Settimanale di informazione domenica 27 agosto 2017 anno 114 N. 31 € 1,50 dcoio0047 giornale locale



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ACQUI TERME

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L’ANCORA

27 AGOSTO 2017



Acqui Terme. Questa la po-

sizione  dell’amministrazione

acquese per voce del sindaco

Lorenzo Lucchini e dell’asses-

sore Maurizio Giannetto:

«La siccità degli ultimi giorni

ci obbliga a difendere le risor-

se idriche da tutte le possibili

minacce.

Tutti  i  Comuni  della  Valle

Bormida, da Merana fino a Bi-

stagno, e tutti i Comuni della

Valle Erro, stanno subendo in

questi giorni la razionalizzazio-

ne  dell’acqua.  Precedente-

mente  anche  Acqui  Terme

aveva come fonte di approvvi-

gionamento i pozzi sull’Erro ed

ha sofferto nel 2003 una crisi

idrica  che  aveva  comportato

un razionamento idrico. 

«Ricordo – dichiara il sinda-

co Lorenzo Lucchini - con di-

spiacere quegli anni. Un’emer-

genza idrica che aveva messo

in ginocchio la città. Se oggi

non viviamo una crisi idrica è

grazie  ai  pozzi  di  Predosa.

Con l’approvvigionamento idri-

co tramite il cosiddetto “tubo-

ne” siamo riusciti ad emanci-

parci dalle continue emergen-

ze che hanno sconvolto il terri-

torio acquese. I pozzi di Pre-

dosa  e  la  falda  acquifera  di

Sezzadio sono un’essenziale

risorsa per la città».

Dal  2008  la  città  di  Acqui

Terme  ha  abbandonato  l’ap-

provvigionamento  idrico  dai

pozzi sull’Erro e si è rivolta ai

pozzi di Predosa che hanno la

capacità di alimentare in rete

circa  50  mila  persone  e  po-

trebbero, con un investimento

strutturale,  arrivare  a  circa

200mila.

Un enorme bacino che po-

trebbe alimentare quasi la me-

tà della popolazione della Pro-

vincia di Alessandria. 

«È davvero solamente – di-

chiara l’assessore all’Ambien-

te Maurizio Giannetto - grazie

all’interconnessione del nostro

acquedotto con i pozzi di Pre-

dosa se attualmente non sia-

mo  anche  noi  in  emergenza

idrica.

È più che mai importante ri-



cordare a tutti che sopra l’area

di ricarica della falda acquifera

profonda che alimenta il cam-

po pozzi di Predosa incombe il

pericolo  di  insediamento  di

una discarica di rifiuti specia-

li».

Dal 2012 il Comune di Acqui



Terme, insieme ad altri 24 Co-

muni del territorio, contrasta la

realizzazione  della  discarica

Riccoboni a Sezzadio, per evi-

tare che possibili contamina-

zioni mettano in pericolo la fal-

da acquifera profonda.

Recentemente  la  Regione

Piemonte ha approvato il pia-

no cave definitivo, che permet-

te la costruzione di un deposi-

to di smarino proveniente dagli

scavi del Terzo Valico anche a

Sezzadio.

«È un mio personale invito

come cittadino e come ammi-

nistratore: è davvero importan-

te – ricalca l’assessore all’Am-

biente  Maurizio  Giannetto  –

che la cittadinanza sia prota-

gonista della difesa del territo-

rio  e  della  falda  acquifera  di

Predosa».

«Sono preoccupato – affer-

ma il sindaco Lucchini – dalle

conseguenze sui pozzi di Pre-

dosa che potrebbero derivare

dal deposito di raccolta dei de-

triti e dalla discarica di Ricco-

boni.


Costituirebbero  un  rischio

inaccettabile  per  le  falde  ac-

quifere destinate al consumo

umano.


La siccità ci dimostra che lì

dove  abbiamo  delle  risorse

idriche importanti dobbiamo di-

fenderle da tutte le possibili mi-

nacce.

La  Regione  e  la  Provincia



devono cambiare rotta.

Sarebbero  opportuni  prov-

vedimenti urgenti per bloccare

qualsiasi opera che possa ri-

sultare  dannosa  per  le  falde

acquifere.

Come amministratori abbia-

mo il compito di fornire a tutti i

cittadini un servizio idrico giu-

sto e continuo».



Acqui  Terme. Continuano

le preoccupazioni per l’emer-

genza idrica. E visto che nei

prossimi giorni è prevista una

nuova ondata di caldo, il livello

di attenzione di alza ancora di

più.

Soprattutto  nei  paesi  del-



l’acquese dove, ormai da una

decina di giorni, è iniziato il ra-

zionamento nelle ore nottur-

ne.


La preoccupazione è tanta

anche  a  Ponzone  dove  però

l’amministrazione comunale, in

accordo con Amag e Ato 6, ol-

tre che la protezione civile, ha

messo in campo una serie di

iniziative per ridurre al minimo

il  disagio  per  la  popolazione

egli  innumerevoli  turisti  pre-

senti sul territorio.



«Siamo  riusciti  a  superare

ferragosto solo con alcuni pro-

blemi idrici che non hanno su-

perato  la  giornata,  grazie  al-

l’intervento  del  personale

Amag –  spiega  il  sindaco  di

Ponzone Frabrizio Ivaldi - or-



mai tutti i giorni inoltre, stiamo

monitorando tutto il territorio e

soprattutto le aziende agricole

che allevano bestiame. Sicu-

ramente  la  situazione  si  ag-

graverà sempre di più, ma ho

provveduto come buona parte

dei Comuni della valle Bormi-

da a richiedere l’intervento del-

la colonna mobile della prote-

zione  civile  verso  fine  mese,

quando le nostre scorte di ac-

qua si esauriranno».

Per ora con mezzi propri del

Comune e della Protezione Ci-

vile, sono state posizionate ci-

sterne di acqua potabile sulle

piazze dove ogni tanto manca

l’acqua. In accordo con Amag

poi, si è deciso di non chiude-

re l’erogazione dell’acqua nel-

le fasce orarie come altri Co-

muni stanno facendo, perché

questo tipo di intervento su un

territorio,  con  forti  dislivelli,

creerebbe solo delle rotture al-

la rete idrica peggiorando la si-

tuazione.



«Al contrario abbiamo ridot-

to la portata nei tubi per avere

un po’ di scorta per le prossi-

me  settimane –  aggiunge  il

Primo Cittadino di Ponzone -



Nelle poche zone dove non ar-

riva la portiamo noi alle abita-

zioni».

Dal sindaco di Ponzone Fa-

brizio Ivaldi poi parte un appel-

lo:  la  realizzazione  di  un  se-

condo invaso a Bric Berton.

Un progetto che in futuro po-

trebbe mettere al riparo da al-

tre emergenze idriche non so-

lo Ponzone ma anche i paesi

limitrofi. 



«Per  quanto  ci  riguarda 

spiega il sindaco di Ponzone

Fabrizio Ivaldi – mi attiverò af-

finché l’Ato 6, Amag e tutte le

autorità competenti riprendano

in  considerazione  il  progetto

che prevede la realizzazione di

un secondo invaso nella zona

di Bric Berton».

Un  progetto  sulla  carta  da

alcuni anni, che vedrebbe l’uti-

lizzo dei pozzi di sorgente di

proprietà di Ponzone sul mon-

te Beigua. Pozzi che per cadu-

ta portano per tutto l’anno ac-

qua nel lago artificiale proprio

in località Bric Berton.

«Vicino a tale bacino idrico

le precedenti amministrazioni

avevano già identificato un si-

to di proprietà comunale dove

realizzare un nuovo bacino per

aumentare le riserve non solo

per Ponzone ma per tutti i Co-

muni limitrofi» aggiunge Ivaldi

e  senza,  tra  l’altro,  costi  ag-

giuntivi per la realizzazione di

stazioni di pompaggio perché

l’acqua arriva per caduta libe-

ra. Il progetto preliminare è ri-

masto nel cassetto perché mai

nessun  ente  ha  voluto  co-fi-

nanziare l’opera.

«Credo che questo sia il mo-

mento di prendere in conside-

razione Ponzone e la sua scor-

ta di acqua – aggiunge Ivaldi –

mi auguro che ci si possa riu-

nire intorno ad un tavolo anche

con gli altri sindaci della nostra

Unione Montana per aiutarmi a

sostenere questa giusta causa

a favore di tutti».

Mentre andiamo in stampa

apprendiamo che nella matti-

nata di mercoledì 23 agosto il

sindaco  di  Ponzone  ha  però

emesso un’ordinanza che so-

spende  l’erogazione  dell’ac-

qua dalle 21 alle 7 a partire dal

24 agosto.

Gi. Gal.

Acqui Terme. Riceviamo e

pubblichiamo  una  riflessione



inviata da Tino Balduzzi:

“Siamo in piena emergenza

siccità, e sarebbe utile deviare

tutte le risorse per cercare di ri-

solvere  o  almeno  attenuare

questo grave problema, e ma-

gari per prevenirne l’insorgen-

za nel prossimo futuro.

Un risultato che si potrebbe

ottenere solo evitando di sper-

perare denaro e proteggendo

le  falde  acquifere  esistenti.

Non si fa né l’una né l’altra co-

sa.

Vicino a noi, oltre allo spreco

di  risorse,  il  Terzo  Valico  fa

grossi danni alle falde acquife-

re.

Non solo alle falde superfi-

ciali, ma anche a quelle pro-

fonde che ricevono l’inquina-

mento proveniente dalle fal-

de di superficie perchè mes-

se in comunicazione tra loro

da migliaia di pozzi profondi,

indipendentemente dal fatto

che essi siano utilizzati o me-

no.

Si  tratta  di  pozzi  realizzati

nel secolo scorso con una tec-

nica ora non più ammessa.

Della  maggioranza  di  quei

pozzi non è mai stata denun-

ciata  l’esistenza  alle  autorità

competenti. Si stima che ve ne

siano tra 50 e 100mila in tutta

la Pianura Padana e la diretti-

va europea 60 del 2000 obbli-

ga a ricondizionarli imponendo

di isolare le falde tra loro, con

un costo medio tra 20 e 30mi-

la euro a pozzo. 

La Regione Piemonte ha im-

posto di ricondizionarli tutti en-

tro il 2016, ma poi, a causa dei

risultati irrisori, ha spostato il

termine al 2021. Un clamoroso

fallimento  derivante  dal  fatto

che  l’operazione  non  è  stata

adeguatamente  finanziata.  Il

buon senso dice che salvare le

falde acquifere è (sarebbe) più

importante che costruire tun-

nel, ma in Italia la politica dice

l’opposto. Non solo. Nell’ales-

sandrino la stessa classe poli-

tica che favorisce il Terzo Vali-

co permette che su falde ac-

quifere  vitali  per  la  sopravvi-

venza  della  popolazione  si

trattino rifiuti e si realizzino pe-

ricolose discariche. come av-

viene, rispettivamente, a Pre-

dosa e a Sezzadio.

Due aspetti pochissimo noti

aggravano  la  situazione:  la

lentezza delle falde di pianura,

che  per  percorrere  un  chilo-

metro ci possono mettere al-

cuni anni, garantendo l’impuni-

tà per prescrizione agli inqui-

natori, e poi l’esistenza, pro-

prio  sotto  le  cave  scelte  per

metterci le terre da scavo del

Terzo Valico, di una preziosis-

sima falda acquifera che arriva

fino a 1500 metri di profondità

per uno spessore di circa 900

metri.

Una invisibile riserva vitale,

non solo per il Piemonte. Ma

totalmente  indifesa  da  una

classe politica che si sta gio-

cando il futuro della popolazio-

ne alla ‘slot machine’ della cre-

scita”.

Acqui Terme. Riceviamo e

pubblichiamo un intervento del

portavoce dei Comitati di Base

della  Valle  Bormida,  Urbano

Taquias.

“Dopo una breve pausa esti-

va, i Comitati di Base della Val-

le Bormida si mettono in mar-

cia, e riprendono la lotta per la

difesa  delle  falde  acquifere

contro le multinazionali dei ri-

fiuti e contro il Terzo Valico.

Purtroppo la siccità ha colpi-

to duramente l’intera Valle Bor-

mida e  gran parte della Pro-

vincia, ma in questo modo ha

dimostrato  nella  maniera  più

dura quanto sia utile, necessa-

rio, indispensabile, proteggere

la falda di Sezzadio-Predosa,

unica grande riserva d’acqua,

insostituibile per la vita stessa

dei Comuni e dei cittadini della

Valle. 


La siccità ha mandato in cri-

si decine di Comuni. Solo Ac-

qui Terme e Rivalta Bormida, a

tutt’oggi,  sono  immuni  dalla

siccità, e se non hanno subito

le conseguenze, è solo grazie

al “tubone” che le collega alla

falda. Altri paesi, hanno dovu-

to razionare l’acqua o far ricor-

so alle autobotti per garantire

il  consumo  umano.  Questo

perché l’Erro (e il fatto era già

noto) non è in grado di soddi-

sfare la richiesta di acqua nel

periodo estivo. Tredici Comu-

ni, che adesso sembrano in-

tenzionati a chiedere che il “tu-

bone”  di  Sezzadio-Predosa

possa alimentare anche i loro

paesi.


Sarebbe  una  soluzione  in-

telligente. Il cambiamento cli-

matico  sta  ormai  diventando

strutturale  e  se  la  situazione

continuerà  di  questo  passo,

non resta altro da fare: la Valle

Bormida  tutta  si  deve  unire,

Comuni, associazioni e cittadi-

ni, per difendere l’unica risorsa

in grado di assicurarci l’acqua

e di evitare la crisi di un intero

sistema.  Possiamo  essere

bravi a produrre buon vino, or-

taggi biologici, carni sceltissi-

me,  ma  senz’acqua  nulla  si

può fare. 

E se l’acqua serve a tutti, bi-

sogna difenderla seriamente.

È chiaro che non sono più ac-

cettabili, le dichiarazioni di cir-

costanza di tanti sindaci che a

parole hanno aderito al coordi-

namento,  ma  che  poi  al  mo-

mento delle iniziative e delle

manifestazioni  non  sempre

avevano sostenuto con i fatti le

posizioni sottoscritte.

Troppo spesso in questi an-

ni ci è toccato constatare l’as-

senza  di  tanti  primi  cittadini

che oggi chiedono l’acqua per

le proprie popolazioni. Ebbe-

ne, il tempo delle ambiguità è

finito. Sappiamo che all’interno

del coordinamento sindaci che

senza mezzi termini hanno so-

stenuto le nostre lotte, ma si

possono contare sulle dita di

una  mano.  Invece  dobbiamo

metterci in testa che per vince-

re  questa  battaglia  bisogna

stare tutti insieme in prima li-

nea e creare strategie che ci

permettano di mettere al sicu-

ro le falde acquifere, dalle di-

scariche come dal Terzo Vali-

co.

Bisogna essere uniti, perché



non possiamo fidarci di nessu-

no. I fatti degli ultimi mesi, e il

coinvolgimento di Aral in una

grossa inchiesta sul traffico dei

rifiuti ha fatto emergere in pro-

vincia una realtà preoccupan-

te che è fonte di ulteriore pre-

occupazione per il territorio e

per le falde.

L’unica possibilità è smette-

re di sperperare risorse e qui

viene  spontaneo  parlare  del

Terzo Valico, e dei tanti milioni

spesi  anche  recentemente,

per un’opera inutile e dannosa

e  per  le  cosiddette  spese  di

compensazione, che poi non

possono compensare lo scem-

pio compiuto.

Tanti  soldi,  che  invece  sa-

rebbero molto meglio spesi se

utilizzati per allungare il “tubo-

ne” e collegare tutti i Comuni

interessati.

È incredibile pensare che in

un quadro come questo ci sia-

no politici che anziché proteg-

gere e mettere in sicurezza le

falde acquifere pensino addi-

rittura di autorizzare sopra di

esse depositi di smarino e di-

scariche. 

Non possiamo stare a guar-

dare. E non lo faremo: convo-

cheremo al più presto una as-

semblea  pubblica  ad  Acqui

Terme, per fare il punto della

situazione e riprendere la lotta

in maniera ancora più intransi-

gente  di  quanto  fatto  finora.

Non faremo sconti, non scen-

deremo a compromessi né sul-

la falda né sulla salute.

Tutti i cittadini e tutti i sinda-

ci dovrebbero unirsi e parteci-

pare alle iniziative dei Comita-

ti  di  Base:  i  fatti  dimostrano

che siamo noi gli unici garanti

di questa lotta, che ha come

unico scopo la messa in sicu-

rezza dell’acqua e della salu-

te”.


Ottria: con l’acqua di Sezzadio

non ci sarebbe crisi

Acqui Terme. “In questi giorni “tutti” si accorgono del proble-

ma siccità, anche nell’alessandrino.

Ma per non avere problemi di questo tipo basterebbe attinge-

re dalla falda di Sezzadio e portare l’acqua fino a Novi e Tortona

invece di… farci sopra una discarica!” – afferma il capogruppo di

MDP in Consiglio Regionale Valter Ottria che già quand’era sin-

daco di Rivalta Bormida, e anche ora in Regione, fu tra i primi a

porre la questione dell’utilizzo della falda acquifera che ora ser-

ve Acqui.

“Tra l’altro si tratta di un’acqua purissima e di alta qualità che

con l’intervento e il contributo della Regione potrebbe servire il

novese e il tortonese risolvendo il problema idrico e le conse-

guenze per i cittadini che il razionamento di questi giorni sta pro-

vocando ma anche il problema ambientale di Sezzadio” – con-

clude Ottria che nelle prossime settimane solleciterà la Giunta a

valutare la possibilità di elaborare un piano organico per ottimiz-

zare l’uso delle risorse idriche alessandrine.

«Difendere la falda di Sezzadio»

Lucchini e Giannetto

sulla crisi idrica

Con un secondo invaso a Bric Berton

Ponzone può risolvere

il problema idrico

Scrive Tino Balduzzi 

“Difendere le falde

meglio che far tunnel”

Per il portavoce dei Comitati Urbano Taquias

“L’acqua è vitale e va difesa

da tutti senza ambiguità”



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