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La Sicilia di Federico III d’Aragona
la trattativa fu offerto a Federico, in cambio della Sicilia, il regno di Albania, creato
per lui oppure il regno di Cipro, dopo averlo tolto alla famiglia Lusignano. Federico
rifiutò, ma, nell’agosto del 1302, fu trovato un compromesso che prevedeva che
Federico III mantenesse il potere sulla Sicilia col titolo di
Rex Trinacriae (il titolo di
Rex Siciliae spettava solo al re di Napoli) fino alla sua morte, dopo la quale l’isola
sarebbe dovuta passare nuovamente agli Angiò.
La guerra dei Vespri siciliani terminò con la pace di Caltabellotta: il 31 agosto
del 1302, probabilmente nel castello del Pizzo, si firmò il trattato di pace. Questo
trattato, modificato dal papa il 12 maggio 1303, comunque confermò che Federico
III mantenesse il potere sulla Sicilia, portatagli in dote dalla moglie Eleonora, col
titolo di
Re di Trinacria e dopo la sua morte l’isola sarebbe dovuta passare nuova-
mente agli Angiò. Il matrimonio con Eleonora venne celebrato nel maggio 1303, a
Messina. Comunque Eleonora era al suo secondo matrimonio, avendo sposato in
prime nozze, nel 1299, Filippo di Toucy, futuro Principe di Antiochia (dalla madre,
Luisa di Antiochia) futuro Signore di Terza (dal padre, Nariot di Toucy). Il matrimo-
nio era stato annullato dalla bolla di papa Bonifacio VIII, il 17 gennaio 1300, per la
troppo giovane età della sposa.
Nonostante il trattato fosse stato firmato non fu vera pace. Il termini dell’ac-
cordo, infatti, soddisfacevano più le esigenze del papato che quelle dei due regni,
Napoli e Sicilia.
Gli angioini, con la creazione di un regno siciliano indipendente, vedevano
notevolmente ridotti i propri territori e, in particolar modo, perdevano forze e risorse,
la cui mancanza non avrebbe reso possibile una politica espansionistica.
Il re di Trinacria, che vedeva legittimato il proprio titolo, perdeva ogni garan-
zia di successione dinastica al trono di Sicilia.
La pace, in realtà, durò solo pochi anni. Già nel 1313, la guerra tra angioini
e aragonesi era ripresa. Il parlamento siciliano, il 12 giugno 1314, disattendendo
l’accordo siglato con la Pace di Caltabellotta, riconosceva il figlio di Federico, Pietro
come erede al trono, e quindi, alla sua morte, successore di Federico, e, il 9 agosto,
confermava Federico re di Sicilia e non più di Trinacria. Seguirono due anni di guer-
ra, in cui Roberto d’Angiò cercò di conquistare l’isola (1314), a cui seguì una tregua
di
due anni, sino al 1316.
Allo scadere della tregua, Roberto attaccò la Sicilia occidentale e si diresse su
Palermo, su cui confluiva anche la flotta napoletana. Federico, preso alla sprovvista
e preoccupato di essere sconfitto, nel 1317, chiese una tregua che gli fu concessa a
patto di restituire agli angioini tutte le posizioni che ancora deteneva sul continente
(quasi tutte in Calabria). La nuova tregua sarebbe scaduta a Natale del 1320.
Finita la tregua, Federico, nel 1321, inviò una flotta con reparti di cavalleria
di fronte a Genova, in aiuto dei ghibellini che combattevano contro la repubblica
di Genova, ma Roberto d’Angiò, alleato di Genova, inviò 82 galee che costrinsero
la flotta siciliana a ritirarsi e rientrare in Sicilia. Nel settembre dello stesso anno, la