Lo sviluppo del linguaggio del bambino da 1 mese a 3 anni
Lo sviluppo del linguaggio del bambino da 1 a 36 mesi e i consigli per una corretta stimolazione del linguaggio e produzione di parole nuove.
Le conoscenze comuni riguardo lo sviluppo del linguaggio nella prima infanzia si concentrano sugli aspetti della produzione, cioè su ciò che il bambino dice.
In realtà quello che il bambino sa dire è la manifestazione della maturazione di molte altre competenze: ascolto e discriminazione di suoni e parole, competenze motorie e prassiche, sviluppo cognitivo e affettivo.
Il linguaggio non può svilupparsi in modo armonico e competente senza la presenza delle abilità appena descritte.
Negli ultimi 10-15 anni molto ha fatto il campo della ricerca per trovare riferimenti utili ad una individuazione precoce di fattori di rischio e possiamo dire con certezza già all’età di 24 mesi quando un bambino presenta un livello linguistico troppo povero (Late Tolker) e quindi che necessita di un monitoraggio periodico (ogni 3-4 mesi) che dica se le competenze tendono a normalizzarsi (Late Bloomer), oppure se necessita di un intervento riabilitativo (Disturbo Specifico di Linguaggio).
ETA’
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COSA SA FARE
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COMPORTAMENTO
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QUANDO CONSULTARE IL PEDIATRA
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1 mese
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Distingue suoni con diverse caratteristiche acustiche e prodotti da diversi parlanti (Jusczyk,Pisoni)
Interessato ai volti
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Reagisce ai rumori/voci fermando la sua attività
Si orienta con lo sguardo verso la fonte
Piange
Guarda chi ha davanti
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Se sembra non reagire ai rumori
Assenza di vocalità
Assenza di pianto
Assenza di contatto oculare
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2-4 mesi
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Distingue le voci
Sorride
Muove meglio bocca e gola
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Comincia a orientare la testa verso la fonte sonora
Reagisce alla voce di mamma/papà
Emette versetti
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Se sembra non reagire ai rumori e voci
Nessuna vocalità
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4 mesi
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Incomincia a riconoscere i suoni della lingua
Sorriso sociale
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Cominciano i vocalizzi come manifestazione di maturazione degli aspetti verbali, il bambino si auto/ascolta e prova piacere
Sorride alle persone conosciute
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Se sembra non reagire alle voci
Se non emette vocalità
Nessun sorriso/amimia
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6 mesi
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Il sistema si specializza sui suoni della lingua e li identifica meglio
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Comincia la lallazione con i suoni della lingua il bambino si auto/ascolta e prova piacere
Il bambino produce sillabe ripetute con la stessa consonante (lallazione canonica)
I momenti di lallazione possono essere molto prolungati, anche 20-30 minuti
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Mancata lallazione entro i 12 mesi
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9 -12 mesi
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Maturano le abilità motorie ed articolato rie del linguaggio grazie anche alle nuove esperienze alimentari (cibi solidi)
Comincia la comunicazione verbale intenzionale
Compaiono gesti sociali
Comprende il linguaggio contestuale
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Lallazione variata: il bambino produce sillabe ripetute con consonanti diverse
Indica per chiedere
O per condividere un interesse
Compaiono le parole mamma, papà, pappa
Fa ciao con la mano
Manda i baci
Guarda l’oggetto/persona a cui ci si riferisce
Reagisce se chiamato per nome
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Mancata lallazione entro i 12 mesi
Lallazione molto scarsa
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12 mesi
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Usa il linguaggi in modo intenzionale
Articola principalmente i suoni nasali (m,n) e occlusivi (p,b, t, d, c dura)
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Indica per chiedere o per condividere un interesse
Prime parole (da 0 a 10)
Diversi gesti e parole onomatopeiche
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Mancata lallazione entro i 12 mesi
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12-18 mesi
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Ampliamento graduale del vocabolario
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Il bambino, quindi è in grado di dire o ripetere parole e non parole della propria lingua
Da 10 a 100 parole, principalmente bisillabiche
Parola frase: una parola singola a comunicare un significato più ampio
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Se il bambino a 18 mesi produce meno di 15 parole (passaggio dalla lallazione allo stadio lessicale)
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18-20 mesi
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Ampliamento del vocabolario
Aumentano i tentativi di imitare e ripetere ciò che sentono
Comprensione del linguaggio (più di 200 parole)
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Da 80 a 130 parole
Ripetono le parole che sentono
Comparsa della combinatoria (due parole abbinate) Es.: mamma tutù
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Se da’ segnali di non comprendere il linguaggio.
Per esempio non esegue una richiesta come “prendi la cosa ce è sul tavolo” … “guarda! C’è …”
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20-24 mesi
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Inizia a riconoscere i contrasti linguistici funzionali specifici della lingua che sta apprendendo.
Percepisce nel continuum sonoro le unità minime – Parole
(Devescovi, Caselli)
Usa parole sociali
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Esplosione lessicale, il bambino nel giro di poco tempo arriva a produrre più di 100 parole
Comparsa della combinatoria (due parole abbinate) Es.: mamma tutù
Fa lunghe sequenze come se stesse parlando mantenendo la giusta prosodia ed intonazione
Sì, no, ciao, grazie, dammi, guarda
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Se produce meno di 50 parole
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24-30 mesi
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Arricchimento lessicale esponenziale
Comparsa delle abilità morfo-sintattiche
Le parole onomatopeiche tendono a scomparire e usa solo parole
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Le parole prodotte sono moltissime (100-500)
Frasi semplici soggetto-verbo
o
È in grado di fare frasi ben articolate con soggetto-verbo-oggetto
Chiede il nome delle cose
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Se produce meno di 50 parole
Oppure
Più di 50, ma non combina almeno due parole (Late talkers)
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30-36 mesi
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Arricchimento lessicale esponenziale
Abilità di produrre i suoni molto migliorate e quasi complete
Comparsa delle abilità morfo-sintattiche
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Pronuncia suoni fricativi ed affricati: f, s,v, ci e gi.
Può comaprire il suono R.
Le frasi sono ben strutturate e vanno via via complicandosi ed allungandosi.
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È doveroso sottolineare come le tappe riportate, seppure facciano riferimento a precise fonti scientifiche, possano essere molto variabili da bimbo a bimbo, soprattutto fino ai 24 mesi.
Dai 24 mesi in poi, la variabilità tende a ridursi e i livelli linguistici dei bambini tendono ad equivalere.
Intorno ai 3 anni mezzo 4 il linguaggio dovrebbe essere sostanzialmente strutturato in tutti i suoi aspetti: buon livello lessicale, frasi corrette complete e ben strutturate, buona produzione dei suoni senza distorsioni (possono essere ancora non prodotti i suoni R, Z).
Piccoli consigli
Per una corretta stimolazione del linguaggio, contrariamente a quanto si possa pensare, è più utile incentivare nel bambino l’ascolto del linguaggio che non la produzione di parole.
Per fare ciò è bene parlare con un ritmo lento e ben articolato, ma naturale. L’uso del linguaggio da parte dell’adulto che sta con il bambino dovrebbe essere contestuale, cioè con riferimenti continui a ciò che accada intorno e verbalizzando il più possibile ciò che si sta facendo o ciò che succederà immediatamente dopo, almeno fino ai 2 anni e mezzo.
Verso i 3 anni il bambino è in grado di usare il linguaggio anche in riferimento ad esperienze lontane nel tempo e nello spazio.
Una attività molto adatta a stimolare l’ascolto e che nel contempo può rivelarsi utile a stimolare la produzione di parole nuove nel bambino è la lettura di libri semplici che riportino brevi routines tipiche della vita dei più piccini (nanna, pappa, bagnetto) possibilmente accompagnate da illustrazioni semplici e ben definite che consentono al bambino di “leggere” lui stesso la storia. (Leggi anche: Disturbi del linguaggio: mio figlio parla poco e male)
È sconsigliato chiedere di ripetere le parole con l’unico scopo di farle pronunciare perfettamente; ciò non serve a migliorare le competenze linguistiche in senso lato e rischia di diventare una modalità molto sgradita al bambino e potrebbe innescare meccanismi di rifiuto.
Fonti:
-
STADI DELLO SVILUPPO PRELINGUISTICO (OLLER, 1980)
-
SVILUPPO FONETICO (secondo U. Bortolini, PFLI)
-
SVILUPPO LESSICALE e del gesto (secondo PVB, Primo Vocabolario del Bambino, Caselli e Casadio, 1995)
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