A.I.S.P.E.S. Associazione Internazionale Studio Peperoncino e Solanacee
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Congresso di Verona 27-28 agosto 2011
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OSSERVAZIONI GENERALI SULLE SPECIE DEL SUD EST DEL BRASILE
C'è una grande confusione nella classificazione dei Capsicum wild del SE del Brasile, causata principalmente dalla non
volontà o impossibilità di ignorare il materiale raccolto e classificato in passato e ripartire da zero a mente sgombra;
difficile anche probabilmente trovare un accordo tra i vari botanici attivi sull'argomento (anche di nazioni diverse come
Barboza e Bianchetti).
Ci sono sicuramente molte specie non ancora trovate o senza nome.
Tra quelle note e classificate ci sono ambiguità che andrebbero risolte, determinando se si tratta di specie a sé stanti o
varietà; per esempio diverse accessioni di C.cornutum e vari tipi di C.buforum (incluso C.sp6).
L'analisi del DNA e test sugli incroci possibili potrebbero risolvere molti dubbi.
Da un punto di vista puramente morfologico sarebbe opportuno definire quali criteri sono sicuramente rilevanti per
differenziare le specie e quali sono considerati accessori; abbiamo rilevato grande variabilità anche nell'ambito della
stessa specie o stessa popolazione sui colori della corolla e la forma delle foglie, mentre il numero dei denti e la villosità
sembrano relativamente costanti.
Non è nemmeno escluso che tutte le specie wild brasiliane a semi neri siano interfeconde, anche se Bianchetti dichiara di
non essere riuscito a ottenere incroci, e siano quindi da considerare varietà di un'unica specie.
Molti caratteri sono comuni a tutte le specie, in particolare la forma e il colore dei frutti e dei semi; anche se le specie
selvatiche non sono sottoposte alla pressione selettiva accelerata dall’intervento umano (che in breve genera una
differenziazione enorme), la presenza di caratteristiche omogenee lascia supporre una differenziazione molto recente e
forse non ancora del tutto completa.
Tutte le specie hanno caratteristiche comuni.
Le piante nel complesso hanno portamento “pendulo”, con lunghi rami flessibili.
I frutti sono:
piccoli e tondeggianti (delle dimensioni di un pisello)
penduli
si staccano con grande facilità a maturazione
sono piuttosto piccanti da immaturi
sono poco piccanti, dolci e sugosi quando maturi
il colore a maturazione è poco appariscente (giallo-verdognolo)
I semi sono neri, molto coriacei.
Tutte queste caratteristiche fanno pensare che i principali dispersori di frutti e semi siano piccoli mammiferi o roditori che
raccolgono i frutti caduti sul terreno.
Questa ipotesi è suffragata anche dall’habitat; il sottobosco di foreste in quota, nelle zone di transizione tra luce e ombra,
offre condizioni poco adatte all’individuazione dei frutti dall’alto.
La piccantezza maggiore nei frutti immaturi potrebbe avere un preciso significato evolutivo, favorire il consumo dei soli
frutti maturi e scoraggiare eventuali tentativi di raccolta dei frutti immaturi.
I semi robusti possono passare senza danni nell’apparato digestivo di questi animali.
Il colore scuro probabilmente contribuisce a fornire calore al seme anche in punti ombrosi.
La facilità con cui cadono i frutti maturi spiega anche perché in generale si trovano pochi frutti maturi sulle piante; in
alcuni casi particolari (fondo sabbioso a Ibitipoca) abbiamo trovato frutti maturi a terra.
Il contrasto con molte specie selvatiche andine o specie semi-selvatiche del Brasile è evidentissimo.
Certi C.praetermissum , ad esempio, sembrano “progettati” per far disperdere i semi dagli uccelli; piante molto alte con
struttura regolare, frutti eretti, decidui (ma che difficilmente cadono spontaneamente), di colore brillante, molto piccanti
anche a maturazione; un richiamo irresistibile per gli uccelli e una struttura che nel complesso rende difficile raggiungere i
frutti ad altri animali e, nel caso, li scoraggia con una piccantezza elevata.
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LE SPECIE
In Flora Brasiliensis (1840-1906) sono descritti:
C.annuum
C.baccatum
C.frutescens
C.microcarpum
C.flexuosum
C.schottianum
C.campylopodium
C.mirabile
C.villosum
C.rabenii
C.parvifolium
Molte di queste specie sono ben definite e facilmente identificabili; le prime tre sono specie coltivate, la quarta
corrisponde all’attuale
C.baccatum var
baccatum.
Del C.rabenii si è persa ogni traccia e non è facile capire a quale specie attuale potrebbe corrispondere.
Dubbi rimangono su C.mirabile e C.parvifolium.
Altre specie sono state scoperte e classificate in seguito, alcune molto recentemente:
C.buforum (C.mirabile?)
C.cornutum/C.dusenii
C.recurvatum
C.friburgense
C.pereirae
C.hunzikerianum
Complessivamente le specie selvatiche del SE del Brasile sono quindi 10:
C.flexuosum, C.schottianum, C.campylopodium, C.mirabile/C.buforum, C.villosum, C.cornutum/C.dusenii, C.recurvatum,
C.friburgense, C.pereirae, C.hunzikerianum.
A queste si aggiungono il C.parvifolium e due nuove specie del nord-est (.v note successive).