C'era una volta



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VENTISETTESIMA PUNTATA: A FRIBURGO IN GERMANIA

Nell'agosto del 1999, per essere più precisi dall'1 al 21, il terrone andò a Friburgo in Germania per frequentare corsi di tedesco, visto che faceva un po' cacare. L'impatto con il nuovo paese fu molto buono, la famiglia che ospitò il terrone era simpaticissima e disponibile, mentre il primo contatto con i professori dei corsi fu proprio una merda! Ma pian piano il meridionale si inserì bene nell'ambiente e frequentò i corsi insieme ad altri ragazze e ragazzi italiani e tre svizzere...mmm sviiizzero...no..novi! Durante il viaggio in treno il terrone conobbe una ragazza che avrebbe frequentato con lui gli stessi corsi e, sebbene fosse booona, era proprio una cacacazzi che non parlava mai ed era esageratamente fine. All'inizio gli sembrava simpatica però (eh sapete, sono contadini!), mentre in seguito gli stava proprio sulla minchia... magari! Nello stesso corso c'era anche una signora che voleva imparare tedesco per il proprio lavoro e che al terrone sembrava proprio una porcona e poi due delle tre svizzere che, anche se ridevano sempre ed erano abbastanza coglione, erano proprio bonette! C'era anche un uomo forse frocio che voleva imparare il tedesco che sapeva già, una ragazza pallida che sembrava sempre fatta e un ragazzo milanese di nome Roberto, di cui il terrone divenne un buon amico. Entrambi avevano gli stessi gusti, cioè beeeere e così la sera si trovavano insieme agli altri ragazzi e ragazze del corso a Friburgo; ognuno viveva fuori dalla cittadina e ci si trovava ad una certa ora alla stazione. Non c'erano tutti a queste uscite serali, mancavano infatti la cacacazzi e un'altra bambinetta che volevano fare i compitini, non c'era la signora porcona che forse si faceva l'uomo frocio o bisex e nemmeno le tre svizzere, che andavano ogni sera in discoteca. Il terrone, bisogna ammettere, piaceva modestamente alle tre svizzere (questa notizia la seppe dalle altre ragazze del corso) ed anche ad una ragazza tedesca che collaborava con i professori del corso e che mandava in giro i ragazzi, faceva loro vedere i film in tedesco dove non si capiva una straminchia e che aveva probabilmente una discreta voglia di pisello a valvola del terrone. La mattina si svolgevano i corsi, poi si pranzava tutti insieme alla mensa universitaria ed il pomeriggio si andava in giro coi professori a visitare diversi luoghi. Durante le tre settimane di soggiorno, il terrone visitò la foresta nera, Strasburgo e il suo parlamento europeo, un lago in montagna da un nome strano e ancora altre cittadine di cui non ricordo il nome, ma non è importante. Quello che è rilevante in questa puntata è che il terrone beveeeeeva, vedeeeeeva le donne nuuuuude in televisione, si arrapaaaaava e...e...eh beh immaginate! Una sera il terrone andò a beeeeere con Roberto e altre due ragazze del corso in una birreria, si ubriacarono e fecero perdere l'ultimo bus disponibile alle due fiiiighe, che erano leggermente incazzate, ma loro ridevano e dicevano: "Dài, prendete il taxi e non rompete i coglioni!". Un'altra sera il palemmetano e il milanese fecero sul serio, andarono soli e concentrati in una birreria e "trincarono" una cifra, spararono cazzate, ridevano tutto il tempo e parlavano delle loro esperienze, non sessuali, ma riguardanti l'alcol e i suoi effetti collaterali. I due erano d'accordo su una cosa:"Chi non ha vomitato ed è stato male a causa dell'alcol non ha vissuto!". Quella sera stessa l'africano non si rese conto di avere perso la cognizione del tempo, perse l'autobus e prese il taxi insieme ad altri ragazzi tedesci ubriachi marci comallui! Un'altra sera ancora simile alla precedente il terrone bastardo non prese il taxi e decise di fare autostop: solo, su una strada buia,alzò il dito rivolto agli automobilisti, ma questi non si fermavano ed allora il mafioso alzava un altro dito! Bastarden! In mezzo alla strada, ridotto come uno straccio impregnato di birra tedesca, finalmente ottenne il passaggio da un tedesco su un furgoncino: durante il tragitto verso casa il terrone mischiava tedesco, inglese e palemmetano e quello non capiva uno "Schwanz!". Il mattino dopo il ragazzo del sud era stravolto e durante la lezione gli girava la testa e le palle e non aveva voglia di fare un cazzo! Un giorno i professori portarono i ragazzi ad una visita in uno stabilimento dove si produceva vino, ed il terrone era molto interessato ed ebbe l'opportunità di assaggiarne diverse qualità; la sera stessa andò coi due coniugi che l'ospitavano a bere ad una festa del vino e si ubriacarono insieme a lui. Che beeeello! Qualche giorno dopo il terrone andò ad un'altra festa insieme a Roberto e ad Eric, colui che ospitava il terù; i due giovini ed il buon uomo giravano in cerca di "carburante" coi loro bicchieri e nel frattempo ridevano come baldracchen! Insomma, cosa posso aggiungere, liebe getrunkene Leser (cari lettori ubriachi), il soggiorno a Friburgo fu divertente ed utile, perché il terrone migliorò la lingua. Ah, dimenticavo un fatto importante: una sera due froci tedeschi ci provarono col terrone, was Scheisseleben! Durante il viaggio di ritorno con Roberto, il terrone era stanchissimo e ad una fermata scese dal treno per prendere un po' d'aria; un terrone guardia di finanza disse con un'aria di superiorità:"Ah, noi dobbiamo fare i controlli e voi vi fate due passi!" ed il terrone nostro protagonista pensò "Che spaccapalle!" e salì sul treno. Si sedette vicino a Roberto e disse:"Che rompicoglioni che sono oh!", il terrone finanziere delle mie palle sentì queste parole, si avvicinò al mafioso, gli diede due sberlette provocatorie e disse "Cosa hai deeetto!" e il terrone rispose in modo sincero "Eh, che siete rompicoglioni!". A questo punto quel fighetto esaltato disse:"Scendete tutti e due dal treno con le valigie e i documenti!" e il mafioso gridò "Miiiiiiiinchia nooooo, dài, scusaaa, è che sono stanco e mi è scappato!" e lui replicò "Eh sì, bella scusa, tu non sai quante volte durante la giornata le persone parlano come te!". In effetti aveva ragione quel rompicoglioni, però quello che al terrone aveva dato fastidio era stato il suo tono di superiorità, inadatto alla situasiù! Il collega dell'esaltato, terrone purallui e più comprensivo, lesse la carta d'identità del delinquente, pronunciò il suo cognome e chiese delle sue origini. Il terrone disse che veniva da Palemmo e così il giovine comprensivo si commosse e convinse il collega incazzato a lasciare perdere per quella volta, ma prima o poi..sì sì! Il buon donzello sembrava aver capito il delinquente e doveva aver pensato:"Eh orsù, è un terù, lo posso capire!".
VENTOTTESIMA PUNTATA: UNA CENA DI PALLACANESTRO

Il terrone faccia di merda gioca a basket da circa 14 anni e modestamente è un talento eh eh eh, ma nessuna squadra lo caga comunque oh oh oh! Quando il piccolo delinquente era in quinta elementare, un giorno entrarono in aula delle persone che pubblicizzavano diversi sports (con la "s" perché plurale e come i piedi, che "puzzini" perché plurale), e consegnarono ai bambini rompicoglioni piagnucoloni dei libricini per ottenere maggiori informazioni al riguardo. All'epoca il terroncino guardava diversi cartoni animati, ma il suo preferito era "Gigi la trottola", la storia di un bambinetto che praticava con successo più sports ma in paitticolare (particolare in palemmetano) la pallacanestro. Questo baaaaaaambinetto era un fico e aveva anche soddisfazioni con le fiche, toglieva ad esempio le mutandine rosa di una fica, le annusava e pensava "che bella fica!". Il terronciello voleva asssssssssolutamente seguire le orme di questo gran piccolo fichetto e pensava "Ah, se ora inizio giocare a basket, posso togliere le mutandine delle bambine che hanno la vagina!" e così decise immediatamente di iscriversi nella squadra locale di Salò, dove l'asino volò, oh! Ambarabacciccicocò! Il primo giorno il piccolo mafioso si preparò al primo allenamento, andò entusiasta alla palestra ove doveva svolgersi, ma invece non si fece nulla. Incazzato come una bestiolina, l'africanino col nonno di nome Nino, si mise a piangere dal nervoso perché aveva una gran voglia di iniziare; la delusione fu forte come quando si prendono le palate da una bella fica! Ma il giorno tanto aspettato arrivò e seguirono anni di soddisfazioni personali, nonostante gli anni iniziali la squadra del terone perdesse tantissime partite. Ma arriviamo ora all'anno in cui il picciotto palemmetano e i suoi scagnozzi vinsero il campionato di prima divisione e accedettero al campionato di promozione, attualmente in svolgimento. L'anno ancora prima della vittoria il delinquente si ruppe veramente i coglioncini, perché il famoso Aldo A. descrittovi nelle precedenti puntate, non so 'cu minchia aveva quel curnutu e curnutu su' patre e sa' matre, non lo cacò proprio e lasciava il culo sporco di merda del terrone a marcire su quella cazzo di panchina! La passione, la voglia di combattere e la cocciutaggine di quel testone minchione lo fecero resistere per un anno e, nonostante ogni partita giocasse una straminchiettina di tempo, dimostrava di essere una beeeestia e tutti lo potevano capire.Ad Aldo, ammazzo lui e tutta la sua famiglia, non fregava una minchiona che lui giocasse bene e facesse il suo dovere e, invece di premiare quel povero meridionale che beveva per la tristezza nell'ambito sia sportivo che "peloso", lo lasciava sempre su quella panchina che faceva pure male al suo culetto terrone! Una partita che si doveva giocare contro il Gavardo, avversaria del terrone per molti anni, il picciotto rimase seduto tutto, dico, tutto il tempo, dico, tempo su quella panchina, dico, panchina; in quei momenti il mafioso guardava male il suo allenatore ed aveva una gran voglia di strozzarlo mortalmente, ma senza fargli troppo male. Sconfortato come uno in crisi di astinenza, il siciliano cominciò a pensare ad altro, l'alcol: finita la partita, incazzato come un fenicottero, andò al Cace, un locale di Salò e bevette 3 o 4 limoncini e sfogò la sua rabbia a Francesco B.. L'anno seguente, quello del successo e non più di cesso, il terrone era ben messo, era soddisfatto delle sue prestazioni (basket) e della squadra in cui si trovava. A fine campionato si svolse una cena organizzata dal presidente e dai dirigenti della società: si mangiò in un ristorante di Gavardo affettati, spiedo a non finire, torta e si bevette il simpatico vino rosso. Accanto al terrone c'era uno dei suoi compagni di squadra chiamato "Bana" (ancora non ho capito come cazzo si chiama) ed insieme bevettero due o tre bottiglie di vino rosso, più limoncino o altro, non ricordo, comunque sempre amico alcol. Pian pianin il terrone si ubriacò di felicità, non c'erano questa volta delusioni alle porte, ed i compagni di squadra lo seguirono come un'orchestra; le solite stronzate, figure di merda, colloqui con i cuochi e i camerieri e tanto, dico, tanto, ridico, tanto, riridico, tanto divertimento! Fuori come un'anguilla, Bana e un certo Crovi che ridevano come baldracche, e in seguito tanta voglia di annusare mutandine rosa di fiche! Il terrone, alcuni suoi compagni di squadra e qualche dirigente che non aveva mai visto prima, andaronò alla Fine del Mondo (di cui un dirigente è socio) e il palemmetano era deciso a provarci con qualche donzella, ma come accade spesso, non accadde proprio una minchia, solo qualche sfrusciata di cazzo quà e là, un po' su, un po' giù ed alla fine un po' di rottura di palline! Ma quella sera si ballò tanto ed anche un certo Lele, altro compagno di squadra del terrone, poteva quasi farsi una figa, invece no. Dopo quella serata di successo il terrone andò a casa, non si sa come, dormì tranquillo tutta notte ed il mattino dopo vomitò roba rosa, spiedo e i liquidi soliti del suo fegato marcio! Cosa vi posso dire, cari lettori, chi non risica non rosica e chi c'è c'è, chi non c'è non c'è.
VENTINOVESIMA PUNTATA: TENDATA ALLA BAIA DEL VENTO

Estate l'annoscorso, al mare col pattinooooo, vedere gli ombrelloni, lontani, lontani, nessuno ci vedrà, vedrà, vedrààààà...Un giorno di luglio il terrone organizzò una tendata alla Baia del Vento, località S. Felice del Benaco, su una collinetta vicino ad una chiesetta. I partecipanti erano Andrea Z. detto il drogato e alcolizzato (però è un bravo ragazzo), Veronica G.chiamata assolutamente e senza ombra di dubbio Annetta o Ginepra, Anna Z. chiamata Annina perché piccolina, Anna D. detta Annona perché c'ha due peeere! Ebbene, il terrone era ben organizzato e portò la tenda, una specie di telone per starci sopra senza sporcarsi, varie candele e un lume a gasolio per fare luce; ovviamente non poteva mancare la materia prima, voi penserete la fiiiiiga, no novi, la biiiiiirra! Il terrone era particolarmente allegro quel dì e con la sua Seicento sporting di colore rosso raggiunse insieme agli amici la destinazione prestabilita: non vi dico quanta roba avevano portato, manco avessero dovuto trascorrere una settimana di vacanza! Scesi dalla macchinetta, Andrea e il terone non vedevano l'ora di raggiungere il luogo dove montare la tenda per beeere: faceva caldo e i due giovini avevano particolarmente sete di birra, ma che strano eh! Già abbastanza brillettini, ma proprio ini, al pomeriggio la combriccola andò in una pizzeria situata nelle vicinanze e pure lì si ordinò, oltre alle pizze (pizzeria=dove si fanno le pizze), della birra. Alla cena c'erano pure Cristian G. detto il testone, Nicola B. detto il tirchio tristezza e non ricordo più se ce n'erano altri, ma non è importante. Non accadde nulla di rilevante in pizzeria, solo qualche discorsetto di vario tipo, qualche risata e viiiiia e il terrone rimproverò il testone per non aver portato la chitarra classica, che testone minchione! Finita la cena, il terrone si alzò, spezzò il pane, rese grazie e disse ai suoi discepoli, ma soprattutto alle discepole: "Questo è il mio corpo, offerto in sacrificio per voi!". Nessuna lo cagò! Allo stesso modo prese il calice, gli rese grazie per la sua esistenza e disse: "Questa è la biiiiirra, beveeeeete e ubriacaaaaatevi con me!". Che cazzo c'entra quello che ho scritto non lo so, però mi andava! Ebbene si ritornò alla tenda quando oramai faceva buio: il cielo era stellato, la luna splendeva, il rumore delle onde del lago faceva rabbrividire e in questa atmosfera così romantica e soave, il terrone aveva voglia di fiiiiiga! Seduti sul telone, in mezzo alcol trincato a volontà e intorno cinque giovani che non avevano una minchia da fare: si cominciò a cantare assieme allegramente anche canzoni tristi, ma bisogna ammettere che si stava proprio bene, all'inizio! Come ho già accennato, nella combriccola c'era Veronica G. detta Annetta o Ginepra, una bella...f...ragazza, dolce ed equilibrata; il terrone ne era e ne è particolarmente colpito, ormai tutti lo sanno, ma io me ne fotto, non sono nato col culo al caldo io! Comunque è proprio una ragazza da sposare, peccato che non succederà mai al quel minchione di terrone, lei se ne fotte perché è il gran visir dei terù! Oltretutto il terrone, non è che ci aveva provato spudoratamente, ma le aveva chiesto stupidamente qualche tempo fa prima della tendata se le andava di uscire con lui ed in breve lei rispose:"Assolutamente!"; che vita di merda! Da quel momento in poi il terrone si sente alquanto in imbarazzo in sua presenza, non è se stesso e questo gli dispiace ed anche lei deve sentirsi in imbarazzo e deve pensare:"Eh, sognaaaa!"; ma ocio a tutti, dico io, il terrone non è il tipo che molla e vedrete che un giorno...non succederà un cazzo! Ma basta ora, ce ne sarebbero cose da dire, ma sono minchie mie, torniamo a quella serata. In seguito vennero a trovare la combriccola Francesco B., Ruben G. (simpatico quella serata!), Alessandro Z., Michele C. e forse qualcun altro, boh! Saggiamente i nuovi arrivati portarono da bere e il terrone, toltosi le lenti a contatto e indossatosi gli occhiali da vista da orbo (non è solo sordo), cominciò a mandare giù quel ben di Dio e, più ne mandava giù, più andava s....giù! Infatti dovete sapere che il terrone attraversa diverse fasi quando beeeve: prima fase, brillettino, sente meglio con le sue belle orecchie a sventola e aumenta le sue capacità di reazione, seconda fase, brillo, stronzate a raffica e senso di leggerezza, terza fase, sensazione di avere ali sulla sua testa di cazzo e aumento delle stronzate, quarta fase, confusione totale, nostalgia, tristezza e a volte pianto! Ebbene, quella serata, fu raggiunta la quarta fase, ma andiamo con ordine. Ormai fuori come una mucca pazza, il meridionale veniva "alcolizzato" (termine inventato dal terrone simile di significato ad allattare) da Francesco B., che rideva come una baldraccona e diventava rosso come il libro rosso che sta davanti a me. Il livello di sbornia cresceva sempre più e la stima di Veronica nei confronti di quel palemmetano andava al ribasso come in borsa; il terrone ormai non capiva più una minchia e doveva sfogarsi. Si alzò, inseguì quel rompicoglioni di Ruben, che gli aveva pure rotto la lampada a gasolio, bastardo, andò contro un albero e si staccò un pezzo di pelle dalla sua spalla sinistra (di cui ci sono ancora i segni) e cadde sulla tenda perché perse l'equilibrio. In poche parole fece una gran figura di merda, tanto per cambiare, ma io me ne fotto, non sono nato col culo al caldo io! Dopo che andarono via i nuovi arrivati, era giunta l'ora di espletare i bisogni fisiologici, di fare la doppia p, PI-Pì, e così il terrone, caduto in un abisso di tristezza e vuoto interiore riempito solo dall'alcol, si allontanò con Andrea Z. per il suddetto scopo. Durante il tragitto il terrone scoppiò in un pianto sconsolatore solo per lui, perché Andrea doveva pensare: "Ah, che checca di terrone!", e la causa probabilmente era la fiiiiiga, in quel momento Veronica. Tanti discorsi da fallito, l'amico che lo consolava, ma il terrone era proprio giù e non riusciva più a risalire da quell'abisso in cui era caduto, che parolooooone! Tornati alla tenda, il bastardo ragazzo africano lamentava il fatto che non riuscisse a dormire nella stessa tenda con Veronica, perché gli veniva voglia di saltarle addosso, che romanticone eh! Ma era veramente così anche se stupido e proprio da coglione bambinone! In tenda il terrone, convinto che le ragazze dormissero, sfogava ad Andrea i suoi assilli e non sapeva che tutto quello che stava dicendo era ascoltato da Veronica, che probabilmente dentro di se rideva e pensava: "Povero illuso, non gliela darò mai....l'opportunità di uscire con me!". E la posso capire se uno si comporta così da coglione, ma che si può fare se il terrone è nato così? Non è nato col culo al caldo lui! Insomma, cosa posso dire, quel povero illuso del sud era a pezzi e l'alcol bevuto aveva probabilmente accentuato le sue esternate sofferenze, ma pian pianin quella merda vivente si addormentò con la speranza che domani sarebbe stato un altro giorno, si sarebbe visto! E il mattino dopo vedette male, porca di quella puttana, perché il terrone aveva sonno, sentiva in bocca il sapore di alcol andato a male e aveva saputo da Andrea delle figure di merda fatte in tenda, come è fortunaaato! Ma in fondo quella tendata fu divertente...per gli altri!
TRENTESIMA PUNTATA: A CASA DI NICOLA

Cari lettori polentoni, con questa puntata tornerò indietro nel tempo per raccontare due episodi che sono da ricordare. Iniziamo col primo: tutto cominciò alla discoteca Genux, dove un sabato sera il terrone e Nicola B. conobbero due ragazze, non chiamamole fiiiighe perché non lo erano, ma si potevano faaaare! Vista la situazione disperata e la accentuata voglia di fica, dopo una serata trascorsa insieme agli altri amici a provarci con tutto il genere femminile della discoteca, i due finirono per fare conoscenza con queste due donzelle. Una era bassa e biondina, l'altra era alta, di corporatura robusta, nel senso che c'aveva due tettone della Madonna, un culo abbastanza invitante e due labbra carnose adatte a certe sporcacciate che si fanno raramente; alla fin fine non erano proprio belle fiiiighe, ma chissenefrega dico io, la vooooglia era taaaaanta! Così Nicola, con il suo cellulare che non usa quasi mai per non spendere perché è un tirchione di merda, prese i loro numeri di telefono per organizzare in seguito un appuntamento in quattro. Quel meridionale disperato e il suo amico poveretto si erano presentati in qualità di Conti Fumagalli per fare la figura dei ricconi, e sembrava che le due ragazze credessero al loro status e volevano saperne di più. Povere baldraccone! Comunque i due conti di 'sta minchia raccontarono che non lavoravano perché non ne avevano bisogno, visto la loro grande ricchezza, e dissero di fare a perditempo gli animatori a Cortina. Quante stronzate! I due ovviamente erano abbastanza bevuti per avere il coraggio di dire quelle birichinate, ma tanto non avevano nulla da perdere e i due conti, cugini per l'occasione, non avevano più altre armi da usare per far colpo. Così qualche giorno dopo Nicola organizzò una serata a casa sua, diventata per l'occasione proprietà immobiliare di suo zio, anche lui di casato nobile. Il terrone e Nicola erano in casa a programmare tutto quello che c'era da fare per provarci con quei due buchi pelosi e, per essere più disinvolti ed essere capaci a dire tante altre stronzate, decisero di sgolarsi qualche bicchiere di whisky, e dicevano "beviaaaaamo, così almeno ce le facciamo senza problemi!". I due romanticoni andarono a prendere le due baldracche e, tra una bottiglia ed una baldracca, tra una baldracca ed una bottiglia, ci scappò il panettone ed una bottiglia di spumante. Durante il buffet il terrone parlava ancora stupidamente del loro status, diceva che erano ricchi, che non facevano un cazzo dalla mattina alla sera e che si divertivano a trascorrere una vita così agiata. Le due donzelle erano abbastanza imbarazzate e chiedevano informazioni riguardo a delle foto appese in cucina; il solito terrone tamarrone spiegò senza problemi che la sorella di Nicola, una figona di ragazza che si è sposato da poco un terrone siciliano, era una contessa inglese e i due genitori di Nicola erano i loro zii. Le ragazze dovevano pensare "Sì, sì, quante balle!", ma in fondo era palese che le due ci stavano alla grande. I due ricconi animatori e le due baldracche da quattro soldi andarono in soggiorno: tra una parola e l'altra il terone spinse educatamente la tettona verso di se e cominciò a palparla quà e là. Visto la mancata reazione della donzella, il terrone, brillo come il diamante Debeer, pensò "eh eh eh eeeeeeeeeehhhhh, me la faròòòòòò, eh eh eeeeeeeehhhhhh"; nel frattempo Nicola era meno diretto e a suo modo comunque ci provava. A un certo punto Nicola disse allegramente:"Spegniamo le luci!"; il terrone bastardo approfittatore dell'occasione slinguò la tettona, che con la sua bocca faceva dei versi strani. Accese le luci, il conte palemmetano si alzò, trascinò con forza quella picciotta verso di se e disse:"Vieni su, che ti faccio vedere la casa dei miei zii!" e lei rispose "Va beeeeeene!". L'africano, con a fianco sempre la sua preda, disse:"Qui c'è il bagno, lì c'è la camera degli zii, là c'è un'altra camera e quà il letto!". Pronunciate queste parole, il mafioso spinse brutalmente la tettona sopra il letto e le saltò sopra viuuuuulentemente; la donzella, molto eccitata, prese il terrone, lo mise sotto il suo corpo e soprattutto sotto le sue peeeeeere mature ma sode come quelle non mature. Tra una slinguata e l'altra e sfrusciate varie molto piacevoli, il terrone ad un tratto disse:"Fermati, basta, che cazzo sto facendo!"; voi penserete che il terrone sia frocio, no, ocio, il fatto è che in un attimo di coscienza che gli era sopravvenuta, il terrone si sentiva una merda, più del solito, perché stava facendo delle sporcacciate così tanto per fare, e questo non era la sua vera indole. Così il siciliano disse con tono sicuro:"Andiamo giù valà!" e pensò "ma porca puttana, avrà due peeere, un culo invitante, due labbra simpatiche, ma c'ha una faccia abbastanza di merda, peggio della mia, oh!". Lei sembrava abbastanza delusa, ma il terrone le fece capire educatamente di non rompere più i coglioni e a passi lenti, anche perchè gli facevano male le palle a causa dell'eccitazione e dalla mancata eruzione di lava (non fate caso alla mia finezza), raggiunse l'altra coppia che a sua volta si era "divertita", diciamo! Il terrone guardò sconsolato il tirchione cugino e fece la sua tipica faccia delusa, cioè quella che esprime il seguente concetto: "No, Nicola, non va bene così, c'è un vuoto in noi, manca qualcosa che provoca in noi un senso di insoddisfazione, siamo infelici, te ne rendi conto che abbiamo bevuuuto per farci due baldracche che da sani non ci saremmo mai fatti? Ma che vita di merda! Dobbiamo colmare questo vuoto che è in noi, in poche parole....proviamoci con altre fiiiiighe!". I due si capirono all'istante e bastò uno sguardo per capire che dovevano sbarazzarsi delle due baldraccone. Le accompagnarono alla porta e la biondina disse: "Eh dài, ci vedremo un'altra volta, ok?" e i due conti risposero: "Sì, sì, aspettateci!" e chiusero la porta immediatamente. Finisce qui questa romantica soap opera, arriviamo al secondo episodio, svoltosi sempre in casa di Nicola. Stranamente quel tirchione non invita mai nessuno a casa sua ma, approfittando della temporanea assenza dei genitori, una sera organizzò una cena a base di fagioli, vino e rutti, modello Bud Spencer e Terence Hill. Musica sottofondo, "Dune Buggy" (quella di "Altrimenti ci arrabbiamo"), gli amici prepararono allegramente e ballando i fagioli nelle varie padelle. Andrea Z., il bravo ragazzo di sempre, gettava quà e là sale e pepe con fare danzante, il terrone delinquente mescolava e si grattava le palle, mentre Nicola, Matteo ('ndoh!) e un testone di nome Cristian non facevano una straminchia! Felici di quei fagioli in ebollizione, con sugo denso e invitante, Andrea voleva dare un tocco in più, ovvero aggiungere un po' d'olio, ergo disse: "Aggiungiamo l'olio!" e gli altri risposero "Va beeeene". Compiuta l'operazione, una fiamma alta circa due metri si levò in alto, il terrone si mise a ridere come una baldraccona soddisfatta, Andrea imprecava e si cagava addosso, Nicola si disperava e Matteo diceva: "eh eh, la fiaaaaaamma, ndoh, porco siiiiio!". Evitato il disastro, si cominciò a mangiare i fagioli con tanto pane e buon vino rosso: tra rutti, scoreggie e urla la cena fu un successo ma anche un cesso, nel senso che c'era proprio casino in cucina. Il terrone, particolarmente ubriaco, e non è una novità, voleva aggiungere un altro tocco in più, ma questa volta sulla macchina da marocchini di Nicola: una bella pisciata e un po' d'olio! Nicola lo odiò per qualche giorno, perché la sua bella macchina era sporca e unta, ma il terrone non si era reso conto di quello che faceva e si era comportato come una bestia qual è! Cosa posso aggiungere, picciotti e picciotte, andate solo a cagare, non so perché, ma volevo dirlo per farvi contenti, oh!

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