Sacra scrittura catechesi libro del profeta malachia


L’amore del Signore per Israele



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L’amore del Signore per Israele



2Vi ho amati, dice il Signore. E voi dite: «Come ci hai amati?». Non era forse Esaù fratello di Giacobbe? Oracolo del Signore. Eppure ho amato Giacobbe

Il Signore dichiara il suo amore ai figli del suo popolo. Esso non è di oggi e neanche di ieri. Esso è da quando Giacobbe era nel grembo della madre.



Vi ho amati, dice il Signore. E voi dite: «Come ci hai amati?». Non era forse Esaù fratello di Giacobbe? Oracolo del Signore. Eppure ho amato Giacobbe

Il Signore ha amato Giacobbe perché lo ha scelto, pur non essendo lui il primogenito, al quale andava il diritto di portare la benedizione.

La Genesi racconta nei dettagli quanto è avvenuto, prima quando i due fratelli erano nel seno della madre, e anche dopo, al momento della benedizione.

Questa è la discendenza di Isacco, figlio di Abramo. Abramo aveva generato Isacco. Isacco aveva quarant’anni quando si prese in moglie Rebecca, figlia di Betuèl l’Arameo, da Paddan Aram, e sorella di Làbano, l’Arameo. Isacco supplicò il Signore per sua moglie, perché ella era sterile e il Signore lo esaudì, così che sua moglie Rebecca divenne incinta. Ora i figli si urtavano nel suo seno ed ella esclamò: «Se è così, che cosa mi sta accadendo?». Andò a consultare il Signore. Il Signore le rispose:

«Due nazioni sono nel tuo seno e due popoli dal tuo grembo si divideranno; un popolo sarà più forte dell’altro e il maggiore servirà il più piccolo».

Quando poi si compì per lei il tempo di partorire, ecco, due gemelli erano nel suo grembo. Uscì il primo, rossiccio e tutto come un mantello di pelo, e fu chiamato Esaù. Subito dopo, uscì il fratello e teneva in mano il calcagno di Esaù; fu chiamato Giacobbe. Isacco aveva sessant’anni quando essi nacquero.

I fanciulli crebbero ed Esaù divenne abile nella caccia, un uomo della steppa, mentre Giacobbe era un uomo tranquillo, che dimorava sotto le tende. Isacco prediligeva Esaù, perché la cacciagione era di suo gusto, mentre Rebecca prediligeva Giacobbe.

Una volta Giacobbe aveva cotto una minestra; Esaù arrivò dalla campagna ed era sfinito. Disse a Giacobbe: «Lasciami mangiare un po’ di questa minestra rossa, perché io sono sfinito». Per questo fu chiamato Edom. Giacobbe disse: «Vendimi subito la tua primogenitura». Rispose Esaù: «Ecco, sto morendo: a che mi serve allora la primogenitura?». Giacobbe allora disse: «Giuramelo subito». Quegli lo giurò e vendette la primogenitura a Giacobbe. Giacobbe diede a Esaù il pane e la minestra di lenticchie; questi mangiò e bevve, poi si alzò e se ne andò. A tal punto Esaù aveva disprezzato la primogenitura (Gen 25,19-34).

Sappiamo che storicamente l’amore di Dio per Giacobbe si è realizzato per l’intervento energico della madre Rebecca. È suo lo stratagemma.



Isacco era vecchio e gli occhi gli si erano così indeboliti che non ci vedeva più. Chiamò il figlio maggiore, Esaù, e gli disse: «Figlio mio». Gli rispose: «Eccomi». Riprese: «Vedi, io sono vecchio e ignoro il giorno della mia morte. Ebbene, prendi le tue armi, la tua farètra e il tuo arco, va’ in campagna e caccia per me della selvaggina. Poi preparami un piatto di mio gusto e portamelo; io lo mangerò affinché possa benedirti prima di morire». Ora Rebecca ascoltava, mentre Isacco parlava al figlio Esaù. Andò dunque Esaù in campagna a caccia di selvaggina da portare a casa. Rebecca disse al figlio Giacobbe: «Ecco, ho sentito tuo padre dire a tuo fratello Esaù: “Portami della selvaggina e preparami un piatto, lo mangerò e poi ti benedirò alla presenza del Signore prima di morire”. Ora, figlio mio, da’ retta a quel che ti ordino. Va’ subito al gregge e prendimi di là due bei capretti; io preparerò un piatto per tuo padre, secondo il suo gusto. Così tu lo porterai a tuo padre, che ne mangerà, perché ti benedica prima di morire». Rispose Giacobbe a Rebecca, sua madre: «Sai bene che mio fratello Esaù è peloso, mentre io ho la pelle liscia. Forse mio padre mi toccherà e si accorgerà che mi prendo gioco di lui e attirerò sopra di me una maledizione invece di una benedizione». Ma sua madre gli disse: «Ricada pure su di me la tua maledizione, figlio mio! Tu dammi retta e va’ a prendermi i capretti». Allora egli andò a prenderli e li portò alla madre, così la madre ne fece un piatto secondo il gusto di suo padre. Rebecca prese i vestiti più belli del figlio maggiore, Esaù, che erano in casa presso di lei, e li fece indossare al figlio minore, Giacobbe; con le pelli dei capretti rivestì le sue braccia e la parte liscia del collo. Poi mise in mano a suo figlio Giacobbe il piatto e il pane che aveva preparato.

Così egli venne dal padre e disse: «Padre mio». Rispose: «Eccomi; chi sei tu, figlio mio?». Giacobbe rispose al padre: «Io sono Esaù, il tuo primogenito. Ho fatto come tu mi hai ordinato. Àlzati, dunque, siediti e mangia la mia selvaggina, perché tu mi benedica». Isacco disse al figlio: «Come hai fatto presto a trovarla, figlio mio!». Rispose: «Il Signore tuo Dio me l’ha fatta capitare davanti». Ma Isacco gli disse: «Avvicìnati e lascia che ti tocchi, figlio mio, per sapere se tu sei proprio il mio figlio Esaù o no». Giacobbe si avvicinò a Isacco suo padre, il quale lo toccò e disse: «La voce è la voce di Giacobbe, ma le braccia sono le braccia di Esaù». Così non lo riconobbe, perché le sue braccia erano pelose come le braccia di suo fratello Esaù, e lo benedisse. Gli disse ancora: «Tu sei proprio il mio figlio Esaù?». Rispose: «Lo sono». Allora disse: «Servimi, perché possa mangiare della selvaggina di mio figlio, e ti benedica». Gliene servì ed egli mangiò, gli portò il vino ed egli bevve. Poi suo padre Isacco gli disse: «Avvicìnati e baciami, figlio mio!». Gli si avvicinò e lo baciò. Isacco aspirò l’odore degli abiti di lui e lo benedisse:

«Ecco, l’odore del mio figlio come l’odore di un campo che il Signore ha benedetto. Dio ti conceda rugiada dal cielo, terre grasse, frumento e mosto in abbondanza. Popoli ti servano e genti si prostrino davanti a te. Sii il signore dei tuoi fratelli e si prostrino davanti a te i figli di tua madre. Chi ti maledice sia maledetto e chi ti benedice sia benedetto!».

Isacco aveva appena finito di benedire Giacobbe e Giacobbe si era allontanato dal padre Isacco, quando tornò dalla caccia Esaù, suo fratello. Anch’egli preparò un piatto, lo portò al padre e gli disse: «Si alzi mio padre e mangi la selvaggina di suo figlio, per potermi benedire». Gli disse suo padre Isacco: «Chi sei tu?». Rispose: «Io sono il tuo figlio primogenito, Esaù». Allora Isacco fu colto da un fortissimo tremito e disse: «Chi era dunque colui che ha preso la selvaggina e me l’ha portata? Io ho mangiato tutto prima che tu giungessi, poi l’ho benedetto e benedetto resterà». Quando Esaù sentì le parole di suo padre, scoppiò in alte, amarissime grida. Disse a suo padre: «Benedici anche me, padre mio!». Rispose: «È venuto tuo fratello con inganno e ha carpito la benedizione che spettava a te». Riprese: «Forse perché si chiama Giacobbe mi ha soppiantato già due volte? Già ha carpito la mia primogenitura ed ecco ora ha carpito la mia benedizione!». E soggiunse: «Non hai forse in serbo qualche benedizione per me?». Isacco rispose e disse a Esaù: «Ecco, io l’ho costituito tuo signore e gli ho dato come servi tutti i suoi fratelli; l’ho provveduto di frumento e di mosto; ora, per te, che cosa mai potrei fare, figlio mio?». Esaù disse al padre: «Hai una sola benedizione, padre mio? Benedici anche me, padre mio!». Esaù alzò la voce e pianse. Allora suo padre Isacco prese la parola e gli disse:

«Ecco, la tua abitazione sarà lontano dalle terre grasse, lontano dalla rugiada del cielo dall’alto. Vivrai della tua spada e servirai tuo fratello; ma verrà il giorno che ti riscuoterai, spezzerai il suo giogo dal tuo collo».

Esaù perseguitò Giacobbe per la benedizione che suo padre gli aveva dato. Pensò Esaù: «Si avvicinano i giorni del lutto per mio padre; allora ucciderò mio fratello Giacobbe». Ma furono riferite a Rebecca le parole di Esaù, suo figlio maggiore, ed ella mandò a chiamare il figlio minore Giacobbe e gli disse: «Esaù, tuo fratello, vuole vendicarsi di te e ucciderti. Ebbene, figlio mio, dammi retta: su, fuggi a Carran da mio fratello Làbano. Rimarrai con lui qualche tempo, finché l’ira di tuo fratello si sarà placata. Quando la collera di tuo fratello contro di te si sarà placata e si sarà dimenticato di quello che gli hai fatto, allora io manderò a prenderti di là. Perché dovrei venir privata di voi due in un solo giorno?».

E Rebecca disse a Isacco: «Ho disgusto della mia vita a causa delle donne ittite: se Giacobbe prende moglie tra le Ittite come queste, tra le ragazze della regione, a che mi giova la vita?» (Gen 27,1-46).

San Paolo fa riferimento esplicito alla profezia di Malachia nella Lettera ai Romani. Lui sa che il Signore non ha ripudiato il suo popolo.



Dico la verità in Cristo, non mento, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. Essi sono Israeliti e hanno l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse; a loro appartengono i patriarchi e da loro proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.

Tuttavia la parola di Dio non è venuta meno. Infatti non tutti i discendenti d’Israele sono Israele, né per il fatto di essere discendenza di Abramo sono tutti suoi figli, ma: In Isacco ti sarà data una discendenza; cioè: non i figli della carne sono figli di Dio, ma i figli della promessa sono considerati come discendenza. Questa infatti è la parola della promessa: Io verrò in questo tempo e Sara avrà un figlio. E non è tutto: anche Rebecca ebbe figli da un solo uomo, Isacco nostro padre; quando essi non erano ancora nati e nulla avevano fatto di bene o di male – perché rimanesse fermo il disegno divino fondato sull’elezione, non in base alle opere, ma alla volontà di colui che chiama –, le fu dichiarato: Il maggiore sarà sottomesso al minore, come sta scritto: Ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù.

Che diremo dunque? C’è forse ingiustizia da parte di Dio? No, certamente! Egli infatti dice a Mosè: Avrò misericordia per chi vorrò averla, e farò grazia a chi vorrò farla.

Quindi non dipende dalla volontà né dagli sforzi dell’uomo, ma da Dio che ha misericordia. Dice infatti la Scrittura al faraone: Ti ho fatto sorgere per manifestare in te la mia potenza e perché il mio nome sia proclamato in tutta la terra. Dio quindi ha misericordia verso chi vuole e rende ostinato chi vuole. Mi potrai però dire: «Ma allora perché ancora rimprovera? Chi infatti può resistere al suo volere?». O uomo, chi sei tu, per contestare Dio? Oserà forse dire il vaso plasmato a colui che lo plasmò: «Perché mi hai fatto così?». Forse il vasaio non è padrone dell’argilla, per fare con la medesima pasta un vaso per uso nobile e uno per uso volgare? Anche Dio, volendo manifestare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con grande magnanimità gente meritevole di collera, pronta per la perdizione. E questo, per far conoscere la ricchezza della sua gloria verso gente meritevole di misericordia, da lui predisposta alla gloria, cioè verso di noi, che egli ha chiamato non solo tra i Giudei ma anche tra i pagani. Esattamente come dice Osea: Chiamerò mio popolo quello che non era mio popolo e mia amata quella che non era l’amata. E avverrà che, nel luogo stesso dove fu detto loro: «Voi non siete mio popolo», là saranno chiamati figli del Dio vivente.

E quanto a Israele, Isaia esclama: Se anche il numero dei figli d’Israele fosse come la sabbia del mare, solo il resto sarà salvato; perché con pienezza e rapidità il Signore compirà la sua parola sulla terra.

E come predisse Isaia: Se il Signore degli eserciti non ci avesse lasciato una discendenza, saremmo divenuti come Sòdoma e resi simili a Gomorra.

Che diremo dunque? Che i pagani, i quali non cercavano la giustizia, hanno raggiunto la giustizia, la giustizia però che deriva dalla fede; mentre Israele, il quale cercava una Legge che gli desse la giustizia, non raggiunse lo scopo della Legge. E perché mai? Perché agiva non mediante la fede, ma mediante le opere. Hanno urtato contro la pietra d’inciampo, come sta scritto: Ecco, io pongo in Sion una pietra d’inciampo e un sasso che fa cadere; ma chi crede in lui non sarà deluso (Rm 9,1-33).

In verità la storia ci rivela che è stato sempre il popolo a ripudiare il suo Dio e Signore. Essa ci dice anche che il Signore attende sempre la sua conversione.

I profeti sono testimoni dell’amore eterno del Signore per il suo popolo. Sono essi che chiedono con premura, senza interruzione, che esso si converta.

Dio è sempre pronto. Chiunque si converte al Figlio suo Cristo Signore, sempre Lui lo accoglie come suo vero figlio e riversa su di Lui la sua benedizione.

È verità eterna e incancellabile. Nessun popolo è escluso dalla conversione. Gesù risorto ha chiesto ai suoi di iniziare la missione da Gerusalemme.

3e ho odiato Esaù. Ho fatto dei suoi monti un deserto e ho dato la sua eredità agli sciacalli del deserto.

Odiare, nel linguaggio biblico, significa anche amare di meno, mettere al secondo posto, scartare. Dio ha scelto Giacobbe. Non ha scelto Esaù.



E ho odiato Esaù. Ho fatto dei suoi monti un deserto e ho dato la sua eredità agli sciacalli del deserto. La storia produce poi i suoi frutti di bene o di male.

Dio mai fa del male all’uomo. È l’uomo con le sue opere che costruisce il suo futuro di bene oppure di male, di prosperità o di miseria.

Sia Esaù che il suo popolo non sempre hanno costruito il loro futuro di bene con le loro opere buone. Spesso si sono consegnate al male.

Il male per il Signore è sempre male e sempre produce morte, non solo fisica, ma anche sociale, politica, economica. Il male distrugge un popolo.

Il Signore rivela la potenza del male distruttore attraverso immagini che manifestano la sua Signoria, sarebbe meglio dire la verità di ogni sua Parola.

I profeti, che parlano nel nome del Signore, anche a Edom rivelano il suo male. Anche ad esso annunziano che il suo male è causa di molte rovine.



Sappiamo che Esaù abbandonò presto la Legge del Signore e si consegnò all’idolatria, prendendo mogli tra le figlie della popolazione del luogo.

ESAÙ


Così Isacco fece partire Giacobbe, che andò in Paddan-Aram presso Labano, figlio di Betuel, l'Arameo, fratello di Rebecca, madre di Giacobbe e di Esaù (Gen 28, 5). Esaù vide che Isacco aveva benedetto Giacobbe e l'aveva mandato in Paddan-Aram per prendersi una moglie di là e che, mentre lo benediceva, gli aveva dato questo comando: "Non devi prender moglie tra le Cananee" (Gen 28, 6). Esaù comprese che le figlie di Canaan non erano gradite a suo padre Isacco (Gen 28, 8). Poi Giacobbe mandò avanti a sé alcuni messaggeri al fratello Esaù, nel paese di Seir, la campagna di Edom.(Gen 32, 4).

Diede loro questo comando: "Direte al mio signore Esaù: Dice il tuo servo Giacobbe: Sono stato forestiero presso Labano e vi sono restato fino ad ora (Gen 32, 5). I messaggeri tornarono da Giacobbe, dicendo: "Siamo stati da tuo fratello Esaù; ora egli stesso sta venendoti incontro e ha con sé quattrocento uomini" (Gen 32, 7). Pensò infatti: "Se Esaù raggiunge un accampamento e lo batte, l'altro accampamento si salverà" (Gen 32, 9). Salvami dalla mano del mio fratello Esaù, perché io ho paura di lui: egli non arrivi e colpisca me e tutti, madre e bambini! (Gen 32, 12).

Giacobbe rimase in quel luogo a passare la notte. Poi prese, di ciò che gli capitava tra mano, di che fare un dono al fratello Esaù (Gen 32, 14). Diede questo ordine al primo: "Quando ti incontrerà Esaù, mio fratello, e ti domanderà: Di chi sei tu? Dove vai? Di chi sono questi animali che ti camminano davanti? (Gen 32, 18). Tu risponderai: Di tuo fratello Giacobbe: è un dono inviato al mio signore Esaù; ecco egli stesso ci segue" (Gen 32, 19). Lo stesso ordine diede anche al secondo e anche al terzo e a quanti seguivano i branchi: "Queste parole voi rivolgerete ad Esaù quando lo troverete (Gen 32, 20). Giacobbe alzò gli occhi e vide arrivare Esaù che aveva con sé quattrocento uomini. Allora distribuì i figli tra Lia, Rachele e le due schiave (Gen 33, 1). Ma Esaù gli corse incontro, lo abbracciò, gli si gettò al collo, lo baciò e piansero (Gen 33, 4). Esaù disse: "Ne ho abbastanza del mio, fratello, resti per te quello che è tuo!" (Gen 33, 9).

Esaù disse: "Leviamo l'accampamento e mettiamoci in viaggio: io camminerò davanti a te" (Gen 33, 12). Disse allora Esaù: "Almeno possa lasciare con te una parte della gente che ho con me!". Rispose: "Ma perché? Possa io solo trovare grazia agli occhi del mio signore!" (Gen 33, 15). Così in quel giorno stesso Esaù ritornò sul suo cammino verso Seir (Gen 33, 16). Dio disse a Giacobbe: "Alzati, va’ a Betel e abita là; costruisci in quel luogo un altare al Dio che ti è apparso quando fuggivi Esaù, tuo fratello" (Gen 35, 1). Poi Isacco spirò, morì e si riunì al suo parentado, vecchio e sazio di giorni. Lo seppellirono i suoi figli Esaù e Giacobbe (Gen 35, 29).

Questa è la discendenza di Esaù, cioè Edom (Gen 36, 1). Esaù prese le mogli tra le figlie dei Cananei: Ada, figlia di Elon, l'Hittita; Oolibama, figlia di Ana, figlio di Zibeon, l'Hurrita;(Gen 36, 2). Ada partorì ad Esaù Elifaz, Basemat partorì Reuel (Gen 36, 4). Oolibama partorì Ieus, Iaalam e Core. Questi sono i figli di Esaù, che gli nacquero nel paese di Canaan (Gen 36, 5). Poi Esaù prese le mogli e i figli e le figlie e tutte le persone della sua casa, il suo gregge e tutto il suo bestiame e tutti i suoi beni che aveva acquistati nel paese di Canaan e andò nel paese di Seir, lontano dal fratello Giacobbe (Gen 36, 6). Così Esaù si stabilì sulle montagne di Seir. Ora Esaù è Edom (Gen 36, 8). Questa è la discendenza di Esaù, padre degli Idumei, nelle montagne di Seir (Gen 36, 9).

Questi sono i nomi dei figli di Esaù: Elifaz, figlio di Ada, moglie di Esaù; Reuel, figlio di Basemat, moglie di Esaù (Gen 36, 10). Elifaz, figlio di Esaù, aveva per concubina Timna, la quale ad Elifaz partorì Amalek. Questi sono i figli di Ada, moglie di Esaù (Gen 36, 12). Questi sono i figli di Reuel: Naat e Zerach, Samma e Mizza. Questi furono i figli di Basemat, moglie di Esaù (Gen 36, 13). Questi furono i figli di Oolibama, moglie di Esaù, figlia di Ana, figlio di Zibeon; essa partorì a Esaù Ieus, Iaalam e Core (Gen 36, 14). Questi sono i capi dei figli di Esaù: i figli di Elifaz primogenito di Esaù: il capo di Teman, il capo di Omar, il capo di Zefo, il capo di Kenaz (Gen 36, 15). Questi i figli di Reuel, figlio di Esaù: il capo di Naat, il capo di Zerach, il capo di Samma, il capo di Mizza. Questi sono i capi di Reuel nel paese di Edom; questi sono i figli di Basemat, moglie di Esaù (Gen 36, 17)L

Questi sono i figli di Oolibama, moglie di Esaù: il capo di Ieus, il capo di Iaalam, il capo di Core. Questi sono i capi di Oolibama, figlia di Ana, moglie di Esaù (Gen 36, 18). Questi sono i figli di Esaù e questi i loro capi. Egli è Edom (Gen 36, 19). Questi sono i nomi dei capi di Esaù, secondo le loro famiglie, le loro località, con i loro nomi: il capo di Timna, il capo di Alva, il capo di Ietet (Gen 36, 40). Il capo di Magdiel, il capo di Iram. Questi sono i capi di Edom secondo le loro sedi nel territorio di loro proprietà. E' appunto questo Esaù il padre degli Idumei (Gen 36, 43). Dá quest'ordine al popolo: Voi state per passare i confini dei figli di Esaù, vostri fratelli, che dimorano in Seir; essi avranno paura di voi; state bene in guardia (Dt 2, 4).

Non muovete loro guerra, perché del loro paese io non vi darò neppure quanto ne può calcare la pianta di un piede; infatti ho dato il monte di Seir in proprietà a Esaù (Dt 2, 5). Allora passammo oltre i nostri fratelli, i figli di Esaù, che abitano in Seir, lungo la via dell'Araba, per Elat ed Ezion-Gheber. Poi ci voltammo e avanzammo in direzione del deserto di Moab.(Dt 2, 8). Anche Seir era prima abitata dagli Hurriti, ma i figli di Esaù li scacciarono, li distrussero e si stabilirono al posto loro, come ha fatto Israele nel paese che possiede e che il Signore gli ha dato (Dt 2, 12). Così il Signore aveva fatto per i figli di Esaù che abitano in Seir, quando distrusse gli Hurriti davanti a loro; essi li scacciarono e si stabilirono al loro posto e vi sono rimasti fino ad oggi (Dt 2, 22).

Come mi hanno permesso i figli di Esaù, che abitano in Seir, e i Moabiti che abitano in Ar, finché io abbia passato il Giordano per entrare nel paese che il Signore nostro Dio sta per darci (Dt 2, 29). Ad Isacco diedi Giacobbe ed Esaù e assegnai ad Esaù il possesso delle montagne di Seir; Giacobbe e i suoi figli scesero in Egitto (Gs 24, 4). Abramo generò Isacco. Figli di Isacco: Esaù e Israele (1Cr 1, 34). Figli di Esaù: Elifàz, Reuèl, Ieus, Ialam e Core (1Cr 1, 35). Allora Giuda mosse guerra ai figli di Esaù nell'Idumea e nella Acrabattene, perché assediavano Israele; inflisse loro un grave colpo e li umiliò e si impadronì delle loro spoglie (1Mac 5, 3). Giuda con i suoi fratelli uscì ancora per combattere contro i figli di Esaù nella regione meridionale e colpì Ebron e le sue dipendenze, distrusse le sue fortezze e diede fuoco tutt'intorno alle sue torri (1Mac 5, 65).

Fuggite, partite, nascondetevi in un luogo segreto, abitanti di Dedan, poiché io mando su Esaù la sua rovina, il tempo del suo castigo (Ger 49, 8). Poiché io intendo spogliare Esaù, rivelo i suoi nascondigli ed egli non ha dove nascondersi. La sua stirpe, i suoi fratelli, i suoi vicini sono distrutti ed egli non è più (Ger 49, 10). Come è stato perquisito Esaù, come sono stati scovati i suoi nascondigli! (Abd 1, 6). Forse in quel giorno, dice il Signore, non disperderò i saggi da Edom e l'intelligenza dal monte di Esaù? (Abd 1, 8). Saranno fiaccati i tuoi prodi, o Teman, e sarà sterminato ogni uomo dal monte di Esaù. Per la carneficina (Abd 1, 9).

La casa di Giacobbe sarà un fuoco e la casa di Giuseppe una fiamma, la casa di Esaù sarà come paglia: la bruceranno e la consumeranno, non scamperà nessuno della casa di Esaù, poiché il Signore ha parlato (Abd 1, 18). Quelli del Negheb possederanno il monte d'Esaù e quelli della Sefèla il paese dei Filistei; possederanno il territorio di Efraim e di Samaria e Beniamino il Gàlaad (Abd 1, 19). Saliranno vittoriosi sul monte Sion per governare il monte di Esaù e il regno sarà del Signore.(Abd 1, 21).

Vi ho amati, dice il Signore. E voi dite: "Come ci hai amati?". Non era forse Esaù fratello di Giacobbe? - oracolo del Signore - Eppure ho amato Giacobbe (Ml 1, 2). E ho odiato Esaù. Ho fatto dei suoi monti un deserto e ho dato la sua eredità agli sciacalli del deserto (Ml 1, 3). Come sta scritto: Ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù (Rm 9, 13). Per fede Isacco benedisse Giacobbe ed Esaù anche riguardo a cose future (Eb 11, 20). Non vi sia nessun fornicatore o nessun profanatore, come Esaù, che in cambio di una sola pietanza vendette la sua primogenitura (Eb 12, 16).

Dio può operare il bene con l’uomo che cammina nella sua Parola. Se l’uomo esce dalla sua obbedienza, cade tra le braccia del male ed è la fine.



4Se Edom dice: «Siamo stati distrutti, ma ci rialzeremo dalle nostre rovine!», il Signore degli eserciti dichiara: «Essi ricostruiranno, ma io demolirò». Saranno chiamati «Territorio malvagio» e «Popolo contro cui il Signore è adirato per sempre».

Il Signore ricorda a Edom la verità della sua Parola. Dal bene nasce il bene. Dal male non nasce il bene. Dalle tenebre non sorge luce. Tenebre danno tenebre.



Se Edom dice: «Siamo stati distrutti, ma ci rialzeremo dalle nostre rovine!», il Signore degli eserciti dichiara: «Essi ricostruiranno, ma io demolirò». Saranno chiamati «Territorio malvagio» e «Popolo contro cui il Signore è adirato per sempre». Faccio il male, muoio, poi risuscito. È stoltezza. Grande stoltezza.

Fai il male, muori, non risorgi, non ti ricostruisci. Solo il Signore ti potrà ricostruire, solo Lui potrà farti risorgere, ma nel pentimento e nella conversione.

Le parole forti, dure, senza speranza: “Territorio malvagio. Popolo contro cui il Signore è adirato per sempre”, rivelano la grande attuale cattiveria di Edom.

Quando il Signore parla per mezzo dei suoi profeti, descrive il cuore di una persona o di un popolo nell’attualità dell’ora presente. Domani sarà domani.

Se domani il popolo di Edom si convertirà, abbandonerà la sua cattiveria e malvagità, di certo il Signore lo perdonerà. Finirà anche la sua ira.

L’ira del Signore dura finché dura il peccato dell’uomo. L’ira è eterna se il peccato è eterno. È eterno se si muore senza conversione e pentimento.

Finché Edom sarà nella sua malvagità, sarà sempre territorio malvagio, terra di desolazione. Il peccato produce morte, genera distruzione e devastazione.

Vale per Edom, ma anche per qualsiasi altro popolo. Vale per ogni singola persona. Si retrocede dal male, si ritorna nella benedizione e salvezza.


EDOM


Disse a Giacobbe: "Lasciami mangiare un po’ di questa minestra rossa, perché io sono sfinito" - Per questo fu chiamato Edom – (Gen 25, 30I), Poi Giacobbe mandò avanti a sé alcuni messaggeri al fratello Esaù, nel paese di Seir, la campagna di Edom (Gen 32, 4). Questa è la discendenza di Esaù, cioè Edom (Gen 36, 1), Così Esaù si stabilì sulle montagne di Seir. Ora Esaù è Edom (Gen 36, 8). il capo di Core, il capo di Gatam, il capo di Amalek. Questi sono i capi di Elifaz nel paese di Edom: questi sono i figli di Ada (Gen 36, 16).

Questi i figli di Reuel, figlio di Esaù: il capo di Naat, il capo di Zerach, il capo di Samma, il capo di Mizza. Questi sono i capi di Reuel nel paese di Edom; questi sono i figli di Basemat, moglie di Esaù (Gen 36, 17). Questi sono i figli di Esaù e questi i loro capi. Egli è Edom (Gen 36, 19). Dison, Eser e Disan. Questi sono i capi degli Hurriti, figli di Seir, nel paese di Edom (Gen 36, 21). Questi sono i re che regnarono nel paese di Edom, prima che regnasse un re degli Israeliti (Gen 36, 31). Regnò dunque in Edom Bela, figlio di Beor, e la sua città si chiama Dinaba (Gen 36, 32). il capo di Magdiel, il capo di Iram. Questi sono i capi di Edom secondo le loro sedi nel territorio di loro proprietà. E' appunto questo Esaù il padre degli Idumei (Gen 36, 43).

Già si spaventano i capi di Edom, i potenti di Moab li prende il timore; tremano tutti gli abitanti di Canaan (Es 15, 15). Mosè mandò da Kades messaggeri al re di Edom per dirgli: "Dice Israele tuo fratello: Tu sai tutte le tribolazioni che ci sono avvenute (Nm 20, 14). Ma Edom gli rispose: "Tu non passerai sul mio territorio; altrimenti uscirò contro di te con la spada" (Nm 20, 18). Ma quegli rispose: "Non passerai!". Edom mosse contro Israele con molta gente e con mano potente (Nm 20, 20). Così Edom rifiutò a Israele il transito per i suoi confini e Israele si allontanò da lui (Nm 20, 21). Il Signore disse a Mosè e ad Aronne al monte Cor, sui confini del paese di Edom (Nm 20, 23). Poi gli Israeliti partirono dal monte Cor, dirigendosi verso il Mare Rosso per aggirare il paese di Edom. Ma il popolo non sopportò il viaggio (Nm 21, 4).

Edom diverrà sua conquista e diverrà sua conquista Seir, suo nemico, mentre Israele compirà prodezze (Nm 24, 18). Poi partirono da Kades e si accamparono al monte Or all'estremità del paese di Edom (Nm 33, 37). Il vostro confine meridionale comincerà al deserto di Sin, vicino a Edom; così la vostra frontiera meridionale partirà dall'estremità del Mar Morto, a oriente (Nm 34, 3). La porzione che toccò in sorte alla tribù dei figli di Giuda, secondo le loro famiglie, si trova ai confini di Edom, dal deserto di Sin verso il Negheb, all'estremo sud (Gs 15, 1).

Le città poste all'estremità della tribù dei figli di Giuda, verso il confine di Edom, nel Negheb, erano Kabseel, Eder, Iagur (Gs 15, 21). Signore, quando uscivi dal Seir, quando avanzavi dalla steppa di Edom, la terra tremò, i cieli si scossero, le nubi si sciolsero in acqua (Gdc 5, 4). Mandò messaggeri al re di Edom per dirgli: Lasciami passare per il tuo paese, ma il re di Edom non acconsentì. Mandò anche al re di Moab, nemmeno lui volle e Israele rimase a Kades (Gdc 11, 17). Poi camminò per il deserto, fece il giro del paese di Edom e del paese di Moab, giunse a oriente del paese di Moab e si accampò oltre l'Arnon senza entrare nei territori di Moab; perchè l'Arnon segna il confine di Moab (Gdc 11, 18).

Saul si assicurò il regno su Israele e mosse contro tutti i nemici all'intorno: contro Moab e gli Ammoniti, contro Edom e i re di Zoba e i Filistei e dovunque si volgeva aveva successo (1Sam 14, 47). Davide non volle trasferire l'arca del Signore presso di sé nella città di Davide, ma la fece portare in casa di Obed-Edom di Gat (2Sam 6, 10). L'arca del Signore rimase tre mesi in casa di Obed-Edom di Gat e il Signore benedisse Obed-Edom e tutta la sua casa (2Sam 6, 11). Ma poi fu detto al re Davide: "Il Signore ha benedetto la casa di Obed-Edom e quanto gli appartiene, a causa dell'arca di Dio". Allora Davide andò e trasportò l'arca di Dio dalla casa di Obed-Edom nella città di Davide, con gioia (2Sam 6, 12).

Salomone costruì anche una flotta in Ezion-Gheber, cioè in Elat, sulla riva del Mare Rosso nella regione di Edom (1Re 9, 26). Il Signore suscitò contro Salomone un avversario, l'idumeo Adad che era della stirpe regale di Edom (1Re 11, 14). Dopo la disfatta inflitta da Davide a Edom, quando Ioab capo dell'esercito era andato a seppellire i cadaveri e aveva ucciso tutti i maschi di Edom (1Re 11, 15). Ioab e tutto Israele vi si erano fermati sei mesi per sterminare tutti i maschi di Edom (1Re 11, 16). Il faraone gli rispose: "Ti manca forse qualcosa nella mia casa perché tu cerchi di andare nel tuo paese?". Quegli soggiunse: "No! ma, ti prego, lasciami andare". Ecco il male fatto da Adad: fu nemico di Israele e regnò su Edom (1Re 11, 22).

Allora non c'era re in Edom; lo sostituiva un governatore (1Re 22, 48). "Per quale strada muoveremo?", domandò Giòsafat. L'altro rispose: "Per la strada del deserto di Edom" (2Re 3, 8). Allora si misero in marcia il re di Israele, il re di Giuda e il re di Edom. Girarono per sette giorni. Non c'era acqua per l'esercito né per le bestie che lo seguivano (2Re 3, 9). Giòsafat disse: "La parola del Signore è in lui". Scesero da costui il re di Israele, Giòsafat e il re di Edom (2Re 3, 12). Al mattino, nell'ora dell'offerta, ecco scorrere l'acqua dalla direzione di Edom; la zona ne fu inondata (2Re 3, 20). Il re di Moab, visto che la guerra era insostenibile per lui, prese con sé settecento uomini che maneggiavano la spada per aprirsi un passaggio verso il re di Edom, ma non ci riuscì (2Re 3, 26).

Durante il suo regno Edom si ribellò al potere di Giuda e si elesse un re (2Re 8, 20). Edom, ribellatosi al potere di Giuda, ancora oggi è indipendente. In quel tempo anche Libna si ribellò (2Re 8, 22). Tu hai sconfitto Edom, per questo il tuo cuore ti ha reso altero. Sii glorioso, ma resta nella tua casa. Perché provocare una calamità? Potresti precipitare tu e Giuda con te" (2Re 14, 10). Ma il re di Edom approfittò di quella occasione per riconquistare Elat e unirla al suo regno; ne scacciò i Giudei e tornarono ad abitarvi gli Idumei fino ad oggi (2Re 16, 6). Ecco i re che regnarono nel paese di Edom, prima che gli Israeliti avessero un re: Bela, figlio di Beòr; la sua città si chiamava Dinàba (1Cr 1, 43).

Morto Hadàd, in Edom ci furono capi: il capo di Timna, il capo di Alva, il capo di Ietet (1Cr 1, 51). il capo di Magdiè l, il capo di Iram. Questi furono i capi di Edom (1Cr 1, 54). Così Davide non portò l'arca presso di sé nella città di Davide, ma la diresse verso la casa di Obed-Edom di Gat (1Cr 13, 13). L'arca di Dio rimase nella casa di Obed-Edom tre mesi. Il Signore benedisse la casa di Obed-Edom e quanto gli apparteneva (1Cr 13, 14). Con loro c'erano i loro fratelli di secondo grado: Zaccaria, Uzziel, Semiramot, Iechiel, Unni, Eliel, Benaià, Maaseia, Mattatia, Elifel, Micneia, Obed-Edom e Ieiel portieri (1Cr 15, 18).

Mattatia, Elifel, Micneia, Obed-Edom, Ieiel, Azaria suonavano sull'ottava per dare il tono (1Cr 15, 21). I sacerdoti Sebania, Giòsafat, Netaneel, Amasài, Zaccaria, Benaià, Eliezer suonavano le trombe davanti all'arca di Dio; Obed-Edom e Iechiel facevano da portieri presso l'arca (1Cr 15, 24). Davide, gli anziani di Israele e i capi di migliaia procedettero con gioia al trasporto dell'arca dell'alleanza del Signore dalla casa di Obed-Edom (1Cr 15, 25). Erano Asaf il capo, Zaccaria il suo secondo, Uzziel, Semiramot, Iechiel, Mattatia, Eliàb, Benaià, Obed-Edom e Ieiel, che suonavano strumenti musicali, arpe e cetre; Asaf suonava i cembali (1Cr 16, 5).

lasciò Obed-Edom figlio di Idutun, e Cosà, insieme con sessantotto fratelli, come portieri (1Cr 16, 38). Anche tali oggetti il re Davide li consacrò al Signore insieme con l'argento e l'oro che aveva preso da tutti gli altri popoli, ossia da Edom, da Moab, dagli Ammoniti, dai Filistei e dagli Amaleciti (1Cr 18, 11). Pose guarnigioni in Edom; tutti gli Idumei divennero sudditi di Davide. Il Signore rendeva vittorioso Davide in ogni sua impresa (1Cr 18, 13). Figli di Obed-Edom: Semaia il primogenito, Iozabàd il secondo, Iaoch il terzo, Sacar il quarto, Netaneel il quinto (1Cr 26, 4). Ammièl il sesto, Issacar il settimo, Peulletài l'ottavo, poiché Dio aveva benedetto Obed-Edom (1Cr 26, 5). Tutti costoro erano discendenti di Obed-Edom. Essi e i figli e i fratelli, uomini valorosi, erano adattissimi per il servizio. Per Obed-Edom: sessantadue in tutto (1Cr 26, 8).

A Obed-Edom quello meridionale, ai suoi figli toccarono i magazzini (1Cr 26, 15). Allora Salomone andò ad Ezion-Ghèber e ad Elat sulla riva del mare, nella regione di Edom (2Cr 8, 17). Andarono ad annunziare a Giòsafat: "Una grande moltitudine è venuta contro di te da oltre il mare, da Edom. Ecco sono in Cazezon-Tamàr, cioè in Engàddi" (2Cr 20, 2). Durante il suo regno Edom si ribellò a Giuda e si elesse un re (2Cr 21, 8). Ma Edom, ribellatosi a Giuda, ancora oggi è indipendente. In quel tempo anche Libna si ribellò al suo dominio, perché Ioram aveva abbandonato il Signore, Dio dei suoi padri (2Cr 21, 10). Tu ripeti: Ecco ho sconfitto Edom! E il tuo cuore si è inorgoglito esaltandosi. Ma stattene a casa! Perché provocare una calamità e precipitare tu e Giuda con te?" (2Cr 25, 19).

Ma Amazia non diede ascolto. Era volontà di Dio che fossero consegnati nelle mani del nemico, perché si erano rivolti agli dei di Edom (2Cr 25, 20). Prese tutto l'oro, l'argento e tutti gli oggetti trovati nel tempio di Dio, che erano affidati a Obed-Edom, i tesori della reggia e alcuni ostaggi e poi tornò a Samaria (2Cr 25, 24). Le tende di Edom e gli Ismaeliti, Moab e gli Agareni (Sal 82, 7). Ricordati, Signore, dei figli di Edom, che nel giorno di Gerusalemme, dicevano: "Distruggete, distruggete anche le sue fondamenta" (Sal 136, 7). Voleranno verso occidente contro i Filistei, saccheggeranno insieme le tribù dell'oriente, stenderanno le mani su Edom e su Moab e gli Ammoniti saranno loro sudditi (Is 11, 14).

Poiché nel cielo si è inebriata la spada del Signore, ecco essa si abbatte su Edom, su un popolo che egli ha votato allo sterminio per fare giustizia (Is 34, 5). La spada del Signore è piena di sangue, è imbrattata di grasso, del sangue di agnelli e di capri, delle viscere grasse dei montoni, perché si compie un sacrificio al Signore in Bozra, una grande ecatombe nel paese di Edom (Is 34, 6). Chi è costui che viene da Edom, da Bozra con le vesti tinte di rosso? Costui, splendido nella sua veste, che avanza nella pienezza della sua forza? - "Io, che parlo con giustizia, sono grande nel soccorrere" (Is 63, 1). L'Egitto, Giuda, Edom, gli Ammoniti e i Moabiti e tutti coloro che si tagliano i capelli alle estremità delle tempie, i quali abitano nel deserto, perché tutte queste nazioni e tutta la casa di Israele sono incirconcisi nel cuore" (Ger 9, 25).

A Edom, a Moab e agli Ammoniti (Ger 25, 21). Quindi manda un messaggio al re di Edom, al re di Moab, al re degli Ammoniti, al re di Tiro e al re di Sidòne per mezzo dei loro messaggeri venuti a Gerusalemme da Sedecìa, re di Giuda (Ger 27, 3). Anche tutti i Giudei che si trovavano in Moab, tra gli Ammoniti, in Edom e in tutte le altre regioni, seppero che il re di Babilonia aveva lasciato una parte della popolazione in Giuda e aveva messo a capo di essa Godolia figlio di Achikam, figlio di Safan (Ger 40, 11). Su Edom. Così dice il Signore degli eserciti: "Non c'è più sapienza in Teman? E' scomparso il consiglio dei saggi? E' svanita la loro sapienza? (Ger 49, 7). Edom sarà oggetto di orrore; chiunque passerà lì vicino ne resterà attonito e fischierà davanti a tutte le sue piaghe (Ger 49, 17).

Per questo ascoltate il progetto che il Signore ha fatto contro Edom e le decisioni che egli ha prese contro gli abitanti di Teman. Certo, trascineranno via anche i più piccoli del gregge, e per loro sarà desolato il loro prato (Ger 49, 20). Ecco, come l'aquila, egli sale e si libra, espande le ali su Bozra. In quel giorno il cuore dei prodi di Edom sarà come il cuore di una donna nei dolori del parto" (Ger 49, 22). Esulta pure, gioisci, figlia di Edom, che abiti nella terra di Uz; anche a te arriverà il calice, ti inebrierai ed esporrai la tua nudità (Lam 4, 21) E' completa la tua punizione, figlia di Sion, egli non ti manderà più in esilio; ma punirà la tua iniquità, figlia di Edom, scoprirà i tuoi peccati (Lam 4, 22). Dice il Signore Dio: "Poiché Edom ha sfogato crudelmente la sua vendetta contro la casa di Giuda e s'è reso colpevole vendicandosi su di essa (Ez 25, 12).

Per questo, così dice il Signore Dio: Anch'io stenderò la mano su Edom, sterminerò in esso uomini e bestie e lo ridurrò a un deserto. Da Teman fino a Dedan cadranno di spada (Ez 25, 13). La mia vendetta su Edom la compirò per mezzo del mio popolo, Israele, che tratterà Edom secondo la mia ira e il mio sdegno. Si conoscerà così la mia vendetta". Oracolo del Signore Dio (Ez 25, 14). Là è Edom, i suoi re e tutti i suoi prìncipi che, nonostante il loro valore, sono posti con i trafitti di spada: giacciono con i non circoncisi e con quelli che scendono nella fossa (Ez 32, 29). Poiché tu hai gioito per l'eredità della casa d'Israele che era devastata, così io tratterò te: sarai ridotto a una solitudine, o monte Seir, e tu Edom, tutto intero; si saprà che io sono il Signore" (Ez 35, 15).

Ebbene, così dice il Signore Dio: Sì, con gelosia ardente io parlo contro gli altri popoli e contro tutto Edom, che con la gioia del cuore, con il disprezzo dell'anima, hanno fatto del mio paese il loro possesso per saccheggiarlo (Ez 36, 5). Entrerà anche in quella magnifica terra e molti paesi soccomberanno. Questi però scamperanno dalla sua mano: Edom, Moab e gran parte degli Ammoniti (Dn 11, 41). Così dice il Signore: "Per tre misfatti di Gaza e per quattro non revocherò il mio decreto, perchè hanno deportato popolazioni intere per consegnarle a Edom (Am 1, 6). Così dice il Signore: "Per tre misfatti di Tiro e per quattro non revocherò il mio decreto, perchè hanno deportato popolazioni intere a Edom, senza ricordare l'alleanza fraterna (Am 1, 9). Così dice il Signore: "Per tre misfatti di Edom e per quattro non revocherò il mio decreto, perchè ha inseguito con la spada suo fratello e ha soffocato la pietà verso di lui, perchè ha continuato l'ira senza fine e ha conservato lo sdegno per sempre (Am 1, 11).

Così dice il Signore: "Per tre misfatti di Moab e per quattro non revocherò il mio decreto, perchè ha bruciato le ossa del re di Edom per ridurle in calce (Am 2, 1). Perché conquistino il resto di Edom e tutte le nazioni sulle quali è stato invocato il mio nome, dice il Signore, che farà tutto questo (Am 9, 12). Visione di Abdia. Così dice il Signore Dio per Edom: Udimmo un messaggio da parte del Signore e un araldo è stato inviato fra le genti: "Alzatevi, marciamo contro Edom in battaglia" (Abd 1, 1).

Forse in quel giorno, dice il Signore, non disperderò i saggi da Edom e l'intelligenza dal monte di Esaù? (Abd 1, 8). Se Edom dicesse: "Siamo stati distrutti, ma ci rialzeremo dalle nostre rovine!", il Signore degli Eserciti dichiara: Essi ricostruiranno: ma io demolirò. Saranno chiamati Regione empia e Popolo contro cui il Signore è adirato per sempre (Ml 1, 4).

PROFEZIA DI ABDIA SU EDOM


Visione di Abdia. Così dice il Signore Dio per Edom: Udimmo un messaggio da parte del Signore, un messaggero è stato inviato fra le nazioni: «Alzatevi, marciamo contro Edom in battaglia!». «Ecco, ti faccio piccolo fra le nazioni, tu sei molto spregevole. La superbia del tuo cuore ti ha ingannato, tu che abiti nelle caverne delle rocce, delle alture fai la tua dimora e dici in cuor tuo: “Chi potrà gettarmi a terra?”. Anche se, come l'aquila, ponessi in alto il tuo nido, anche se lo collocassi fra le stelle, di lassù ti farò precipitare». Oracolo del Signore.

Se entrassero da te ladri o predoni di notte, come sarebbe finita per te! Non ruberebbero quanto basta loro? Se vendemmiatori venissero da te, non ti lascerebbero forse appena qualche grappolo? Come è stato perquisito Esaù! Come sono stati scovati i suoi tesori nascosti! Ti hanno cacciato fino alla frontiera, tutti i tuoi alleati ti hanno ingannato, i tuoi amici ti hanno vinto, quelli che mangiavano il tuo pane ti hanno teso tranelli: in lui non c’è senno!

«In quel giorno – oracolo del Signore – non disperderò forse i saggi da Edom e l’intelligenza dal monte di Esaù? Saranno terrorizzati i tuoi prodi, o Teman, e sarà sterminato ogni uomo dal monte di Esaù. A causa della violenza contro Giacobbe, tuo fratello, la vergogna ti coprirà e sarai sterminato per sempre.

Anche se tu stavi in disparte, quando gli stranieri ne deportavano le ricchezze, quando i forestieri entravano per le sue porte e si spartivano a sorte Gerusalemme, ti sei comportato proprio come uno di loro».

Non guardare con gioia al giorno di tuo fratello, al giorno della sua sventura. Non gioire dei figli di Giuda nel giorno della loro rovina. Non spalancare la bocca nel giorno della loro angoscia. Non varcare la porta del mio popolo nel giorno della sua sventura, non guardare con compiacenza la sua calamità; non stendere la mano sui suoi beni nel giorno della sua sventura.

Non appostarti ai crocicchi delle strade per massacrare i suoi fuggiaschi; non fare mercato dei suoi superstiti nel giorno dell’angoscia. Perché è vicino il giorno del Signore contro tutte le nazioni. Come hai fatto tu, così a te sarà fatto; ciò che hai fatto agli altri, ricadrà sul tuo capo. Poiché come avete bevuto sul mio monte santo, così berranno tutte le nazioni senza fine, berranno e tracanneranno, e saranno come se non fossero mai state.

Ma sul monte Sion vi saranno superstiti e sarà un luogo santo, e la casa di Giacobbe possederà i suoi possessori. La casa di Giacobbe sarà un fuoco e la casa di Giuseppe una fiamma, la casa di Esaù sarà come paglia: la bruceranno e la consumeranno, non scamperà nessuno della casa di Esaù, poiché il Signore ha parlato.

Quelli del Negheb possederanno il monte di Esaù e quelli della Sefela la terra dei Filistei; possederanno il territorio di Èfraim e di Samaria e Beniamino possederà il Gàlaad. Gli esuli di questo esercito dei figli d’Israele possederanno Canaan fino a Sarepta e gli esuli di Gerusalemme, che sono in Sefarad, possederanno le città del Negheb. Saliranno vittoriosi sul monte di Sion, per governare il monte di Esaù, e il regno sarà del Signore (Ab 1-21).

PROFEZIA DI GEREMIA SU EDOM


Così dice il Signore degli eserciti: «Non c’è più sapienza in Teman? È scomparso il consiglio dei saggi? È svanita la loro sapienza? Fuggite, voltatevi, nascondetevi in un luogo segreto, abitanti di Dedan, poiché io mando su Esaù la sua rovina, il tempo del suo castigo. Se vendemmiatori venissero da te, ti lascerebbero appena qualche grappolo. Se ladri notturni venissero da te, saccheggerebbero quanto basta loro. Perché io intendo spogliare Esaù, rivelo i suoi nascondigli ed egli non ha dove nascondersi. La sua stirpe, i suoi fratelli, i suoi vicini sono distrutti ed egli non è più. Lascia i tuoi orfani, io li farò vivere, le tue vedove confidino in me!

Poiché così dice il Signore: Ecco, coloro che non erano obbligati a bere il calice lo devono bere e tu pretendi di rimanere impunito? Non resterai impunito, ma dovrai berlo, poiché io ho giurato per me stesso – oracolo del Signore – che Bosra diventerà un orrore, un obbrobrio, un deserto, una maledizione, e tutte le sue città saranno ridotte a rovine perenni». Ho udito un messaggio da parte del Signore, un messaggero è stato inviato fra le nazioni: «Adunatevi e marciate contro di lui! Alzatevi per la battaglia». «Poiché ecco, ti faccio piccolo fra le nazioni e spregevole fra gli uomini. Ti ha indotto in errore la tua arroganza, la superbia del tuo cuore; tu che abiti nelle caverne delle rocce, che ti aggrappi alle cime dei colli, anche se, come l’aquila, ponessi in alto il tuo nido, di lassù ti farò precipitare. Oracolo del Signore.

Edom sarà una desolazione; quanti vi passeranno vicino resteranno sbigottiti e fischieranno di scherno davanti a tutte le sue ferite. Come nello sconvolgimento di Sòdoma e Gomorra e delle città vicine – dice il Signore –, non vi abiterà alcuna persona né vi dimorerà essere umano. Ecco, come un leone sale dalla boscaglia del Giordano verso i prati sempre verdi, così in un baleno io lo scaccerò di là e porrò su di esso il mio eletto. Perché chi è come me? Chi può citarmi in giudizio? Chi è dunque il pastore che può resistere davanti a me? Per questo, ascoltate il progetto che il Signore ha fatto contro Edom e le decisioni che ha preso contro gli abitanti di Teman. Certo, trascineranno via anche i più piccoli del gregge e sarà desolato il loro pascolo. Al fragore della loro caduta tremerà la terra. Un grido! Fino al Mar Rosso ne risuonerà l’eco. Ecco, come l’aquila sale e si libra e distende le ali su Bosra. In quel giorno il cuore dei prodi di Edom sarà come il cuore di una donna nei dolori del parto» (Ger 49,7-22).

PROFEZIA DI AMOS SU EDOM


Così dice il Signore: «Per tre misfatti di Edom e per quattro non revocherò il mio decreto di condanna, perché ha inseguito con la spada suo fratello e ha soffocato la pietà verso di lui, perché la sua ira ha sbranato senza fine e ha conservato lo sdegno per sempre. Manderò il fuoco a Teman e divorerà i palazzi di Bosra» (Cfr Am 2,11-12).

Il Signore sempre vigila sulla sua Parola perché essa sempre si compia. Nessuno potrà pensare che essa non si compia o non si realizzi.

Se Dio dice che fuori della sua Parola, regna la desolazione e la morte, nessuno potrà pensare cose diverse e opposte. La vita è dalla Parola.

Si esce dalla Parola, non c’è vita. Edom non può dire faccio il male e mi edificherò sul benessere e la prosperità. Faccio il male, entro nella morte.

Quanto vale per Edom, vale per ogni altro popolo. Ogni male che si mette nella storia, è un veleno di morte che si pone in essa. Dal veleno non nasce vita.

5I vostri occhi lo vedranno e voi direte: «Grande è il Signore anche al di là dei confini d’Israele».

Il Signore non è il Dio che regna solo in Gerusalemme e nei confini del suo territorio, senza alcuna Signoria fuori di questi angusti e miseri confini.



I vostri occhi lo vedranno e voi direte: «Grande è il Signore anche al di là dei confini d’Israele». Il Signore è il Dio di tutta la terra, di ogni popolo e nazione.

Non vi è territorio sulla terra, nel quale il Signore non è il Signore. Il Signore è il Signore del cielo e della terra, dei mari e delle stelle, degli uomini e delle cose.

Quando la Parola del Signore produrrà i suoi frutti in terra di Edom, il popolo di Dio vedrà e confesserà che veramente il Signore è il Signore dell’universo.

La profezia su Edom è data ai figli d’Israele. Il profeta non è andato nella terra di Edom a gridare la Parola di Dio così come ha fatto Giona con Ninive.

Il giudizio dei profeti sulle nazioni, non serve per le nazioni. Esse nulla sanno del Dio d’Israele. La profezia serve per rafforzare la vera fede del suo popolo.

È il popolo di Dio che deve fermissimamente credere nella Signoria universale del Signore. È il popolo di Giuda che deve ricostruire la sua vera fede.

Oggi non sono le nazioni o le religioni che devono conoscere il vero Dio. È il nuovo popolo di Dio che ha perso la vera fede nel suo Salvatore e Redentore.

È il nuovo popolo di Dio che deve essere illuminato sulla verità del suo Cristo. Cristo non è il Salvatore dei cristiani, ma è il Salvatore di ogni uomo.

I cristiani sono stati coloro che si sono lasciati redimere e salvare da Cristo Signore. Essi non possono falsificare la verità del loro Salvatore e Signore.

Non possono rinchiudere Cristo Signore nel piccolo, misero perimetro delle loro chiese. Cristo Gesù è oltre il confine dello stesso universo creato.

O mettiamo nel cuore la purissima verità di Cristo Signore e la proclamiamo al mondo con fermezza e convincimento, oppure si condanna il mondo alla morte.

Se Cristo è il solo nome nel quale è stabilito che possiamo essere salvati, dire che ogni altra religione è via di salvezza, è infangare il nome di Cristo Gesù.

È dichiarare falso un decreto e un oracolo eterno del Signore, non di Cristo Gesù, ma del Creatore dell’uomo. Può un uomo cancellare un decreto eterno?

Può l’uomo dichiarare vana tutta la profezia del suo Creatore sulla salvezza da Lui operata solo in Cristo, con Cristo, per Cristo? Di certo non può.

Dio afferma la sua verità eterna, la sua Signoria al suo popolo, che è Signore universale, pronunciando i suoi oracoli sulle nazioni pagane.

Attestando al suo popolo che Lui è il Signore di ogni popolo e di ogni nazione, il suo popolo deve rafforzare la sua fede. Deve credere nella verità del suo Dio.

Credendo il popolo di Dio nella verità del suo Dio, anche gli altri popoli un giorno potranno credere. Ma se il popolo non crede, nessun altro crederà.

Può il mondo credere nella verità di Cristo, se i suoi vicari in terra, che sono gli Apostoli, perdono o smarriscono la verità purissima del loro Maestro?

Attualmente il popolo del Signore ha perso la verità del suo Dio. Vive una religione senza verità, senza fede. Obbedisce ad una legge, ma senza amore.


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