64
kat¦ t¾n mšshn tîn potamîn kaˆ t¾n 'Osrohn¾n ™parc…an
tolmîsi g£moij ¢qem…toij Ðmile‹n, kaˆ toÝj ῥwmakoÝj
paraba…nousi nÒmouj kaˆ t¦j ™n aÙto‹j ºpeilhmšnaj poin¦j t£j
te palai¦j kaˆ nšaj, to‹j mn ™k geitÒnwn projšcontej, e„j
¢qem…touj d kaˆ kekwlumšnouj ™mp…ptontej g£mouj. ¹me‹j to…nun
toÚtwn mn oÙdn pantelîj ™pisteÚsamen: oÙ g¦r ¹goÚmeqa
¢nqrèpouj mšroj Ôntaj tÁj ¹metšraj polite…aj toioàtÒ ti
pr£ttein qarre‹n kaˆ t¾n gon¾n t¾n ˜autîn kataiscÚnein kaˆ t¦
ÑnÒmata sugcšein (
33
).
Di fronte a tale temerarietà la prima e più istintiva reazione di
Giustiniano sembra quella di punire i colpevoli d’incesto con la pena
capitale. In seguito però subentrano riflessioni che lo inducono a una
maggiore indulgenza: in primo luogo la considerazione che gli abitanti di
quelle province intrattengono rapporti con le popolazioni confinanti,
presso le quali le nozze incestuose sono lecite; inoltre, il fatto che si trovino
alla periferia dell’impero li mantiene in uno stato d’isolamento e li rende
facile bersaglio di aggressioni e invasioni da parte dei gruppi vicini; infine
l’osservazione che il delitto de quo è diffuso soprattutto negli strati bassi
della popolazione, i meno sviluppati dal punto di vista culturale. Traspare
quindi nella costituzione una tendenza a giustificare i rei d’incesto sulla
base della loro difficile condizione sociale, contrassegnata da povertà,
ignoranza ed esposizione agli influssi sociali e culturali stranieri (
34
).
(
33
) Della Novella, di cui manca la versione latina dell’Authenticum, è proposta traduzione
in Appendice. Si confronti Epitome Athanasii 11, 6.
(
34
) Si confronti L
ANATA
, Figure dell’altro nella legislazione giustinianea, cit., pp. 39-51
secondo cui la materia del matrimonio è terreno di scontro tra il legislatore,
rappresentante dei valori della tradizione romana, e le pratiche “barbariche” diffuse
soprattutto in Oriente. La conciliazione pare impossibile in quelle province di confine
come l’Osroene o la Mesopotamia in cui, a dispetto delle leggi romane, si continuano a
contrarre nozze incestuose. Tuttavia l’imperatore concede una sanatoria in
considerazione delle misere condizioni in cui versa la classe contadina, presso cui i
matrimoni incestuosi erano molto frequenti: la Lanata ritiene tuttavia che questa
concessione sia in realtà un modo per discriminare ulteriormente le fasce più povere della
popolazione, a cui non si applicano neppure quelle regole sul matrimonio e sulla famiglia
che per l’imperatore sono, in altri contesti, irrinunciabili.
65
Nov. 154, 1 “Wjte kaˆ ™xereun©n taàta ºboulÒmeqa, kaˆ e‡ ti
toioàton Ólwj pšpraktai, toÝj ¡mart£nontaj prÕj ™sc£thn
¥gein timwr…an. ¢ll'™peid¾ kaˆ crÒnoj ™stˆ makrÕj kaˆ oÙd
pisteÚomen toioàtÒ ti gegenÁsqai plhmmšlhma, e„ ¥ra kaˆ toioàtÒ
ti sumbšbhke, tÕ mn parῳchkÒj, Ópwj d» pote ¨n œcoi,
sugcwroàmen to‹j t¾n 'Osrohn¾n kaˆ t¾n mšshn tîn potamîn t¦j
™parc…aj katoikoàsi, prof£sei tîn ™n aÙta‹j genomšnwn
diafÒrwj ™fÒdwn, kaˆ m£lista ¢groikikoà pl»qouj æj ™pˆ tÕ
ple‹ston Ôntoj toà taàta ™xamarte‹n legomšnou, kaˆ ™pˆ toà nàn
sc»matoj ™îmen enai, oÙdn polupragmonoàntej tîn ¥cri tÁj
near©j
¹mîn
qe…aj
diat£xewj
perˆ
toÚtou
æj
e„kÕj
plhmmelhqšntwn, ¢ll¦ qesp…zontej p©san kwluqÁnai perˆ toÚtou
z»thsin toiaÚthn kat¦ projèpwn À pragm£twn diaferÒntwn to‹j
™n ta‹j aÙta‹j ™parc…aij o„koàsi. met¦ d tÕn ¹mšteron nÒmon tÕn
œnagcoj perˆ toÚtou teqšnta e‡ tij ™tÒlmhsen À kaˆ tolm»seien
toioàtÒ ti pr©xai, boulÒmeqa toàton ØpÕ poin¦j ™sc£taj
katastÁnai, e„dÒta æj oÙ mšcri crhmatikîn sthsÒmeqa poinîn,
¢ll'aÙtÒn te kaˆ guna‹ka kaˆ pa‹daj ™x ¢qem…twn ginomšnouj
g£mwn met¦ t¾n ¹metšran, æj e‡rhtai, qe…an di£taxin
meteleusÒmeqa, kaˆ tÕn e„j kefal¾n k…ndunon kaˆ t¾n e„j
perious…an aÙto‹j poin¾n ™pist»somen, oÙdenÕj feidÒmenoi oÜte e„
me…zonoj oÜte e„ ™l£ttonoj e‡h katast£sewj À tÚchj À ƒerwsÚnhj
(toàto g¦r œti m©llÒn ™sti dujkolèteron), ¢ll¦ p©sin Ðmo…wj
™pexiÒntej t¾n nenomismšnhn kaˆ to‹j ῥwmako‹j pršpousan
nÒmoij ful£xomen eÙtax…an, oÙ mšroj mÒnon tÁj oÙs…aj
¢fairoÚmenoi, ¢ll¦ kaˆ t¾n oÙs…an Ólhn kaˆ mšroj toà sèmatoj,
kaˆ e‡per kaˆ dujkolwtšran eÛrwmen t¾n ¢qemitogam…an, kaˆ
aÙt¾n ‡swj t¾n yuc»n: oÙdenÕj ¢pofuge‹n dunamšnou e„j tÕ to‹j
pšlaj ™n to‹j plhmmel»masin ¢kolouqe‹n. cr¾ g¦r t¦ Ñrq£ te kaˆ
proj»konta frone‹n kaˆ toÝj ¥llouj ¢nist©n e„j tÕn toioàton
zÁlon, ¢ll'oÙk aÙtoÝj pr£ttein par£noma kaˆ e„j t¾n prÕj
¢ll»louj katafeÚgein m…mhsin. Taàta to…nun ful£ttesqai
boulÒmeqa ™pˆ tîn e„rhmšnwn ™parciîn, tîn te politikîn tîn te
stratiwtikîn ¢rcÒntwn toàto fulattÒntwn kaˆ t¦j poin¦j
™pit…qesqai to‹j ¡mart£nousi paraskeuazÒntwn. toàto d aÙtÕ
to‹j tÁj cèraj kat¦ prÒjtaxin s¾n di¦ programm£twn par¦ tîn
o„ke…wn ¢rcÒntwn genšsqai boulÒmeqa fanerÒn, e„ m¾ boÚlontai
kaˆ aÙtoˆ ta‹j ™sc£taij ØpoblhqÁnai poina‹j kaˆ ta‹j ™kptèsesi
66
tîn ¢rcîn kaˆ tîn oÙsiîn, e‡ tinoj toÚtwn ¢mel»seian. Epil. T¦
to…nun parast£nta ¹m‹n kaˆ di¦ toàde toà qe…ou dhloÚmena
pragmatikoà tÚpou ¹ s¾ ™ndoxÒthj œrgῳ kaˆ pšrati paradoànai
speus£tw. Dat.... (
35
)
In Nov. 154 trova riconoscimento il principio di irretroattività della
legge penale, in quanto Giustiniano, senza punire le nozze incestuose
celebrate prima dell’emanazione della Nov. 12, quando cioè il divieto non
era ancora in vigore, inasprisce le sanzioni contro chi, dopo l’emanazione
della legge, perseveri nel comportamento criminoso.
Nel primo caso il legislatore applica la massima clemenza
permettendo a chi ha contratto un matrimonio incestuoso di restare nella
condizione in cui si trova e conservare i diritti acquisiti dalla relazione
coniugale, e rimettendo perfino la sanzione pecuniaria: tale decisione è
forse dettata dal fatto che Giustiniano è consapevole dei danni causati
dalle continue guerre e in generale delle misere condizioni economiche in
cui versava all’epoca la classe contadina di quelle regioni periferiche.
Invece, per chi ha contratto le nozze dopo l’entrata in vigore di Nov.
12, la costituzione in oggetto prevede delle sanzioni molto severe: come
pena pecuniaria la confisca della totalità dei beni e come pene afflittive la
mutilazione corporale (
36
), non commutabile in pena patrimoniale, nonché
la minaccia dell’ultimo supplizio.
Un’ulteriore conferma della severità, a fine di prevenzione generale,
di cui è caratterizzata questa legge si desume dalla richiesta che viene
rivolta ai funzionari incaricati della repressione del crimine di incesto e
nelle severe punizioni che vengono minacciate a chi viene meno al proprio
compito: pene personali, perdita della carica amministrativa e confisca dei
(
35
) Traduzione in Appendice.
(
36
) In realtà la dicitura del testo greco può riferirsi sia alla fustigazione che alla vera e
propria mutilazione: B
IONDI
, Diritto romano cristiano, III, cit., pp. 478-479 propende per la
prima ipotesi mentre S. P
ULIATTI
, Ricerche sulle Novelle di Giustino II. La legislazione
imperiale da Giustiniano a Giustino II, I, Problemi di diritto pubblico, Milano 1984, 186-198
ritiene più plausibile la seconda.
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