ACQUI TERME
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L’ANCORA
3 SETTEMBRE 2017
Acqui Terme. Ancora una
volta hanno incantato “I Fortu-
nelli” nel loro concerto d’ago-
sto, il decimo, nella cripta del-
la Cattedrale dell’Assunta.
La cronaca si riferisce alla
sera di giovedì 24 agosto, con
un pubblico qui convenuto leg-
germente inferiore alle attese
(anche perchè nel Chiostro di
San Francesco era in pro-
gramma, in contemporanea, il
concerto - che sappiamo es-
sere stato egualmente entu-
siasmante - dei maestri del-
l’Accademia di mandolino).
Ma, all’improvviso, la compar-
sa di un nutrito gruppo costi-
tuito delle Suore Angeline, da
Castelspina, restituiva il colpo
d’occhio che ci voleva alla
“platea”.
(Nuovi eventi e sempre gli
stessi problemi, verrebbe da
dire: sabato 2 settembre in
contemporanea un concerto
Musica in Estate alla Meridia-
na, “Corisettembre”, e pure il
Gala del Premio di Poesia Ar-
chicultura, con un duo piano e
cello alla ribalta....).
***
Assai esiguo lo spazio a no-
stra disposizione, qui di segui-
to solo qualche nota. Va sotto-
lineata la ricerca, nel segno
dell’originalità, della proposta
di Francien Meuwissen e dei
suoi cantori da Olanda e Bel-
gio.
Mai avevamo ascoltato le
percussioni nel concerto dei
Fortunelli. E proprio la secon-
da parte del programma si è ri-
velata la più affascinante, ab-
bandonato il latino e le più
compassate e severe architet-
ture polifoniche della tradizio-
ne.
E, forse, a più uno degli
ascoltatori, è salita dal cuore
questa suggestione. Che i bra-
ni ispano messicani (ora stro-
fici; ora onomatopeici, ora fe-
stosi e rutilanti, che rendono
ora la sarabanda e le altre
danze, con i legnetti dai colpi
secchi, e la profondità sonora
dei colpi del tamburo - che
acustica la nostra cripta!!!; e
poi ecco testi molto “terreni”, in
cui la Natività significa soprat-
tutto il momento, anche ca-
priccioso, per richiedere do-
ni...), che questi brani benissi-
mo si potessero adattare alle
immagini di Mission di Robert
De Niro. (Così costituendo una
alternativa alla colonna di En-
nio Morricone).
Ecco, così, nell’arco di 70
minuti, che dalle linee del gre-
goriano monodico, si passa al
De Victoria, e poi a qualcosa
che assomiglia alla lauda e ai
“ludi” teatrali (modello Quem
queritis o storie di Daniele...
per intenderci). E, quindi, fa-
cendo ancora un po’ di strada,
si giunge alla libertà della di-
sinvolta “insalata” di cui discet-
tavamo una settimana fa.
In più le suggestioni dei tim-
bri: voci che paragoni ad ance;
un contralto dal timbro scuro; il
parlato... Davvero una “musica
a colori” (in linea con la natura
delle terre della Nuova Spa-
gna)
E, così, ci pare proprio che
un solo passaggio annuale de
“I Fortunelli” non ci possa più
bastare...
G.Sa.
Nella sezione storico-divul-
gativa, tra i libri approdati alla
finale del Premio Acqui Storia
2017, è presente il volume L’in-
venzione della natura Le av-
venture di Alexander von Hum-
boldt, l’eroe perduto della
scienza. Andrea Wulf, brillante
storica e scrittrice anglo-tede-
sca narra in una prosa fluida e
vivida, la straordinaria storia di
Alexander von Humboldt. Nato
nel 1769 in una aristocratica fa-
miglia prussiana, rinunciò a
una vita privilegiata per scopri-
re direttamente il mondo attra-
verso viaggi ed esplorazioni.
La scrittrice ne ha seguito le
tracce ripercorrendone gli itine-
rari più significativi. Personag-
gio leggendario, ammirato e ci-
tato da studiosi come Darwin,
Thoreau, Emerson, ma anche
da letterati come Goethe, Co-
leridge e Wordsworth, fu inseri-
to da Jefferson tra i principali
artefici della bellezza della sua
epoca. Genio eclettico, loqua-
ce, avventuroso è oggi quasi
dimenticato, nonostante innu-
merevoli piante, animali e mi-
nerali prendano da lui il nome
e persino la Luna vanti il suo
Mare Humboldtiano. Illustran-
do la natura nella sua Naturge-
mälde Humboldt sintetizzò Illu-
minismo e organicismo roman-
tico finalizzando il viaggio alla
scoperta di come “tutte le forze
della natura sono intrecciate e
interconnesse”. Già nel 1800
parlava di cambiamenti clima-
tici causati dall’uomo e con una
visione olistica descriveva la
terra come un organismo vi-
vente dove tutto è collegato,
una rete che spiega anche la
sua vulnerabilità. Preso dalla
frenesia di rappresentare in un
unico lavoro l’intero mondo,
compose Il Cosmo, un bestsel-
ler, dalla geografia alla botani-
ca, dall’astronomia alla storia,
all’etnografia. A piedi o in ca-
noa in regioni impervie, in giun-
gle tropicali o nella steppa si-
beriana, misurava tutto: altitu-
dine, umidità, temperatura,
persino l’azzurrità del cielo. An-
tirazzista, condivideva con Jef-
ferson forti passioni e ideali.
Ma non il giudizio sulla schiavi-
tù dei neri, che per il tedesco,
era un’infamia.
Ecco un frammento tratto dal
viaggio in Sud America: “Se vo-
lete, procedete da soli… l’aria
era rarefatta e i portatori non se
la sentivano di andare avanti.
Ma quei caparbi europei (Hum-
boldt e compagni) decisero di
proseguire lo stesso oltre i limi-
ti dei ghiacciai perenni. A ogni
affondo nella neve i loro passi
perdevano di suono. Mentre il
bianco lattiginoso di una nuvo-
la bassa strappava le ultime
tracce di colore a quel mondo
ormai onirico… a un tratto sof-
fiò il vento che rese l’aria tersa”.
E lì, davanti a loro, si stagliò la
cima del Chimborazo, nell’at-
tuale Ecuador, stimato allora, il
monte più alto del globo. Gra-
zie al fratello maggiore, il lingui-
sta e diplomatico prussiano
Wilhelm, Alexander aveva co-
nosciuto Schiller. Era anche il
mito indiscusso di Darwin cui le
letture humboldtiane avevano
ispirato On The Origin of Spe-
cies. Risvegliò Goethe da una
crisi di mezza età, convincen-
dolo a interessarsi alla minera-
logia e alla botanica; sulle colli-
ne di Monte Mario avrebbe
spinto Simon Bolivar a intra-
prendere la rivoluzione in Sud
America. Le sue opere convin-
sero Thoreau a scrivere Wal-
den, Lord Byron cita “un uomo
col suo cianometro” nel suo
Don Juan, ed è ancora Alexan-
der von Humboldt che Goethe
aveva in mente quando iniziò a
scrivere il Faust. “Si chiudano
gli occhi, si presti attento ascol-
to e dal più leggero soffio fino al
più selvaggio rumore, dal più
elementare suono fino al più
complesso accordo... sarà
sempre la natura a parlare, a ri-
levare la sua presenza, la pro-
pria forza, la propria vita e le
proprie connessioni…” (J. W.
von Goethe La teoria dei colori)
Laura Lantero
Questo è uno di quei rari li-
bri, che quando hai finito di
leggerli, ricominci da capo. E
non perchè non hai capito
qualcosa o sia scritto in modo
difficile, no, fila perfettamente,
scorre pagina dopo pagina an-
che leggendo le tante note.
Ma lo rileggi perchè è ben
scritto, appassiona, ed è un
pezzo della storia d’Italia.
Ma facciamo 4 passi indie-
tro. L’autore, dopo una lunga
prefazione autobiografica in cui
si presenta e da modo di capi-
re il genuino ed appassionato
interesse per la vita del suo
avo, ci riporta i diari di suo non-
no, combattente nella grande
guerra, o nella prima guerra
mondiale, come volete chia-
marla. Una guerra che per gli
italiani non è stata divisoria,
non ha avuto strascichi come
l’ultima… non ci ha divisi tra chi
ha perso e chi crede di aver
vinto. Una guerra in cui tra ne-
fandezze e barbarie, gli italiani
hanno imparato a conoscersi,
a mescolarsi, a capire un po’ i
dialetti e le genti lontane dalla
loro provincia d’origine. No,
non un bell’evento, non una fe-
sta. Un triste periodo in cui dal
vecchio modo di combattere, di
far carne da cannone nelle trin-
cee, subendo magari gli attac-
chi con gas venefici e bombar-
damenti oggi inimmaginabili
con migliaia di armi pesanti su
un fronte di poche decine di
chilometri, si è dato l’impulso
ad un nuovo corpo, ad un nuo-
vo modo di combattere, mo-
derno ed ancora attuale. Quel-
lo dei corpi speciali.
Gli Arditi; molti di loro scel-
sero di appartenere a questa
nuova arma, per il soldo ed il
vitto, migliori rispetto a chi fa-
ceva vita di trincea ed in trin-
cea spesso moriva tra e come
i topi. Altri furono scelti per la
loro abilità, altri furono invitati
a scegliere tra la galera (com-
plice la rigidissima disciplina
imposta alle truppe da genera-
li del regio esercito) ed il ri-
schio insito nel far parte di una
categoria di militari addestrati
per andare all’attacco.
Spiccano in questo libro due
opposte umanità. Taluni uffi-
ciali, incapaci e falsi, che sem-
brano la scusante perfetta per
quei semi disertori che dopo
una disfatta come Caporetto
se la diedero a gambe predi-
cando e desiderando la fine
della guerra; ed a quanto pare
non fu di insegnamento alcuno
quel Caporetto, se alla fine
della seconda guerra mondia-
le ci troviamo ancora un Bado-
glio a far disastri. Ma ci sono
stati ben altri, uomini, valorosi
e temerari, alcuni con i gradi di
ufficiale (molti tra essi, i caduti
alla testa delle truppe, nei tan-
ti attacchi) ma i più semplici
militari e sottufficiali che diede-
ro l’anima ed il sangue per im-
pedire allo straniero di inva-
derci e per ricacciarlo tra i suoi
monti, evitandogli di tornare ad
impossessarsi del nord est.
Uomini che oggi si rigireran-
no nelle tombe a veder quel
che succede cento anni dopo il
loro sacrificio. E la conferma,
triste, che in Italia anche a quei
tempi, avevamo grandi operati-
vi, e troppo spesso, piccoli co-
mandanti. Bombe a man e col-
pi di pugnal, cantavano le no-
stre fiamme nere, e cantavano
andando ad ovest, quando la ri-
tirata si faceva obbligata per
salvare la ghirba (il collo), e
cantavano tornando ad est,
quando i contrattacchi li porta-
vano a snidare mitragliatrici ed
ad affrontare corpo a corpo gli
austriaci ed i tedeschi, giunti in
loro aiuto dopo la rivoluzione
russa. Un duro e per l’epoca,
moderno addestramento, forgiò
corpo e spirito di questi teme-
rari, che, punta di diamante di
quasi ogni attacco, furono rin-
calzati da Bersaglieri ed Alpini,
là in quelle montagne dove l’Ita-
lia ancora oggi è una nazione
amata, e dove proprio per le
frequenti invasioni ora germa-
nofone ora slavofone, l’essere
italiano è sempre onore ma an-
che onere e rispetto del sangue
versato per mantenere italiana
quella regione di confine. A fine
guerra furono sciolti, ma come
non ricordare la partecipazione
di molti di loro all’impresa di
Fiume di D’Annunzio? 20 anni
dopo il loro valore e la loro pre-
parazione si ritrovarono nella
gloriosa Divisione Folgore, sa-
crificatasi ad El Alamein; nome
poi dato all’attuale Brigata Pa-
racadutisti dopo la seconda
guerra mondiale di cui parte
dell’inno ricorda gli illustri avi...
bombe a man e carezze coi pu-
gnal.
Libro finalista, merita di vin-
cere, e sicuramente di esser let-
to e non solo dagli appassiona-
ti di storia militare, ma proprio
perché “romanzo storico”, an-
drebbe abbinato ai testi di storia
nelle superiori, meglio del diario
di chi ha vissuto una guerra,
nessun storico nato e vissuto in
tempo di pace, può spiegare co-
me sia stato quel periodo e co-
sa abbiano passato quegli uo-
mini. È stato un piacere legger-
lo, è stato un onore recensirlo.
Ruggero Bradicich
Recensione ai libri finalisti della 50ª edizione
Aspettando l’Acqui Storia
Andrea Wulf
L’invenzione della natura.
Le avventure di Alexander
von Humboldt, l’eroe
perduto della scienza
Luiss
Giovedì 24 nella cripta della Cattedrale
La fiesta dei Fortunelli
con la polifonia india
Roberto Roseano
L’ardito
Itinera progetti
Acqui Terme. Dal 3 settembre al 3 ottobre, ad entrata libera
ore 16 – 19, con il patrocinio di Unesco Langhe Roero e Mon-
ferrato, a Palazzo Thea, in Pisterna, una mostra manifesto per il
recupero di valori di sempre dove la pittura a tema, soggetto e si-
gnificato, dovrebbe contribuire al risveglio del paesaggio agrico-
lo ed architettonico, non solo del Monferrato..
Quattro dipinti di Alzek Misheff di grandi dimensioni con “mu-
sici campestri” sotto la pergola della vite sullo sfondo di New
York, Mosca, Milano e Acqui, città emblematiche della vita con-
temporanea in contrasto alla campagna.
È possibile anche la visita su appuntamento telefonando al
348.8205670.
A Palazzo Thea
Ritratti immaginati
di suonatori campestri
ACQUI TERME • Tel. 0144 356130 - 0144 356456
VIAGGI DI UN GIORNO
Domenica 3 settembre
Giardini di VILLA HAMBURY e DOLCEACQUA
Domenica 10 settembre
VENARIA REALE con la mostra di Boldini
Domenica 17 settembre
MANTOVA:
Palazzo Reale e navigazione sul Mincio
Domenica 24 settembre
LAGO DI GARDA, giro in battello, SIRMIONE,
Santuario Madonna Corona
Domenica 29 ottobre
VICENZA e la mostra di VAN GOGH
Domenica 5 novembre
L’Orient Express della VALSESIA
Viaggio in treno a vapore
con degustazione prodotti tipici
+ SACRO MONTE
IN AEREO
Dal 10 ottobre - 11 GIORNI
NAMASTE: tour dell’INDIA CLASSICA
con accompagnatore-Trasferimenti a/r aeroporto
PELLEGRINAGGI
Dal 6 all’8 ottobre LOURDES
I VIAGGI DI LAIOLO
Organizzazione tour gruppi e individuali-Soggiorni mare-Biglietteria-Noleggio bus G.T.
TOUR ORGANIZZATI
Dal 23 al 30 settembre
Gran Tour della SICILIA
Dall’8 al 14 ottobre
Tour della GRECIA CLASSICA
Dal 9 al 17 ottobre
Soggiorno con escursioni in ANDALUSIA
… fino alle colonne d’Ercole:
TORREMOLINOS, RONDA, SIVIGLIA,
GRANADA con la meravigliosa Alhambra,
TARIFA,CADICE
NIZZA MONFERRATO • La Via Maestra • Tel. 0141 727523
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Consultate i nostri programmi su
www.iviaggidilaiolo.com
WEEK END
16-17 settembre ISOLA
DEL GIGLIO
23-24 settembre ISOLA D’ELBA
23-24 settembre ASSISI e CASCIA
Dal 30 settembre al 1 ottobre
FIRENZE e SIENA
7-8 ottobre ASSISI e PERUGIA
Dal 3 all’8 ottobre
Tour della PUGLIA
Un itinerario alla scoperta
di questa bellissima regione
I trulli di Alberobello, la “città bianca”
di Ostuni, la barocca Lecce, il borgo
antico di Gallipoli, Otranto, le belle
spiagge di Santa Maria di Leuca, Torre
Canne e i suggestivi “sassi” di Matera!
SPECIALE
ANTEPRIMA
MERCATINI NATALE
25-26 novembre
BRUNICO, VIPITENO, BRESSANONE
e il bosco incantato
25-26 novembre
COLMAR, FRIBURGO e STRASBURGO
25-26 novembre
INNSBRUCK,
SAL GALLO e il lago di COSTANZA
2-3 dicembre
INNSBRUK e SALISBURGO
2-3 dicembre
MONACO
e il castello delle fiabe e LINDAU
7-10 dicembre
Presepi a NAPOLI
e luci d’artista a SALERNO
8-9 dicembre
LUBIANA E VELDEN:
“la città degli angeli”
8-10 dicembre
La FORESTA NERA,
la Strada degli orologi e FRANCOFORTE
9-10 dicembre
La festa delle luci a LIONE e ANNECY
SPECIALE OKTOBERFEST
Dal 22 al 24 settembre
e dal 29 settembre al 1º ottobre
Festa della birra
a MONACO DI BAVIERA