Guerra, impero, rivoluzione: Russia, 1914-1917
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e cultore della geopolitica imperiale, è permeata dalla consapevolezza delle novità
dirompenti che hanno trovato sbocco nella guerra in corso: attraverso le «guerre
locali» del 1859 e 1866, 1870, 1877-78 fino al 1904-5, scrive, «si
sono definiti-
vamente (…) riorganizzati tutti i rapporti del mondo europeo». Tra il 1870 e il
1914 «sono emerse in Europa tre potenze maggiori: l’Inghilterra, la Russia e la
Germania». Ad esse si affiancano «forze di secondo grado, potenze semplicemen-
te grandi: Francia, Austria-Ungheria e Italia»
88
. Nella ricostruzione delle origini
del conflitto Struve pone l’enfasi principalmente sulla novità rappresentata dal-
la Germania guglielmina e sulla saldatura dell’alleanza inedita tra Inghilterra e
Russia, e spiega così il suo tentativo di lettura degli
eventi in corso nel quadro
della storia europea del secolo precedente:
viviamo eventi straordinari (…) che con un colpo aprono all’attività creatrice dello
Stato enormi prospettive (…) si è verificata una catastrofe storica. Le onde della storia
ci conducono verso nuove sponde (…) c’è solo un modo per avere una visione chiara
di ciò che ci attende, ed è quello di volgersi indietro, al passato (…) in una parola, la
conoscenza storica
89
.
Di «guerra europea e mondiale», che assume il significato di spartiacque sul
piano storico-universale, scrivono S. Bulgakov e N. Berdjaev. Per Bulgakov la
guerra in corso «esprime la crisi generale della civiltà europea»
90
e
in questo senso
«ha posto un baratro tra ieri e oggi», segna una svolta e un compimento sul piano
storico-universale
91
. Nella misura in cui «è innanzitutto il prodotto della compe-
tizione nazionale-economica per il potere e la ricchezza, per l’egemonia mondia-
le, che scaturisce dallo sviluppo del capitalismo nel contesto dello Stato-nazione»,
essa è definita anche come «guerra capitalistica mondiale»
92
.
Berdjaev rileva la natura spirituale e non solo materiale della guerra come
fatto storico-universale e precisa che il suo divampare non può essere ricondotto
al caso o alla contingenza storica, ma trova ragioni profonde nel carattere «ingan-
88
Ibidem.
89
Ibidem.
90
S. Bulgakov,
Rodine, cit.
91
S. Bulgakov,
Russkija dumy, in «Russkaja mysl’», 12, 1914, pp. 108.
Si tratta della relazione
letta da Bulgakov nella seduta della Società filosofico-religiosa di Mosca intitolata a V. Solov’ev
del 6 ottobre 1914.
92
Ivi, p. 109.
Capitolo I. La Russia nella Prima guerra mondiale
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nevole e illusorio» della pace europea, fondata sul militarismo e minacciata dal
«pangermanesimo aggressivo»
93
. Mentre quello con il Giappone – argomenta re-
cuperando anche nel concetto di guerra mondiale il tema della
otečestvennaja voj-
na – è stato un conflitto militarista deciso dal governo, questa guerra è, come già
quella del 1812,
una guerra di popolo, capace di esaltare il sentimento patriottico
e di nutrire la consapevolezza nazionale, nella quale la posta in gioco è la difesa
della patria e dell’intera umanità; da questo punto di vista «la guerra attuale è la
prosecuzione spirituale della guerra patriottica». Per Berdjaev «L’incendio della
guerra europea e mondiale è provvidenzialmente inevitabile». Sarà un conflitto
breve, prevede con prematuro ottimismo, che «dovrà condurre alla rinascita della
Russia e del mondo» e che, ponendo
fine a ogni militarismo, «dovrà mostrare ai
popoli l’impossibilità delle guerre»
94
.
Nella retorica propagandistica che accompagna l’inizio delle ostilità diffusa è
la tesi della guerra che pone fine a tutte le guerre, del conflitto destinato a inau-
gurare un’era di pace permanente: «Novoe vremja», ad esempio, individua im-
mediatamente come «lato positivo» del conflitto la circostanza che, se vittorioso,
«potrà costituire l’ultima guerra nella storia d’Europa»
95
,
e con il prospettare un
futuro di pace permanente dopo la vittoria si conclude il già citato editoriale di
«Russkoe slovo» sulla «seconda guerra patriottica»
96
. Tra gli intellettuali che pro-
pugnano tale ottimistica visione del futuro post-bellico possiamo ricordare, oltre
a Berdjaev, S. Kotljarevskij, che pubblica su «Russkaja mysl’» un articolo intito-
lato
La guerra per la pace, nel quale afferma che, mentre le guerre hanno sempre
posto le premesse per un ulteriore sviluppo del militarismo, questa volta la guerra
condotta da Francia, Inghilterra e Russia potrà instaurare una «pace stabile», in
virtù del suo «profondo significato morale»
97
. Manifesta invece apertamente il
proprio scetticismo in proposito E. Trubeckoj: «sarebbe un errore ritenere che la
sconfitta della Germania comporti di per sé la fine del militarismo» e l’avvento
della
pace mondiale; «finché ci sarà anche una sola nazione armata, tutte le altre
saranno costrette ad esserlo»
98
.
93
N. Berdjaev,
Vojna i vozroždenie, in «Utro Rossii», 17 agosto 1914.
94
Ibidem.
95
Vojna za mir, in «Novoe vremja», 21 luglio 1914.
96
Vtoraja otečestvennaja vojna, cit.
97
S. Kotljarevskij,
Vojna za mir, in «Russkaja mysl’», 10, 1914, pp. 94-98.
98
E. Trubeckoj,
Vojna i mirovaja zadača Rossii, in «Russkaja mysl’», 12, 1914, p. 93. Si tratta
della relazione letta da Trubeckoj nella seduta della Società filosofico-religiosa di Mosca intito-