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Antonio Bica
così come li conosciamo; soprattutto, poi, quando si fa riferimento al Vangelo di
Giovanni, viene spontaneo agli studiosi chiedersi come avrebbe potuto quel pesca-
tore di Genezaret, fratello di Giacomo e figlio di Zebedeo, pescatori anch’essi, com-
porre un Vangelo con uno stile letterario così elegante e quasi impeccabile.
Un cenno a parte merita la concezione gnostica della resurrezione, contrappo-
sta a quella della tradizione ortodossa. Cominciamo col ricordare Luca (dal Vangelo
di Luca, cap. 24, vers. 36-43: «Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in per-
sona apparve in mezzo a loro e disse: «pace a voi!». Stupiti e spaventati credevano
di vedere un fantasma. Ma egli disse: «perché siete turbati, e perché sorgono dubbi
nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: Sono proprio io! Toccatemi e
guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». Dicendo questo
mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed
erano stupefatti, disse: «avete qui qualcosa da mangiare?». Gli offrirono una porzio-
ne
di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro»).
È chiaro come Gesù voglia dimostrare qui l’evidenza della realtà corporea della
sua resurrezione. Questa è certamente una delle questioni più radicali della fede cristiana.
Non è un fantasma che riprende a vivere ma un corpo, sangue e ossa, carne
e nervi, che ritorna alla vita, stravolgendo completamente l’esperienza umana della
vita e della morte acquisita dalla notte dei tempi. Non è un impianto dottrinale ad es-
sere capovolto, ma la stessa legge della natura. Il Cristianesimo ortodosso, sul solco
tracciato dalle testimonianze degli apostoli, afferma e condivide una concezione ed
un’interpretazione letterale della resurrezione. Ma perché? Può avere tutto questo un
valore politico ed un significato ben preciso nell’assegnazione della leadership che
gestirà il potere nei secoli successivi? Certo l’autorità degli undici rimasti (Giuda era
già morto) come testimoni dell’apparizione di Gesù risorto è indiscussa; nel Vangelo
di Giovanni (cap. 21, vers. 15-19), Gesù assegna a Pietro il compito di pastore del
gregge, e sarà proprio lui che, dopo la morte di Gesù, assumerà il ruolo di leader
del gruppo. Anche se, secondo Giovanni e Marco, fu Maria di Magdala e non Pietro
ad essere la prima testimone della resurrezione, la tradizione ortodossa fa risalire a
Pietro la propria autorità. Poiché non fa parte del gruppo dei Dodici, Maria non può
mettersi in corsa per conquistare il ruolo di leader.
Alcuni Gnostici, gli Gnostici Setiani, che si credevano discendenti di Set, ter-
zo figlio di Adamo ed Eva, credevano che Gesù apparve in forma corporea soltanto
ad alcuni dei suoi seguaci, e a questi rivelò la gnosi e con essa la capacità di intendere
la resurrezione da un punto di vista spirituale e di esperienza interiore del Cristo.
Maria Maddalena era una di loro.
Poiché soltanto gli apostoli hanno avuto esperienza di Gesù da vivo e poi da
resuscitato, ed erano stati gli ultimi ad essere testimoni degli eventi narrati, l’autorità
religiosa di questi è inconfutabile. Avviene così che le prime gerarchie ecclesiastiche
si considerano legittime depositarie dell’autorità nella successione e fanno risalire la
loro eredità alla tradizione apostolica. Fu un fatto politico di enorme rilevanza per
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I vangeli gnostici e il cristianesimo delle origini
i vescovi, i preti e i diaconi delle prime gerarchie del Cristianesimo ortodosso che
diventarono detentori di un potere che dura tutt’oggi. Se c’è un’unica verità, ed è
quella apostolica, c’è una sola Chiesa che può tramandarla e una sola gerarchia che
ne ha l’autorità spirituale.
È in tal modo che i primi Cristiani ortodossi gettano le fondamenta per l’isti-
tuzionalizzazione del loro movimento.
Il punto di vista gnostico, com’è ovvio, si trova totalmente agli antipodi. Se la
concezione ortodossa interpreta la resurrezione in senso letterale, vale a dire come
resurrezione della carne, l’esperienza gnostica della resurrezione vede in essa un
momento d’illuminazione spirituale e di esperienza tutta interiore del Cristo. Per gli
Gnostici, l’esperienza personale e interiore di Cristo supera perfino la tradizione ed
il valore della testimonianza apostolica.
È veramente un’idea sovversiva, un durissimo colpo di scure per il potere del-
la Chiesa. Chiunque vede Cristo tramite la gnosi, può guadagnarsi il rapporto diretto
con Dio scavalcando le gerarchie della Chiesa e potendo negarne l’autorità. Ecco un
altro motivo per cui, fra tutti i movimenti in lotta per il potere nel vasto panorama del
Cristianesimo delle origini, quello degli Gnostici fu considerato sovversivo e la sua
dottrina eretica. La loro teoria, che implicava un avvicinamento diretto a Dio tramite
la gnosi, se accettata dalla massa dei credenti, avrebbe spiazzato politicamente tutto
l’impianto dell’ortodossia in termini di autorità assoluta, di legittimazione dell’auto-
rità stessa, e soprattutto di potere di successione.
Tutto questo non è poco se pensiamo che la massima autorità della Chiesa è
considerata “successore di Pietro”.
A proposito dell’atteggiamento di Gesù nei confronti dei suoi discepoli, c’è
un Gesù che ride spesso nel Vangelo di Giuda, contrariamente a quanto accade nei
Vangeli Neotestamentari. Gesù ride della morte, fattore questo che non ha una con-
notazione negativa, piuttosto è il punto di passaggio ad una condizione di maggiore
dignità, l’istante in cui abbandoniamo tutto ciò che è inutile, compresa la nostra
fisicità corporea. Gesù ride perché i discepoli non sanno chi egli è veramente né
da dove viene; semplicemente lo credono il figlio del Dio degli Ebrei. Secondo la
concezione di Dio nello Gnosticismo Setiano, esiste un Essere Infinito, al di sopra di
ogni cosa, che non è identificabile col Dio minore del Vecchio Testamento, creatore
di quel disastroso mondo materiale pieno di forze malvagie che tengono gli uomini
intrappolati e da cui bisogna allontanarsi con la fuga.
Anche Gesù dovrà rifuggire da questo disastro cosmico rappresentato dal
mondo della quotidianità, dovrà separarsi dal suo corpo per ricongiungersi al regno
del Padre da cui proviene.
Secondo la concezione gnostica, Dio raggruppava in sé sia l’elemento maschi-
le che quello femminile, in accordo col racconto della creazione riportato da Genesi
(cap. 1, vers. 26-27): «e Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra
somiglianza […]; Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò; ma-