Microeconomia


Concorrenza monopolistica ed efficienza economica



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Concorrenza monopolistica ed efficienza economica


La figura mostra che, in un mercato in concorrenza monopolistica, ci sono due cause di inefficienza economica:



  1. Nella concorrenza monopolistica il prezzo di equilibrio di lungo periodo è maggiore del costo marginale. Espandendo la produzione fino al punto in cui la curva di domanda interseca quella di costo marginale, il surplus totale aumenterebbe in misura corrispondente all’area ombreggiata nella figura 12.2(b). Il potere monopolistico genera una perdita secca e, nei mercati in concorrenza monopolistica le imprese godono di potere monopolistico.

  2. Nella figura l’impresa in concorrenza monopolistica ha capacità produttiva in eccesso: la quantità prodotta non minimizza il costo medio. In un mercato perfettamente concorrenziale l’impresa interagisce con una curva di domanda orizzontale, e il profitto è nullo nel punto di costo medio minimo, come illustra la figura 12.2(a); in un mercato in concorrenza monopolistica invece la curva di domanda ha pendenza negativa, per cui il punto di profitto nullo si trova a sinistra di quello di costo medio minimo. La capacità in eccesso genera inefficienza, perché il costo medio sarebbe più basso se ci fossero meno imprese nel mercato.

Questa inefficienza danneggia il consumatore: questo vuole dire che la concorrenza monopolistica è una struttura di mercato non desiderabile, che dovrebbe essere regolamentata? La risposta è probabilmente no, per due ragioni:





  1. Nella maggior parte dei mercati in concorrenza monopolistica il potere

di mercato della singola impresa è moderato. In conseguenza, la perdita secca è risibile e, dato che la curva di domanda della singola impresa tende ad essere molto elastica, anche la capacità in eccesso tende ad essere limitata.

  1. L’inefficienza che scaturisce è bilanciata da un effetto positivo: la diversità dei prodotti. I benefici della diversità possono essere rilevanti e compensare ampiamente l’inefficienza economica che consegue a curve di domanda di impresa con pendenza negativa.





L’oligopolio

In un mercato oligopolistico non importa che i beni siano differenziati o meno: quel che conta è che la produzione è ripartita tra poche imprese. In alcuni mercati oligopolistici alcune o tutte le imprese realizzano elevati profitti nel lungo periodo, a causa delle barriere all’entrata che rendono difficile l’ingresso di nuove imprese (mercato delle automobili, del petrolio, dei computer).


Perché in alcuni mercati sorgono barriere all’entrata? Le economie di scala possono rendere poco redditizia la coesistenza nel mercato di un numero elevato di imprese (brevetti).
Inoltre, gli attori di un mercato possono intraprendere azioni strategiche per scoraggiare l’entrata: per esempio, possono minacciare una guerra di prezzo, inondando il mercato di prodotti, in caso di nuove entrate, e rendere credibile la minaccia dotandosi di capacità produttiva in eccesso.
Gestire un’impresa oligopolistica è complicato, perché le decisioni di prezzo, livello di produzione, spesa pubblicitaria e investimento richiedono importanti considerazioni strategiche: dato che solo poche imprese competono tra loro, ciascuna deve valutare con attenzione l’effetto delle proprie azioni sulle decisioni degli altri attori del mercato, e le rispettive reazioni.
In quasi tutte le più importanti decisioni economiche – determinazione del prezzo e del livello di produzione, campagne promozionali, investimento in nuova capacità produttiva – l’impresa oligopolistica deve stabilire quale sia la reazione più probabile da parte della concorrenza.

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