Periodico della Parrocchia Nostra Signora delle Nazioni in S. Eugenio Papa



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sicolò Rosario Lombardo


Dicembre 2012 7

LA FEDE DIPEvDE DALLA PAROLA DI CRISTO”




Rom 10, 17



LUOGO DI COMPOSIZIOsE E DATA

Tuttavia gli stu- d i o s i ,



Anche se Paolo non lo dice

espressamente, è chiaro che egli

scrisse questa lettera mentre si tro- vava a Corinto (16, 1). Questa epi- stola fu scritta alla fine del terzo viaggio missionario dell’apostolo, durante i tre mesi in cui si trovava in Grecia (At 20, 3), prima del suo ritorno a Gerusalemme con l’of- ferta delle chiese della Macedonia e dell’Acacia per i credenti di quella città (15, 26). Perciò la let-

pur individuando in questa lettera due blocchi ben separati: una parte dottrinale (1-11) e l’altra esortativa (12-16), non sono tutti concordi nel determinare con precisione il piano dell’opera. Un piano dell’opera recentemente proposto da alcuni commentatori presentano la lettera come un’opera che descrive, in quattro tappe successive, la miseria dell’umanità e il trionfo del vange- lo su tale miseria:



La predicazione di S. Paolo

tera fu scritta alla fine dell’inver- no o all’inizio della primavera del- l’anno 57 o del 58.

1. Miseria dei Pagani e degli

Ebrei sotto la condanna divina (1,

18-3, 20) e giustificazione, m e d i a n -

Dio si rivela nella sua scelta sovrana (9, 1-30;10, 1-21; 11, 1-


36); la giustizia di Dio rivelata nella vita trasformata del credente

(12, 1-21; 13, 1-14; 14, 1-25; 15, 1-

13); riflessioni finali (15, 14-33;

16, 1-27).

Don Giuseppe Iozzia

SCOPO E TEMA DELLA LETTERA

te la fe- de in Cri-



sto Ge-

Lapostolo Paolo scrisse questa

lettera ai santi della chiesa di Roma

motivato da diversi scopi, obiettivi che intendeva raggiungere. Il primo fu quello di notificare il suo pro- gramma di visitare la comunità cri- stiana di Roma, dopo il ritorno a Gerusalemme e dunque di preparare la chiesa per il suo arrivo (15, 24.28-

29; At 19, 21). Il secondo obiettivo che Paolo desiderava perseguire era quello di presentare ai credenti di Roma un quadro completo e detta- gliato del messaggio del vangelo che egli aveva ricevuto e che proclama- va (1, 15). Il terzo scopo era quello di sanare la tensione che c’era nella chiesa di Roma tra Giudei e Gentili; una tensione e un conflitto che tra- pela da tutta la lettera.

Infine, andando ad analizzare il pia- no della lettera, individuiamo il tema che Paolo vuole trattare. L’apostolo intende dialogare con la chiesa di Roma sulla dottrina prin- cipale della fede cristiana: il vange- lo della grazia della giustificazione che si ottiene da Dio “mediante la fede” nel sacrificio del suo Figlio Gesù. Paolo intende presentare Dio come colui che “manifesta la sua giustizia nel tempo presente, per essere giusto e giustificare chi ha fede in Gesù” (3, 26).

sù, di tutti coloro che credono in lui (3, 21-4, 25).



2. Miseria dellumanità solidale col primo Adamo (5, 1-14) e sua salvezza grazie alla solidarietà con Cristo Gesù (5, 15-6, 23).

3. Miseria dell’umanità schiava della legge (7, 1-25) e sua liberazio- ne per mezzo dello Spirito (8, 1-39).

4. Miseria di Israele nel suo rifiu- to di Cristo (9, 1-10, 21) e accesso finale alla salvezza del nuovo Israele composto da Ebrei e da Pagani (11, 1-36).

5. Argomenti vari (12-16). Un piano ipotetico che risulta vantaggioso per argomentare temi di fondamentale importanza per l’apostolo, ma debo- le perché non mette sufficientemente in luce altri aspetti cari a Paolo.

***

Molti commentatori, evidenziando il tema centrale dell’opera paolina: “la grazia della giustificazione mediante la fede in Cristo Gesù”, hanno pro- posto questo piano della lettera ai Romani che adesso presentiamo: Introduzione (1, 1-17), a cui segue la trattazione dei temi su: La giu- stizia di Dio Rivelata nel giudizio (1, 18-3, 20); il giudizio contro i giudei increduli (2, 17-29; 3, 1-8); il giudizio contro tutti gli uomini

(3, 9-20);

sella notte sognare orizzonti di luce.

Solitudine traboccante della presenza dell’Altissimo. Gemma che solo nell’amore matura la sua crescita.

Dono a te affidato per la fruizione dei fratelli. Ascolto di una voce che nel silenzio

tutta ti rivela la volontà di Dio.

Rischio che può risolversi solo in una sorpresa ancor più inaspettata.

Dare carne e sangue a un Eterno presente sempre, tangibile mai.

Trovare Dio e non stancarsi nel cercarLo,

sapendo che Lui è totalmente altro, assolutamente oltre. Salto nel buio che può arrestarsi solo tra le braccia

di un Dio che dall’eternità ti ha sognato per quel salto.

Lasciarsi strappare a se stessi, per appartenere tutto a Qualcuno che tutto ti vuole per Sè.

Nel deserto del cuore sciogliere ogni legame per libero inabbissarsi nell’Assoluto.

Stupore per un Dio che ha ancora fiducia in te.



STRUTTURA DELLA LETTERA

la giusti- zia di Dio r i v e l a t a

Nostalgia del volto di un Dio, su cui dolce è fissare gli occhi,

bello alla Sua luce vedere la luce.

Tra tutte le lettere dell’apostolo Pao-

lo, quella ai Romani appare quella

maggiormente strutturata e con la pre- sentazione di un piano ben preciso.

nella giustificazione (3, 21-31; 4,

1-25; 5, 1-21); la giustizia di Dio si rivela nella santificazione (6, 1-

23; 7, 1-25; 8, 1-39); la giustizia di

Scrivere il proprio nome nel cuore del Padre.

Michele Savasta


8 Dicembre 2012


Più di un decennio a servizio della evan



Fra i tanti servizi che la Chiesa rende agli uomini - almeno a quelli “di buona volontà - certamente quello della diffusione della Parola é uno dei più attraenti e dei più fedeli alla perentoria consegna che Cristo diede ai discepoli: “Andate e ammaestrate tutte le nazioni, fino ai confini della terra!”.

Un’omelia può cambiare il corso di un’esistenza, così come un cammi- no fedele di formazione spirituale plasma le coscienze e promuove una educazione morale che non ha mai tradito nessuno. Per queste ragioni l’attività dell’Ufficio Cate- chistico Diocesano è di per sé un fiore all’occhiello della Curia dio- cesana, rappresentando lo scrigno


Quando Padre Felice Lupo fu chiamato alla direzione dell’Ufficio Catechistico Diocesano (UCD) - prima come Vice Direttore dal 12 aprile 1999, mentre era Direttore Mons. Francesco Salvioli, di cui tanti di noi ricordiamo il fare un po’ austero, da Sacerdote vecchio stam- po, che si concedeva, però, larghe parentesi di paterna affabilità, spe- cialmente durante le lunghe dome- niche dedicate all’aggiornamento dei catechisti diocesani - poi come Direttore e contestualmente come Coordinatore dell’Area pastorale per l’Evangelizzazione - era il 15 luglio 2000 - un’aria nuova entrò all’UCD, che prese a nutrirsi di un vivace spirito di iniziativa che

Foto Montalbano

Cattedrale - Assemblea Pastorale Diocesana: P. Felice Lupo riferisce sui gruppi di lavoro

da cui si irradiano bagliori di carità, sapienza e speranza che raggiungo- no un’umanità spesso tormentata, o dubbiosa o in tumulto; un’umanità

molti, in verità, auspicavano.

Ben presto il calendario delle atti- vità si infittì di riunioni periodiche di vario livello, finalizzate d’un

Foto Montalbano

dagli operatori pastorali, che pote- vano, così, far giungere davvero alla Curia la voce delle singole Parrocchie, sia in termini di esigen- ze e difficoltà sia in termini di espe- rienze positive. Si riscoprì insom- ma il tesoro custodito “in mezzo alle case” degli uomini, dove tanti di loro chiedevano soltanto di esse- re aiutati a fare di più, specialmente per giovani e giovanissimi.

Fatto ben presto il punto della situa- zione, P. Lupo - da pastore e ammi- nistratore esperto, saggio e sagace - decise di mettere in campo tutte le risorse operative disponibili.

L’UCD possedeva fin dal lontano

1989 uno strumento dalle potenzialità

senso di inadeguatezza che rendeva molti catechisti ed aspiranti tali dei “dilettanti”, volenterosi, certo, ma privi di una guida solida e sicura. Con la successione di P. Lupo a Mons. Salvioli, che tornava alla Casa del Padre il 7 marzo 2004, per la Scuola continuò una parabola ascen- dente che sancì il successo della stes- sa, grazie alla scelta di “andare incontro” agli altri piuttosto che di “lasciarsi trovare”.

Passo essenziale fu sia il decentra- mento della sede degli incontri, scelta di volta in volta sulla base delle zone di provenienza degli iscritti, sia l’orario delle lezioni,

divenuto molto più elastico.

P. Felice Lupo, alla presenza del Card. Romeo,tiene la Prolusione dell’Anno Catechistico

formidabili, dono del sapiente episco-

Fin dai primi due anni il numero


in evoluzione che richiede pertanto un continuo aggiornamento di stru- menti e metodi di approccio. Questa è stata ed è tutt’ora la sfida della Nuova Evangelizzazione, propugnata dall’Episcopato ormai da diversi anni e codificata nei vari Documenti sul tema.

verso alla formazione ed all’ag- giornamento dei volenterosi cate- chisti, e dall’altro alla conoscenza delle diverse realtà territoriali più o meno periferiche.

Largo spazio, infatti, veniva dato alle preziose testimonianze portate

pato del Card. Pappalardo: la “Scuo- la Diocesana di formazione al Ministero di catechista”.





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Prima, fra tutte le successive Scuole diocesane, ad essere istituita, essa rap- presentava un biennio di approfondi- mento specialistico e si poneva quale naturale pro-

s e c u z i o n e dei Corsi di Teologia di Base.

Era giunto il momento di soffiare via un po’ di pol- vere e fare rifiorire di vi- ta nuova uno s t r u m e n t o che poteva d a v v e r o rispondere al d i f f u s o

degli iscritti - di età compresa fra i

20 e i 65 anni - registrò un’impen- nata a dir poco lusinghiera, a riprova del fatto che il servizio offerto incontrava davvero un bisogno diffuso che andava asso- lutamente soddisfatto.

Ancora qualche anno e le sedi divennero tre, una delle quali in provincia, onde ridurre il disagio di spostamenti troppo impegnativi per distanze e tempi.

Ciò fu possibile grazie ai numerosi Docenti, componenti l’Equipe cate- chistica diocesana, che si misero a disposizione, accettando trasferte non sempre agevoli. Come non ricor- dare, con affetto, i Docenti: Ina Ferro, Rosa Foti Buzzi, Sabina Greco, Vittoria Macaluso; Pippo Bignone, Franco Cannella, Dome- nico Macchiarella; le sottoscritte che, prima l’una, Patrizia Martinengo, poi l’altra, Elisabetta Napolitano, hanno


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gelizzazione e della catechesi in Diocesi


coperto il ruolo di Segretaria del’UCD; e lo stesso P. Felice Lupo, cui tanti si sono aggiunti, compresi alcuni Sacerdoti e Diaconi e alcune Suore, come don Giovanni Bondì, don Calogero Di Fiore, Giovanni Lo Cascio; diac. Giovanni Di Simone, diac. Gioacchino Mogavero; sr. Maria Laura Capurso, sr. Rosa Maria La Bella, sr. Antonella Orlando. Armonizzando sapientemente espe- rienze e linfa nuova, P. Lupo ha saputo costituire, nell’arco di 13 anni, uno staff di tutto rispetto, i cui componenti erano spesso intercam- biabili, in grado di colmare le inevi- tabili assenze impreviste.

Così, al crescere della Scuola, creb- be anche la necessità di una

dedicare energie inesau- ribili e competenze sem- pre più specifiche.

Nel periodo compreso fra il 1999 e il 2012/13 la scuola ha registrato l’iscrizione e la parteci- pazione molto attiva ed interessata di centinaia di catechisti che hanno anche conseguito l’At- testato finale.

I Programmi svolti han- no tenuto in particolare considerazione alcuni temi ed aspetti del Rin- novamento della Cate- chesi nei Documenti e nella prassi dell’ultimo


Foto Montalbano

Sala Lavitrano: P. Felice Lupo, nella qualità di Coordinatore dell’Area profetica, presiede un’assemblea



Segreteria di livello professionale, capace di coordinare tre corpi- docenti attivi contemporaneamente e con membri spesso condivisi; si passò così da un servizio quasi occasionale, compatibile con un’at- tività professionale, ad una Segre- teria a tempo pieno cui la stessa sig.ra Elisabetta Napolitano prese a

decennio, tra cui il paradigma catecumenale e il coinvolgimento delle famiglie.

Ci pare doveroso evidenziare co-me i risultati raggiunti, fuori ogni dubbio degni di apprezzamento, fanno onore a P. Felice Lupo che, animato da uno zelo ardente, condito di lieta fatica, è riuscito sempre a conciliare questi

impegni e quelli legati alle tante ini- ziative della Parrocchia, non man- cando di dare le linee-guida dell’iti- nerario catechistico, aprendo ogni nuovo Anno Catechistico diocesano con una dotta e puntuale Prolusione alla presenza dell’Arcivescovo, pre- senziando alle periodiche convoca- zioni dei catechisti in Diocesi per

incontri di aggiornamento, di con- fronto e di verifica sulle sperimenta- zioni fatte. e raggiungendo le varie sedi della Scuola di Formazione al Ministero di Catechista decentrate sia in città, anche con orario mattuti- no, sia nei paesi.

Patrizia Martinengo

Elisabetta sapolitano


Foto Montalbano

Chiesa SS.mo Salvatore: all’inizio dell’Anno Catechistico Diocesano, il Card. Romeo, dopo la Prolusione di P. Felice Lupo, parla alla numerosa assemblea dei Catechisti


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10 Dicembre 2012


sATALE e PRESEPE



Se invece intendi il presepe come icona di un progetto di vita, allora ti ritroverai dentro di esso

noscendo che sua unica forza era la Fede senza eguali -. Gli artisti hanno declinato in mille volti i trat- ti della Madre-Vergine, ritratta ora in costumi regali ora nelle umili vesti di popolana, ma il mistero di quello sguardo resterà inesauribile

la! Qualcosa di speciale emana dalla culla improvvisata, qualcosa che richiama anche i più lontani … Ecco, quella luce, quel bagliore ine- sprimibile che brilla nel tenero sguardo del Bambino: sguardo che diventerà mano forte quando, come




Foto Montalbano




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