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Antonio Bica
na, Giuda il fondamentalista, l’estremista nazionalista, intuisce che Gesù, accettando
il gesto dell’unzione, accetta implicitamente il suo stesso sacrificio.
Che fine ha fatto il Signore che doveva combattere contro le nazioni? Dov’è il
Messia guerriero tanto atteso, il figlio ed erede di Davide, discendente della dinastia
reale d’Israele, prescelto per salvare il popolo oppresso? Gesù non è la soluzione del
problema politico degli ebrei, è piuttosto un uomo che ha scelto per sé un ruolo di
perdente, andando incontro ad un inutile sacrificio di se stesso. Giuda è ferito, delu-
so, vede fallire davanti ai suoi occhi un programma politico già tracciato, ecco che
allora tradisce l’amico e lo consegna alle autorità del Tempio. Dai racconti evangeli-
ci non emerge la figura di un messia Gesù venuto a rovesciare il potere di Roma, e fu
proprio questo a non essere accettato dalle fazioni politiche più oltranziste.
Ma torniamo a Nag Hammadi, località dell’Alto Egitto. La scoperta dei testi
Gnostici risale al 1945. È un contadino a riportare casualmente alla luce, dopo un
silenzio di 1600 anni, una giara di terracotta nel cui interno è custodita una raccolta
di 52 testi gnostici.
Le preziose fonti testuali rinvenute dall’inconsapevole contadino arabo, e che
oggi vanno a costituire la biblioteca di Nag Hammadi, hanno contribuito a modificare
radicalmente la nostra idea del Cristianesimo primitivo, dimostrando quanto variegato
e polimorfo fosse il fenomeno alle sue origini. I 13 papiri di Nag Hammadi risalgono
al IV sec. d. C. e si presentano ai nostri occhi come trascrizioni da testi greci più anti-
chi, databili attorno al II sec. d. C. Colui o coloro che nascosero i papiri, con il chiaro
intento di metterli al sicuro, salvarono certamente i testi dalla distruzione sistematica
operata
dai cristiani proto-ortodossi; questi rappresentavano la corrente principale,
una fra le tante correnti e sette
del Cristianesimo primitivo, l’unica ad uscire vittoriosa
dalla guerra per la supremazia in atto in quel periodo, l’unica ad avere l’opportunità
di dettare i canoni, la dottrina, i principi fondamentali di quella che sarebbe diventata
la religione professata nella maggior parte del mondo conosciuto.
Quando, riferendoci al cristianesimo primitivo, parliamo di divisione in sette
e correnti innumerevoli, non bisogna meravigliarsi tanto; il fenomeno non era poi
così dissimile, dal punto di vista della varietà almeno, da ciò che si prospetta agli
occhi del cristiano dei tempi moderni. Proviamo ad immaginare fra quante correnti
un cristiano di oggi può operare la sua scelta; millenaristi, mormoni, testimoni di
Geova, avventisti cristiani e avventisti del settimo giorno, poi ci sono i quaccheri, i
presbiteriani, e ancora metodisti, battisti, pentecostali, congregazionalisti, anglicani.
Se c’è qualcosa che veramente accomuna tutti gli accoliti, è la ferma convinzione di
ciascuno di possedere l’unica verità, di appartenere alla corrente o alla setta che fra
le altre è la migliore perché meglio interpreta i dettami della vera fede. Ebbene, la
situazione era più o meno simile già a partire dalla fine del primo secolo dopo Cristo.
Tutto il prodotto della cultura della corrente religiosa gnostica, fu dichiara-
to estraneo al pensiero cristiano, così anche i testi della letteratura gnostica furono
considerati eretici e sequestrati per essere bruciati o distrutti. Ecco perché, fino alla
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I vangeli gnostici e il cristianesimo delle origini
metà del secolo scorso, poco o nulla si sapeva del Vangelo di Tommaso, il Vangelo
di Filippo, il Vangelo degli Egiziani, il Vangelo di Verità, l’Apocalisse di Paolo, l’A-
pocalisse di Pietro, il Libro Segreto di Giacomo ed altri testi ancora che fanno parte
della biblioteca di Nag Hammadi. L’eliminazione sistematica dei documenti gnosti-
ci, bollati come proibiti e da sempre rifiutati dalla Chiesa ufficiale, è il risultato della
lotta per il predominio fra le tante correnti e sette che s’incontrarono e si scontrarono
agli albori del Cristianesimo.
Poiché fu la fazione ortodossa a vincere e poiché la storia, da sempre, la scrive
chi vince, gli ortodossi ci trasmisero un canone testamentario che comprende solo
i quattro Vangeli ufficiali che oggi conosciamo, distruggendo ed escludendo tutti
gli altri considerati eretici e pertanto devianti; in seno al variegato e multiforme
universo polemico del cristianesimo primitivo, fu sempre l’ortodossia,
vittoriosa nei
duri conflitti del II e III secolo, a stabilire quali libri potevano entrare a far parte
del Nuovo Testamento e quali no, fu l’ortodossia a gettare le basi ideologiche del
Cristianesimo come oggi noi lo conosciamo in Occidente, a decretare quale doveva
essere la vera fede, la dottrina, la gerarchia, le pratiche cultuali di ciò che sarebbe
diventata la tradizione cristiana fino ai nostri giorni. Ovviamente l’ortodossia definì
minuziosamente ciò che doveva essere escluso e ciò che andava ripulito prima che
fosse consegnato ai posteri.
Ma viene da chiedersi cosa sarebbe successo se i fatti si fossero svolti diver-
samente, se avesse prevalso un’altra corrente, una fra quelle dichiarate eretiche; di
sicuro oggi avremmo una forma diversa di Cristianesimo, le Sacre Scritture com-
prenderebbero altri Vangeli, diversi dai quattro canonici, la cultura medievale, quella
rinascimentale, sarebbero state qualcosa di diverso da come le conosciamo,
la nostra
stessa cultura occidentale si sarebbe sviluppata su modelli differenti, e magari al
posto del monoteismo ebraico avremmo un pantheon politeista.
La scoperta dei testi gnostici ha senz’altro aperto la strada a nuove soluzioni,
differenti interpretazioni e chiavi di lettura che ci proiettano verso una conoscenza
alternativa, in una direzione opposta a quella tracciata dalla via stantia del dogmati-
smo. È anche questo il significato di Nag Hammadi, è come se chi nascose i preziosi
documenti 1600 anni fa, sperasse in un ritrovamento, magari casuale, da parte di
qualcuno nel futuro della storia, perché quei testi potessero urlare “c’eravamo anche
noi, e queste erano le nostre idee!” In effetti è proprio ciò che è successo.
Ma quale fu l’elemento catalizzatore della vittoria dell’ortodossia, ciò che
permise al Cristianesimo di sopravvivere e prosperare fino ad oggi? Cosa tolse ogni
speranza agli eretici e li costrinse a nascondersi e a nascondere le loro letterature per
salvarle dal fuoco e dalla distruzione? La conversione dell’imperatore Costantino
e la proclamazione del Cristianesimo a religione dell’impero, costituì un momento
decisivo che pose, per così dire, il sigillo al trionfo dell’ortodossia. Costantino, as-
segnando il merito dei suoi successi in campo politico e militare al Dio dei cristiani,
cominciò a concedere loro tutta una serie di benefici, ottenendo che la conversione al