Guerra, impero, rivoluzione: Russia, 1914-1917
358
tura
e della psicologia delle masse, urbane e contadine. Nel 1995 Valerij Kaniščev
pubblica
La rivolta russa: insensata e spietata, dedicato ai pogrom divampati nu-
merosi nelle città russe durante il 1917-18, ispirati dalla fame, dal saccheggio,
dal consumo di alcool, da iniziative di giustizia sommaria
212
. L’autore riconduce
queste esplosioni di violenza dopo il Febbraio alla lotta condotta con metodi
primitivi dai ceti tradizionali per pane e libertà. Due anni dopo Buldakov pub-
blica
La smuta rossa, la cui trattazione del periodo 1917-20
si incentra su natura
e conseguenze della violenza rivoluzionaria: il libro ha suscitato vivaci reazioni
tra gli storici, e significativamente la sua riedizione nel 2010 è stata incorporata
nella collana
Istorija stalinizma
213
. Per Buldakov la violenza divampata a partire
dal 1917 nel quadro dell’«immersione nel caos» è la risposta della società tradi-
zionalista all’instabilità prodotta dai processi di modernizzazione e alla violenza
moderna della Prima guerra mondiale, una risposta in cui confluiscono l’arcai-
smo comunalista e gli istinti primordiali delle masse: «il caos rivoluzionario può
essere considerato come il disvelamento della natura “barbara” dell’uomo, celata
sotto lo spesso involucro della violenza “civilizzatrice” del potere»
214
. Il terrore,
sia
rosso che bianco, è visto da Buldakov come «terrore del potere», una «reazione
“urbana”» alla violenza tradizionalista delle masse, di cui egli tende a valorizzare
«la spontaneità bio-sociale»
215
. Nell’introduzione Buldakov ha scritto che «in
un certo senso il libro è un tentativo di dare un quadro un po’ iperbolizzato di
un passato catastrofico»
216
e Kolonickij, nel dibattito che ne è seguito, ne ha
colto l’elemento volutamente provocatorio
217
. Meno benevola è la valutazione
di Smith che ha commentato: «si tratta di roba forte,
ma le sue generalizzazioni
riguardo alla psicologia di massa sono troppo radicali» e ricordano Taine sulla
212
V. Kaniščev,
Russkij bunt: bessmyslennyj i bespoščadnyj: pogromnoe dviženie v gorodach Rossii
v 1917-18, Tambov, TGU, 1995.
213
V. Buldakov,
Krasnaja smuta. Priroda i posledstvija revoljucionnogo nasilija, Moskva, Rosspen
- Fond «Prezidentskij centr B.N. El’cina», 2010 (prima ed., Moskva 1997).
214
Ivi, p. 7. Il concetto di caos ritorna in un altro lavoro dello stesso autore: V. Buldakov,
Chaos
i etnos: etničeskie konflikty v Rossii, 1917-1918 gg. Uslovija vozniknovenija, chronika, kommentarij,
analiz, Moskva, Novyj Chronograf, 2010.
215
V. Buldakov,
Revoljucija, nasilie i archaizacija massovogo soznanija v graždanskoj vojne: pro-
vincial’naja spezifika, in
Almanach «Belaja gvardija», N. 6. Antibol’ševickoe povstančeskoe dvižen-
ie, Moskva, «Posev», 2002, pp. 4-11.
216
V. Buldakov,
Krasnaja smuta, cit., p. 9.
217
B. Kolonitskii,
On Studying the 1917 Revolution, cit., pp. 761-762.
Capitolo VII. A cent’anni
dalla Rivoluzione russa
359
Rivoluzione francese
218
. Šubin ha definito il lavoro di Buldakov come un mix di
«ideologia liberale e psicopatologia» che non poteva trovare ampio sostegno in
ambito storiografico, ma che, nella misura in cui offre un ampio materiale em-
pirico sulla violenza, aiuta ad arricchire il quadro del processo rivoluzionario
219
.
Pavel Marčenja offre un approccio diverso alla psicologia delle masse nella
rivoluzione: il suo interesse va allo studio della capacità dei partiti di entrare in
sintonia
con la coscienza di massa, alle caratteristiche di questa, in particolare
alla consapevolezza giuridica dei contadini
220
. A suo parere i bolscevichi furono, a
differenza di altre forze politiche, capaci di elaborare parole d’ordine che avessero
presa sulle masse: un’alternativa democratica nel 1917 non esisteva e l’idea im-
periale russa fu raccolta dal bolscevismo, che sostituì la triade uvaroviana (auto-
crazia, ortodossia, nazionalità) con «dittatura, comunismo, spirito di partito»
221
.
Del rapporto tra partiti e coscienza di massa si è
occupato anche Sergej Razin,
utilizzando la documentazione delle province di Samara, Saratov, Simbirsk per
gli anni 1905-7 e 1917
222
.
VII.7.
Leader, partiti, istituzioni, élite
Una trattazione che aspiri a offrire un quadro articolato della storiografia
sul 1917 non può tralasciare di menzionare alcuni lavori dedicati alle grandi
personalità presenti sulla scena politica dell’epoca, primi fra tutti Lenin, Nicola
II, Kerenskij.
Una rilettura storica della figura di Lenin finalmente libera dalla “imbalsa-
mazione” di regime si è imposta all’indomani della fine dell’Urss. Continuità tra
leninismo e stalinismo e responsabilità di Lenin nella sistematica adozione del
terrore come pratica di governo sono motivi conduttori della biografia di Dmitrij
218
S.A. Smith,
The Historiography of the Russian, cit., pp. 737-738.
219
A. Šubin,
Velikaja rossijskaja revoljucija, cit., p. 7.
220
P. Marčenja,
Massovoe pravosoznanie i pobeda bol’ševizma v Rossii, Moskva, Izd. Sčit-M,
2005; P. Marčenja,
Massy i partii v 1917 g.: massovoe soznanie kak dominanta russkoj revoljucii,
in «Novyj istoričeskij vestnik», 2, 2008, pp. 64-78.
221
P. Marčenja,
Partijnye ideologemy v massovom soznanii «demokratičeskoj» Rossii: vlast’ i massy
ot fevralja k oktjabrju 1917 goda, in «Vestnik Pomorskogo universiteta. Gumanitarnye i so-
cial’nye nauki», 3, 2009, pp. 11-17.
222
S. Razin,
Političeskie partii i massovoe soznanie v russkoj revoljucii, in «Vestnik Rossijskogo
universiteta družby narodov. Istorija», 3, 2008, pp. 34-42.