ACQUI TERME
13
L’ANCORA
27 AGOSTO 2017
Acqui Terme. Nella grande
chiesa madre. Ma, il giorno do-
po, nella pieve di campagna.
L’ ensemble dei “Fortunelli”,
giunto al decimo anno di atti-
vità, con un programma di po-
lifonia cinque seicentesca
spagnola, impregnata di “nuo-
vo mondo” torna alla ribalta
con due concerti evento. In
programma giovedì 24 ago-
sto, alle 21, ad Acqui, nella
cripta della Cattedrale di San
Guido, e poi venerdì 25 in al-
ta Valle, nella terra di Pezzolo
Valle Uzzone, in San Colom-
bano.
E così il filo di Arianna, dipa-
nato, un po’ a sorpresa, dal Si-
gnor Caso, non si interrompe:
“nuovo mondo” la parola chia-
ve dell’estate musicale acque-
se, che mai aveva artistica-
mente raggiunto questi magni-
fici livelli: ecco l’America che
ispira Dvorak nella sua sinfo-
nia che tanto successo ha ri-
scontrato il 29 luglio all’Addo-
lorata; ecco poi d’oltre atlantico
provenire tanti docenti e allievi
InterHarmony, radunati ad Ac-
qui da Misha Quint, cui si po-
trebbe ben pensare di conferi-
re una cittadinanza onoraria...
Il risultato? La Musica che ha
cambiato, nel segno della bel-
lezza, la nostra città.
E ora, ne siam sicuri, con la
polifonia un altro concerto di
quelli eccellenti.
O fortuna, velut luna
2008: era stato dedicato al
Requiem di Thomas Luis de
Victoria il primo concerto del
gruppo dei Fortunelli, forma-
tosi attraverso uno stage che
radunava in Pian Soave per
la prima volta i cantori (sette
sette voci olandesi, una voce
belga) destinati a trasformarsi
in gruppo stabile, che con-
centra studio e prima offerta
musicale nell’estate (ora ad
Acqui, ora al Todocco a Pez-
zolo), cui segue in primavera
un ulteriore ciclo di concerti
nel Paesi Bassi.
Da non perdere (e son
ascolti che incantano anche i
non specialisti) il concerto ac-
quese del 24 agosto, con la
formazione che annovererà
Marlies Hesseling e Karlijn
Bongaers (soprani), Saskia
Ebus e Els Urselmann (con-
tralti), Frans de Rijk, Kees Klok
(tenori), Hans van de Ven e
Peter Lammers (bassi), cui si
devono aggiungere i contribu-
ti, alle percussioni, di Oscar Vi-
notto.
Come di consueto a Fran-
cien Meuwissen sarà affidata
la direzione.
Invito al concerto
La divisione - il conio, inutile
ricordarlo, è di Umberto Eco -
tra apocalittici e integrati vale
per tante epoche: per la con-
temporaneità e il medioevo, il
rinascimento e l’età antica. E
può essere applicata ai più di-
versi ambiti, dalle lettere alla
pittura, alla musica.
De Victoria (1548-1611: di
suo ascolteremo un Laudate
Dominum omnes gentes e un
Domine non sum dignus) si
può ascrivere alla prima cate-
goria: non compose musica
“mondana”, e rifiutò di attinge-
re a melodie profane(solo una
volta si fece tentare, ma l’ar-
chetipo era nientemeno che
Jannequin) per rimodularle in
versione sacra; fu insomma te-
stimone di una ortodossia poe-
tica e ideologica, di una “fedel-
tà” testimoniata anche dalla ri-
correnza frequente della dedi-
ca Deo Optimo Maximo.
Lui, più che mai, l’Autore
dell’osservanza (a regole, alla
tradizione, ad una identità ro-
mano-cattolica che Lutero mi-
nacciava).
Poi, però, ecco altri maestri
assai più disponibili a lasciarsi
influenzare da un più largo
contesto: quello di un “mondo
nuovo” scoperto dai viaggi di
esplorazione degli Spagnoli e
dei Portoghesi
Ecco nuovi paesaggi, nuovi
uomini e animali, gli originali
colori delle piume degli uccelli,
il verde speciale dei giardini,
con erbe e spezie mai raccol-
te. E ancora originali, inediti i
riti, la musica e ritmi.
E così si posson riscontrare
anche compositori, come Juan
Gutierrez Padilla (nacque nel
1590; la sua morte cade nel
1664; per 35 anni fu alla testa
della cantoria della Cattedrale
di Puebla) e Gaspar Fernan-
des (1561-1629), chi studiava-
no in Europa, ma andavano la-
vorare a Messico.
E il risultato si sintetizza in
un bellissimo melange; la po-
lifonia dei Fiamminghi riletta
da andalusi e castigliani, e
combinata con i ritmi degli Az-
techi.
E già i titoli son significativi,
specie quando dal latino vira-
no verso una insegna spagno-
lo/messicana: ecco brani che
recitano classicamente Deus
in adiutorium, Exultate justi, al-
ternati ad altri che son segnati
Tambalagumba o
Lagrimas di
un nino.
E anche Francisco Guerrero
(1527/28-1599), maestro di
cappella della cattedrale di Si-
viglia, sembra assere, di nuo-
vo, assai “disponibile” alle
osmosi, come dimostra il car-
net deii brani a lui dedicati: Ni-
no Dios d’amor herido si com-
bina con Ego flos campi, il
Laudate Dominum con Pastor,
quien Madre Virgen...
Un Vaticano II “musicale” in
anticipo di quattro secoli e
mezzo? Forse. Certo è che
una cosa risulta essere l’ambi-
to severo della liturgia. E altre
sono le possibilità della devo-
zione comunitaria, aperta al
“cantarsi come”, alle parodie
spirituali di canti popolari.
Attendendo il concerto per
ulteriori più profonde verifiche,
a chi scrive qui non resto che
menzionare due ulteriori Auto-
ri.
Che rispondono ai nomi di
Mateo Flecha “el viejo” (1481-
1553; di costui, monaco do-
menicano che forse inventò il
genere pasticcio- un nome tut-
to dire - de l’ensalada, ascolte-
remo La Negrina).
E di Jeronimo de Aliseda
(1548-1591, attivo come il pa-
dre a Granada). Di lui, cantore
e poi maestro di cappella, sarà
proposto il Beatus Franciscus.
E significativamente, giacché
furono proprio i missionari
francescani (ed erano in tre...)
i primi a giungere in Messico
nel 1523, in qualità di evange-
lizzatori.
G.Sa
Il 24 e il 25 agosto
I Fortunelli in Duomo
poi a Pezzolo Valle Uzzone
Acqui Terme. Attraverso
la mediazione di Pietro Ci-
tati (che legge la silloge Ci-
viltà e religione degli Azte-
chi di Lupo & Pranzetti, che
attinge a sua volta agli scrit-
ti dei primi visitatori europei)
ecco giungere una cartolina
musicale dal “nuovo mondo”
che forse può aiutarci a me-
glio comprendere diverse pa-
gine della proposta musica-
le de “I Fortunelli”.
Un giardino terrestre?
Non solo fiori esotici e pro-
fumatissimi, farfalle e lucerto-
le, e uccelli dai colori mai visti,
con le piume usate per com-
porre quadri...
“In tutte le città azteche, vi-
cino ai templi, nell’età prece-
dente la conquista, c’erano
grandi edifici chiamati “case
del canto”, dove risiedevano
maestri che svolgevano la
sola attività di insegnare a
danzare, a cantare e a suo-
nare.
Tutto avveniva con estre-
mo rigore: i fanciulli parteci-
pavano con estremo rigore al
loro serio gioco, e sapevano
che qualsiasi mancanza
avrebbe avrebbe avuto la
forza di un crimine di lesa
maestà.
C’erano canto diversi: al-
cuni calmi e gravi, ballati con
grande solennità e compo-
stezza, in occasione della
maggiori solennità. E altri,
più brillanti, detti “degli
amanti”...
Su questo substrato si in-
nestò il lavoro didattico del
francescano Pedro de Gante
(che è poi uno dei tre pionie-
ri missionari, ricordati nell’ar-
ticolo a questo collegato), già
membro della cappella priva-
ta di Carlo V, che aprì una
scuola di musica in cui si im-
partivano lezioni di gregoria-
no e di liuteria, per costruire
gli strumenti.
E in più ecco arrivare da Si-
viglia e Toledo pagine e pagi-
ne di musica copiate dagli ar-
chivi di quelle cattedrali (a so-
stituire i codici pittografici dei
locali, in cui si fiutava qualco-
sa di Satanico: ecco allora, an-
cora una volta, e prima di altri
ben più conosciuti, i roghi dei
libri...).
Certo che una cosa proprio
non si capisce: come dagli
Spagnoli (la data dell’incontro
tra Montezuma e Cortes do-
vrebbe essere quella del l’8
novembre 1519), contempora-
neamente, venga innescata
questa ibrida ma interessantis-
sima fioritura musicale, che si
combina però con le cronache
di violenze brutali e distruzioni
che cancellano, anzi spianano,
magnifiche città.
E che della banalità del ma-
le, ante litteram, sembran es-
sere l’esempio. (Mentre nel-
l’aria si spegne il suono dei
corni sacrificali aztechi).
Per la fondazione di una
Nuova Spagna
Gli ultimi flash ci portano a fi-
ne XVI secolo.
Il primo lo vogliam cogliere
nell’anno 1578. E’ festa solen-
ne per l’arrivo a Città del Mes-
sico di preziose reliquie da Ro-
ma.
I gesuiti, oltre alla musica
liturgica polifonica all’euro-
pea, promuovono danze di
ninos ornati di piume “con
canto de organo” [polifonico]
“concertado al modo espa-
nol”, ma accompagnato da
strumenti locali come il te-
ponaztli, il tamburo sacro a
due suoni.
E non mancano un cantico
per il patrono San Ippolito in
lingua nàhuatl e ulteriore mu-
sica rituale indigena.
***
Venti anni (cfr. Luciano Bian-
coni, sul volume IV della Sto-
ria della Musica EDT/Soc. Ita-
liana di Musicologia), dopo i
villancicos, i brani strofici po-
polari rivestiti di testo devoto
(prediletti in occasione del Na-
tale, e già oggetto di censura
nella Madre Patria) si impon-
gono nelle colonie iberoameri-
cane.
E nel 1591 ammontano a 80
i giorni di congedo di cui può
fruire il maestro di cappella di
Città del Messico, da impiega-
re per procurarsi testi poetici
sempre nuovi da cantare al
Corpus Christi, o dinnanzi alla
capanna di Betlemme.
Di qui, inseguito, la fortuna
letteraria di una figura, tutta da
scoprire, come quella di suor
Juana Ines de la Cruz, dell’Or-
dine di San Gerolamo (1648-
1695).
G.Sa
Esotismo e polifonia nel secolo XVI
Tradizione e devozione
nel Messico musicale atzeco
Dai primi giorni di agosto sono all’opera nella cucina della Trattoria Pappa&Vino, due “Eccellenze Ac-
quesi”, che ritornano a “casa”.
Maurizio Parisio è cresciuto in cucina, con il grande padre e maestro Piero Parisio, prima nello storico ri-
storante “Alla Stazione” e successivamente al “Parisio 1933”.
Anche Roberto Abrile è cresciuto nei noti locali di famiglia “Trattoria Commercio” e “Ristorante la Schia-
via” e ha poi maturato esperienze in noti ristoranti di Francia e Sicilia.
La Trattoria Pappa&Vino augura ai nuovi chef i migliori successi e ringrazia il proprio staff e lo Chef pre-
cedente: Sirito Claudio, detto Cocco, che ha contribuito con la sua esperienza e capacità, al buon andamen-
to del locale situato in piazza Matteotti ad Acqui Terme.
Ad Acqui Terme in piazza Matteotti
Tradizione e fantasia in cucina
da Pappa&Vino
con i nuovi chef Maurizio e Roberto
Roberto Abrile e Maurizio Parisio.
PREVENTIVI GRATUITI,
PREZZI
CONCORRENZIALI,
due passi in più
per spendere molto meno!
POSSIBILITÀ
DI FINANZIAMENTI
PERSONALIZZATI
• PRODUZIONE
E VENDITA
SERRAMENTI ESTERNI
IN PVC
• GRATE DI SICUREZZA
• RECINZIONI IN PVC
• TAPPARELLE IN PVC
E ALLUMINIO
• ZANZARIERE
• PORTE D’INTERNO
Il
pvc
è economicamente vantaggioso, è un materiale ad
alte prestazioni di isolamento termico e acustico, dura a lungo
nel tempo e la manutenzione per conservarlo è minima.
Con i nostri
serramenti certificati
RECUPERI
IL 65%
dell’importo pagato
Prodotto
Made in Italy
La qualità
la nostra
bandiera
BUBBIO (AT)
Reg. Infermiera
Tel. 0144 314001
Fax 0144 852776
info@tecabo.it - www.tecabo.it