Commercio e potere nell’Africa nordorientale antica
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non ancora individuati.
In ogni caso, come già notato, la prima metà del II millennio a.C., quando, a
giudicare da quanto finora detto, l’attività egiziana nel Mar Rosso sembra essere
stata più intensa, corrisponde al periodo di consolidamento e massima potenza
dello stato di Kerma-Kush. I nuovi dati provenienti dalla costa egiziana del Mar
Rosso paiono quindi confortare l’ipotesi inizialmente proposta di un’utilizzazione
del Mar Rosso per aggirare la potenza politica ed economica di Kerma-Kush lungo
le carovaniere che si dipanavano lungo la valle nubiana del Nilo.
Dunque, in sintesi, sia i nuovi dati provenienti dalle ricerche effettuate nel
Deserto Occidentale sia quelli derivanti dalle ricerche sulla costa egiziana del Mar
Rosso suggeriscono che le fasi di maggiore attività egiziana in quelle regioni siano
state la fine dell’Antico Regno e il Medio Regno, tra il 2350 e il 2200 e tra il 2055 e il
1773 a.C., ovvero le fasi che sia i testi egiziani sia l’evidenza archeologica indicano
come di formazione, consolidamento e massima potenza del regno di Kerma-Kush
in Alta Nubia.
42
L’ipotesi di partenza di un’utilizzazione da parte egiziana del Mar
Rosso e delle piste del Deserto Occidentale come direttrici di comunicazione con
l’entroterra africano alternative alla Nubia ne risulterebbe quindi confermata. La
sola dissonanza è rappresentata dall’apparente scarsa utilizzazione da parte
egiziana delle piste del Deserto Occidentale nel corso del Medio Regno, spiegabile,
come visto anche alla luce della parallela grande attività sulla costa del Mar Rosso,
con i limiti imposti dalla situazione ambientale e forse anche politica che
caratterizzava allora il Deserto Occidentale sudanese. La scarsità delle attività nel
Deserto Occidentale e nel Mar Rosso nel corso dei periodi intermedi può invece
dipendere in ambedue i casi dalla situazione interna egiziana.
Ulteriori conferme della penetrazione di Kerma nell’entroterra africano e della
sua centralità che sembrano ben accordarsi con il quadro finora delineato sono
arrivate grazie alle recenti ricerche condotte nella regione della quarta cataratta in
Sudan, che hanno dimostrato come l’area nota di diffusione della cultura di Kerma
e, forse, con essa quella dell’influenza politica del regno di Kush vada
considerevolmente ampliata verso sud-est.
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Anche la già ricordata presenza di
ceramiche esotiche di tipo alto-nubiano fino ai bassopiani eritreo-sudanesi e
addirittura ai contrafforti dell’altopiano etiopico-eritreo va senz’altro riconsiderata
in questa prospettiva: bisogna infatti tenere in considerazione che al di là di alcuni
casi di orli di giare e bottiglie presumibilmente utilizzate per il trasporto di beni,
altri frammenti di tipo Kerma rinvenuti in contesti del Gruppo del Gash sono
ascrivibili a ceramica domestica, da cottura o da tavola.
44
Ciò potrebbe suggerire
che, accanto alle merci alto-nubiane, fossero presenti nella regione anche gruppi
più o meno consistenti provenienti da aree a cultura Kerma, ipotesi oggi più che
verosimile alla luce dei rinvenimenti di siti Kerma ben oltre alla quarta cataratta.
Altra ipotesi esplicativa non necessariamente alternativa alla precedente potrebbe
essere che l’uso di ceramiche da cottura e da tavola alto-nubiane rappresenti
42
Bonnet, 1995; idem, 1997.
43
Kołosowska – Mahmoud el-Tayeb – Paner, 2003, p. 25.
44
Manzo, 1997.
A
NDREA
M
ANZO
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l’adesione di una certa parte della popolazione dei bassopiani di confine a modelli
culturali e forse anche identitari alto-nubiani.
In effetti, quale che sia la spiegazione reale, ambedue le ipotesi ben si accordano
con un quadro in cui l’influenza politica dei sovrani di Kerma-Kush si sarebbe
potuta estendere anche molto a sud. Per il secondo quarto del II millennio a.C. ciò
è stato recentemente confermato da un eccezionale testo epigrafico rinvenuto a El
Kab.
45
Il testo infatti menziona i Puntiti tra gli alleati di Kush nel corso di una
incursione che penetrò profondamente nel territorio egiziano.
Un’altra interessante concordanza tra dato epigrafico ed archeologico che
sembra ben accordarsi con l’ipotesi iniziale potrebbe addirittura condurre a una
rilettura del significato della famosa spedizione verso Punt condotta dalla regina
Hatshepsut agli inizi del Nuovo Regno.
46
La spedizione può infatti oggi essere
messa in relazione a un episodio documentato dai recenti scavi della Missione
Svizzera a Kerma, la capitale del regno di Kush. L’insediamento egiziano degli
inizi del Nuovo Regno e il tempio ad esso relativo sembrano infatti essere stati
distrutti precocemente, forse durante il regno di Hatshepsut, mentre,
immediatamente dopo, vennero edificate strutture di tipo non più egiziano ma
nubiano.
47
Questo drastico cambiamento va probabilmente interpretato come una
perdita di controllo dell’area dell’antica capitale di Kush da parte egiziana. Anche
l’unica tomba principesca nubiana di Kerma databile all’inizio del Nuovo Regno
potrebbe essere ascritta a questa fase di perdita di controllo da parte egiziana sulla
capitale del regno di Kush e potrebbe rappresentare la manifestazione fisica
dell’effimero tentativo di restaurare il potere di una dinastia indigena in Alta
Nubia.
48
E’ interessante a tale proposito notare che in un’iscrizione relativa alla
campagna nubiana condotta nel primo anno di regno di Thutmosi II si trova
ancora una menzione esplicita di un sovrano di Kush e dei suoi figli.
49
In una
situazione come quella determinata dalla perdita di controllo sull’Alta Nubia,
l’organizzazione da parte di Hatshepsut di una spedizione marittima verso Punt
rispondeva alla necessità di garantirsi comunque l’accesso alle materie prime
africane. Il grande rilievo ideologico assegnato alla spedizione a Punt e alla
disponibilità ad essa connessa delle materie prime africane nell’ambito del regno di
Hatshepsut si potrebbe poi rileggere alla luce della necessità di nascondere un ben
più grave rovescio patito in terra nubiana.
Solo nel corso del regno di Thutmosi III, come confermato anche dalle indagini
archeologiche recentemente condotte a Kerma,
50
il dominio egiziano in alta Nubia
fu ripristinato. Le iscrizioni di confine di Hajar El Merowe, tra la quarta e la quinta
cataratta, apposte accanto a quelle di Thutmosi I,
51
indicano chiaramente la portata
45
Davies, 2003.
46
Naville, 1898; Sethe, 1906, p. 315-355.
47
Bonnet, 2006; idem, 2007, pp. 187-188, 194; Valbelle, 2006; eadem, 2007, p. 213.
48
Bonnet, 2000, pp. 144-156; Bonnet – Valbelle, 2000, pp. 1110-1111.
49
Sethe, 1906, p. 140, linea 12.
50
Bonnet – Valbelle, 2000, pp. 1110-1111; Bonnet, 2006; idem, 2007, p. 194; Valbelle, 2006; eadem, 2007, p.
213.
51
Davies, 2001, pp. 47-53.