Terminologia degli archi



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tarix05.01.2018
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#19868



Terminologia degli archi

  • Terminologia degli archi

  • Asse : linea media dell’arco;

  • Sesto : la forma dell’asse dell’arco;

  • Imposta : la sezione in cui l’arco si appoggia alla spalla o al piedritto;

  • Chiave : il punto più alto dell’arco;

  • Altezza : la lunghezza del segmento perpendicolare alla tangente all’asse;

  • Luce : la dimensione orizzontale fra le spalle o i piedritti (per archi di piccola luce coincide con la luce netta della apertura; per archi di grande luce coincide con la distanza presa fra le due intersezioni dell’asse con le imposte);



Terminologia degli archi

  • Terminologia degli archi

  • Estradosso : la linea esterna dell’arco;

  • Intradosso : la linea interna dell’arco;

  • Concio : elemento base a forma di cuneo che genera l’arco;

  • Linea d’appoggio : linea dove il piedritto interseca la sezione d’imposta (per archi di piccola luce); intersezione dell’imposta con l’asse dell’arco (per archi di grande luce);

  • Monta : la massima altezza della sommità dell’intradosso rispetto alla linea di appoggio (per archi di piccola luce); la massima altezza dell’asse rispetto alla linea d’appoggio (per archi di grande luce).



Cenni storici

  • Cenni storici

  • Una prima teoria statica dell’arco fu stabilita solo alla fine del XVII secolo.

  • In epoca precedente si ebbero solo alcuni tentativi anche se i costruttori medievali



Solo Leonardo da Vinci (secolo XV) fornì i primi spunti di corretta interpretazione meccanica del comportamento di un arco affermando nel manoscritto del Codice Foster:

  • Solo Leonardo da Vinci (secolo XV) fornì i primi spunti di corretta interpretazione meccanica del comportamento di un arco affermando nel manoscritto del Codice Foster:

  • Arco non è altro che una fortezza causata da due debolezze, imperoché l’arco negli edifizi è composto di due quarti di circulo, i quali quarti circuli, ciascuno debolissimo per sé, desidera cadere e oponendosi alla ruina l’uno dell’altro, le due debolezze si convertono in una unica fortezza.

  • Leonardo sperimentò anche un metodo per la verifica al ribaltamento degli archi, stabilendo una condizione secondo la quale le sezioni dell’arco non ruotano: l’arco è assimilato a due barre rettilinee, ab e bc e si afferma che: L’arco non si romperà se la corda dell’archi di fori non tocherà l’arco di dentro. Ciò dimostra l’intuizione della

  • condizione che la curva

  • delle pressioni risulti

  • interna all’arco.

















































METODO DI MERY

  • METODO DI MERY

  • L'analisi di Mery considera come situazione limite per l'arco quella corrispondente alla formazione delle prime fessure.

  • Lo studio e la pratica mostrano che le prime fessure, in archi simmetrici e simmetricamente caricati, si verificano in corrispondenza della sezione di chiave e delle due sezioni (reni) simmetriche rispetto all’asse verticale di simmetria ed inclinate rispetto a tale asse di 60 °





Negli archi ribassati ed a tutto sesto le fessure si verificano all’intradosso nella sezione di chiave ed all’estradosso nella sezione di rene; viceversa per gli archi a sesto acuto.

  • Negli archi ribassati ed a tutto sesto le fessure si verificano all’intradosso nella sezione di chiave ed all’estradosso nella sezione di rene; viceversa per gli archi a sesto acuto.

  • Dato che il materiale è scarsamente resistente a trazione, si suppone che nei punti dove si hanno delle fessure il materiale sia stato sollecitato a trazione

  • Affinché non si abbiano tensioni di trazione, il centro di applicazione degli sforzi normali deve essere interno al “terzo medio” delle sezioni critiche.



Nella condizione limite, H è applicata all'estremo superiore del “terzo medio”.

  • Nella condizione limite, H è applicata all'estremo superiore del “terzo medio”.

  • La reazione S della sezione di rene, nella condizione limite, è applicata all’estremo inferiore del “terzo medio”.

  • Le azioni H ed S dovranno formare un sistema di forze equilibrato con la risultante dei carichi applicati, R.



Per l’equilibrio, H, R ed S devono passare per uno stesso punto, O.

  • Per l’equilibrio, H, R ed S devono passare per uno stesso punto, O.

  • La direzione di S è la congiungente del punto O, di incontro delle rette di azione di R ed H, con l'estremo inferiore del terzo medio della sezione di rene.



Una volta determinata la curva delle pressioni, si è in grado di effettuare le verifiche di resistenza delle sezioni dell'arco e di stabilità delle spalle.

  • Una volta determinata la curva delle pressioni, si è in grado di effettuare le verifiche di resistenza delle sezioni dell'arco e di stabilità delle spalle.



La verifica degli archi fra elasticità e plasticità

  • La verifica degli archi fra elasticità e plasticità

  • Nel 1867 Winkler sostenne che la vera curva delle pressioni, sulla base della teoria dell’elasticità, è quella che meno si scosta dalla linea d’asse dell’arco.

  • La applicazione della teoria dell’elasticità alle strutture murarie non è però giustificata in un ambito di calcolo a rottura per il quale si prescinde dalla deformabilità, e si considerano rigidi i conci.



La teoria di Heyman – The safe theorem

  • La teoria di Heyman – The safe theorem

  • Il problema è stato ricondotto, da Jacques Heyman in The masonry arch (1982), a una formulazione coerente con i metodi del calcolo a rottura.

  • Ipotesi di base:

  • Non può avvenire rottura a scorrimento: due conci non possono scorrere relativamente nel piano di contatto;

  • La muratura non ha resistenza a trazione;

  • La muratura ha resistenza a compressione illimitata .



La teoria di Heyman – The safe theorem

  • La teoria di Heyman – The safe theorem

  • Il teorema di Heyman, che fornisce una delimitazione inferiore del carico di collasso di un arco afferma che:

  • “Se esiste una linea di pressioni per l’arco completo, che sia in equilibrio con i carichi applicati, incluso il peso proprio, e che risulti ovunque e in ogni sezione interna allo spessore dell’arco,

  • allora l’arco può considerarsi in condizioni di sicurezza.”



Secondo Heyman, quindi, non ha interesse determinare l’effettiva curva delle pressioni, mentre è sufficiente mostrare che esiste almeno un sistema di forze interne equilibrato e che soddisfi le condizioni imposte dal teorema.

  • Secondo Heyman, quindi, non ha interesse determinare l’effettiva curva delle pressioni, mentre è sufficiente mostrare che esiste almeno un sistema di forze interne equilibrato e che soddisfi le condizioni imposte dal teorema.

  • La differente posizione della curva di pressione sulla sezione può produrre la formazione di fessure localizzate, corrispondenti, in termini cinematici, alla formazione di cerniere interne che possono coalizzarsi a formare un meccanismo.





Per ogni concio conosciamo il valore

  • Per ogni concio conosciamo il valore

  • di M (N·e) e del taglio agenti nelle

  • sezioni di estremità

  • Il valore di T dovrà essere inferiore

  • alla forza di attrito (f · N); considerando

  • un opportuno coefficiente di sicurezza, dovrà risultare:

  • T ≤(f · N)/1,5

  • Dovrà inoltre essere verificato che le tensioni tangenziali non siano superiori a quelle ammissibili e dunque:

  • per centro di pressione interno al terzo medio:

  • τ max =3·T/(2·b·s) ≤ τ amm



per centro di pressione esterno al terzo medio:

  • per centro di pressione esterno al terzo medio:

  • τ max =T/(b·u) ≤ τ amm

  • Infine si dovrà effettuare la verifica delle tensioni normali:

  • per centro di pressione interno al terzo medio:

  • σ = [ N/(b·s) ] · (1 ± 6·e/s) ≤ σ amm

  • per centro di pressione esterno al terzo medio:

  • σ = [ 2·N/(3·b·u) ] ≤ σ amm



Si considera una volta in materiale lapideo a sostegno di uffici

  • Si considera una volta in materiale lapideo a sostegno di uffici

  • sovraccarico accidentale: 800 kg/m2

  • pietrame:

  • σ amm = 3,5 N/mm2 τ amm = 1,4 N/mm2



Si suddivide la volta in sei conci

  • Si suddivide la volta in sei conci

  • Si determinano le porzioni di carichi permanenti e accidentali che gravano su ogni concio

  • Per determinare l'entità di questi carichi, si riducono a volumi di materiale equipesante con riferimento al peso dell’arco, ovvero si considera che su ogni concio gravi una porzione di materiale con peso unitario uguale a quello dell'arco, γv, e di altezza fittizia, hv, pari a:

  • hv=hi·(γi/γv)



I materiali presenti sono:

  • I materiali presenti sono:

    • Pavimento di mattoni γp=1800 kg/m3
    • Sottofondo di allettamento γs=2300 kg/m3
    • Rinfianco in coccio o calcinaccio γr=1300 kg/m3
    • Arco di pietrame γv = 2600 kg/m3
  • Coefficienti di omogeneizzazione:

    • γp/ γv =0,69 kg/m3
    • γs/ γv =0,88 kg/m3
    • γr/ γv =0,50 kg/m3




I pesi dei conci si valutano tramite

  • I pesi dei conci si valutano tramite

  • Pi = [(hi-1+hi)·bi·γv]/2



Si applica il procedimento di Méry

  • Si applica il procedimento di Méry

  • Si costruisce la risultante di tutte le forze tramite il poligono funicolare

  • La reazione H, passante per il terzo medio superiore della sezione di chiave, per la simmetria di struttura e di carico ha direzione orizzontale, h-h

  • La reazione S agisce in direzione s-s, congiungente il punto di intersezione delle rette r-r e h-h con il terzo medio inferiore nella sezione di rene

  • Sullo stesso sostegno del poligono delle forze, si riportano le direzioni s-s e h-h, il cui punto di intersezione, Ps, individua, nella scala delle forze, l’entità delle reazioni al rene e in chiave

  • Infine si traccia la curva delle pressioni





Sezione di chiave

  • Sezione di chiave

  • N=6800 kg (azione nel terzo medio superiore)

  • σmax=2·N/(b·s)= 3,4 kg/cm2 < 35 kg/cm2

  • Sezione di rene

  • N=12635 kg (azione giacente al terzo medio inferiore)

  • T=600 kg

  • σmax=2·N/(b·s)= 5 kg/cm2 < 35 kg/cm2

  • τmax=3·T/(2·b·s)= 0,2 kg/cm2 < 14 kg/cm2

  • Sezione con minor spessore più sollecitata (4) (s=40 cm)

  • N=9330 kg

  • T=550 kg

  • σmax = [ N/(b·s) ] · (1 + 6·e/s) = 4 < 35 kg/cm2

  • τmax=3·T/(2·b·s)= 0,21 kg/cm2 < 14 kg/cm2



Analisi dei carichi:

  • Analisi dei carichi:

  • Muratura di Mattoni s=50 cm Psup= 7960 Kg

  • Muratura di Mattoni s=80 cm P1= 2520 Kg

  • Muratura di Pietrame s=80 cm P2= 4656 Kg

  • P3=720 kg





Componendo graficamente i carichi verticali con l’azione S prodotta dalla volta otteniamo

  • Componendo graficamente i carichi verticali con l’azione S prodotta dalla volta otteniamo

  • Sezione K – K

  • Rk=27380 kg

  • Nk=26500 kg

  • Tk = 6800 kg

  • e = 25 cm > 97/6=16,17 cm (azione esterna al terzo medio)

  • u = (97/2) – 25=23,5 cm

  • σmax=2·N/(3·b·u)= 7,52 kg/cm2 < 35 kg/cm2

  • τmax=·T/(b·u)= 1,45 kg/cm2 < 14 kg/cm2



Sezione J – J

  • Sezione J – J

  • con l’azione aggiuntiva P4=6395 kg

  • Rj=33500 kg

  • Nj=32895 kg

  • Tj = 6800 kg

  • e = 50 cm > 130/6=22 cm (azioni esterna al terzo medio)

  • u = (130/2) – 50=15 cm

  • σmax=2·N/(3·b·u)= 14,62 kg/cm2 < 35 kg/cm2

  • τmax=·T/(b·u)= 2,27 kg/cm2 < 14 kg/cm2

  • L’arco risulta verificato in tutte le sezioni critiche



Renato S. Olivito, Statica e stabilità delle costruzioni murarie, Pitagora Ed. Bologna, 2003

  • Renato S. Olivito, Statica e stabilità delle costruzioni murarie, Pitagora Ed. Bologna, 2003

  • Jacques Heyman, The masonry arch, 1982

  • Mario Como, Statica delle costruzioni storiche in muratura



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