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E
SAMI DI
S
TATO
2016
Nuova Secondaria - n. 4 2016 - Anno XXXIV - ISSN 1828-4582
conseguito una maggior formazione: un dato peraltro
confermato dalla maggior parte delle analisi statistiche re-
lative ai paesi Ocse. Tuttavia, non posso fare a meno di os-
servare che questo approccio alla questione dell’istru-
zione, così focalizzato sui benefici individuali e che lascia
in ombra quelli collettivi, pur così chiaramente evocati da
Ruini, ha una ben precisa connotazione che non esiterei
a definire ideologica. Se l’acquisizione di titoli di studio
più avanzati è da considerarsi soprattutto come un inve-
stimento individuale, destinato a produrre maggiori ren-
dimenti futuri per il beneficiario, allora si può ben pensare
di ridurre l’entità dell’investimento pubblico nel settore
dell’istruzione superiore e di aumentare la quota a carico
degli utenti: gli ovvi problemi di equità sociale che ne se-
guirebbero verrebbero risolti attraverso il ricorso ai co-
siddetti “prestiti d’onore”. Si tratta di una tesi diffusa fra
gli economisti di alcune scuole – anche in Italia – e che
continua a essere ribadita nonostante ormai da anni si di-
scuta delle conseguenze del default massiccio di tali pre-
stiti, in particolare negli Stati Uniti. Non è però il caso ora
di addentrarsi in tale complessa questione: vorrei solo os-
servare che la quarta domanda posta ai candidati non
solo prescinde dal testo sottoposto a commento, ma fa im-
plicitamente riferimento a politiche dell’istruzione in-
torno alle quali il dibattito, anche internazionale, è tanto
vivace quanto aspro.
In conclusione: perché imporre ai candidati un tema così
complesso per implicazioni storiche e attuali? Davvero
non vi erano alternative più adeguate al fine dell’accer-
tamento della capacità di maneggiare le categorie giuri-
diche ed economiche pertinenti al livello degli studi com-
piuti, senza esporre gli esaminandi al rischio di prese di
posizione non basate su nozioni e abilità acquisite, bensì
su scelte dettate dal caso o da propensioni ideologiche
orecchiate qua e là?
Antonio Banfi
Università di Bergamo
All’esame di Stato 2015/2016 è stato ammesso il
96% degli studenti di quinta e, tra questi, il 99,5%
ha ottenuto la promozione. Il 63,1% dei diplomati
ha conseguito un voto superiore a 70/100 (erano
62,2% l’anno scorso), mentre i 100/100 sono pas-
sati dal 4,9% al 5,1%. In leggero calo, invece, i voti
più bassi, con i 60/100 scesi dall’8,6% al 8%.
Per quanto riguarda il numero delle lodi, si registra
un sostanziale aumento: dalle 3.893 (0,9%) dell’a.s.
2014/15 alle 5.133 (1,1%) dell’a.s. 2015/16. Per-
mangono – e in alcuni casi aumentano – le diffe-
renze regionali: basti pensare, per esempio, che un
diplomato con lode su cinque ha studiato in Puglia,
dove sono state conseguite ben 934 lodi (+146 ri-
spetto all’a.s. 2014/15). Tra le regioni con il mag-
gior numero di lodi, dopo la Puglia, seguono la
Campania (713 lodi, +258) e la Sicilia (500, +128).
Il trend in aumento del numero delle lodi rispetto al-
l’anno precedente appare abbastanza generalizzato
(sono solo due le regioni dove si è registrato un calo
nel numero delle lodi), anche se permangono note-
voli disparità tra le regioni se si considera il dato
delle lodi in relazione al numero complessivo di di-
plomati.
Inoltre, queste votazioni appaiono in controten-
denza rispetto alle rilevazioni INVALSI, laddove
segnalavano che «il NordOvest e il NordEst con-
seguono risultati significativamente superiori alla
media nazionale, il Centro risultati intorno alla me-
dia e il Sud e le Isole risultano al di sotto di essa».
Esami di Stato 2015/2016: qualche dato
I diplomati con lode
REGIONE
a.a. 2014/15 a.a. 2015/16
Diff.
var. %
Puglia
788
934
146
15,6
Campania
455
713
258
36,2
Sicilia
372
500
128
25,6
Lazio
345
457
112
24,5
Calabria
209
334
125
37,4
Emilia Romagna
293
328
35
10,7
Lombardia
234
300
66
22,0
Veneto
194
276
82
29,7
Marche
201
245
44
18,0
Piemonte
180
225
45
20,0
Toscana
166
222
56
25,2
Abruzzo
79
140
61
43,6
Umbria
99
137
38
27,7
Sardegna
83
100
17
17,0
Liguria
68
87
19
21,8
Basilicata
52
44
-8
-18,2
Friuli Venezia Giulia
30
42
12
28,6
Molise
22
25
3
12,0
Trentino Alto Adige
26
24
-2
-8,3
TOT.
3896
5133
1237
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