Microeconomia


L’origine del potere monopolistico



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L’origine del potere monopolistico
Quanto più la domanda dell’impresa è anelastica, tanto maggiore è il suo 
potere monopolistico. Quindi l’origine ultima del potere monopolistico è 
l’elasticità della domanda dell’impresa.
Sono tre i fattori che determinano l’elasticità dell’impresa:
L’elasticità della domanda di mercato
Dato che la domanda dell’impresa è elastica almeno quanto quella di 
mercato, l’elasticità della domanda di mercato limita il potenziale potere 
monopolistico.
Il numero delle imprese attive nel mercato
Se le imprese sono molto numerose, è improbabile che una di queste abbia 
la capacità di influire significativamente sul prezzo.
Quel che conta, ovviamente, non è solo il numero delle imprese, ma anche 
quello delle grandi imprese, con una quota di mercato rilevante. Per esempio, se 
solo due imprese controllano il 90% del mercato, con altre 20 che si contendono 
il rimanente 10%, le due grandi imprese godono quasi certamente di un 
considerevole potere monopolistico.
L’interazione tra le imprese
Anche se nel mercato sono presenti solo due o tre imprese, nessuna 
impresa sarà in grado di aumentare con profitto il prezzo se la concorrenza tra 
loro è molto aggressiva.
I costi sociali del potere monopolistico
Dato che comporta prezzi più alti e una minore quantità prodotta, ci 
aspettiamo che il potere monopolistico apporti un danno ai consumatori e un 
vantaggio alle imprese, in termini di benessere. Ma se attribuiamo lo stesso peso 
al benessere dei consumatori e a quello dei produttori, nel complesso, il potere 
monopolistico accresce o riduce il benessere collettivo? Confrontiamo i surplus 


Economia di Internet 2007 ­ Appunti di Microeconomia – by DiCanio & gIUANIZ – 
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del consumatore e del produttore generati in un settore perfettamente 
concorrenziale con quelli di un mercato servito da un monopolista. La figura 
10.10 mostra le curve di ricavo medio, ricavo marginale e costo medio del 
monopolista: per massimizzare il profitto, l’impresa produce Qm al prezzo Pm, 
tali per cui il ricavo marginale è uguale al costo marginale. Nel mercato 
concorrenziale il costo marginale è uguale al prezzo.
Esaminiamo ora come varia il surplus quando si passa dall’equilibrio 
concorrenziale [Qc, Pc] a quello monopolistico [Qm, Pm].
In un regime di monopolio il prezzo è più alto e i consumatori acquistano 
meno: quelli che continuano ad acquistare il bene perdono surplus nella misura 
del rettangolo A, mentre quelli che avrebbero acquistato il bene al prezzo Pc, ma 
non sono disposti ad acquistarlo al prezzo Pm, perdono surplus per un 
ammontare pari al triangolo B. La perdita totale di surplus del consumatore è 
quindi A + B. Il monopolista, a sua volta, vendendo il bene a un prezzo più alto, 
ha un guadagno di surplus pari al rettangolo A e una perdita pari al rettangolo C; 
quindi il guadagno totale di surplus del produttore è A – C. Sottraendo la perdita 
di surplus del consumatore al guadagno di surplus del produttore, riscontriamo 
una perdita netta di surplus pari a B + C: questa è la perdita secca derivante dal 
potere monopolistico.
La perdita secca rappresenta il costo sociale di questa inefficienza.

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