Sabato 30 giugno



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SABATO 7 LUGLIO

8 GIORNO







Preghiera corale


Rit: Lode a te, Dio della nostra salvezza!
Se tu, Signore, non fossi stato con noi

(possiamo gridarlo forte)

se non fossi stato con noi,

quando ci assalirono i nemici,

ci avrebbero sterminati tutti.


Per questo ti esalteremo, Signore nostro re,

e benediremo il tuo nome,

perchè sei degno di lode

nella tua opera di salvezza.


Tu sei buono verso di noi,

tutte le tue azioni rivelano

la tua tenerezza nei nostri confronti.
Canteremo per sempre la tua lode

Perché tu sostieni chi sta per cadere

E rialzi chi già è caduto,

custodendo tutti nel tuo amore.



(tratto dai salmi 124 e 145)


  • La storia



Narratore: Per il momento la burrasca è passata. Ma fino a quando Silver riuscirà a tener tranquilli i suoi soci in ruberie? Gli avvenimenti stanno precipitando verso la fine! Sarà lieta o drammatica?
Livesey: Ehi, là, del fortino. C’è qui il dottore.
Silver: Voi, dottore? Venite presto al mattino. Si dice che solo gli uccelli mattinieri ricevano dei buoni bocconi.
Narratore: Mi ero dimenticato di dirvi che i pirati, eccetto Silver, erano tutti affetti da febbri e da malattie tropicali. Il dottore Livesey veniva a visitarli e a curarli come era suo dovere di medico!
Livesey: Poiché sono diventato medico dei ribelli o, come dico io, delle carceri, non voglio perdere nemmeno uno di questi candidati alla forca!
Silver: Dottore, abbiamo una sorpresa per voi!
Livesey: Jim!
Jim: Il dottore continuò a visitare i malati, senza un cenno di saluto nei miei confronti.
Livesey: Tu stai migliorando! Tu hai il fegato a pezzi: devi smettere di bere! Mi meraviglio di voi, Silver, che non avete preso nessun accidente! Bene, anche oggi ho finito! Posso chiedervi di parlare con Jim?
Morgan: No!
Silver: Silenzio! Dottore, noi vi siamo grati per aver curato la salute di tutti. Vi concedo di parlare con Jim, ma tu, mi devii promettere che non tenterai di scappare.
Dick: Silver, tu ci stai tradendo. Fai il doppio gioco!
Silver: Siete proprio una manica di ingenui! Volete che faccia il doppio gioco proprio adesso che stiamo per mettere le mani sul tesoro! Vado a tener d’occhio il dottore e il ragazzo.
Livesey: Cosa volete, Silver?
Silver: Dottore, io ho salvato la vita al ragazzo. Vorrei che lei facesse altrettanto con me, se le cose van male. Ho orrore della forca. Voi siete onesto: so che non dimenticherete quel po’ di bene che ho fatto, anche se non potrete dimenticare il male da me commesso. Ora vi lascio solo con Jim.
Livesey: Jim, ce l’hai combinata grossa. Ti sei allontanato proprio quando il capitano Smollet stava male, era ferito. È stata una vigliaccata la tua.
Jim: Dottore, non parlate così. Già io stesso mi biasimo per quello che ho fatto. La mia vita era in pericolo e solo Silver me l’ha salvata. Non ho paura della morte, ma della tortura, sì, tanta!
Livesey: Vieni! Scappiamo!
Jim: Dottore, ho dato la mia parola d’onore!
Livesey: Lo so! Ma tu sei un ragazzo! Mi prendo io la tua colpa sulla coscienza!
Jim: Dottore, non posso: Silver si è fidato di me! Ma lasciatemi finire di parlare: ho paura della tortura, perché temo di lasciarmi scappare il posto dove ho nascosto la nave!
Livesey: La nave!
Jim: Gli raccontai tutto quel che avevo combinato.
Livesey: Jim, tu ci hai già salvato la vita più di una volta. Non possiamo lasciar perdere la tua. Tu hai scoperto il complotto, tu hai incontrato Ben Gunn, tu hai nascosto la nave!
Jim: io non posso abbandonare Silver: lo ucciderebbero subito.
Livesey: Silver, ti affido il ragazzo. Non lasciarlo mai solo! Ti prometto di aiutarti, se tutto va bene, ma non chiedermi di giurare il falso per salvarti! Stai lontano dal tesoro, Silver!
Silver: Posso chiedere una cosa: perché avete fatto quel patto con me? Perché mi avete dato la carta? Perché?
Livesey: Non ve lo posso dire, ma vi assicuro che non vi lascerò senza il mio aiuto. Occhio a Jim!
Silvcr: Jim, grazie. Io ti ho salvato la vita, ma anche tu hai salvato me! Mi sono accorto che il dottore voleva farti fuggire e che tu hai detto di no! Grazie: tu hai acceso in me un raggio di speranza. E ora andiamo a cercare il tesoro. Stiamo vicini sempre!
Morgan: Allora, come è andata?
Silver: Compagni, loro hanno la nave, ma noi abbiamo il tesoro. Una volta trovato, cercheremo la nave. Con i canotti la potremo raggiungere, mentre loro no! Quanto a Jim, per merito suo ho avuto parecchie informazioni. Quando daremo la caccia al tesoro, lo legheremo ad un palo. Poi, in alto mare, gli daremo la parte che gli spetta per le sue cortesie.
Un altro pirata: non perdiamo altro tempo! Fuori la mappa!
Silver: Eccola! Andiamo!
Jim: Io ero preoccupatissimo. Cosa sarebbe successo se non avessimo trovato il tesoro? Eravamo due contro cinque: un ragazzo e un vecchio senza gamba contro cinque marinai robusti.
Morgan: Ehi! Guardate! Lo scheletro di un marinaio!
Silver: Dal modo con cui sono disposte le ossa, indicano una direzione! Quella dell’oro!
Dick: Chi può averlo ucciso?
Silver: Deve essere stato uno scherzo del vecchio capitan Flint: lui è sbarcato sull’isola con sei marinai e li ha uccisi uno dopo l’altro e questo lo ha messo qui, come bussola.
Un altro pirata: C’è qualcosa che mi mette in sospetto! Il marinaio ha niente addosso: né pugnale né monete né tabacchiera.
Morgan: Per tutti i diavoli, è vero! Che ci siano gli spiriti?
Silver: Andiamo, andiamo, non diciamo stupidaggini! I morti sono morti e non camminano più! Almeno di giorno! Avanti, andiamo a cercare i doppioni d’oro!
Narratore: Ragazzi e ragazze, siamo alla conclusione della nostra avventura, del viaggio che ci ha portati per venti giorni sui mari, in compagnia di giovani eroi e di pirati, disposti a tutto pur di arricchire.
Silver: ehilà, ecco il contrafforte del Cannocchiale. Siamo nelle vicinanze. Io consiglierei una sosta per mangiare.
Morgan: Io non ho fame. A furia di pensare a capitan Flint, mi è passato l’appetito.
Silver: Figliolo mio, puoi ringraziare la tua buona stella che sia morto.
Un altro pirata: era brutto come il diavolo con quel viso paonazzo.
Jim: I pirati da quando avevano visto lo scheletro erano mutati d’umore. Parlavano sottovoce, qualcuno taceva del tutto. D’un tratto nel bosco un canto.
Una voce misteriosa ( quella di ben Gunn): Quindici uomini sulla cassa del morto, yo-ho-ho e una bottiglia di rum.

MORGAN: È Flint, per mille satanassi!
Silver: Ma no! Chi canta, è uomo in carne ed ossa!
Jim: Il canto era cessato improvvisamente, ma al suo posto s’era innalzato un lamento.
La voce misteriosa: Darby M’Graav! Darby M’Graav, va a prua a prendere del rum!
L’altro pirata: Non c’è dubbio! Filiamo amici! È Flint!
Morgan: Queste furono le sue ultime parole, prima di morire!
L’altro pirata: La voce non è di Flint. A me sembra invece quella di…
Silver: Di Ben Gunn, per tutti i fulmini!
Morgan: Non fa differenza! Se Flint è morto, Ben Gunn non è certamente vivo!
Silver: Te l’ho detto: non dovevi sciupare la Bibbia!
Jim: Ci stavamo avvicinando sempre più al posto del tesoro: un valore enorme. Silver era agitatissimo, così i suoi compagni.
Morgan: Tutti uniti, avanti, compagni, tutti uniti!
Jim: La sorpresa fu grande: una grande buca vuota al posto del tesoro. Le casse dove si trovavano i soldi erano tutte sventrate!
Silver: Jim, prendi questa rivoltella. Sta’ attento: adesso ci saranno dei guai!
Dick: Silver, sei un tanghero dalla di legno. Tutto qui il grande tesoro?
Morgan: Tu già lo sapevi! Compagni, diamogli addosso! All’attac…
Jim: Una pallottola gli troncò la parola. Ai margini del bosco apparvero il dottore e gli altri amici. I pirati sopravvissuti scapparono.
Livesey: Svelti, ragazzi, raggiungiamoli prima che arrivino ai canotti!
Ben Gunn Niente paura! Hanno sbagliato sentiero. Tra loro e i canotti ci siamo noi!
Silver: Sei tu, Ben Gunn? Me l’hai fatta.
Jim: Era stato Ben Gunn a trovare il tesoro e nasconderlo in un posto sicuro. Per questo il dottore aveva dato a Silver la mappa: tanto era inutile.
Livesey: Quando ti ho lasciato, ho immaginato che i pirati, non trovando il tesoro, ti avrebbero fatto del male, e allora sono venuto insieme a Gray e Ben Gunn,,, il resto lo sai. Se tu non fossi stato con loro, sarebbe stato tutto più facile.
Silver: Meno male che Jim era con me, altrimenti, per lei, dottore, i miei compagni mi avrebbero fatto a pezzi!
Jim: Raggiungemmo con i canotti gli altri, rimasti alla grotta, con il tesoro e ci preparammo al ritorno.
Conte: John Silver, voi siete furfante matricolato e un mostruoso impostore. Sono stato pregato di non farvi processare. Ebbene, non lo farò, ma i morti per colpa vostra vi pesano sul collo come tanti macigni.
Silver: Vi ringrazio di cuore, signore!
Conte: Vi proibisco di ringraziarmi. Manco al mio dovere non denunziandovi. Toglietevi dai piedi.
Jim: Il mattino seguente trasportammo il tesoro sull’Hispaníola. Un lavoro pesante: erano verghe d’oro, che solo un adulto riusciva a trasportare. A me era stato affidato il compito di riempire i sacchi pieni di pane con le monete d’oro. Ce n’erano di tutti i tipi: inglesi, francesi, spagnole, portoghesi, ghinee, zecchini con l’effigie di tutti i re d’Europa degli ultimi cent’anni. Questo lavoro durò parecchi giorni.
Livesey: Siamo pronti alla partenza. Che facciamo dei tuoi compari, Silver?
Silver: Mica li volete imbarcare?
Jim: decidemmo di lasciarli sull’isola, lasciando loro provviste, armi, qualche medicinale, del tabacco. Quando l’Hispaníola passò davanti alla spiaggia, in prossimità della punta meridionale vedemmo i tre uomini in ginocchio, con le mani alzate al cielo.
Conte: Se li prendiamo a bordo, corriamo gravi rischi e tornati in Inghilterra li dovremmo consegnare alla giustizia per essere impiccati.
Jim: Quando si accorsero che non ci fermavamo, uno di loro, sparò un colpo. La pallottola sfiorò Silver. Li abbandonammo al loro destino. Navigammo veloci: il capitano, ferito, ci dava ordini e tutti noi eravamo felici di eseguirli. Quanto a Silver…
Silver: Silver è rimasto Silver. Appena in vista del primo porto dalle parti del Messico, me ne sono scappato. A mani vuote? Eh, no, dovevo garantirmi il mio futuro. Mi sono preso solo un sacchetto di ghinee d’oro. Dovevo pur vivere anch’io.
Jim: Giungemmo a Bristol, quando già pensavano di preparare una nave per venirci a cercare. Solo cinque di quelli che erano partiti potevano sbarcare nuovamente in patria. Dividemmo le parti del tesoro.
Capitano Smollet: Io ho abbandonato il mare: mi sono ritirato in pensione.
Gray: Dovevo diventare un pirata. Per fortuna ho incontrato Jim e i suoi amici. Ho ripreso a studiare e sto dando senso alla mia vita.
Ben Gunn: In venti giorni ho speso mille sterline. Ora faccio il portinaio in una villa, alla domenica canto in chiesa e sono il beniamino dei ragazzi del paese per le storie che racconto.
Jim: Quanto a me, per nessuna cosa al mondo tornerei all’isola maledetta. A volte mi capita ancora di svegliarmi di notte e di sentire il pappagallo del capitano Flint gridare:
Il pappagallo: Pezzi da otto! Pezzi da otto!



  • Prendiamo il cannocchiale!

Anche Jim paga il suo prezzo per l’amico: mantiene la parola d’onore, per salvare Silver, mettendo a rischio la sua vita.

L’amico lo si scopre nella prova.

E’ la fine del racconto: chi ha seminato vento raccoglie tempesta.

Il tesoro è stato trovato, ma Jim non vorrà più rivivere certe avventure, non vorrà più fare di testa sua, disubbidendo e mettendosi in pericolo, perché senza una guida: è diventato “grande”.

Cosa gli è rimasto dell’avventura?

Che cosa gli ha insegnato per la vita?


  • Santa Messa


Lettura: Sir 6. 5-17
Una bocca amabile moltiplica gli amici,

un linguaggio gentile attira i saluti.

Siano in molti coloro che vivono in pace con te,

ma i tuoi consiglieri uno su mille.

Se intendi farti un amico, mettilo alla prova;

e non fidarti subito di lui.

C’è infatti chi è amico quando gli fa comodo,

ma non resiste nel giorno della tua sventura.

C’è anche l’amico che si cambia in nemico

e scoprirà a tuo disonore i vostri litigi.

C’è l’amico compagno a tavola,

ma non resiste nel giorno della tua sventura.

Nella tua fortuna sarà come un altro te stesso,

e parlerà liberamente con i tuoi familiari.

Ma se sarai umiliato, si ergerà contro di te

e dalla tua presenza si nasconderà.

Tieniti lontano dai tuoi nemici,

e dai tuoi amici guàrdati.

Un amico fedele è una protezione potente,

chi lo trova, trova un tesoro.

Per un amico fedele, non c’è prezzo,

non c’è peso per il suo valore.

Un amico fedele è un balsamo di vita,

lo troveranno quanti temono il Signore.

Chi teme il Signore è costante nella sua amicizia,

perché come uno è, così sarà il suo amico.



“Chi trova un amico, trova un tesoro”: il tesoro della nostra avventura è Cristo, è il Regno di Dio, un Amico vero capace di morire per noi.




Vangelo: Luca 6.46-49
Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico? Chi viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile: è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sopra la roccia. Venuta la piena, il fiume irruppe contro quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita bene. Chi invece ascolta e non mette in pratica, è simile a un uomo che ha costruito una casa sulla terra, senza fondamenta. Il fiume la investì e subito crollò; e la rovina di quella casa fu grande”.

Commento: finisce il racconto, ma non la nostra vita; cerchiamo di costruirla sulla roccia salda che è Cristo. Porterà pace e gioia, permetterà di andare avanti nelle fatiche e nelle incomprensioni.

Ma la tempesta non farà cadere la casa.

Buon cammino con Cristo!

Diventiamo grandi quando troviamo l’unico vero tesoro della nostra vita: Cristo.


Preghiera conclusiva:
Signore Dio

che mi hai accompagnato

nel cammino di questo campo scuola

guidami ancora lungo la strada che percorro ogni giorno.

Insegnami a chiamare te “Papà”

e le persone che mi circondano “miei fratelli”

perché insieme possiamo essere una famiglia.

Aiutami a santificare il tuo nome

e a fare la tua volontà.

Aiutami a credere nella Provvidenza

e a perdonare chi mi fa del male.

Aiutami a credere in te

e a sperare che il bene vincerà il male!

Aiutami, Dio,

a firmare il mio contratto d’amore con te

con la mia vita.



E così sia!
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