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- REGGIO EMILIA: VERSO IL REGISTRO DELLE UNIONI CIVILI



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2604 - REGGIO EMILIA: VERSO IL REGISTRO DELLE UNIONI CIVILI

da: Iniziativa laica n. 38 di domenica 16 dicembre 2012

Finalmente il Consiglio Comunale di Reggio Emilia discuterà e deciderà di istituire il registro delle unioni civili. Secondo sondaggi, l'80% dei reggiani è d'accordo: due buone notizie insieme. E' un passo avanti importante: per sollecitare il Parlamento a fare la legge, per combattere l'omofobia e le pesanti discriminazioni contro gli omosessuali. L'Italia può in questo modo diventare davvero un paese europeo, dove già esistono leggi e cultura veramente civili.

Qualcuno dice che questa non è una priorità, ma sbaglia: proprio in tempi come questi di drammatica crisi economica, i diritti civili sono un'assoluta priorità. Troppa violenza, troppe discriminazioni, sono tuttora operanti nella società italiana e proprio per questo bisogna procedere, sia pure gradualmente, per modificare la situazione.

La sensibilità diffusa su questi temi è molto più avanti della situazione legislativa e delle scelte politiche e questo divario va colmato rapidamente. Anche la nostra città può e deve dare un contributo in questa direzione.
2605 - FIRENZE: IL TRIBUNALE RITIENE ANTICOSTITUZIONALE LA LEGGE 40

da: la Nazione di mercoledì 12 dicembre 2012

Il Tribunale di Firenze ha sollevato eccezione di costituzionalità sulla legge 40 sulla fecondazione assistita, rinviandola alla Consulta, rispetto al divieto di utilizzare per la ricerca scientifica gli embrioni malati o abbandonati, e come tale "scartati" dal processo di procreazione medicalmente assistita, e all'impossibilità di revocare il consenso informato.

La decisione del Tribunale nasce a seguito del ricorso di una coppia di Firenze, portatrice di una patologia genetica, che a seguito di diagnosi preimpianto ha scoperto che gli embrioni prodotti tramite fecondazione assistita erano inidonei all'impianto. Di qui la richiesta di destinarli alla ricerca scientifica. Richiesta che cozza però contro due divieti contenuti nella legge 40: quello di revocare il consenso informato, che porterebbe automaticamente al trasferimento in utero anche di embrioni inidonei, e quello alla ricerca scientifica sugli embrioni soprannumerari.

Il tribunale di Firenze, su ricorso presentato dal legale della coppia, Gianni Baldini, ha avanzato eccezione di costituzionalità rispetto all'articolo 32 della Carta, sul consenso informato, e gli articoli 9 e 33 sulla libertà di ricerca.

2606 - IRLANDA: CONTESTATA LA LEGGE SUL SUICIDIO

da: Irish Examiner di martedì 4 dicembre 2012:

Marie Fleming, 59 anni, malata terminale di sclerosi multipla, è stata ascoltata da tre giudici della Corte di Dublino. Marie Fleming è nelle fasi finali della sua malattia, la sua vita è un dolore costante e insopportabile, è immobilizzata su una sedia a rotelle, non è in grado di spostare le sue membra e sta cercando di porre fine alla sua vita, in un momento a sua scelta, tra le braccia del suo compagno Tom Curran. Nella sua dichiarazione, Marie ha detto che non ha paura di morire e si rammarica del fatto che non l’ha fatto prima di perdere l'uso delle braccia. Ora, infatti, a causa della sua disabilità, necessita di assistenza per poter morire. Il suo compagno ha detto che farà tutto il possibile per aiutarla. Se lo fa, potrebbe affrontare un processo e una condanna fino a 14 anni ai sensi del “Suicide act” del 1993. Marie contesta la costituzionalità di tale legge in quanto dovrebbe ammettere eccezioni per le persone che versano in condizioni particolari ed estreme, come le sue.
2607 – MASSACHUSETTS: LA CHIESA CONTRO IL SUICIDIO ASSISTITO

da: MetroWest Daily News del 29 novembre 2012 – traduzione di A. Bonfiglioli per L.U.



(MetroWest é un raggruppamento di città e paesi all’ovest di Boston e all’est di Worcester, chiamata anche "Arc of Innovation" perche l’area ospita le aziende più importanti e in rapida crescita dello stato del Massachusetts, molte delle quali hanno origine nelle attività dell’MIT, Harvard ed altre università della zona. ndr)

Nello stato del Massachusetts sono stati realizzate recentemente tre consultazioni referendarie tra cui una sulla legalizzazione del suicidio medicalmente assistito. In questa ultima consultazione è prevalsa l’opposizione a tale legalizzazione.

In data 29 novembre, l’ufficio statale per i finanziamenti politici ha fatto conoscere le somme spese dai comitati promotori dei quesiti posti nelle tre consultazione (le altre due riguardano, una la trasparenza dell’informazione sulla riparazione dei veicoli e l’altra la liberalizzazione della marijuana). La spesa totale, per la promozione dei tre referendum è stata di 9 milioni di dollari, di cui 5,9 milioni (65% del totale) corrispondono alla promozione del referendum sulla legalizzazione del suicidio medicalmente assistito. Il comitato promotore della risposta negativa a questo quesito ha speso 4 milioni di dollari, superando la spesa di qualsiasi altro comitato promotore. La maggior parte di questa somma è stata fornita da organizzazioni cattoliche interne ed esterne allo stato del Massachusetts.

Il cardinale Sean O’Malley dell’archidiocesi di Boston ha attribuito il risultato del referendum alla azione di organizzazioni mediche e religiose mediche e religiose di tutto lo Stato, chiaramente contrarie alla opzione del suicidio medicalmente assistito. Sta di fatto che la chiesa cattolica del Massachusetts e di tutta la nazione ha fortemente sostenuto tale campagna. Lo stesso O’Malley aveva chiesto attraverso tutte le parrocchie dello Stato di dare un una risposta negativa al quesito referendario.


2608 - G.B.: TORY FAVOREVOLI AI MATRIMONI GAY - DI DINO MESSINA

da: Corriere della Sera di lunedì 10 dicembre 2012

La notizia non è che probabilmente entro la primavera del 2014 in Gran Bretagna saranno possibili i matrimoni tra partner dello stesso sesso (finora sono ammesse le unioni civili), ma che la spinta a questa vera rivoluzione nel costume venga dal partito conservatore che oggi guida il governo con David Cameron ed esprime anche il sindaco di Londra, Boris Johnson. Sono proprio i due più conosciuti rappresentanti dei Tory tra i promotori della campagna in favore della proposta di legge per il riconoscimento delle nozze gay, con la possibilità di celebrare i matrimoni anche in luoghi di culto. Accanto al sindaco di Londra e al primo ministro, anche altri esponenti di primo piano, come il ministro dell'Istruzione Michael Glove, quelli degli Esteri Alistair Burt e dei Trasporti, il cattolico Patrick McLoughlin, oltre al leader dei conservatori scozzesi Ruth Davidson. In tutto diciannove rappresentanti che con una lettera aperta al «Sunday Telegraph» hanno gettato lo scompiglio tra le fila dei tradizionalisti che di sicuro daranno battaglia contro la proposta.

Al di là del successo dell'iniziativa, che la stampa britannica dà per scontato, a noi italiani, abituati con novecentesco riflesso condizionato a ragionare in termini di destra e sinistra, rimane la meraviglia che la proposta sia venuta dal partito conservatore. Ve lo immaginate il sindaco di destra della più grande città italiana firmare assieme al capo dello schieramento conservatore una proposta per i matrimoni gay? Una meraviglia ingiustificata, perché i diritti civili non dovrebbero avere colore politico.

Ma forse in Italia la proposta di legge avanzata da Cameron e Johnson non sarebbe fatta propria nemmeno dallo schieramento di centrosinistra. Per quella storica prudenza dovuta alla presenza della chiesa che, come notava Massimo Teodori su questa pagina il 6 dicembre, difficilmente potrebbe spingere anche gli esponenti cattolici dello schieramento progressista a mettere in discussione quei «valori non negoziabili» che fin qui ci hanno dato tra le legislazioni più conservatrici in tema di coppie di fatto.
2609 – ISRAELE: SUICIDA IL PADRE CHE HA AIUTATO LA FIGLIA A MORIRE

da: Haarets del 3 dicembre 2013 – Traduzione di Alberto Bonfiglioli



(Haaretz é un antico giornale Israeliano di tendenza liberale che si pubblica in ebraico e in inglese. L’edizione in quest’ultima lingua viene distribuita con l’International Herald Tribune. ndr)

La decisione del dott. Mordechai Shtalrid, direttore dell’Istituto di ematologia del Rehovot's Kaplan Hospital, di praticare l'eutanasia a sua figlia Keren di 34 anni che soffriva di una forma non trattabile di cancro, e suicidatosi immediatamente dopo, ha reso evidente, ancora una volta, che in Israele si dovrebbe regolamentare il suicidio assistito nel rispetto del diritto dei pazienti di decidere sulla propria morte. É difficile accettare che il dott. Mordechai Shtalrid, se non si fosse suicidato, avrebbe dovuto sicuramente affrontare un’accusa di omicidio. Infatti, mantenere il controllo della propria vita, comprese le fasi finali, è un diritto basilare che dovrebbe prevalere su principi religiosi o di qualsiasi altra natura. La legge israeliana sui pazienti terminali del 2005 vieta ai medici di aiutare attivamente i pazienti in fin di vita a morire o di interrompere le misure artificiali di sostegno in atto. La legge però riconosce anche ai medici il diritto di astenersi dall’incitare all’adozione di misure per mantenere in vita pazienti terminali con una prognosi di vita inferiore ai sei mesi, e che abbiano espresso la loro volontà di non continuare a vivere.

L’approvazione di tale legge aveva rappresentato un passo importante per i malati terminali ma è stata applicata solo parzialmente. Infatti, le restrizioni contenute nella legge lascia molti pazienti senza speranza. Inoltre, il Ministero della Sanità sinora ha approvato solo circa la metà delle in circa 4.000 richieste di assistenza a morire dei cittadini israeliani in situazioni terminali. Tre anni fa, Il Ministero aveva deciso di costruire in ogni ospedale centri di cure palliative, ma tale progetto è praticamente paralizzato a causa delle restrizioni di bilancio. È chiaro, in ogni caso, che la legge dovrebbe essere perfezionata rendendola più flessibile. Ciò non significa che il suicidio assistito possa essere praticato senza alcun controllo. La supervisione medica sarà sempre necessaria.

L’ex parlamentare Haim Oron aveva presentato una proposta di legge che contemplava la possibilità per i pazienti terminali di ottenere la prescrizione di droghe destinate a mettere fine alla propria vita. La proposta non fu approvata, anche a causa dell’opposizione del Ministero della Sanità. Tuttavia, casi come quello già menzionato del dott. Shtalrids e sua figlia o come quello del conduttore radiofonico israeliano Adi Talmor, di 58 anni, che in seguito ad una diagnosi di cancro al polmone é andato in Svizzera per il suicidio assistito, rendono comunque evidente la necessità di trovare soluzioni alla volontà dei malati terminali che desiderano porre fine alla loro vita.


2610 - OMS: linee guida sulle prostituzione, ma non per l'Italia…

da: Aduc salute n° 50/2012

L'Organizzazione Mondiale della Sanita' (OMS) ho sviluppato le linee guida per proteggere meglio i lavoratori sessuali da HIV e dalle malattie sessualmente trasmissibili (Sti). Professionisti del sesso che in molti luoghi sono altamente vulnerabili. La prostituzione è quindi questione molto sentita dalle istituzioni internazionali che - per fortuna del mondo - non si limita a dire, come accade nel nostro Paese, che per non avere problemi di nessun tipo è sufficiente non prostituirsi o non usufruire dei servizi sessuali a pagamento; non solo, ma se non segui questi consigli incappi in reati penali e/o amministrativi. Ultimi dei quali i “multoni” e il pubblico ludibrio a cui diverse amministrazioni comunali sottopongono chi vien beccato, foss'anche solo a sbirciare fermandosi con l'automobile.

Oltre agli aspetti sanitari, inoltre, in periodo di crisi finanziaria, l'intelligenza di chi ci governa dovrebbe porre la propria attenzione su tutte le potenziali fonti di tasse. Soprattutto se si tratta di ambiti in cui l'evasione è totale e in cui non c'è crisi di consumi. Ambito che riguarda non solo la prostituzione, ma anche, per esempio, il consumo ricreativo di marijuana. Solo questi due ambiti non risolverebbero certamente la penosa situazione in cui i precedenti governi e il Parlamento hanno portato il nostro Paese. Ma sarebbero sicuramente un'indicazione di metodo e di presa d'atto di una realtà in cui sono coinvolti milioni di cittadini consumatori “condannati” a non essere anche contribuenti, nonché migliaia di cittadini prestatori di servizi anch'essi “condannati” a non essere in regola con tasse e sanità.

Oggi l'OMS ci ha riportato alla cruda realtà per quanto riguarda la prostituzione, dando consigli che i lavoratori del sesso in Italia potranno seguire solo rispetto alla loro specifica sensibilità, non certo invogliati da strutture e servizi che, a loro disposizione nel SSN, li aiutino e li stimolino a preservare se stessi e i propri clienti.

Certo, capiamo, il Vaticano, i partiti che ad esso si ispirano e che sono più papisti del papa, il prurito di ogni singolo moralista diurno che di notte poi “va a puttane”... siamo sicuri che è proprio così che dovrebbe andare il mondo, con il moralismo di pochi che si impone alla libertà e alla scelta di tutti? Con costi economici e sociali che - oltre a quelli ricordati sopra - coinvolgono anche quelle forze dell'ordine che spesso non hanno i soldi per la benzina delle gazzelle...


2611 - FRANCIA: VERSO IL DIRITTO DI MORIRE CON DIGNITÀ- DI HARVEY MORRIS

da: International Herald Tribune del 18.12.2012 – Traduzione per L.U. di A. Bonfiglioli

Le conclusioni di un rapporto commissionato dal Governo francese sembrano lasciare aperta la porta al riconoscimento del diritto alla morte dignitosa per malati terminali in Francia, che sarebbe così il prossimo paese a riconoscere in Europa tale diritto. Un portavoce del Presidente François Hollande ha affermato che si agirà portando in Parlamento, a giugno del prossimo anno, un progetto di legge sulla fine vita. L’iniziativa francese fa seguito all’impegno preso da Hollande durante la campagna elettorale di assistere medicalmente i malati terminali affinché possano morire con dignità, evitando comunque di usare la parola eutanasia. Subito dopo esser arrivato alla Presidenza della Repubblica, Hollande aveva commissionato un rapporto ad una commissione presieduta da Didier Sicard, ex-presidente del comitato nazionale di Etica. Dopo consultazioni condotte in tutto il paese, il rapporto, recentemente pubblicato, ritiene che il suicido assistito potrebbe essere appropriato in caso di malattie incurabili. La legislazione oggi vigente in Francia permette ai medici di somministrare solo antidolorifici, anche se possono ridurre il tempo di vita

Il suicidio assistito é una questione sulla quale la pubblica opinione sembra essere molto più avanti del legislatore e della opinione medica prevalente. Difatti, un sondaggio recente commissionato dalla Federazione degli avvocati svizzeri di diritto sanitario alla società Isopublic (diffuso il 25 novembre da LiberaUscita - gs) fornisce chiare indicazioni che in tutti i paesi europei la legislazione vigente in materia di fine vita non rispecchia la volontà di ampie fasce della popolazione: due su tre cittadini europei sono infatti favorevoli al diritto di decidere sulla fine della propria vita.

Un altro sondaggio internazionale su 62.000 persone condotto dall’Università di Bangor (Galles, Regno Unito) ha dato risultati simili segnalando, inoltre, che il sostegno al suicidio assistito è più o meno lo stesso tra malati terminali e cittadini in generale. Tuttavia la maggioranza della professione medica, al convegno annuale dell’Associazione medica britannica, ha espresso ancora una volta una posizione contraria a misure in favore dell’eutanasia (v. il Punto di novembre - gs).

Il dibattito in Europa si é reso sempre più vivo, specie negli ultimi tempi, quando a diversi malati terminali è stato negato il diritto a morire. In Gran Bretagna, Tony Nicklinson, di 58 anni, che soffriva della “locked-in syndrome”, è morto per cause naturali ad agosto, poco dopo aver perso l’ultima battaglia legale in una lunga campagna per essere aiutato a morire. Mister Nicklinson era del tutto incapace di somministrarsi da solo le pozioni letali.

In Francia Marie Humbert, una madre che nel 2003 ha aiutato a morire il suo figlio paraplegico mediante una iniezione letale, si è dichiarata delusa dal rapporto Sicard in quanto non ha sostenuto l’approvazione immediata di una legge che permetta l’eutanasia. Marie Humbert ha dichiarato in una intervista a radio Europe 1 che medici debbono poter aiutare coloro che vogliono morire e sono impossibilitati a farlo autonomamente.

In Europa, la morte assistita é legale in Olanda, Belgio, Svizzera e Lussemburgo. In USA negli stati di Oregon, Washington e Montana. É probabile che se una nuova legge venisse approvata in Francia, seguirebbe in linee generali quella dell’Oregon, ove i malati terminali possono porre fine alla propria vita autosomministrandosi una pozione letale prescritta da un medico. In Europa la legislazione é molto variabile: dall’Olanda, dove il paziente può richiedere a un medico di praticargli l’eutanasia attiva, all’Irlanda dove il suicidio assistito è punibile con 14 anni di carcere (per non parlare dell’Italia.. - gs).

Un numero considerevole di malati terminali di diversi paesi opta per la Svizzera, dove il suicido assistito è legale dal 1941.
2612 - ONU: CONTRO LE MUTILAZIONI GENITALI FEMMINILI (e commenti)

da: LiberaUscita – info@liberauscita.it

data: venerdì 21 dicembre 2012 – h. 0,17

Riceviamo dal ns. socio Rino Tripodi e riportiamo qui sotto la buona notizia (pubblicata sulla rivista online "LucidaMente", da lui diretta) della approvazione da parte dell'ONU di una risoluzione contro le mutilazioni genitali femminili.

Da poche ore l’Assemblea generale dell’Onu ha approvato una risoluzione contro le mutilazioni genitali femminili. Il testo, sostenuto dall’Italia, è stato presentato dal gruppo dei Paesi africani ed è il primo dedicato specificamente al tema. L’approvazione è avvenuta in sessione plenaria per consenso, senza discussione ed emendamenti al testo, a testimonianza dell’ampio accordo politico che è alla base del dispositivo. Nel testo si esortano gli Stati membri a condannare la pratica – testualmente definita «un abuso irreparabile e irreversibile» – che minaccia tre milioni di ragazze ogni anno e al quale sono state sottoposte 130-140 milioni di giovani donne in tutto il mondo. Ma fondamentale sarebbe la promozione di programmi ad hoc nel settore sociale ed educativo per favorirne l’abbandono. Tuttavia, molti sono i punti oscuri, che non inducono all’ottimismo. Innanzi tutto la risoluzione non è legalmente vincolante, e la richiesta ai 193 membri dell’Onu di «prendere tutte le misure necessarie, anche legislative, per proibire le mutilazioni genitali femminili e proteggere le donne e le ragazze da questa forma di violenza» suona astratta e lontana da una realtà imbarazzante, dato che, in realtà, molti Stati poco o nulla fanno al riguardo e tantissime comunità, soprattutto islamiche, la praticano e la incoraggiano senza problemi, tra mille complicità e silenzi, nazionali e internazionali. Si sbaglia nel credere che questa lotta riguardi soltanto Paesi in via di sviluppo. Sono infatti circa 35.000 le donne immigrate in Italia colpite da mutilazioni genitali, sebbene questa sia una pratica vietata per legge dal 2006, con una pena che può arrivare fino a 12 anni di reclusione. Molte comunità praticano ancora oggi l’infibulazione, su bambine e ragazze giovani. Questo accade ancora in 28 Paesi africani, in alcuni Stati dell’Asia orientale e occidentale e nel Corno d’Africa.



da: Franco Toscani

data: venerdì 21 dicembre 2012 – h. 11:30

Sono lieto per la decisione dell'ONU. Ma che dire delle mutilazioni genitali maschili? Intendo con ciò la circoncisione, effettuata su neonati non consenzienti, che ne vengono sicuramente traumatizzati, e che è non infrequentemente causa di infezioni, malformazioni, difetti di erezione e disturbi della copula, calo della sensibilità, difficoltà nell'esercizio di una delle più fisiologiche attività sessuali (la masturbazione).

Ricordo che, al pari dell'infibulazione, non esiste prova scientifica che sia di qualche utilità per il soggetto (nonostante le leggende metropolitane di una riduzione dell'incidenza di tumori ecc). Anche la circoncisione, al pari dell'infibulazione, è fondata su pregiudizi religiosi, e tradizioni tribali che si perdono nella preistoria dell'uomo. Pur essendo meno drammatica delle mutilazioni genitali femminili, anch'essa è un abuso irreparabile ed irreversibile ma, al contrario di quelle, viene lecitamente eseguita anche in Paesi democratici dove solo per fare un prelievo di sangue è necessario il consenso informato!

Saluti a tutti, e buon solstizio di inverno

Franco Toscani



da: Giuliano Degli Antoni - lddegl@fastpiu.it

data: venerdì 21 dicembre 2012 – h.13:21

Sono perfettamente d'accordo con te. Bisogna però tenere presente che sull'argomento si è espressa la Commissione Nazionale di Bioetica con parere espresso il 25/9/1998 e partendo da un'analisi della circoncisione femminile, negandola in toto, arriva a considerare la circoncisione maschile. suddividendola in quattro situazioni.

1) circ. terapeutica (fimosi o parafimosi)

2) circ. profilattica (esempio nei neonati per evitare infezioni alla vie urinarie)

3) circ. rituale (ebraismo e islamismo)

4) circ. con altre motivazioni.

Dopo aver considerato le prime due dando parere ovviamente favorevole, arriva alla terza, quella che interessa noi.

Partendo da un attento esame della Costituzione nei titoli che tutelano la libertà di religione considera fattibile questa circoncisione appunto per questo motivo: la tutela della libertà religiosa. Però arriva anche al punto di non negare la sua possibile pratica a dei non medici purché esperti e che tutelino dal punto di vista igienico il dopo-intervento. A me questo punto sembra assurdo, che possa intervenire un non medico su un neonato (otto giorni nell'ebraismo - età preadolescenziale nell'islamismo). Quello che il comitato sottolinea è che l'intervento, qualora fatto da un medico avvenga anche nelle strutture pubbliche, ma con medici convenzionati alla libera professione. Cioè a spese del richiedente. Questo perché l'intervento pubblico sarebbe possibile se fosse sotto il cappello degli articoli della Costituzione che tutelano la libertà religiosa; ma in questo caso non rientrerebbe in quanto si tutelerebbe una (o due) religione specifica e non rappresenterebbe un caso generalizzabile. Se interessa c'è un sito del Governo italiano - comitato nazionale di bioetica - pareri e risposte.1998.

saluti.


Giuliano Degli Antoni

da: Elena Adorno - tripoli70@libero.it

data: venerdì 21 dicembre 2012 – h. 13:40

meglio tardi che mai...ma quanta strada ancora dev'essere fatta!!!!!

Elena Adorno



da: Franco Toscani (f.toscani@alice.it)

data: sabato 22 dicembre 2012 – h. 7:16

So bene che molte legislazioni occidentali ammettono o tollerano la circoncisione. E non mi sorprende che la nostra commissione nazionale di bioetica, sempre appiattita sulle posizioni del magistero cattolico si sia espressa in tal modo D'altro canto non è forse dall'ebraismo che derivano sia il cristianesimo sia l'Islam? In entrambi i casi il peso culturale di un rito crudele di pastori dell'età del bronzo continua ad essere schiacciante anche su legislatori in teoria "laici". Ora, fatta salva l'indicazione terapeutica, che peraltro giustifica ben altre amputazioni (alle quali peraltro si deve dare il consenso dopo essere stati informati della situazione e delle possibili conseguenze), la circoncisione non ha alcun fondamento razionale. La circoncisione preventiva è una solenne sciocchezza.

Gli articoli di Wiswel degli anni '80 sulle pielonefriti nei maschi, oggi non sarebbero accettati da alcuna peer review e difficilmente sarebbero pubblicati (per non parlare di quelli di Wolbarst del '32 sul carcinoma del pene). Si tratta di studi retrospettivi, dai quali al massimo si può congetturare una azione preventiva sulle infezioni, che invece non si può assolutamente dimostrare. La circoncisione preventiva è un fenomeno squisitamente americano (dove è stata praticata negli anni '60 all'85% dei maschi!). Bisogna osservare che negli USA, il peso dell'antico testamento è senza dubbio grande, così come quello della lobby ebraica. In Europa, immune da questa moda pseudosanitaria americana, non risultano epidemie di pielonefriti maschili (e nemmeno di carcinomi del pene)! D'altra parte, anche se così fosse, sarebbe come promuovere l'amputazione preventiva delle falangi delle dita dei piedi per scongiurare l' unghia incarnita e le possibili infezioni sistemiche da essa talvolta scatenate!

In realtà, dalla metà ottocento in poi, la c. è stata incoraggiata soprattutto come prevenzione della masturbazione, considerata peccato gravissimo da tutte le tre religioni del Libro. Per quanto riguarda quella rituale, ha le stesse giustificazioni dell'infibulazione, a meno che si voglia sostenere che superstizioni mesopotamiche riportate per iscritto nel quinto-sesto secolo A.C. siano "rispettabili", mentre quelle tribali del corno d'Africa, non menzionate nei testi sacri, no.

Certamente la circoncisione attuata in ambiente medico è più "igienica", ma anche questo non la giustifica, come pure l'amputazione della mano di un ladro non diverrebbe più accettabile quando fosse eseguita in asepsi da un chirurgo. Inoltre, la circoncisione rituale "ortodossa", che viene ancora largamente praticata in ambienti ebraici osservanti, è fatta da un "esperto" (NON medico), il mohel, che, secondo i dettami della Torah, dopo averla eseguita, pratica la suzione del pene del bambino (la peri'a) e ne succhia il sangue (metsitsa), per poi sputarlo insieme al prepuzio. A NY nel 2005, un mohel provocò l'herpes genitale a molti bambini e causò la morte ad almeno due di essi.

Ma senza arrivare a tanto, anche quando non produce malformazioni, infezioni, fistole ecc, è una pratica che sicuramente comporta un trauma per chi la subisce, e causa modificazioni dello schema corporeo e del vissuto sessuale. Sostanzialmente, il pene perde sensibilità per la perdita delle diramazioni nervose contenute nel prepuzio, per il danno del glande che, non più protetto dal cappuccio prepuziale perde parte della sua sensibilità attraverso l’ispessimento del suo rivestimento epiteliale, e per la perdita della mobilità cutanea durante il rapporto (la cosiddetta “banda rugosa” di Taylor, cioè quella parte mucoso-cutanea del prepuzio con struttura finemente pieghettata, rappresenta la zona erogena primaria del corpo maschile).

Con tutta la simpatia ed il rispetto che nutro per le culture diverse dalla mia, e per quella ebraica in particolare, trovo scandaloso che una pratica insensata e violenta, dannosa e sessuofobica, fondata sulla presunzione che sia stata richiesta da un dio geloso e tremendo ad una tribù di pastori tardo-neolitici, venga ancora ritenuta lecita. Ed altrettanto scandaloso trovo l'implicito razzismo culturale che fa sì che la circoncisione venga accettata solo perché parte del retaggio culturale (ebraico-cristiano) occidentale, mentre l'infibulazione, praticata da popolazioni meno "civili", venga perseguita e proibita.

Io condivido con i padri costituenti il rispetto delle libertà religiose. Ma se la circoncisione è parte di tali libertà, mi si spieghi perché l'infibulazione non lo sia. Ciò che vale per quest'ultima deve valere anche per la prima.

Saluti, e buon solstizio di inverno,

Franco Toscani

da: Giuliano Degli Antoni - lddegl@fastpiu.it

data: sabato 22 dicembre 2012 – h. 14:20

Ciao. Spero vivamente che le mie quattro righe non ti abbiano indotto a pensare che io sia anche minimamente favorevole alla circoncisione; il mio voleva essere soltanto un excursus sulle modalità e motivazioni che hanno permesso l'accettazione dai ns. legislatori della circoncisione. Ancora una volta condivido in toto quanto tu scrivi. buon solstizio anche a te.

Giuliano Degli Antoni



2613 - BELGIO VERSO L’ESTENSIONE DELL’EUTANASIA ANCHE AI MINORI

da: Aduc salute n° 51-2012 del 18.12.2012

Il Belgio apre nuovamente al dibattito sull'eutanasia, introdotta nel 2002, per decidere se possa essere estesa ai minori e alle persone affette da Alzheimer.

La modifica della legge è presentata dal partito socialista, primo partito nella Vallonia (Belgio francofono) che sottoporrà le sue proposte al parlamento.

"Si tratta di aggiornare la legge per tener conto in modo migliore di alcune situazioni drammatiche, di storie estremamente dolorose (...) di fronte alle quali non possiamo restare senza risposta", ha spiegato il presidente del partito socialista Thierry Giet. La bozza non dovrebbe trovare grande opposizione in Parlamento, poiché è appoggiata da diversi partiti di destra, di sinistra ed ecologisti.

La legge in vigore si riferisce esclusivamente alle persone dei età superiore ai 18 anni. Nel 2011, sono stati registrati 1.133 casi di eutanasia in Belgio, vale a dire l'1% dei decessi totali, secondo la Commissione di controllo sull'eutanasia, e il loro numero continua ad aumentare.


2614 - LE VIGNETTE DEL TIMES – LE ACROBAZIE DI BERLUSCONI

2615 - LE VIGNETTE DI ELLEKAPPA – MONTI E BERLUSCONI



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