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L. m
aGanzani
, Ripae fluminis e dissesti idrogeologici
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tate dai romani per la prevenzione delle inondazioni ed attestate dalla
documentazione archeologica, letteraria ed epigrafica sul tema. infatti,
a parte l’affinamento tecnologico e l’uso di materiali di nuova gene-
razione, le tecniche attuali
24
si basano pur sempre sulla rimozione dei
materiali solidi e della vegetazione dal letto del fiume per il ripristino
del suo regolare deflusso, sulla messa a dimora in riva di colture arboree
ed arbustive contro l’attività erosiva del fiume responsabile delle inon-
dazioni a valle
25
, sulla realizzazione e manutenzione di argini e canali di
drenaggio, sull’attività di regimazione idraulica superficiale (es. riaper-
ture di fossi, correzioni di alveo etc.) e sulla pianificazione territoriale
di aree rivierasche libere da edifici, appositamente destinate allo sfogo
delle piene.
tutti interventi che già ritroviamo nella roma antica ove, evidente-
mente, non si “ignoravano del tutto l’origine delle grandi piene che pro-
vocavano le inondazioni”
26
e si operava fattivamente per contrastarle
27
.
così, ad esempio, si sa che, già in età repubblicana, i romani
programmavano interventi periodici di pulizia del fiume
28
, come
quello realizzato da cesare (svet.
Caes. 30.2) o quello ricordato da
aulo gellio (Noctes Atticae 11.17) e disciplinato dall’editto de flu-
minibus retandis sull’appalto dei lavori di taglio degli alberi spor-
genti dalle rive o dimoranti nelle acque
29
: operazione che si pro-
24
cfr. a. P
eraGo
, Erosione e dissesto idrogeologico. Categorie di rischio. Metodologie di
valutazione. Tecniche di intervento, santarcangelo di romagna (rn) 2005, p. 115 ss.; a.
c
oLucci
,
Verso una gestione integrata dei territori dei fiumi. Difesa del suolo, alluvioni, vul-
nerabilità e pianificazioni, milano 2007, passim (spec. p. 57 e 168 s.); m. m
archetti
,
Geomorfologia fluviale cit.,
passim.
25
cfr. aavv, Le piante, la regimazione delle acque e i dissesti idrogeologici, Firenze, 1995,
passim.
26
J. L
e
G
aLL
,
Il Tevere cit., p. 38.
27
ampio e approfondito, sul tema, il recente lavoro di c. a
LLinne
, Les villes romaines
face aux inondations. La place des données archéologiques dans l’étude des risques fluviaux, in
géomorphologie: relief, processus, environnement 1 (2007), p. 1 ss. (http://geomorpholo-
gie.revues.org/index674.html). cfr. anche m. F
iorentini
, Fiumi e mari cit., p. 217 ss.
28
sul significato di purgatio, da ultimo, m. F
iorentini
, Precedenti di diritto ambientale
a Roma? I. La contaminazione delle acque, in index 34 (2006), p. 369 s.
29
gell., Noct. Att. 11.17.4: legisse ‘retas’ vocari arbores, quae aut ripis fluminum eminerent
aut in alveis eorum extarent, appellatasque esse a retibus, quod praetereuntes naves inpedirent
et quasi inretirent; idcircoque sese arbitrari ‘retanda’ flumina locari solita esse, id est purganda,
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L. m
aGanzani
, Ripae fluminis e dissesti idrogeologici
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trasse nel corso dell’età imperiale, dove fu addirittura istituita una
commissione apposita per la cura dell’alveo e delle rive del teve-
re (curatores riparum et alvei Tiberis)
30
. evidentemente gli antichi
sapevano che l’accumulo di detriti e la formazione di vegetazione
in alveo o di alberi pericolanti sulle rive riducono la capacità di
smaltimento nella rete delle portate in transito e quindi inducono
le tracimazioni
31
.
erano anche consapevoli che l’erosione delle sponde poteva, col tra-
sporto dei detriti, alterare l’equilibrio energetico del fiume e, alla prima
pioggia, causare inondazioni a valle: così tutelavano per via interdet-
tale la munitio delle sponde ad opera dei rivieraschi, ben consci che
quest’opera rispondeva anche all’interesse generale (d. 43.15 De ripa
munienda)
32
.
disboscando le aree rivierasche delle alture per sfruttare la forza mo-
trice del fiume nel trasporto del materiale a valle, favorivano le inonda-
zioni
33
, ma in pianura coltivavano non di rado le rive a bosco ceduo
34
fors’anche per assicurarne un’efficace protezione dall’erosione: di questi
ne quid aut morae aut periculi navibus in ea virgulta incidentibus fieret. sul testo r. v
iGanò
,
Sull’“edictum de fluminibus retandis”, in labeo 15 (1969), p. 168 ss.; b. a
Lbanese
,
L’edictum
vetus su qui flumina retanda publice redempta habent, in aUpa 41 (1991), p. 19 ss., ora in
scritti giuridici, ii, palermo 1991 (il circolo giuridico “l. sampolo” xlvii, 1991), p.
1735 ss.
30
J. L
e
G
aLL
,
Il Tevere cit., p. 155 ss. sono anche attestati un
procurator Caesaris ad ri-
pam Tiberis (J. L
e
G
aLL
, Il Tevere cit., p. 318 s.) e un
procurator Baetis o
procurator Augusto-
rum ad ripam Baetis (J. L
e
G
aLL
, Il Tevere cit., p. 319; g. t
omás
,
Limitations à la propriété
riveraine et libre navigation fluviale, in rida 48, 2001, p. 365 nt. 21).
31
sulla purgatio rivorum cfr. d. 43.21.1 spec. § 7.
32
sulla publica utilitas dei lavori di munitio riparum cfr. sic. Flac., De cond. Agr., th.
114,26 ss. e d. 43.13.1.7 Ulp. 68 ad ed. sull’interdictum de ripa munienda, da ultimi, m.
F
iorentini
,
Fiumi e mari cit., p. 206 ss.; J.m. a
Lburquerque
, La protección cit., p. 307
ss.; g. t
omás
, Limitations cit., p. 362 s.
33
a. G
iardina
, Allevamento ed economia della selva in Italia meridionale: trasformazioni
e continuità, in società romana e produzione schiavistica i, l’italia: insediamenti e forme
economiche, Bari, 1981, p. 100 s.; 107 ss. ma esprime dubbi sul punto J. L
e
G
aLL
,
Il Tevere
cit., p. 33.
34
m. c
aLzoLari
, Territorio e insediamenti nella bassa pianura del Po in età romana, pog-
gio rusco, 1986, p. 37; i
d
., Modello, realtà e connotazioni degli insediamenti romani nella
bassa pianura padana, in romanità della pianura. l’ipotesi archeologica di s. pietro in ca-
sale come coscienza storica per una nuova gestione del territorio, Bologna 1991, p. 325.