Commercio e potere nell’Africa nordorientale antica
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funzionario di nome Meri che risale alla VI o, più probabilmente, alla XII dinastia.
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Ancora più a sud-ovest, l’ampia concentrazione di vasi da stoccaggio egiziani da
tempo nota a Abu Ballas è stata finalmente esaminata e datata a un arco
cronologico che si estende tra la VI dinastia e il Medio Regno.
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Probabilmente
questi vasi erano destinati a conservare approvvigionamenti e la loro
concentrazione in questo luogo suggerisce che si trattasse di un importante punto
di sosta per le carovane che si muovevano lungo le piste che attraversavano l’area.
A Laqiya, nel Deserto Occidentale nubiano, è stato raccolto un singolo
frammento di una coppa di tipo Maidum databile alla VI dinastia.
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Questo
rinvenimento appare interessante anche da un punto di vista tipologico perché non
si tratta di un contenitore da stoccaggio né tanto meno di un contenitore da
trasporto ma di ceramica da tavola, destinata alla consumazione del cibo. Benché
un singolo frammento non possa senz’altro indicare una sostanziale
frequentazione egiziana a Laqya intorno al 2400 a.C., la sua presenza suggerisce
che Laqiya sia stata quanto meno un punto di passaggio nella rete di piste che si
inoltrava dall’Egitto nel Deserto Occidentale.
Se questi rinvenimenti vengono visualizzati in mappe sincroniche che mostrano
la distribuzione dei reperti nell’Antico, nel Medio e nel Nuovo Regno, i reperti già
noti
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e l’estensione dello stato faraonico, sembra che si possa evincere
un’utilizzazione più intensiva da parte egiziana delle piste del Deserto Occidentale
nell’Antico Regno (Fig. 3 a). Inoltre, la datazione della frequentazione di queste
piste può essere ulteriormente precisata alla fine di quel periodo, visto che i nuovi
reperti ascrivibili all’Antico Regno datano tutti alla VI dinastia. Le carte
evidenziano che in fasi coeve all’Antico Regno ceramica egiziana è stata rinvenuta
anche nel Sudan centrale e ciò suggerisce un potenziale accesso, per qualunque via
esso avvenisse, delle popolazioni di quella regione ai prodotti egiziani.
Nel Medio Regno la situazione si presenta differente (Fig. 3 b). Infatti, la
presenza egiziana nel Deserto Occidentale sembra limitarsi ai settori più
settentrionali della regione. I dispacci di Semna evidenziano come nel Deserto
Occidentale nubiano l’attività egiziana si limiti al pattugliamento delle piste più
prossime alle fortezze che allora difendevano il confine meridionale dello stato
faraonico alla seconda cataratta.
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Anche nel Sudan centrale non sono presenti
materiali egiziani, con l’unica possibile eccezione di un frammento rinvenuto a
Jebel Makbor, la cui datazione è peraltro incerta e potrebbe anche essere più
antica.
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L’accesso del Sudan centrale ai prodotti egiziani sembra dunque venire
meno, come pure l’attività egiziana nel Deserto Occidentale nubiano.
La situazione riscontrata nel Medio Regno e caratterizzata dall’assenza di elementi
riconducibili ad attività egiziane nel Deserto Occidentale nubiano si perpetua
anche nel Nuovo Regno, quando però riappaiono i frammenti ceramici egiziani nel
16
Burkard, 1997.
17
Kuper, 2002, p. 9.
18
Kuper, 1995, Fig. 7; Lange, 2004, p. 317, Pl. 1.1; Kaper – Willems, 2002, p. 90.
19
Manzo, 1999, p. 49.
20
Smither, 1945.
21
Lenoble, 1987, p. 232; Privati, 1987.
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NDREA
M
ANZO
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Sudan centrale ed orientale (Fig. 3 c).
Va infine notato come non sembrino esistere attestazioni di attività egiziane nel
Deserto Occidentale né di presenza di oggetti egiziani nel Sudan centrale nel corso
dei periodi intermedi, come d’altro canto ci si aspetterebbe in fasi di minore
coesione interna dello stato egiziano.
Da queste considerazioni sembra quindi potersi evincere una maggiore
possibilità di accesso ai prodotti egiziani da parte delle popolazioni delle regioni a
sud dell’Alta Nubia nell’Antico e nel Nuovo Regno, viceversa la possibilità di
accesso pare essere stata minore nel corso del Medio Regno, ovvero proprio nella
fase di rafforzamento dello stato di Kerma-Kush in Alta Nubia, come ci si
aspetterebbe se il modello interpretativo precedentemente illustrato fosse valido.
La maggiore possibilità di accesso da parte delle popolazioni delle regioni a sud
dell’Alta Nubia ai beni egiziani nel corso del Nuovo Regno può essere
agevolmente spiegata dal fatto che tutta la Nubia fosse in questa fase una provincia
egiziana e che la frontiera egiziana fosse stata posta tra la quarta e la quinta
cataratta, ovvero nel punto più meridionale mai raggiunto nel corso della storia
dello stato faraonico. Non è possibile specificare invece per quale via, lungo la valle,
attraverso il Deserto Occidentale o addirittura dalla costa del Mar Rosso, i beni
egiziani arrivassero a sud dell’Alta Nubia nel corso dell’Antico Regno.
Va inoltre rilevato come l’attività egiziana nel Deserto Occidentale sembri
intensificarsi alla fine dell’Antico Regno, significativamente in una fase che
archeologicamente pare segnare l’inizio della cultura di Kerma, già caratterizzato
da indizi di gerarchizzazione sociale
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e in cui i testi ci descrivono nella valle
nubiana del Nilo una situazione di disordini e tensioni,
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presumibilmente poco
propizia al transito di carovane e merci.
Se il modello interpretativo inizialmente illustrato fosse valido, ci si
aspetterebbe però un intensificarsi dell’uso delle piste del Deserto Occidentale a
partire dal 2000 a.C. circa, quando il regno di Kerma-Kush si era ormai rafforzato
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e lo stato faraonico, ritrovata la propria coesione interna poteva nuovamente
organizzare spedizioni oltre i propri confini. Stando ai nostri dati, invece, ciò non
sembra accadere. La spiegazione potrebbe risiedere in un estendersi dell’influenza
di Kerma-Kush al Deserto Occidentale. Sappiamo che una situazione del genere si
determinò intorno al 1600 a.C., come suggerisce la vicenda del messaggero tra il
sovrano Hyksos allora al potere in Basso Egitto e quello di Kerma-Kush che fu
intercettato sulla “via delle Oasi” dai Tebani.
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Quanto questa direttrice di
comunicazione potesse essere efficiente è probabilmente anche dimostrato dalla
grande abbondanza e varietà di ceramica basso-egiziana rinvenuta nella capitale di
Kush, a Kerma, databile a partire dalla metà della XIII dinastia e a tutto il Secondo
Periodo Intermedio.
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Un ulteriore fattore che potrebbe aver scoraggiato l’attività
egiziana lungo le piste più interne del Deserto Occidentale nubiano nel corso del
22
Bonnet, 1995; idem, 1997.
23
Manzo, 1999, pp. 19-20.
24
Bonnet, 1995; idem, 1997.
25
Habachi, 1972.
26
Bourriau, 1991; idem, 2004, pp. 4-12.