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a. P
arma
, sulla presenza di decreta decurionum
[pp. 217-252]
c(aio) domitio dextro ii
_
, l(ucio) valerio
messalla thrasia prisco co(n)s(ulibus)
vi
__
ìdus Ìanuar(ias)
in curia basilicae aug(usti) annian(ae).
5
scribundo adfuerunt a(ulus) aquili(u)s
proculus, m(arcus) caecilius publiolus
Fabianus, t(itus) hordeonius secund(us)
valentinus, t(itus) caesius Bassianus.
Quod postulante cn(aeo) haio pudenˆte,
10 o(rnato) v(iro), de forma inscriptioni dan=
da statuae quam dendrophor(i)
octavio agathae, p(atrono) c(oloniae) n¯(ostrae) statue=
runt, cn(aeus) papirius sagitta et p(ublius)
aelius eudaemon ii
_
vir(i) rettu=
15 lerunt q(uid) d(e) e(a) r(e) f(ieri) p(laceret) d(e) e(a) r(e), i(ta)
c(ensuerunt):
placere universis honestissimo
corpori dendrophororum in=
scriptionem quae ad honorem
talis viri p[ertinea]t dare quae
20 decreto +[-.-.- i]nserta est.
lin. 12: p(atrono) c(oloniae) n(ostrae) cil; p(atrono) c(ollegi) n(ostri) Fira, iii, 40;
il decreto nei Fira è ricompreso nel gruppo degli atti di collegia,
essendo stato ritenuto dal curatore una delibera della corporazione dei
dendrophori cittadini, piuttosto che una disposizione dell’
ordo decu-
rionale puteolano. in seguito sherk non incluse questa iscrizione nella
sua silloge sui decreta decurionum
70
. a ben considerare, però, su questa
interpretazione sorgono non pochi dubbi. la base onoraria posta ad
Octavius Agatha, assai verosimilmente recava sul fronte, rimasto igno-
70
probabilmente seguendo l’interpretazione dello scioglimento suggerito da Waltzing
alla lin. 12 del testo epigrafico
p(
atrono)
c(
ollegii)
n(
ostri), J.p. W
aLtzinG
,
ètude historique
sur les Corporations professionelles chez les romains depuis les origins jusqu’à la chute de l’Empire
d’Occident, (louvain, 1895-1900), vol. iii, roma, 1968 (rist. anast.), 437-438, piuttosto
che quello adottato da mommsen nella relativa scheda edita nel CIL x.
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a. P
arma
, sulla presenza di decreta decurionum
[pp. 217-252]
to perché tuttora murato, l’elogio dedicato dal collegio al noto perso-
naggio, mentre su una delle due facce laterali, un tempo visibile, era
inciso, il testo qui trascritto, nel quale si legge il decreto emesso per la
realizzazione di quell’elogio. la formulazione usata porta a pensare che
non si tratti di un provvedimento preso all’interno del sodalizio per
onorare un patrono del collegio, come ritenuto da arangio ruiz, quan-
to piuttosto di una delibera dell’ordo decurionum puteolano per appro-
vare l’elevazione di una statua onoraria per un patronus coloniae (lin.
12). ad accreditare questa interpretazione concorrono diversi elementi.
anzitutto il luogo di riunione, la curia della basilica Augusta Anniana,
è uno dei luoghi tipici di incontro dell’ordo puteolano, già noto da di-
versi decreti epigrafici conservati
71
, mentre il più delle volte i collegia si
radunavano nei
templa all’interno delle
domus o
scholae collegi
72
. inoltre
l’istanza era stata introdotta dai duoviri cittadini, Cn. Papirius Sagitta
e P. Aelius Eudaemon, e non dai curatores del collegio, come altrimen-
ti accadeva, mentre Cn. Haius Pudens, ornatus vir
73
, aveva avanzato la
richiesta circa il testo dell’iscrizione da incidere sulla base della statua
onoraria (“de forma inscriptioni danda”) che il potente collegio locale
dei dendrophori
74
aveva disposto di erigere come testimonianza dei me-
71
altri decreti puteolani, all’incirca coevi, che hanno lo stesso edificio pubblico come
luogo di riunione: CIL x 1782, 1783, 1787; Eph.Ep. viii 371 = AE.1988, 302.
72
vedi ad esempio: CIL v 7906; CIL xi 970, 2702, 5748 = AE. 2008, 499, 6335; AE.
1991, 713;
AE. 2000, 344 = 2007, 359.
73
il nostro personaggio doveva essere un membro di spicco del collegio dei dendrophori
che era stato incaricato o autorizzato a proporre l’istanza presso il consiglio decurionale.
sull’appellativo ornatus v. a. c
hastaGnoL
, Le formulaire de l’épigraphie latine officielle dans
l’antiquité tardive, in a. d
onati
(ed.),
La terza età dell’epigrafia, coll. aiegl –Borghesi
1986, Faenza 1988, 15-64. infine sui rapporti correnti fra personaggi di spicco dell’élite
cittadina e il collegio dei Dendrophori v. da ult. F. v
an
h
aePeren
, Collèges de dendrophores
et autorités locales et romaines, in m. d
ondin
-P
ayre
, n. t
ran
(éd.),
Collegia. Le phénomène
associatif dans l'Occident romain,
Bordeaux, 2012, 47 ss.
74
in generale sulla funzione religiosa del collegio: J.p. W
aLtzinG
, op. cit., 243-248. F. c
umont
,
s.v. Dendrophori, in pW v i (1903), col. 218-219. s. a
uriGemma
, sv. Dendrophori, in e. d
e
r
uG
-
Giero
, diz. ep., ii, 2, 1900, 1671-1705. r. r
ubio
r
ivera
,
Collegium dendrophorum: corporación
profesional y cofradía metróaca, in gerión, 11, 1993, l75-183. per una lettura degli aspetti sociolo-
gici legati al prestigio e al rango dei collegiati anche in rapporto con la città e le sue istituzioni v. da
ult. n. t
ran
,
Les membres des associations romaines: le rang social des collegiati in Italie et en Gaules,
sous le Haut-Empire, rome, 2006, in part. 211 ss. sul fenomeno associativo in generale v. il recente
m. d
ondin
-P
ayre
, n. t
ran
,
Collegia. Le phénomène associatif dans l’Occident romain, Bordeaux,