

Prego il Signore con il mio cuore? Al mattino? Alla sera? Durante il giorno? Ringrazio Dio andando a Messa ogni domenica?

Io faccio sempre quello che è gradito a mio Padre”

Ubbidisco volentieri ai miei genitori? Ai miei animatori? Ho risposto male?
Io vi ho dato l’esempio, affinchè anche voi facciate come me”

Se Gesù fosse al mio posto si comporterebbe come me?

  • Celebrazione Penitenziale



Mi preparo


Celebrante: Iniziamo questa celebrazione di perdono e di festa nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Tutti: Amen!

C: La pace, la bontà e la misericordia del Signore siano con tutti voi.

T: E con il tuo Spirito.

C: Carissimi, stiamo vivendo un’esperienza affascinante che ci sta portando a scoprire insieme un tesoro, il tesoro della nostra vita: l’amore di Gesù. Abbiamo visto che non è sempre facile fidarci di Lui e comportarci come Lui ci ha insegnato con il suo esempio e le sue Parole.

(breve pausa di silenzio)



C: O Padre, benedici questo nostro incontro e donaci il coraggio di fidarci di Te e lasciarci riconciliare con Te. Aiutaci a vedere nel nostro cuore i piccoli peccati che ogni giorno rovinano la nostra amicizia e a non stare in pace senza il tuo perdono. Ridonaci lo slancio e la novità del Battesimo che ci ha dato la gioia di diventare tuoi figli. Per Cristo nostro Signore.

T: Amen.

Ascolto

Lettura: dalla lettera di S.Paolo agli Efesini (4,17-32)
Vi dico dunque e vi scongiuro nel Signore: non comportatevi più come i pagani nella vanità della loro mente, accecati nei loro pensieri, estranei alla vita di Dio a causa dell’ignoranza che è in loro, e per la durezza del loro cuore. Diventati così insensibili, si sono abbandonati alla dissolutezza, commettendo ogni sorta di impurità con avidità insaziabile.

Ma voi non così avete imparato a conoscere Cristo, se proprio gli avete dato ascolto e in lui siete stati istruiti, secondo la verità che è in Gesù, per la quale dovete deporre l’uomo vecchio con la condotta di prima, l’uomo che si corrompe dietro le passioni ingannatrici e dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l’uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera. Perciò, bando alla menzogna: dite ciascuno la verità al proprio prossimo; perché siamo membra gli uni degli altri. Nell’ira, non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira, e non date occasione al diavolo. Chi è avvezzo a rubare non rubi più, anzi si dia da fare lavorando onestamente con le proprie mani, per farne parte a chi si trova in necessità. Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto, parole buone che possano servire per la necessaria edificazione, giovando a quelli che ascoltano. E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, col quale foste segnati per il giorno della redenzione.

Scompaia da voi ogni asprezza, sdegno, ira, clamore e maldicenza con ogni sorta di malignità. Siate invece benevoli gli uni verso gli altri, misericordiosi, perdonandovi a vicenda come Dio ha perdonato a voi in Cristo.

Vangelo: Mt 18, 31-35
Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E, sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di cuore al vostro fratello”.


Traccia per un commento

Quando siamo immersi nel peccato siamo ciechi perchè abbiamo perso la luce, che è Cristo, perciò non sappiamo più dove stiamo andando...



Chiedo Aiuto


Realizzo

Incontro personale del ragazzo con il sacerdote.

Finita la confessione Don GianMario taglierà il braccialetto, segno della nostra riconciliazione con Dio e della nostra liberazione dal peccato.

Consegna poi i fiori del perdono, che verranno portati da ogni bambino alla preghiera serale.

Ringraziamento

Canto di gratitudine

Rinnovo delle Promesse Battesimali



Benedizione finale

Dio Onnipotente ed eterno, che ci correggi con giustizia e perdoni con infinita clemenza, ricevi il nostro umile ringraziamento. A causa del nostro errore ci eravamo allontanati da te e dalla Chiesa. Ma nel tuo disegno d’amore ci hai chiamati a hai voluto che ritornassimo a te.

Guarda questa famiglia riunita nel tuo nome, infondi in noi un amore di figli per te, donaci la fede del cuore, la verità nelle parole, la rettitudine nelle azioni, perchè diventiamo davvero testimoni del tuo amore misericordioso. Per Cristo Nostro Signore.



T: Amen!



  • Preghiera sotto le stelle

Siamo stati alla “scuola di Dio”: egli ci ha perdonati. Come lui, anche noi dobbiamo perdonare. Questo è il primo frutto che deve maturare nella tua vita. Ce ne sono tanti altri...


Nella brocca del mattino sostituiamo l’acqua pulita e portiamo lì vicino i fiori del perdono.
DGM: E’ tempo di festa anche per te!

Tutti: Ero morto e sono tornato in vita;

mi ero smarrito

ed ora sono nuovamente nella casa del Padre.
DGM: Spera nel Signore ora e sempre.

Tutti: Io ora sono tranquillo e sereno,

sono tra le braccia di Dio Padre.
DGM: Lodiamo il Signore perchè è buono.

Tutti: Eterna è la sua misericordia.
DGM: Il Signore oggi ci ha perdonati!

Tutti: Andiamo in pace

GIOVEDì 5 LUGLIO

5 GIORNO

  • Preghiera del mattino

Mio Dio, uno delle mie maestre ha detto in classe che ci sono dei paesi in cui i bianchi non vogliono stare con i neri. Ma la Bibbia ci dice che siamo tutti figli tuoi. Ti prego, fa’ che la gente smetta di odiarsi e che si ami, invece. Credo che questo metterebbe fine a tutte le guerre e porterebbe la pace.



Preghiera di un bambino della Liberia
Vangelo Matteo (Mt 18, 21-35)

Allora Pietro si avvicinò a Gesù e gli domandò: <>. Rispose Gesù: <
Preghiamo insieme e diciamo: Ascolta la mia voce, Signore.


  • Perché è la voce delle vittime di tutte le guerre e della violenza tra gli individui e le nazioni;

  • perché e la voce di tutti i bambini che soffrono e soffriranno ogni volta che i popolo ripongono la loro fiducia nelle armi e nella guerra;

  • quando ti prego di infondere nei cuori di tutti gli esseri umani la saggezza della pace, la forza della giustizia e la gioia dell’amiciazia;

  • perché parlo per le moltitudini di ogni nazione e di ogni periodo della storia che non vogliono la guerra e sono pronte a percorrere il cammino della pace;

  • donaci la capacità e la forza di rispondere all’odio con l’amore, all’ingiustizia con una completa dedizione alla giustizia, al bisogno con la nostra stesa partecipazione, alla guerra con la pace.

  • Signor, ascolta la mia voce e concedi al mondo per sempre la tua pace.

Giovanni Paolo II



  • La storia



Narratore: Buon giorno, cari ragazzi e ragazze! Abbiamo appena sentito il racconto del dottor Livesey, ora lo completiamo con quello che è successo a Jim, il quale, mentre avvenivano sulla nave e a terra tutte quelle vicende, si trovava con Ben Gunn, il pirata lascito sull’isola dai suoi compagni delusi.

Ben Gunn: Guarda, ragazzo, là ci sono certamente i tuoi amici. Vedo la bandiera inglese.

Jim: E’ più facile che siano i pirati!

Ben Gunn: Ce ne sarebbe un’altra, quella di Jolly Roger, la bandiera dei pirati. Secondo me, c’è stato un combattimento e i tuoi amici si sono rifugiati nel fortino costruito da capitan Flint, buon’anima, che Dio l’abbia in pace, il più grande pirata di tutti i tempi.

Jim: Se è così, vieni, andiamo a raggiungerli!

Ben Gunn: No, non vengo. Tu sei solo un ragazzo, un buon ragazzo, ma io voglio avere la parola d’onore di un nobiluomo, che mi aiuterà a tornare mantenendo i patti. Ciao! Tu sai dove trovarmi: al solito posto.

Jim: Ma a che ora?

Ben Gunn: Fra mezzogiorno e le sei. Mi raccomando, se vedi Silver, non tradirmi. Non deve sapere che io sono qui, vivo, sull’isola.

Jim: Sono corso subito verso il fortino. Sulla nave intanto era stata issata la bandiera nera dei pirati. Dottore! Dottore! Conte! Capitano!

Livesey: Jim! Ben trovato! Sei vivo! Temevo per la tua sorte! Cos’è successo?

Jim: Raccontai tutto d’un fiato quel che mi era capitato… Ho incontrato Ben Gunn, un pirata che da tre anni vive solo sull’isola… Parlai a lungo di lui e dei suoi patti.

Silver: Ti è sembrato sano di mente?

Jim: Per alcuni modi di parlare, forse mica troppo!

Livesey: Può darsi che non lo sia, dopo tre anni passati da solo.

Jim: Ogni tanto mi chiedeva se avevo del formaggio da mangiare.

Livesey: Aveva un debole per il formaggio?

Jim: Si.

Livesey: Io ne ho conservato un bel pezzo nella mia tabacchiera. Formaggio parmigiano, un formaggio molto nutriente, che si fa in Italia. Ebbene, esso sarà per Ben Gunn.

Conte: Quanto a provviste siamo malmessi. Non so fino a quando ne avremo.

Smollet: L’unica speranza è far fuori i pirati: uno alla volta, fin che non si decidono ad arrendersi o a scappare.

Conte: Quelli stan meglio di noi! Senti come cantano! Starna bevendo il nostro rum.

Livesey: Sono accampati nella palude. Se non li uccidiamo noi, sarà la palude con le sue febbri a eliminarli.

Smollet: Se scappani con l’Hispaniola, sarà la prima nave che perdo in tanti anni di cariera.

Jim: Ehi, guardate, sta venendo Silver… Issa bandiera bianca!

Smollet: Non uscire! Scommetto dieci contro uno che qui c’è un tranello! Chi va là! Fermi o faccio fuoco!

Silver: Bandiera bianca!

Smollet: Tutti ai posti di combattimento! Pronti a caricare i moschetti! Fate attenzione! Che cosa volete con la vostra bandiera bianca?

Silver: Il capitano Silver, signore,vi invita a tornare a bordo per venire a patti.

Smollet: Il capitano Silver non lo conosco! Chi è costui?

Silver: Sono io signore. Dopo la nostra diserzione, questi poveri ragazzi mi hanno eletto capitano.

Smollet: Se vuoi parlare con noi fatti avanti.

Narratore: Carissimi amici, Silver ci è presentato con la faccia dell’agnello, portando bandiera bianca, ma nel suo cuore meditava il modo di poter impossessarsi della carta del tesoro.

Silver: So che posso fidarmi di voi! Voi siete dei gentiluomini!

Jim: Silver gettò la stampella al di qua della palizzata e poi con un’agilità insospettabile la scavalcò e venne verso di noi. Era ben vestito, con un elegante cappello e portava i gradi di capitano.

Smollet: Alt! Fermatevi! Non un passo di più! E adesso sedete!

Silver: Non posso entrare in casa? Sedermi qui all’aperto, è scomodo!

Smollet: Se eravate un galantuomo, potevate stare ben comodo seduto in cucina. La colpa è vostra: se siete un cuoco, allora siete degno di essere trattato con i guanti, ma come capitano Silver non siete altro che un comune ribelle e pirata e meritate solo di pendere alla forca.

Silver: Vedo che siete ben sistemati lì dentro. Ciao, Jim! Dottore, i miei saluti. Siete molto uniti: sembrate una famiglia felice!

Smollet: Se avete qualcosa da dire, ditelo subito!

Silver: Va bene, veniamo al sodo! Noi vogliamo il tesoro dell’isola e lo avremo: voi volete salvare la pelle e la salverete se… se mi consegnate la carta dell’isola! L’avete, vero?

Smollet: Può darsi!

Silver: Oh, Sì che l’avete. Se mi date la carta e vi impegnate a non massacrare noi poveri marinai nel sonno…

Jim: Era stato ucciso un altro pirata! Noi non eravamo stati, certamente doveva essere stato Ben Gunn!

Silver: Una volta trovato il tesoro, voi potete imbarcarvi con noi e vi sbarcheremo in qualche posto sicuro, oppure potete rimanere qui e noi vi manderemo a prendere dalla prima nave che incontriamo.

Smollet: E’ tutto?

Silver: Ho detto l’ultima parola, per tutti i fulmini del cielo e della terra. Se vi rifiutate, d’ora innanzi non vedrete che pallottole di fucile!

Smollet: Ora ascoltatemi bene, voi. Se verrete qui, uno alla volta, disarmati, io mi impegno a mettervi ai ferri e ricondurvi in patria per essere processati. Se non lo farete, finirete tutti al diavolo. Voi non potete trovare il tesoro e non sapete guidare una nave. Quattro dei vostri sono già stati eliminati. Così sarà per gli altri. E ora, via, fuori dai piedi.

Silver: Aiutatemi ad alzarmi! Chi mi può dare una mano? Nessuno? Vigliacchi! Entro un’ora vi farò bollire tutti nel vostro fortino… Ridete! Ridete pure, ma per tutti i fulmini, parola di capitan Silver, entro un’ora riderete nell’altro mondo e i morti saranno i più fortunati.

Narratore: Si preparano ore difficili per i nostri amici: Silver si è allontanato minacciando fuoco e fiamme, ma il capitano Smollet non era preoccupato più di tanto.

Smollet: Jim, mangia qualcosa, perché fra poco non ci sarà più tempo! Hunter, servi un bicchierino a tutti! Dottore, voi difenderete la porta. Voi due, al lato orientale. Voi, signor Conte insieme a Gray al lato nord: è il punto più pericoloso. Jim, tu starai con me, pronto a caricare i fucili.

Jim: L’ora passò velocemente, senza che nessuno si facesse vivo.Poi improvvisamente partì una scarica di colpi, senza ferire alcuno. Dopo un attimo un gruppo di pirati venne avanti.

Conte: Ne ho colpito uno!

Gray: Anch’io!

Jim: Gli altri sono scappati!

Smollet: Attenzione, stanno entrando dalla parte di Hunter. Mano ai coltelli.

Jim: Il combattimento fu duro! Cinque pirati ci avevano lasciato le penne. Di noi era stato ferito il capitano Smollet.

Smollet: Sono fuggiti?

Dottore: Quelli che ci sono riusciti! State certo che cinque di loro non potranno più fuggire.

Smollet: Le cose stanno andando meglio per noi. Eravamo all’inizio sette contro diciannove, ora siamo in quattro contro nove.

Narratore: Facendo la conta, il capitano ha commesso un errore: i ribelli erano otto e non nove, come lui pensava, perché nella notte quello che era stato ferito era morto. Le ferite del capitano Smollet erano gravi ma non pericolose per la vita.

Livesey: Vi hanno colpito alla scapola, capitano, e intaccato il polmone. Niente paura: un po' di riposo e siete in forma come prima.

Gray: Siete impazzito, dottore. Dove volete andare così vestito?

Livesey: Vado in cerca di Ben Gunn.

Jim: Faceva molto caldo quel giorno e il caldo mi ha fatto venire in mente un’idea pazza come quella del dottore. Mi riempii la tasca di gallette, presi un paio di pistole e decisi di andare a cercare il canotto di Ben Gunn. Sapevo pressappoco dove si trovava. Il mio piano era di avvicinarmi all’Hispanìola, tagliare gli ormeggi e lasciare andare alla deriva la nave verso la spiaggia. Così feci. Con calma eseguii il mio piano. Dalla cabina intanto giungevano delle voci.

Israel e Hands: (cantando) Settantacinque uomini solcarono il mare, ma vivo uno solo potè tornare…

Jim: Erano le voci dei due uomini rimasti sulla nave. Mi arrampicai a bordo e vidi che i due, smesso di cantare, stavano lottando, pugnale alla mano, in un duello mortale. Riuscii a liberare la nave, la quale, spinta dalla corrente, cominciò a muoversi. Io saltai sul canotto: le onde forti mi sbattevano verso riva. Cullato dai flutti mi addormentai e sognai la mia casa, l’osteria, da dove erano cominciate le mie avventure.

Narratore: Jim era in difficoltà, perché non riusciva con il canotto di Ben Gunn a sbarcare: sembrava che andasse per conto suo. Il caldo del sole aveva provocato una grande arsura in Jim, che tentava in tutti i modi di toccare terra.

Jim: Ecco la goletta! Ha le vele gonfie! Se mi avvistano, sono perduto!

Narratore: Ma la goletta non era governata da nessuno: girava a sud e a nord, sbattuta dalle onde.

Jim: Dove sono andati a finire i marinai, che erano lassù ubriachi?

Narratore: Jim non ebbe tempo di darsi una risposta perché un’onda più alta delle altre aveva sbattuto il canotto contro la goletta e lui sopra il ponte.

Jim: In un angolo giaceva un pirata morto, ucciso da una coltellata nella lite, della quale ero stato spettatore poche ore prima; l’altro, Hands, giaceva ferito vicino all’albero maestro. Eccomi a bordo, signor Hands.

Hands: Acquavite! Dammi dell’acquavite!

Jim: In cucina trovai qualche galletta, della frutta sotto spirito, un grappolo d’uva e un pezzo di formaggio. Trovai anche della grappa. La portai ad Hands.

Hands: Per mille saette, era proprio quello che ci voleva: acquavite.

Jim: Siete ferito gravemente?

Hands: Se il dottore fosse a bordo, con un paio di visite, mi metterebbe a posto. Intanto quel cane l’ho ucciso, era un cattivo marinaio! E tu da dove vieni?

Jim: Sono venuto a prendere possesso della nave e fino a un nuovo ordine consideratemi vostro capitano. Per prima cosa, ammainerò la bandiera dei pirati. Meglio nessuna bandiera che questa.

Hands: Senti, io so come navigare; se tu mi dai da mangiare e mi dai qualcosa per fasciarmi la ferita, io ti condurrò a riva.

Jim: Mi sembrava un patto buono. Gli medicai la ferita come potevo.

Hands: Ora dammi ancora un goccio di acquavite.

Jim: Sembrava un altro, il vecchio Hands. L’imbarcazione si mise a veleggiare verso l’insenatura nord dell’isola.

Hands: Vuoi andare a nord! Per mille saette, ti ci porterò.

Jim: Non mi piace molto il suo modo di parlare e di guardarmi. Prima o poi mi aspettavo un qualche scherzo da parte sua, un tradimento…

Hands: Capitano, non sarebbe meglio buttare in mare quel mio compagno, che voleva farmi fuori nella lite di poco fa? Un cadavere non è mai un bell’ornamento per una nave.

Jim: Non ho la forza per rimuoverlo e poi è un lavoro che non mi piace. Per conto mio può rimanere là dove si trova.

Hands: Senti, tu che te ne intendi: quando uno è morto, è morto davvero o può rivivere ancora?

Jim: Voi potete uccidere il corpo, signor Hands, ma non l’anima: dovreste già saperlo ormai. Il vostro compagno ora è in un altro mondo e forse ci osserva.

Hands: Ah, questa è una gran brutta cosa! E’ come se l’uccidere i nostri nemici fosse una perdita di tempo… Senti, puoi scendere nella stiva a prendere un po'… Come si dice, un po' di vino, l’acquavite mi da’ alla testa.

Jim: Sospettando il trucco, scesi dalle scale facendo baccano, poi rapidamente mi tolsi le scarpe e risalii sul ponte, senza farmi vedere. Hands era corso come poteva con la gamba ferita che si trovava, verso un mucchio di corde. Da lì trasse un pugnale affilatissimo e poi tornò al timone. Chiara l’intenzione: Hands voleva uccidermi.

  • Prendiamo il cannocchiale!


Amicizia e inimicizia convivono insieme nella vita degli uomini: gli amici attorno a Jim sono pochi ma sicuri. I nemici sono di più, ma sono divisi tra loro, quindi meno forti, più facili al litigio, alla menzogna.

Non ci si fida di loro, neppure quando alzano bandiera bianca, perché sono falsi nel cuore. Il patto salta: tra i due contraenti si parla un linguaggio diverso. Quello del capitano è il linguaggio della legge, quello di Silver, no!

Dopo Babele, gli uomini parlano troppi linguaggi diversi: ecco la radice del male! Bisogna ritrovare il linguaggio dell’amore, quello di <
>.

Jim ha l’intelligenza sveglia: non può rassegnarsi di fronte alla situazione. Tenta un’altra sortita, un’altra avventura. Non sta a piangersi addosso, affronta il pericolo con coraggio. Sulla nave trova ancora una volta le tristi conseguenze della divisione.


Attività:

Avevo una scatola di colori brillanti, decisi e vivi.

Avevo una scatola di colori alcuni caldi, altri molto freddi.

Non avevo il rosso per il sangue dei feriti.

Non avevo il nero per il pianto degli orfani.

Non avevo il bianco per le mani e il volto dei morti.

Non avevo il giallo per le sabbie ardenti.

Non avevo l’arancione per la gioia della vita,

e il verde per i germogli e i nidi

ed il celeste dei chiari cieli splendenti

e il rosa per i sogni e il riposo.

Mi sono seduta e ho dipinto la pace.
E noi, come dipingeremmo la pace?

Attività: La banca dell’amore
Gesù ha detto che bisogna perdonare settanta volte sette, cioè un numero infinito di volte (tutti sappiamo che il numero sette per gli ebrei aveva un valore speciale). Proviamo a sentire che cosa ne pensano i nostri bambini delle loro piccole esperienze di perdono. Consegnamo loro 7 monete di cioccolato. Il desiderio dei bambini sarà di poterle mangiare e invece noi diremo loro che serviranno per pagare i loro debiti, cioè i loro piccoli peccatucci. Chiediamo loro di compilare un foglio, che avremo preparato il più formale possibile, in cui elencano i loro 7 debiti più grossi e poi invitiamoli alla Banca dell’a’unica banca al mondo in cui, quando si va a pagare, si scopre che Qualcuno ha già pagato per noi e i debiti vengono completamente dimenticati, anzi proprio fisicamente bruciati in un piccolo braciere così le monetine rimangono ai bambini che potranno mangiarle, ma anche donarle alle persone che hanno dei debiti verso di loro. Chi sarà mai questo Qualcuno che ha pagato per noi?

  • Santa Messa

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