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Di qui nasce una nuova e più severa lettura del fenomeno
dell’omosessualità, concepito come deviazione dalle leggi di natura e
perciò in grado di suscitare la vendetta divina (
26
).
Tornando a Novella 77, Giustiniano si sofferma sulle motivazioni di
carattere etico e ideologico, in buona parte comuni, che lo inducono a
dedicarsi alla repressione di bestemmia e sodomia, affermando che il fine
ultimo del legislatore è quello di far osservare la legge divina. Anche il
linguaggio cambia in quanto non si parla più di crimine e pena, ma di
peccato, castigo, penitenza, conversione (
27
).
La forte tensione spirituale che muove l’imperatore traspare già dalle
prime righe della legge, in cui scopo dichiarato di Giustiniano è quello di
compiacere e glorificare
Dio:
“
Riteniamo che sia evidente a tutti gli uomini
che sanno giudicare con rettitudine che noi rivolgiamo ogni desiderio e
aspirazione affinché coloro che sono affidati a noi dal Signore Dio vivano
baluginò di una debole radiazione. 5 Presa dal panico la gente si riversò fuori dalle
proprie case riempiendo strade e vicoli, come se la distruzione non potesse raggiungerli
allo stesso modo fuori dalle case come all’interno. 6 Il fatto è che ogni quartiere della città
è così densamente costruito che ampi spazi aperti, interamente liberi da intralci, sono una
vista assai rara. Tuttavia la loro paura e angoscia sembrava acquietarsi gadualmente alla
mera possibilità di volgere in qualche modo gli occhi al cielo nel tentativo di ingraziarsi
Dio. Essi vennero bagnati lievemente da una caduta di nevischio e soffrirono molto il
freddo, ma nonostante ciò non cercarono rifugio a eccezione di quelli che ebbero riparo
nelle chiese, prostrandosi davanti agli altari”. Si veda Agathiae Myrinaei Historiarum libri
quinque, ed. S.
C
OSTANZA
,
Messina 1969, pp. 253 ss.
(
26
) Si confronti E.
N
ARDI
, Scritture “terribili”, in Atti dell’Accademia delle Scienze dell’Istituto
di Bologna, Classe di Scienze morali, Rendiconti, LXIX, 1980-1981, Bologna 1981, pp. 61-91.
L’Autore si sofferma sul fatto che le Sacre Scritture sono spesso qualificate terribiles nella
Compilazione e indaga su come debba essere inteso questo aggettivo: nell’ambito della
sua ricerca sottolinea l’alta frequenza, in Nov. 77, dei richiami al timore di Dio e delle
pene celesti. Le medesime sanzioni divine vengono minacciate, nell’ambito di una
riforma dell’amministrazione pubblica, ai funzionari corrotti: la prospettiva di un
giudizio divino che si proietta sull’operato dell’uomo è presente in Novv. 8, 9; 3, 3; 5, ep.;
6, 1, 10; 9, 5; 55, ep.; 82, 11. Sul punto si veda S. P
ULIATTI
, Ricerche sulla legislazione
“regionale” di Giustiniano, Milano 1980, pp. 48 ss.
(
27
) Per fare qualche esempio si vedano i seguenti vocaboli: ἐπιστροϕή (perditio), σωτηρία
(conversio), φιλαντρwπία εumšνεια (placatio), πληmmšlhma (delicta), ¢sεb»j πr£xeij (impia acta).
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secondo giustizia e siano toccati dalla sua clemenza poiché anche la
benevolenza di Dio non vuole la morte ma la conversione e la salvezza e
Dio sostiene quelli che hanno peccato e ritornano sulla via. Inoltre
esortiamo affinché tutti abbiano nell’animo timor di Dio e implorino la sua
indulgenza e sappiano che tutti quelli che amano Dio e operano nella sua
misericordia così si comportano.”
Analizzando nel dettaglio le varie parti della legge, si osserva che nel
proemio Giustiniano enuncia il compito che Dio ha affidato all’imperatore,
ovvero quello di prendersi cura dei sudditi, in quanto la benevolenza di
Dio non vuole la perdizione ma la salvezza del peccatore.
Nov. 77
`H di£taxiς perˆ toà toÝς ÑmnÚontaς kat¦ toà qeoà
timwre‹sqai kaˆ toÝς blasfhmoàntaς
pr. P©sin ¢nqrèpoiς to‹ς eâ fronoàsi prÒdhlon enai
nom…zomen, Óti p©sa ¹m‹n ™sti spoud¾ hkaˆ eÙc¾ tÕ toÝς
pisteuqšntaς ¹m‹n par¦ toà despÒtou qeoà kalîς bioàn kaˆ t¾n
aÙtoà eØre‹n eÙmšneian, ™peid¾ kaˆ ¹ toà qeoà filanqrwp…a oÙ t¾n
¢pèleian ¢ll¦ t¾n ™pistrof¾n kaˆ t¾n swthr…an boÚletai, kaˆ
toÝς pta…santaς kaˆ diorqoumšnouς dšcetai Ð qeÒς. diÕ p£ntaς
protršpomen tÕn toà qeoà fÒbon kat¦ noàn lamb£nein kaˆ t¾n
aÙtoà eÙmšneian ™pikale‹sqai, kaˆ ‡smen Óti p£nteς oƒ tÕn qeÕn
¢gapînteς kaˆ tÕn aÙtoà œleon perimšnonteς toàto poioàsin (
28
).
Nella prefazione del capo 1 il legislatore dichiara che la decadenza
dei costumi suscita l’ira di Dio, che ricade non solo sui criminali ma su
tutta la comunità. L’imperatore riconosce di aver appreso dalle Sacre
Scritture che l’empietà delle azioni ha causato la rovina di intere città:
anche se non è detto espressamente, è probabile che si alluda al racconto
(
28
) Authenticum:
Omnibus hominibus qui sapiunt manifestum esse arbitramur
omnia nos et studia et vota in eo collocare ut ii qui nobis crediti sunt a domino deo recte vivant et
eius clementiae participes fiant, quoniam dei quoque benignitas non interitum sed conversionem et
salutem vult, eosque qui peccaverunt et in viam redeunt suscipit deus. Propterea omnes hortamur
ut dei timorem in animo habeant et clementiam eius implorent, ac scimus omnes qui deum
diligunt et misericordiam eius expectant id facere.
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