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PREFAZIONE Pier Cesare Rivoltella



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PREFAZIONE

Pier Cesare Rivoltella


Alex Pentland (2015), in un libro importante di qualche anno fa, gettava le basi di una neoscienza, la )sica sociale. L’oggetto di questa scienza sono i dati, i Big Data, che essa studia grazie al contributo dell’informatica. L’importanza degli analytics si riconosce qui: essa consiste nel rendere possibile analizzare enormi basi di dati producendo in questo modo una discontinuità forte, per non dire un cambio di paradigma, all’interno della ricerca quantitativa. Infatti, quel che diviene possibile è prendere in considerazione l’intero universo di riferimento, senza più bisogno di procedere alla strati)cazione campionaria. È la potenza del calcolo a renderlo possibile, con impatti sulla ricerca che solo in un prossimo futuro si potranno apprezzare.
Il libro di Annamaria De Santis ri7ette proprio su questo tema: il rapporto tra analytics e ricerca quantitativa nel caso speci)co della ricerca educativa. Si tratta di una scelta importante e quanto mai opportuna. Infatti, il campo della ricerca educativa, soprattutto nel nostro Paese, soffre una drastica polarizzazione nel dibattito e nella pratica specialistici.
La prima polarizzazione è tra ricerca qualitativa e quantitativa, con una sensibile centratura soprattutto sulla dimensione qualitativa. Non sempre si tratta di una scelta metodologica. Spesso è il risultato della dif)coltà a gestire il tecnicismo richiesto dalla ricerca quantitativa, una dif)coltà che si spiega con l’assenza di una robusta formazione quantitativa nella maggior parte delle scuole di dottorato. Ma poi anche sull’impostazione metodologica dell’approccio qualitativo vi sarebbe da discutere, poiché anch’esso richiederebbe rigore e la messa in campo di strumentalità e attenzioni non scontate.
La seconda polarizzazione è tra ricerca Evidence Based e non Evidence Based. Questa polarizzazione nasce dall’importazione nel nostro Paese ii
dell’approccio e dei lavori di Hattie, con una lettura spesso radicale che non sempre rispecchia l’esatta posizione del ricercatore neozelandese. Con l’approccio EBE si è fatta la conoscenza degli studi di meta-analisi attribuendo a essi un valore predittivo enorme in relazione alla valutazione dei processi volta a volta oggetto di studio. Ancora una volta sul secondo estremo dell’asse di oscillazione si trovano gli studi non improntati a una logica EBE, nella maggior parte dei casi qualitativi.
Il risultato di questa doppia polarizzazione ha )nito già per produrre molte allergie nei confronti della ricerca quantitativa e altre rischia di produrne in futuro. Per questo lo studio di Annamaria De Santis riveste un ruolo di particolare importanza. Esso offre al giovane studioso, ma anche al ricercatore affermato non quantitativista, l’opportunità di accostarsi a un campo di analisi oggettivamente complicato con la possibilità di ricavarne un’adeguata in-formazione, avviando al contempo la riduzione delle polarizzazione cui facevamo cenno.
L’attenzione va nello speci)co all’analisi multivariata che viene presentata con competenza e chiarezza espositiva, grazie anche a una preziosa galleria di esempli)cazioni e casi. Il risultato è un libro serio, rigorosissimo dal punto di vista metodologico, informato e aggiornato, corredato da un’ottima bibliogra)a. Una pista di lavoro che si auspica inauguri una serie di studi in grado, come questo, di rilanciare l’importanza della ricerca quantitativa in educazione.
Milano, luglio 2022

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