57
s. L
azzarini
, seconda tavola di vipasca
[pp. 43-57]
123-133; c. d
omerGue
, Le régime juridique des mines du domaine public à Rome.
A propos d’un ouvrage récent, in
Mélanges de la Casa de Velázquez, 34-2 (2004),
221-236; c. d
omerGue
, Les mines antiques. La production des métaux aux époques
grecque et romaine, paris 2008, 189-209; a. m. h
irt
,
Imperial Mines and Quarries
in the Roman World. Organiza tional Aspects 27 BC - AD 235, oxford 2010; s.
L
azzarini
,
Tutela e manutenzione delle infrastrutture nella lex rivi hibe riensis
e
nella c.d. lex metallis dicta
di Vipasca, como 2012.
sergio lazzarini
3.1
Ripae fluminis e dissesti idrogeologici a roma
fra indagine geomorfologica
e riflessione giurisprudenziale
*
porti, stationes di carico e scarico merci, camminamenti di alaggio,
mercati,
horrea ed impianti artigianali e produttivi. oppure campi col-
tivati, boschi cedui, zone di allevamento e pascolo. o ancora selve in-
colte, paludi, lande desolate e deserte, coperte di vegetazione riparia.
luoghi pullulanti di vita o aree solitarie, abbandonate alla violenza
del fiume.
tutto questo ed altro ancora, nella roma di età repubblicana ed
imperiale, poteva trovarsi lungo le rive dei fiumi pubblici, vie di comu-
nicazione privilegiata, dentro e fuori la penisola, di uomini e merci.
Una realtà multiforme, dunque, dall’enorme rilievo economico e
strategico, descritta con vivacità dalle fonti letterarie e oggi sempre più
vivida alla nostra immaginazione nelle suggestioni fornite dalla docu-
mentazione archeologica ed epigrafica, ampiamente riscoperta e divul-
gata, negli ultimi decenni, dalla letteratura specialistica.
a tale ricchezza documentaria e all’evidente molteplicità degli inte-
ressi coinvolti, sembrerebbe naturale attendersi, come contrappunto,
una minuziosa regolamentazione giuridica delle ripae fluminis e del loro
utilizzo. sorprende, invece, che nelle fonti giuridiche, i riferimenti al
tema siano relativamente scarsi e le definizioni, per quanto presenti,
*
il presente contributo corrisponde alla relazione “riparia et phénomènes fluviaux
entre histoire, archéologie et droit » presentata dall’a. in occasione del convegno interna-
zionale « la gestion des bords de l’eau, un envirennement à risque. pour la définition du
concept de riparia dans l’empire romain » svoltosi dal 29 al 31 ottobre 2009 nell’Université
laval di Quebec. È stato già pubblicato in ius. rivista di scienze giuridiche 57 (2010),
175-193.
61
62
L. m
aGanzani
, Ripae fluminis e dissesti idrogeologici
[pp. 61-84]
appaiano smilze, concise e, almeno in apparenza, contraddittorie
1
.
così, per Ulpiano, la ripa è l’area che contiene il fiume nel suo corso
regolare (
id quod flumen continet naturalem rigorem cursus sui tenens:
d. 43.12.1.5) mentre per paolo è la striscia che lo racchiude nel mo-
mento della sua massima espansione (quae plenissimum flumen continet:
d. 43.12.3.1) corrispondente al declivio prospiciente il flusso dell’ac-
qua (d. 43.12.3.2).
per paolo le rive sono pubbliche come il fiume (d. 43.12.3pr.), per
gaio (d. 1.8.5pr.) e pomponio - che cita celso - (d. 41.1.30.1) sono,
invece, d’uso pubblico in funzione della navigazione e della pesca ivi
esercitabili (per approdare, stazionare, fissare agli alberi le gomene etc.)
ma seguono, quanto alla condizione giuridica, quella del suolo riviera-
sco cui accedono.
per celso e pomponio è il frontista ad acquistare il dominio dell’al-
bero nato sulla riva, ma per nerazio e scevola non gli competono né
l’edificio ivi costruito (nerat. d. 41.1.15) né il ponte che colleghi en-
trambe le sponde già in sua proprietà (scaev. d. 43.12.4).
ogni opera privata di bonifica, cura e difesa delle rive è inoltre incentivata
dallo stato, che ne assicura la tutela interdettale nel caso di indebite turbative
di terzi, purché si presti cautio damni infecti decennale per eventuali danni
prodotti da o a causa del manufatto (De ripa munienda d.43.15).
1
non ampia la letteratura sul tema: J. L
e
G
aLL
,
Il Tevere fiume di Roma nell’antichità,
roma, 2005 (trad. it. dell’edizione paris, 1953), p. 190 ss.; m.p. P
avese
, Fundus cum vadis
et alluvionibus. Gli incrementi fluviali fra documenti della prassi e riflessione giurisprudenziale
romana, roma, 2004, p. 174 ss.; n. d
e
m
arco
, I loci publici dal I al III secolo. Le iden-
tificazioni dottrinali, il ruolo dell’usus, gli strumenti di tutela, napoli, 2004, p. 115 ss.; m.
F
iorentini
,
Fiumi e mari nell’esperienza giuridica romana. Profili di tutela processuale e di
inquadramento sistematico, milano, 2003, p. 243 ss.; J.m. a
Lburquerque
, La protección o
defensa del uso colectivo de las cosas de dominio público: Especial referencia a los interdictos de
publicis locis (loca, itinere, viae, fulmina, ripae), madrid, 2002, p. 257 ss.; i
d
., El cauce y las
orillas de los ríos públicos en derecho romano. Visión interdictal y jurisprudencial (D. 43,12,1,7
y D.43,12,1,5), in anuario de Facultade de dereito da Universidade da coruña 7 (2003),
p. 51 ss.; m.g. z
oz
, Riflessioni in tema di res publicae, torino, 1999, p. 105 ss.; F. d
e
i
zar
-
ra
, Le fleuve et les hommes en Gaule romaine, paris, 1993, p. 48 ss.; p. b
onFante
, Corso di
diritto romano, II, La proprietà, Parte I, milano, 1966, p. 93 ss.; g. s
cheriLLo
,
Lezioni di
diritto romano. Le cose, I, milano, 1945, p. 113 s.; g. G
rosso
,
Corso di diritto romano. Le
cose, torino, 1941, p. 140s. = rivista di diritto romano 1 (2001), p. 130. cenni anche g.
s
antucci
,
Operis novi nunciatio iuris publici tendi gratia, padova, 2001, p. 122 ss.