diminuendo (dal 13,5% a circa il 10%), perché
nello stesso periodo altre collettività (dell’Est
Europa e dell’Asia) sono aumentate secondo un
ritmo più elevato.
Al 31 dicembre 2001 i cittadini del Marocco
residenti in Italia erano 180.103 su una popola-
zione straniera residente di 1.334.889, con
un’incidenza del 13,5%. Alla fine del 2011 essi
sono stati 470.426 su 4.825.573 residenti (inci-
denza 9,7%).
È curioso rilevare che l’insediamento prin-
cipale dei marocchini si configura come una T,
con la linea orizzontale che va dal Piemonte al
Veneto inglobando la Lombardia, e quella ver-
ticale che scende centralmente attraverso
l’Emilia Romagna, la Toscana e l’Umbria fino al
Lazio e alla Campania.
Le regioni a maggiore presenza dei maroc-
chini sono la Lombardia, con quasi un quarto
del totale, e tre regioni con una incidenza di
circa il 15% sul totale (Emilia Romagna, Pie-
monte e Veneto). Più dei due terzi dei maroc-
chini si trova in queste quattro regioni, quelle
più industriali del Nord, in grado di offrire mag-
giori opportunità occupazionali. Invece, il nu-
mero dei marocchini è più contenuto nel Lazio,
pur essendo questa la seconda regione in Italia
per numero di immigrati.
Essendo la presenza marocchina in preva-
lenza stabilita nel Settentrione, le province con
il maggior numero di marocchini si trovano in
quest’area: Torino, Milano, Bergamo, Brescia,
Modena, Bologna, Verona, Treviso, Padova,
Reggio Emilia, Mantova, Cuneo, Vicenza, Peru-
gia, Mantova e Alessandria. Seguono, molto di-
stanziate, le città del centro Italia, come Firenze
e Roma. La presenza nel Meridione, dove ini-
zialmente si stabilirono i lavoratori stagionali (Si-
cilia, Campania e Puglia), è residuale, salvo sig-
nificative concentrazioni a Napoli, Salerno e
Reggio Calabria. La dislocazione dei consolati
marocchini riflette la ripartizione territoriale con
quattro strutture nel Nord (Milano, Verona, Bo-
logna, Torino), una nel Centro (Roma) e una nel
Meridione (Palermo). A questi si aggiungono i
tre consolati onorari di Trento, Napoli e Catan-
zaro.
Imprenditoria e rimesse:
il protagonismo dei marocchini
L’impegno imprenditoriale è uno degli
aspetti più dinamici registrati nel fenomeno mi-
gratorio in Italia nel corso degli anni 2000. Esso
si è caratterizzato per un maggiore dinamismo
rispetto all’imprenditoria italiana, che negli anni
di crisi non è riuscita né a mantenere né a recu-
perare il livello raggiunto nel 2007. Dell’impren-
ditoria immigrata è prevedibile un’ulteriore
espansione, perché gli immigrati tendono a rag-
giungere lo stesso livello degli italiani nel com-
parto del lavoro autonomo (rispetto al quale
però l’incidenza risulta dimezzata a confronto
con quella esercitata sulla popolazione resi-
dente, nonostante il continuo aumento interve-
nuto).
Bisogna tenere conto che la libera facoltà
per gli immigrati di esercitare un lavoro auto-
nomo, fatta eccezione per l’apertura avallata
solo dalla legge 39 del 1990 a beneficio degli
immigrati regolarizzati in quell’anno, si fonda
sulla deroga al principio della reciprocità bilate-
rale sancita dalla legge 40 del 1998. Di questa
nuova opportunità i marocchini si sono avvalsi
in misura ampia, creando circa un terzo delle
Breve storia dell’immigrazione marocchina in Italia
11
PARTE INTRODUTTIVA
ITALIA. Confronto tra le imprese con titolare marocchino e le altre aziende straniere (2007-2012)
2007
2008
2009
2010
2011
2012
Tutti i Paesi
165.114
187.466
213.267
228.540
249.464
232.668
Marocco
25.592
30.665
35.308
37.574
41.223
38.203
Inc. %
14,3
16,4
16,6
16,5
16,5
16,4
FONTE: Centro Studi e Ricerche IDOS. Elaborazioni su dati Infocamere/CNA