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E
SAMI DI
S
TATO
2016
Nuova Secondaria - n. 4 2016 - Anno XXXIV - ISSN 1828-4582
ben rappresentato dal citoyen della rivoluzione francese)
ha la sua ragion d’essere in quanto parte di un assoluto che
è lo Stato, di fronte al quale egli rischia quasi di scompa-
rire
10
.
Le grandi sfide che abbiamo davanti si ridimensionano di
fronte a quella “crisi di senso” e “senso di vuoto” che sem-
bra avvolgere la vecchia Europa. Emblematico in questa
direzione il fenomeno dei cosiddetti foreing fighters: si
tratta di oltre 3.700 giovani europei tra i 18 e i 30 anni
11
che tra il Gennaio 2011 e l’Ottobre 2015 hanno abbrac-
ciato la causa del terrorismo
di matrice islamista e dello
Stato Islamico (IS) in Siria e in altri stati mediorientali la-
sciando le loro case in Europa. Che cosa li ha mossi? E
che cosa (non) hanno trovato in Francia, Belgio, Germa-
nia… per prendere una simile decisione?
Anche su questo versante i sistemi educativi possono
giocare un ruolo di primo piano – insieme alle famiglie e
alle altre realtà socio-educative – per permettere fin da
oggi la costruzione di un mondo dove la convivenza ci-
vile e il rispetto di ogni singola persona umana siano va-
lori condivisi e rispettati da tutti. Quanto questo oggi non
sia più scontato è reso evidente dai numeri di morti e dalla
frequenza degli attacchi terroristici in Europa, perpetrati
per lo più da cittadini formalmente europei, anche se di
origine straniera: negli ultimi 18 mesi (a partire dall’at-
tacco al settimanale satirico parigino Charlie Hebdo del
gennaio 2015 fino alla strage di Nizza dello scorso 14 lu-
glio 2016) nella sola Francia sono state uccise in atten-
tati terroristici circa 230 persone e altre centinaia sono ri-
maste ferite.
Di fronte a simili avvenimenti, appare sempre più chiaro
che non basterà un generico richiamo ai valori della Ré-
publique tramite le note della
Marsigliese o l’immagine
della Marianne nel celebre dipinto di Eugène Delacroix,
per far fronte alle sfide del nostro tempo. Occorre anche
in questo caso allargare gli orizzonti e tornare ad una pro-
spettiva educativa – antica ma sempre da riscoprire –
che non ceda a riduzionismi antropologici
12
e che guardi
alla singola persona umana nella sua interezza, unicità e
complessità. Un compito di enorme portata, nel quale le
persone coinvolte a vario titolo all’interno del sistema
educativo (dirigenti scolastici, docenti, educatori, perso-
nale tecnico-
amministrativo…) potranno concorrere e contribuire, cia-
scuno secondo le proprie responsabilità e peculiarità.
La crisi demografica e il fenomeno migratorio
Un altro dato particolarmente rilevate è quello di natura
demografica: da un lato, infatti, assistiamo ad una forte
decrescita demografica (basti pensare che nel 1964 na-
scevano in Europa 7,7 milioni di bambini. Nel 2011 ne
sono nati solo 5,2 milioni); dall’altro il rapido invecchia-
mento della popolazione (l’età media è passata dai 35,7
anni del 1992 ai 41,5 anni del 2012)
13
fa prevedere che
avremo sempre meno giovani (la popolazione europea
“under 30” è passata dai 204,3 milioni nel 1985 ai 172,6
milioni nel 2010)
14
.
Neanche l’arrivo di popolazioni immigrate che si stabili-
scono nei paesi europei sembra in grado di invertire que-
sto trend, pur colmando in parte il divario demografico:
negli ultimi 15 anni, infatti, gli studenti stranieri in Italia
sono passati da circa 100.000 (2,2% della popolazione stu-
dentesca complessiva) ad oltre 800.000 mila (pari al 9,2%
del totale)
15
.
Nei prossimi anni i giovani europei rischiano di diventare
quasi una “categoria protetta” sempre più rara e non ci si
potrà permettere che neanche uno di essi vada disperso:
emblematico il fatto che tra gli obiettivi di Europa 2020
vi sia quello di portare la dispersione scolastica al di
sotto del 10% a livello europeo (per il nostro paese l’obiet-
tivo è fissato al 16%) e di aumentare fino al 40% la quota
di 30-34enni in possesso di un’istruzione terziaria
16
.
Occorre dunque che i sistemi d’istruzione e formazione
europei siano sempre più in grado di costruire «percorsi
di insegnamento e di apprendimento che riescano a valo-
rizzare e a promuovere nello stesso tempo l’eccellenza di
tutti, nessuno escluso, e di ciascuno»
17
.
La crisi economica e il nuovo mondo del lavoro
Un’altra crisi che ha colpito la vecchia Europa nell’ultimo
decennio è quella di natura economico-finanziaria: d’un
tratto, gli europei si sono (ci siamo) sentiti tutti un po’ più
10. Per un approfondimento si rinvia a G. Bertagna, Una pedagogia tra metafi-
sica ed etica, in G. Bertagna (Ed.), Il pedagogista Rousseau. Tra metafisica, etica
e politica, La Scuola, Brescia 2014, pp. 11-66.
11. B. van Ginkel, E. Entenmann (Eds.), The Foreign Fighters Phenomenon in
the European Union. Profiles, Threats & Policies, The International Centre for
Counter-Terrorism – The Hague 7, n. 2, Aprile 2016.
12. Cfr. G. Bertagna,
Pedagogia dell’ ‘uomo’ e pedagogia della ‘persona
umana’: il senso di una differenza, in Aa.Vv.,
Scienze della persona: perchè?,
Rubbettino, Soveria Mannelli 2006; G. Sandrone, Personalizzare l’educazione.
Ritrosia e necessità di un cambiamento, Rubbettino, Soveria Mannelli 2008.
13. European Commission,
EU Employment and Social Situation Quarterly Re-
view March 2013. Special Supplement on Demographic Trends,
Luxembourg,
Publications Office of the European Union, 2013, p. 10.
14. European Commission,
Key data on Education in Europe 2012, Eurydice
2012, p. 19.
15. MIUR-Fondazione ISMU,
Alunni con cittadinanza non italiana. La scuola
multiculturale nei contesti locali. Rapporto nazionale a.s. 2014/2015, Quaderni
Ismu 1/2016.
16. Cfr. D. Gillies, D. Mifsud,
Policy in transition: the emergence of tackling
early school leaving (ESL) as EU policy priority, in «Journal of Education Pol-
icy», 2016, pp. 819-832.
17. G. Bertagna,
Scuola: uno sguardo da lontano, in «Nuova Secondaria», n. 2,
2015, p. 3.
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