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VITA DIOCESANA
L’ANCORA
26 FEBBRAIO 2017
“Non affannatevi per il do-
mani, perché esso avrà le sue
inquietudini”, così si chiude la
pagina del vangelo di Matteo
di domenica 26 febbraio: come
se il domani dipendesse da
me! Affannarsi non è sempli-
cemente lavorare, essere pre-
vidente, affaticarsi, significa vi-
vere nell’ansia, perennemente
col fiato sospeso. Un modo di
vivere che rivela un rapporto
sbagliato con le cose, con la
vita e anche con Dio. “Chi di
voi – dice ancora Gesù in Mat-
teo – per quanto si preoccupi,
può allungare anche di poco la
propria vita?”. Per aiutarci a li-
berarci dall’angoscia per il ci-
bo, il vestito, il risparmio, Gesù
ci invita a fidarci del Padre: se
non ti fidi di Dio, cadi inevita-
bilmente nella spirale dell’af-
fanno, nel vortice della dispe-
razione.
La fede non ci sottrae dai
nostri impegni, in alcun modo
ci chiede di venir meno nella
nostra serietà esistenziale con
tutti i doveri che ci sono propri;
la fiducia in Dio ci rende più
sereni, più forti e ottimisti per
affrontare i problemi quotidiani
della nostra vita. Il brano della
prima lettura dal profeta Isaia
è un forte richiamo a questa fi-
ducia. “Dio ci ha forse abban-
donato? Dio non è più fedele
alle sue promesse?”. L’inquie-
tudine dei Giudei deportati a
Babilonia era continua e inten-
sa. Bene o male dovevano so-
pravvivere, anche se non ave-
vano più prospettive per il fu-
turo. Alla comunità disperata
dei figli di Israele, figlio della
Promessa, il profeta ricorda:
“Dio vi è più vicino di una ma-
dre, il suo amore è ancora più
forte, il suo attaccamento è an-
cora più irrazionale di quello di
una madre”. La misura della
propria coscienza e responsa-
bilità personale è testimoniata
apertamente dall’atteggiamen-
to schietto di Paolo di Tarso,
che di fronte alle critiche spre-
giudicate di alcuni Corinzi nei
suoi confronti risponde con
acuta saggezza: “A me poco
importa di venir giudicato da
voi. Il mio giudice è il Signore;
egli solo metterà in luce i se-
greti di ogni cuore”. L’apostolo
sulla sua pelle sapeva bene
che la calunnia e l’illusione so-
no la gramigna più tenace del-
la coscienza collettiva: la sto-
ria insegna, ma non ha scolari.
La tentazione più grave della
società è l’indifferenza, che
non è vita, ma solo abulia e
parassitismo. Il credente inve-
ce sa attendere con pazienza
che si sveli la verità di ogni
cuore, con l’impegno quotidia-
no di agire sempre in coerenza
di fronte al Signore: “Dio met-
terà in luce i segreti delle tene-
bre e manifesterà le intenzioni
dei cuori”.
dg
Nomine
Il 31 gennaio, con decorrenza 1 febbraio, il Vescovo ha nomi-
nato il sacerdote Gianluca Castino direttore e legale rappresen-
tante della Fondazione di religione Casa del Clero
Il 2 febbraio il Vescovo ha nominato il sacerdote Domenico Pi-
sano incaricato per la formazione permanente del clero. Con lui
collaboreranno i sacerdoti Flaviano Timperi e Pierluigi Martini.
Calendario diocesano
Da mercoledì 22 a domenica 26 febbraio visita pastorale del
Vescovo a Melazzo e Arzello secondo il calendario concordato
con il parroco.
Sabato 25 - Alle ore 16,30 celebrazione della Santa cresima a
San Marzano Oliveto.
Domenica 26 - Alle ore 11 il Vescovo celebra la Santa Messa
a Melazzo a conclusione della visita pastorale.
Da lunedì 27 febbraio a domenica 5 marzo visita pastorale del
vescovo a Morsasco e a Prasco, secondo il calendario concor-
dato con il parroco.
Mercoledì 1 marzo – Alle ore 18, in Cattedrale, il Vescovo ce-
lebra la Santa Messa per l’inizio della Quaresima.
La Caritas ringrazia
La Caritas diocesana di Acqui ringrazia per le offerte ricevute
per la mensa della fraternità “Mons. Giovanni Galliano”: le par-
rocchie di San Marzano Oliveto e Moasca, prodotti alimentari; la
ditta Magra Ortofrutta, frutta e verdura; la parrocchia di Cassi-
nasco in memoria di don Alberto Rivera, euro 600. Ringrazia inol-
tre don Gianluca Castino, euro 20,00, N.N. euro 100,00.
Caritas: cena a “tutta polenta”
Prosegue il Progetto “Agape” della Caritas diocesana per la
Mensa della fraternità. Sabato 4 marzo alle ore 20,00 viene or-
ganizzata una cena a “tutta polenta”.
Questo il menu: antipasti: polenta fritta con uova e parmigia-
no; polenta fritta con funghi. Primi e secondi: polenta con spez-
zatino e salsiccia; polenta con capriolo; polenta con merluzzo al
verde; (sorpresa di mais con gorgonzola). Dessert: bugie “non da
dire ma da mangiare”. Frutta di stagione, bevande e vini com-
presi (Langhe Favorita; Barbera d’Asti; Bonarda di Serralunga
2009; Moscato e Brachetto), caffé e digestivo, contributo euro
25,00. L’incasso è dato interamente alla Caritas per la mensa.
Posti limitati. L’ufficio Caritas 0144 321474 dalle ore 8,30 alle ore
12,00 e nr. 3464265650
Dopo l’esperienza del wor-
shop in onore di Chiara Luce
Badano, realizzato dai ragazzi
delle scuole della nostra città,
permettetemi di rivolgere an-
cora una volta la nostra grati-
tudine a coloro che hanno
contribuito alla realizzazione di
questo evento, in primis alla
fondazione CRAL con il suo
presidente il dottor Taverna e
tutti gli altri sponsor e aiuti. Ab-
biamo continuato a realizza-
re altri appuntamenti. Il pros-
simo sarà venerdì 24 febbraio
presso l’istituto Santo Spirito,
dalle ore 19,30 alle ore 22,30.
Abbiamo pensato ad un serata
musicale danzante per festeg-
giare il carnevale. Colgo l’oc-
casione per ricordare anche la
festa di carnevale per tutti i
bambini sabato 25 all’oratorio
di Santo Spirito, dove gli ani-
matori hanno preparato un po-
meriggio alternativo, in cui ol-
tre alla classica pentolaccia si
coinvolgeranno i partecipanti a
una... merenda in giallo. Per
concludere il week-end dome-
nica 26 verrà convocata la
nuova consulta di Pastorale
Giovanile per conoscerci e
progettare insieme oltre ai va-
ri appuntamenti un progetto
educativo e di fede per tutti i
giovani della nostra diocesi, ri-
flettendo sul XV convegno na-
zionale di Pastorale Giovanile
di Bologna “La cura e l’attesa”
e sul prossimo sinodo sui gio-
vani. Affidiamo il tutto alla Ma-
donna di San Luca e al nostro
San Guido questo progetto, la
nostra diocesi, i nostri giovani.
d GPPastorini
Carissimi si avvicina veloce-
mente la ricorrenza del 950º
anniversario della dedicazione
al culto della nostra chiesa cat-
tedrale, consacrata da San
Guido il giorno 11 novembre
1067.
Detta ricorrenza sarà prece-
duta da una serie di eventi che
ci aiuteranno a celebrarla nel
modo migliore possibile, cosic-
ché essa lasci una traccia di
novità nelle nostre comunità
parrocchiali.
Il primo evento è costituito
da tre incontri di riflessione che
si terranno ad Acqui Terme,
Ovada, Nizza Monferrato, e
Carcare, nel prossimo mese di
marzo.
Ecco il calendario, il luoghi,
gli argomenti.
Per le zone pastorali Acque-
se ed Alessandrina, ad Acqui
presso il nuovo ricreatorio in
via Cassino, i giorni martedì 7
marzo, martedì 14 marzo,
martedì 21 marzo, alle ore
20,45.
Per la zona Nizza Canelli, a
Nizza Monferrato presso salo-
ne Sannazaro, lunedì 20 mar-
zo, lunedì 27 marzo, lunedì 3
aprile ore 20,45.
Per le zone pastorali Ovada
e Valle stura, ad Ovada: ve-
nerdì 3 marzo in parrocchia,
venerdì 10 marzo chiesa San
Paolo, venerdì 17 marzo pres-
so padri scolopi, ore 20,45.
Per la zona pastorale Savo-
nese, a Carcare, teatro Santa
Rosa, martedì 14 marzo, mar-
tedì 21 marzo, martedì 28 mar-
zo, ore 20,45.
Gli argomenti delle confe-
renze verteranno sul tema del-
la Chiesa, comunità dei cre-
denti in Cristo, chiamati a “co-
struire una comunità che ren-
de visibile il Vangelo” in questo
nostro tempo e in questo no-
stro territorio (confronta lettera
per l’anno pastorale 2016 /
2017).
Non mancheranno riflessio-
ni sul tempo di San Guido e
sulle opere d’arte che arricchi-
scono la nostra bella chiesa
cattedrale.
Rivolgo a tutti un caloroso
invito a partecipare numerosi,
non solo per approfondire le
vostre conoscenze, ma anche
per crescere nella consapevo-
lezza di essere membra vive
della Chiesa diocesana di Ac-
qui.
Cordialmente nel Signore.
+ Pier Giorgio Micchiardi
Verso il 950º anniversario della
dedicazione al culto della cattedrale
Acqui Terme. Operatori di
speranza nella malattia. È il ti-
tolo dell’incontro che si è svol-
to martedì pomeriggio nel sala
conferenze San Guido di piaz-
za del Duomo. A fare gli onori
di casa don Filippo Lodi, neo
direttore dell’Ufficio per la pa-
storale della salute. Dopo il sa-
luto del vescovo monsignor
Pier Giorgio Micchiardi, che ha
sottolineato che «la speranza
è dono del Signore», citando
anche papa Francesco e San
Pier Damiani, ha preso la pa-
rola don Dino Patrito della Dio-
cesi di Torino, che ha ripercor-
so le tappe fondamentali del-
l’Aipas, l’associazione italiana
di pastorale sanitaria, che pro-
muove a livello nazionale e re-
gionale incontri come quello
che si è svolto nei giorni scor-
si. Molto atteso l’intervento del
relatore Mauro Stroppiana, già
presidente dell’azione cattolica
diocesana e medico speciali-
sta presso il presidio ospeda-
liero di Nizza Monferrato. «Si
può essere operatori di pace,
operatori di giustizia ma non si
può essere operatori di spe-
ranza, perché la speranza non
si opera» - ha detto all’inizio
del suo intervento Stroppiana
che ha aggiunto: «Noi possia-
mo solo gettare semi di spe-
ranza. L’operatore sanitario
getterà un seme, ma vi dovrà
essere la risposta della perso-
na con l’aiuto dell’opera dello
Spirito». Ma cosa si aspetta un
malato? «La prima attesa del
malato è quella di guarire. È
proprio da questo che dobbia-
mo partire. Il primo aspetto che
deve essere assicurato dal-
l’operatore sanitario è quello
della competenza. Natural-
mente, oltre alla competenza
tecnica vi deve essere la com-
petenza umana. Su quest’ulti-
mo aspetto oggi abbiamo una
strada maestra che è rappre-
sentata da papa Francesco».
In conclusione, Mauro Strop-
piana ha affrontato gli scottan-
ti temi dell’eutanasia e dell’ac-
canimento terapeutico: «Oggi
siamo in una società che tira o
verso l’una o l’altra parte, men-
tre il malato sta nel mezzo, di-
sorientato. Ed ha bisogno non
di soluzioni ideologiche, ma di
ritrovare un senso per la sua
vita, alle cure che fa e all’ac-
canimento diagnostico che ri-
ceve. Diamo anche un senso
all’operatore sanitario, renden-
doci conto che quanto più sia-
mo scontenti noi, più sarà
scontento il paziente». Sono
quindi seguite una serie di te-
stimonianze tra le quali quelle
di don Claudio Almeyra del cle-
ro di Santa Rosa in Argentina,
parroco di Cremolino e cap-
pellano dell’ospedale di Ova-
da, di don Roberto Ravera
cappellano dell’ospedale di
Cairo Montenotte e di don
Paolo Cirio che ha messo in
evidenza l’opera svolta dal
dottor Gianfranco Morino, che
dal nulla ha creato nelle imme-
diate vicinanze della baracco-
poli di Nairobi il Neema Hospi-
tal, con l’aiuto della Diocesi di
Acqui, della Caritas e di molti
amici che lo sostengono nella
sua instancabile opera verso i
più bisognosi. (glf)
Incontro sugli operatori
di speranza nella malattia
In questa settimana, per ragioni che
non vale la pena di spiegare, ho dovuto ri-
flettere sull’attualità del messaggio di
Charles de Foucauld: un nobile alsaziano,
nato nel 1858, dedito alla bella vita in gio-
ventù, ufficiale dell’esercito francese,
grande esploratore, divenuto monaco ed
eremita a Nazaret, sacerdote e missiona-
rio tra i Tuareg del Sahara meridionale,
dove muore, ucciso, a Tamanrasset, nel
1916: esattamente un secolo fa. E mi è
parso che questo singolare personaggio
abbia qualcosa di importante da dire an-
che a noi che siamo impegnati a celebra-
re il Giubileo della nostra Cattedrale.
Più volte, in queste “Riflessioni”, mi so-
no permesso di richiamare la natura mis-
sionaria della Chiesa, dicendo, forse fin
troppo spesso, che alla Chiesa (anche al-
la nostra Chiesa locale di Acqui) se man-
ca questa caratteristica manca qualcosa
di essenziale.
Naturalmente la Chiesa è missionaria
nella misura in cui coloro che vivono in es-
sa si sforzano di essere tali. Ecco, a me
pare che il modo in cui Charles de Fou-
cauld, ormai più di un secolo fa, ha inter-
pretato questo aspetto fondamentale del-
l’essere cristiani possa ancora insegnare
qualcosa anche a noi. In sostanza, mi pa-
re che questo personaggio possa guidare
l’essere missionaria della nostra chiesa su
alcune piste importanti. Qui ne prenderò
in considerazione tre.
Dal convertire al comprendere
La prima. De Foucauld, in tutti i lunghi
anni in cui ha vissuto nel Sahara, non ha
preteso di convertire nessuno: sapeva che
a convertire è Dio che parla nel cuore di
ciascuno. Lui è passato dall’ansia di con-
vertire alla volontà di comprendere le per-
sone (spesso di cultura diversissima dalla
sua) con cui entrava in contatto. Anzi, per
meglio comprendere i tuareg (un antico
popolo che vive nel Sahara meridionale)
ne studiò la lingua e ne pubblicò le poesie
(fino ad allora mai scritte). Mentre i suoi
connazionali francesi ritenevano (come
tutti i colonialisti) la loro lingua e la cultura
occidentale superiori a tutte le altre, de
Foucauld impara la lingua locale, dimo-
strando profondo rispetto nei confronti di
coloro che la parlano, rinunciando così ad
ogni atteggiamento di conquista, fosse an-
che solo di conquista spirituale. Penso
che passare dall’ansia di ottenere la con-
versione alla volontà di comprendere le
persone che ci vivono accanto non sia da
trascurare neppure oggi per chi vuole an-
nunciare il Vangelo: si tratta di uno stile
mite, povero e disinteressato di chi sa che
al centro c’è solo Dio, non certo noi e nep-
pure la Chiesa.
Laici come Aquila e Priscilla
La seconda. De Foucauld si rende con-
to che l’evangelizzazione non può essere
affidata unicamente ai preti o ai religiosi
ma che è compito anche e soprattutto dei
laici. Giunge a formulare una forma di ser-
vizio ecclesiale prettamente laicale come
quello di Priscilla ed Aquila, quando co-
storo, agli inizi della storia della Chiesa,
affiancavano Paolo semplicemente col lo-
ro lavoro. Non sarebbe il caso di ricono-
scere il cosiddetto ministero laicale, riser-
vando ad esso cura ed attenzione, rispet-
tando i laici proprio in quanto tali (cioè non
come supplenti dei preti!), offrendo loro
spazi di espressione nella chiesa, dando
loro voce e ascolto?
Relazioni di uguaglianza
La terza. Charles de Foucauld si sveste
progressivamente della mentalità pater-
nalistica tipica del suo tempo nei confron-
ti dei poveri che numerosissimi incontra
nel deserto per assumere l’atteggiamento
della condivisione fraterna. Egli sa stare
con le persone; sa aprire loro le porte del-
la sua povera casa; sa intessere relazioni
di uguaglianza; addirittura si sforza, come
gli è possibile, di superare l’ambito indivi-
duale per dare un contributo alla trasfor-
mazione delle strutture sociali che reggo-
no il mondo in cui vive.
Mi paiono tre “novità” che de Foucauld,
in piena solitudine, visse nei primi anni del
secolo scorso ma che non hanno perduto
la loro “fragranza” evangelica. Durante il
Giubileo della Cattedrale forse (anche co-
me chiesa) potrebbero servire come trac-
cia per un esame di coscienza “missiona-
rio”.
M.B.
Pastorale giovanile intensa attività
Per la Quaresima 2017 l’Uf-
ficio Catechistico Diocesano
propone un sussidio per la ca-
techesi degli adulti, con la spe-
ranza che sia di aiuto alle co-
munità per un approfondimen-
to spirituale in vista della Pa-
squa del Signore.
Il sussidio propone tre sche-
de per animare altrettanti in-
contri, due in meno rispetto
agli anni precedenti, si vuole in
questo modo invitare le comu-
nità a completare il cammino
quaresimale prendendo parte
agli incontri zonali programma-
ti in vista delle celebrazioni per
il bicentenario della cattedrale
di Acqui.
Il materiale che si propone è
da utilizzarsi con gruppi di
adulti delle parrocchie, delle
associazioni, dei centri di
ascolto ed è stato elaborato
dalla Commissione diocesana
per la catechesi; non ha la pre-
tesa di essere innovativo sotto
il profilo catechistico, né tanto
meno di risolvere i problemi
che si incontrano oggi nell’av-
vicinare gli adulti alla Parola di
Dio e nel far prendere loro co-
scienza che la fede va nutrita
anche con l’approfondimento
catechistico; è una proposta
che l’Ufficio Catechistico fa per
essere di aiuto alle comunità
nel vivere la preparazione alla
Pasqua in modo più autentico
e camminare insieme a tutta la
diocesi.
Il sussidio prevede un cam-
mino di tre incontri; per ogni in-
contro è disponibile una sche-
da fotocopiabile, completata
da una guida per il catechista
che contiene suggerimenti e
approfondimenti sui brani di
Vangelo proposti, in questo
modo anche i catechisti delle
parrocchie più piccole potran-
no utilizzare il materiale per un
auto-aggiornamento e per ap-
profondimenti individuali.
Ogni scheda prevede: pre-
ghiere, un brano di Vangelo,
alcuni spunti per la riflessione
e il confronto sulla Parola di
Dio, testimonianze di persone
che vivono o hanno vissuto
quanto è stato affrontato nel-
l’incontro.
Gli Uffici Pastorali Diocesa-
ni mettono a disposizione il
materiale anche in formato
elettronico (ufficipastoraliac-
qui@gmail.com), così da poter
apportare modifiche ai testi
adattandoli alle esigenze di
ciascuna comunità o gruppo. Il
sussidio in forma cartacea è
disponibile sempre presso gli
Uffici Pastorali: 0144-356750.
Nell’augurare a tutti Buona
Quaresima, l’Ufficio Catechisti-
co chiede a coloro che faran-
no uso del materiale proposto
di segnalare eventuali lacune
e difficoltà nell’utilizzare il sus-
sidio.
Ufficio Catechistico
Diocesano
Quaresima 2017
Catechesi degli adulti
un utile sussidio
Il Giubileo della cattedrale
Il vangelo della domenica