Sacra scrittura catechesi libro del profeta malachia



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Il giorno del Signore



17Voi avete stancato il Signore con le vostre parole; eppure chiedete: «Come lo abbiamo stancato?». Quando affermate: «Chiunque fa il male è come se fosse buono agli occhi del Signore e in lui si compiace», o quando esclamate: «Dov’è il Dio della giustizia?».

Dio, eterno, infinito, fonte di ogni vita e di ogni forza, mai potrà stancarsi nel suo amore? Eppure Lui dice che il suo popolo lo ha stancato.



Voi avete stancato il Signore con le vostre parole; eppure chiedete: «Come lo abbiamo stancato?». Quando affermate: «Chiunque fa il male è come se fosse buono agli occhi del Signore e in lui si compiace», o quando esclamate: «Dov’è il Dio della giustizia?». La stanchezza è fisica, morale, spirituale.

In verità Dio mai potrà stancarsi. La sua natura è amore eterno, infinito. Dio è come il sole. Il sole mai potrà stancarsi di effondere la sua luce, il suo calore.

Riflettiamo sull’agire del Signore. Da quando ha creato l’uomo, prima nel Giardino dell’Eden e poi fuori, sempre si è preso cura della sua creatura.

C’è però un elemento, il peccato, che lega Dio, anzi lo incatena, impedendogli di operare secondo la sua natura di amore eterno.

È come se il sole venisse rinchiuso in una struttura capace di impedirgli di effondere luce e calore. Sempre il sole brillerebbe, ma non può più illuminare.

Il popolo giunge ad affermare che presso Dio bene e male sono la stessa cosa. In questa affermazione è radicalmente convinto.

Quali sono i frutti di questo stravolgimento opera nel suo Signore? L’apertura ad ogni abominio, iniquità, nefandezza, peccato, trasgressione.

Tutto è senza valore presso Dio. O si fa il bene o si fa il male è la stessa cosa. Presso Dio tutto è indifferente, senza valore, senza significato.

Quando un popolo dice che Dio si compiace del male o che il Dio della giustizia non esiste, cosa potrà fare il Signore per esso? Ecco la stanchezza del Signore.

È una stanchezza non fisica, non morale, non spirituale. Si tratta invece di una stanchezza per impedimento, ostacolo, impossibilità all’azione.

Dio non può agire, perché il suo popolo ha posto tra esso e Lui una potentissima diga che impedisce ogni flusso di grazia e di luce,

Dio vorrebbe fare qualcosa,. Ma attualmente è impossibile poter raggiungere il cuore del suo popolo. È nella convinzione che il male non è male.


STANCARE


Poiché Mosè sentiva pesare le mani dalla stanchezza, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l'altro dall'altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole (Es 17, 12). Quando dunque il paese sarà abbandonato da loro e godrà i suoi sabati, mentre rimarrà deserto, senza di loro, essi sconteranno la loro colpa, per avere disprezzato le mie prescrizioni ed essersi stancati delle mie leggi (Lv 26, 43). Nonostante tutto questo, quando saranno nel paese dei loro nemici, io non li rigetterò e non mi stancherò di essi fino al punto d'annientarli del tutto e di rompere la mia alleanza con loro; poiché io sono il Signore loro Dio (Lv 26, 44).

Come ti assalì lungo il cammino e aggredì nella tua carovana tutti i più deboli della retroguardia, mentre tu eri stanco e sfinito, e non ebbe alcun timor di Dio (Dt 25, 18). Gedeone arrivò al Giordano e lo attraversò. Ma egli e i suoi trecento uomini erano stanchi e affamati (Gdc 8, 4). Disse a quelli di Succot: "Date focacce di pane alla gente che mi segue, perchè è stanca e io sto inseguendo Zebach e Zalmunna, re di Madian" (Gdc 8, 5). Poi venne alla gente di Succot e disse: "Ecco Zebach e Zalmunna, a proposito dei quali mi avete insultato dicendo: Hai tu forse già nelle mani i polsi di Zebach e Zalmunna perchè dobbiamo dare il pane alla tua gente stanca?" (Gdc 8, 15).

Il re disse a Ziba: "Che vuoi fare di queste cose?". Ziba rispose: "Gli asini serviranno di cavalcatura alla reggia, i pani e i frutti d'estate sono per sfamare i giovani, il vino per dissetare quelli che saranno stanchi nel deserto" (2Sam 16, 2). Il re e tutta la gente che era con lui arrivarono stanchi presso il Giordano e là ripresero fiato (2Sam 16, 14). Gli piomberò addosso mentre egli è stanco e ha le braccia fiacche; lo spaventerò e tutta la gente che è con lui si darà alla fuga; io colpirò solo il re (2Sam 17, 2). Miele, latte acido e formaggi di pecora e di vacca, per Davide e per la sua gente perché mangiassero; infatti dicevano: "Questa gente ha patito fame, stanchezza e sete nel deserto" (2Sam 17, 29).

I Filistei mossero di nuovo guerra ad Israele e Davide scese con i suoi sudditi a combattere contro i Filistei. Davide era stanco (2Sam 21, 15). Ma le truppe tennero fermo come aveva ordinato Giònata, mentre i cavalli di quelli si stancarono (1Mac 10, 81). Poiché gli uomini di Esdrin combattevano da lungo tempo ed erano stanchi, Giuda supplicò il Signore che si mostrasse loro alleato e guida nella battaglia (2Mac 12, 36). Se mi corico dico: "Quando mi alzerò?". Si allungano le ombre e sono stanco di rigirarmi fino all'alba (Gb 7, 4).

Stanco io sono della mia vita! Darò libero sfogo al mio lamento, parlerò nell'amarezza del mio cuore (Gb 10, 1). Nel giorno dell'angoscia io cerco il Signore, tutta la notte la mia mano è tesa e non si stanca; io rifiuto ogni conforto (Sal 76, 3). Preghiera di un afflitto che è stanco e sfoga dinanzi a Dio la sua angoscia (Sal 101, 1). Sono stanco di soffrire, Signore, dammi vita secondo la tua parola (Sal 118, 107). Metti di rado il piede in casa del tuo vicino, perché non si stanchi di te e ti prenda in odio (Pr 25, 17). Detti di Agùr figlio di Iakè, da Massa. Dice quest'uomo: Sono stanco, o Dio, sono stanco, o Dio, e vengo meno (Pr 30, 1).

La fatica dello stolto lo stanca; poiché non sa neppure andare in città (Qo 10, 15). Egli ordinò per l'eternità le sue opere, ne stabilì l'attività per le generazioni future. Non hanno fame né si stancano, eppure non interrompono il loro lavoro (Sir 16, 27). Una passione ardente come fuoco acceso non si calmerà finché non sarà consumata; un uomo impudico nel suo corpo non smetterà finché non lo divori il fuoco; per l'uomo impuro ogni pane è appetitoso, non si stancherà finché non muoia (Sir 23, 17). Si comportano secondo gli ordini del Santo, non si stancano al loro posto di sentinelle (Sir 43, 10).

Nel glorificare il Signore esaltatelo quanto potete, perché ancora più alto sarà. Nell'innalzarlo moltiplicate la vostra forza, non stancatevi, perché mai finirete (Sir 43, 30). I vostri noviluni e le vostre feste io detesto, sono per me un peso; sono stanco di sopportarli (Is 1, 14). Nessuno fra essi è stanco o inciampa, nessuno sonnecchia o dorme, non si scioglie la cintura dei suoi fianchi e non si slaccia il legaccio dei suoi sandali (Is 5, 27). Allora Isaia disse: "Ascoltate, casa di Davide! Non vi basta di stancare la pazienza degli uomini, perché ora vogliate stancare anche quella del mio Dio? (Is 7, 13).

Moab si mostrerà e si stancherà sulle alture, verrà nel suo santuario per pregare, ma senza successo (Is 16, 12). Colui che aveva detto loro: "Ecco il riposo! Fate riposare lo stanco. Ecco il sollievo!". Ma non vollero udire (Is 28, 12). Avverrà come quando un affamato sogna di mangiare, ma si sveglia con lo stomaco vuoto; come quando un assetato sogna di bere, ma si sveglia stanco e con la gola riarsa: così succederà alla folla di tutte le nazioni che marciano contro il monte Sion (Is 29, 8). Come una rondine io pigolo, gemo come una colomba. Sono stanchi i miei occhi di guardare in alto. Signore, io sono oppresso; proteggimi (Is 38, 14).

Non lo sai forse? Non lo hai udito? Dio eterno è il Signore, creatore di tutta la terra. Egli non si affatica né si stanca, la sua intelligenza è inscrutabile (Is 40, 28). Egli dá forza allo stanco e moltiplica il vigore allo spossato (Is 40, 29). Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono (Is 40, 30). Ma quanti sperano nel Signore riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi (Is 40, 31). Invece tu non mi hai invocato, o Giacobbe; anzi ti sei stancato di me, o Israele (Is 43, 22). Non mi hai portato neppure un agnello per l'olocausto, non mi hai onorato con i tuoi sacrifici. Io non ti ho molestato con richieste di offerte, né ti ho stancato esigendo incenso (Is 43, 23).

Non mi hai acquistato con denaro la cannella, né mi hai saziato con il grasso dei tuoi sacrifici. Ma tu mi hai dato molestia con i peccati, mi hai stancato con le tue iniquità (Is 43, 24). Ti sei stancata dei tuoi molti consiglieri: si presentino e ti salvino gli astrologi che osservano le stelle, i quali ogni mese ti pronosticano che cosa ti capiterà (Is 47, 13). Ti sei stancata in tante tue vie, ma non hai detto: "E' inutile". Hai trovato come ravvivare la mano; per questo non ti senti esausta (Is 57, 10). Asina selvatica abituata al deserto: nell'ardore del suo desiderio aspira l'aria; chi può frenare la sua brama? Quanti la cercano non devono stancarsi: la troveranno sempre nel suo mese (Ger 2, 24).

"Se, correndo con i pedoni, ti stanchi, come potrai gareggiare con i cavalli? Se non ti senti al sicuro in una regione pacifica, che farai nella boscaglia del Giordano? (Ger 12, 5). Essi hanno seminato grano e mietuto spine, si sono stancati senz'alcun vantaggio; restano confusi per il loro raccolto a causa dell'ira ardente del Signore" (Ger 12, 13). Tu mi hai respinto, dice il Signore, mi hai voltato le spalle e io ho steso la mano su di te per annientarti; sono stanco di avere pietà (Ger 15, 6). Poiché ristorerò copiosamente l'anima stanca e sazierò ogni anima che languisce" (Ger 31, 25). Tu hai detto: Guai a me poiché il Signore aggiunge tristezza al mio dolore. Io sono stanco dei miei gemiti e non trovo pace (Ger 45, 3).

E' forse già cosa detta, o casa di Giacobbe? E' forse stanca la pazienza del Signore, o questo è il suo modo di agire? Non sono forse benefiche le sue parole per chi cammina con rettitudine? (Mi 2, 7). Popolo mio, che cosa ti ho fatto? In che cosa ti ho stancato? Rispondimi (Mi 6, 3). Non è forse volere del Signore degli eserciti che i popoli fatichino per il fuoco e le nazioni si stanchino per un nulla? (Ab 2, 13). Voi avete stancato il Signore con le vostre parole; eppure chiedete: Come lo abbiamo stancato? Quando affermate: Chiunque fa il male è come se fosse buono agli occhi del Signore e in lui si compiace; o quando esclamate: Dov'è il Dio della giustizia? (Ml 2, 17). Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore (Mt 9, 36).

Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi (Lc 18, 1). Qui c'era il pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno (Gv 4, 6). E non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo (Gal 6, 9). Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità da parte dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d'animo (Eb 12, 3). Sei costante e hai molto sopportato per il mio nome, senza stancarti (Ap 2, 3).

Questa è la triste realtà del peccato: l’imprigionamento del Signore che lo rende non più operatore di grande bene in favore del suo popolo, dei suoi figli.

Questo imprigionamento porterà l’uomo alla morte eterna, nella perdizione dopo la morte. Non perché Dio non vuole, ma perché l’uomo non vuole.

Dalla prima pagina della Scrittura all’ultima, dalla Genesi all’Apocalisse sempre il Signore ha operato la differenza tra il bene e il male.

Il bene è vita, il male è morte. Il bene è benedizione. Il male è maledizione. Non solo benedizione e maledizione nell’eternità, nella vita dopo la morte.

Sono morte, benedizione, maledizione, vita oggi, sulla nostra terra. Che il male non produca bene, né vita, né benedizione lo attesta il lungo esilio.

Quando l’uomo giunge a così grande aberrazione? Quando arriva fino a sovvertire la stessa natura delle cose? Quando la verità è da lui soffocata?

Quando cade nella grande immoralità. Anche questa verità ci rivela il Signore per bocca del suo Apostolo Paolo. L’empietà soffoca ogni verità.



Io infatti non mi vergogno del Vangelo, perché è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del Giudeo, prima, come del Greco. In esso infatti si rivela la giustizia di Dio, da fede a fede, come sta scritto: Il giusto per fede vivrà.

Infatti l’ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ogni ingiustizia di uomini che soffocano la verità nell’ingiustizia, poiché ciò che di Dio si può conoscere è loro manifesto; Dio stesso lo ha manifestato a loro. Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi dunque non hanno alcun motivo di scusa perché, pur avendo conosciuto Dio, non lo hanno glorificato né ringraziato come Dio, ma si sono perduti nei loro vani ragionamenti e la loro mente ottusa si è ottenebrata. Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno scambiato la gloria del Dio incorruttibile con un’immagine e una figura di uomo corruttibile, di uccelli, di quadrupedi e di rettili.

Perciò Dio li ha abbandonati all’impurità secondo i desideri del loro cuore, tanto da disonorare fra loro i propri corpi, perché hanno scambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno adorato e servito le creature anziché il Creatore, che è benedetto nei secoli. Amen.

Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; infatti, le loro femmine hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Similmente anche i maschi, lasciando il rapporto naturale con la femmina, si sono accesi di desiderio gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi maschi con maschi, ricevendo così in se stessi la retribuzione dovuta al loro traviamento. E poiché non ritennero di dover conoscere Dio adeguatamente, Dio li ha abbandonati alla loro intelligenza depravata ed essi hanno commesso azioni indegne: sono colmi di ogni ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d’invidia, di omicidio, di lite, di frode, di malignità; diffamatori, maldicenti, nemici di Dio, arroganti, superbi, presuntuosi, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori, insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia. E, pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo le commettono, ma anche approvano chi le fa (Rm 1,16-32).

Quando si giunge a sovvertire la rivelazione e la stessa natura di Dio, è segno che si è giunti al sommo della depravazione morale. Si è nella piena empietà.



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