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a. P
arma
, sulla presenza di decreta decurionum
[pp. 217-252]
trovava ad Ameria. così, quattro mesi dopo la seduta del consiglio decu-
rionale, il 13 agosto inviarono una lettera, con un dossier sull’argomento,
al funzionario imperiale: “placuitq(ue) universis Curiatio Cosano curatori ob
eam rem epistulam mitti”.
nell’epigrafe è ripreso un passo significativo della
lettera, ricopiata dalla pagina 2 del caput 1 del commentarium cottidianum
(probabilmente un registro appena iniziato), dove si metteva in evidenza
come dalla concessione, per la quale i decuriones erano consenzienti, ma
che ancora non avevano decretato, non sarebbe derivato alcun danno eco-
nomico al municipio sia perché il locus concesso non dava alcun reddito
alla città “qui locus rei publicae in usu non est, nec ullo reditu esse potest”, sia
perché si sarebbe così potuta realizzare la pollicitatio di Vesbinus senza che
la città dovesse incorrere in alcuna spesa
44
(“se Augustalibus phetrium publice
exornaturum secundum dignitatem municipi polliceretur”)
45
. il 12 settembre,
come riportato a pagina 8
caput 1 del
commentarium, il
curator rei publicae
rispondeva avvalorando la decisione dell’ordo ceretano e sottolineava come
egli aderisse alla delibrazione non tanto in qualità di funzionario imperiale,
quanto considerandosi lui stesso parte del ceto dirigente cittadino di Cae-
re: “
Ego non tantum consentire voluntati vestrae, set et gratulari debeo, si qui
rem publicam nostram exsornat. Accedo itaque sententiae vestrae non tanquam
curator, sed tanquam unus exs ordine, cum tam honesta exssempla etiam provo-
cari honorifica exornatione debeat”
46
. la copia conforme degli atti fu redatta,
Production in the First and Second centuries A.D. An interpretation of Roman Brick Stamps,
helsinki, 1975, 80 s. p. s
etäLä
, Private domini in Roman brick stamps of the Empire: a historical
and prosopographical study of landowners in the district of Rome, helsinki, 1977, 103-104, lo
considera di rango equestre senza però argomentare ulteriormente.
44
sulle concessioni di suolo pubblico a titolo gratuito si vd. B. G
oFFaux
, Évergétisme et
sol public en Hispanie sous l’Empire (à propos de CIL, II2/7, 97), in mélanges de la casa de
velázquez, 33-2, 2003, 225-247. si veda anche la prospettiva di K. L
omas
, Public building,
urban renewal and euergetism in early Imperial Italy, in K. L
omas
and t. c
orneLL
(ed.),
‘Bread
and Circuses’ Euergetism and municipal patronage in Roman Italy, london-new York, 2003,
28-45, in part. 39 e 41.
45
sul punto v. Y. t
homas
, Les ornements, la cité, le patrimoine, in c. auvray-assayas
(éd.), Images romaines. Actes de la table ronde organisée à l’École normale supérieure (24-26
octobre 1996), paris, 1998, 263-284.
46
sul rapporto tra ordo decurionum e curator rei publicae visto come una collaborazione
comune negli interessi della comunità v. F. J
acques
,
Le privilège de liberté. Politique impériale
et autonomie municipale dans le cités de l’Occident romain (161-244), rome, 1984, 258 ss., in
part. 273-276. Forse troppo cavilloso ritenere, come fa l’autore, il consensus manifestato dal
236
a. P
arma
, sulla presenza di decreta decurionum
[pp. 217-252]
il 13 giugno dell’anno seguente, il phetrium venne dedicato il primo agosto
del 114 sotto il consolato di Q. Ninnius Hasta e P. Manilius Vopiscus
47
.
puteoli:
de loco dando Augustalibus.
cippo di confine centinato in calcare bianco concretizio, superficie leg-
germente consunta nelle prime cinque linee. punti di separazione di forma
triangolare usati regolamente; apici frequenti; I longae molto numerose in-
dicate in questa trascrizione con il carattere ì; t più alte del rigo a linn. 4,
10, 14. mis.: cm. 147 x 68 x 11; c.e. 57 x 68. alt. lett.: cm. 2-3,5.
ritrovato a pozzuoli in anno e luogo imprecisabile; era affisso sulla fac-
ciata di un edificio tardo ottocentesco. autopsia giugno 2003. ora seque-
strato ed esposto nel museo arch. dei campi Flegrei al castello di Baia.
c
amodeca
1999, 1-23; ae. 1999, 453.
dat.: 13 giugno 110-130 d.c.
Ìdibus Ìunìs
in basilica aug(usti) anniana.
scríbundo adfuerunt l(ucius) oppius rufin(us),
m
. (arcus) [l]a.elius placidus, t(itus) apusule.nus
5
[lu]p.e.rcus.
Quod l(ucius) annius modestus, Q(uintus) tédius ri(v)us
iivir(i) v(erba) f(ecerunt) dé locó dandó augustálib(us),
q(uid) d(e) e(a) r(e) f(ieri) p(laceret), d(e) e(a) r(e) i(ta)
c(ensuerunt);
placere huìc órdinì petentibus augustálib(us)
curator, aggiuntosi a quello pronunciato dall’assemblea, come un riconoscimento di
voluntas
alla decisione presa dai decuriones qualificandola come sententia, perché nell’epigrafe non vie-
ne menzionato il censuit o decrevit che spesso chiude i decreta. per m. s
artori
,
Osservazioni
sul ruolo del curator rei publicae, in athenaeum 67, 1989, 9 ss., in part. 11 s. “…colpisce che
il consensum del curator non sia così necessario da attivare una procedura d’urgenza e non sia
comunque così costrittivo da far venir meno lo spirito di collaborazione…”. sul punto v. da
ultimo g. c
amodeca
, i “curatores rei publicae” in Italia: note di aggiornamento, in c. b
erren
-
donner
, m. c
ébeiLLac
-G
ervasoni
, L. L
amoine
(éd.),
Le Quotidien municipal dans l’occident
romain, clermond Ferrand, 2008, 507-521, in part. 517-521, dove disamina su concessione
di loca publica e rapporti del c.r.p. con l’amministrazione cittadina.
47
per la coppia consolare v. pir
2
. m. 142 e n. 101.