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notitia, ma anco alla stessa Cina, che pensavano sin allora esser superiore in
lettere a tutti i regni del mondo. A questo si aggiungeva vedere che i Padri
sempre tenevano qualche buon letterato delle lettere Cinese in Casa et
imparavano con grande diligentia di giorno e di notte, studiando le loro
lettere, et a questo fine avevano comprato molti de’ loro libri, de’ quali
avevano anco empito tutto lo studio. Con che vennero a intendere e che in
nostra terra erano stimate le lettere e le scientie, e che i Padri erano in sua terra
et in le loro scientie letterati, che, come habbiamo dichiarato, è in che solo sta
posta la nobiltà della Cina.
15
Nella pianificazione dell’apostolato, e nella prospettiva della evangelizzazione
nelle lingue locali senza la mediazione di interpreti, Valignano, riallacciandosi
all’attenzione già manifestata da Francesco Saverio verso il giapponese,
16
sottolinea
la necessità di sviluppare una letteratura cristiana per ciascuna delle aree di
missione. Il sistema educativo deve pertanto essere coadiuvato dalla diffusione
delle operazioni culturali. Prima di allestire le tipografie in Giappone – dove si
avrà la breve, ma intensa, attività della kirishitanban, fiorita a cavallo fra i secoli XVI
e XVII
17
– e prima di promuovere l’impressione di testi occidentali in Cina,
Valignano riesce ad avere la stampa in India, dove nel 1577 è pubblicato il
catechismo in tamil e nel 1622 uscirà la Doutrina Christã che p. Thomas Stephens –
comunemente noto col nome portoghese Estevão
18
– aveva scritto in konkani,
lingua di cui nel frattempo circolava una sua grammatica (che sarà pubblicata nel
1640) e un dizionario manoscritto di ca. 14.000 lemmi.
In Cina, ovvero in un paese che ha conformato la sua storia attorno al
messaggio scritto e che da lungo tempo aveva praticato l’impressione xilografica,
19
i Gesuiti affrontano la sfida di un “apostolato della stampa” e, una volta stabilitisi a
Pechino, vi costituiscono una importante raccolta di libri occidentali presso la
“Chiesa del Sud”
20
– che più tardi andrà a confluire nella biblioteca conservata
nella “Chiesa del Nord”.
21
La realizzazione dello strumentario comunicativo li
porta anche a promuovere un’attività editoriale. La pubblicazione di opere in
cinese raggiunge nel settore scientifico il quinto posto dopo i libri scritti in latino,
francese, italiano e tedesco.
22
La strategia interpretativa messa in atto dai Gesuiti risponde alla forte
caratterizzazione umanistico-rinascimentale della impostazione disciplinare della
loro Compagnia che è andata organizzandosi nella collegialità e nella uniformità
dell’impianto disciplinare.
Ideata da Ignazio di Loyola e sottoposta a elaborazioni fino al 1599, la Ratio
15
Ivi, p. 136.
16
Schurhammer, 1982, p. 546.
17
Maruyama 2004; Poli, 2006.
18
Schurhammer, 1936.
19
Chow, 2004.
20
Nantang, cfr. Cummins, 1967.
21
Beitang, cfr. Verhaeren, 1949.
22
Harris, 1988, pp. 150 s.
Per comprendere la “terra incognita”
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atque institutio studiorum contiene l’ordinamento didattico e le direttive applicative
di una pedagogia per l’Ordine che fornisce le argomentazioni basate su un
impianto retorico al servizio di un pensiero speculativo indirizzato
all’enciclopedismo e derivato, sia nelle osservazioni storiche sia in quelle
sperimentali, dai presupposti di una metafisica che, pur immutabile, deve sapersi
adattare a pratiche comunicative, anche inedite, valide per le nuove stagioni
culturali.
23
Nel quadro complessivo curriculare (che riprende e rielabora quello di Guarino
e Battista Guarini), tre anni sono dedicati ai corsi di grammatica e uno,
rispettivamente, all’umanità e alla retorica a cui si accompagna la mnemotecnica
(ars reminiscendi). L’organizzazione della didattica avanzata nella matematica e
nelle scienze si sviluppa in parallelo.
24
Il triennio è preliminare ai percorsi successivi di filosofia e di teologia ed è
concepito per impostare l’educazione sul corretto modello di pensiero formalizzato
(ratio) associato all’eleganza (elocutio), in grado di produrre, attraverso la oratoria
facultas, la eloquentia perfecta e la pietas letterata,
25
l’abilità linguistica necessaria a
trasmettere il messaggio della Salvezza. Grande peso è infatti rivolto allo studio del
latino e delle lingue la cui padronanza, come era già in Guarino, va acquisita
attraverso l’immersione in una selezione di testi accompagnati da strategie
interattive.
26
La formazione acquisita nell’esercizio della retorica, nella riflessione sulla
grammatica, nelle considerazioni sul lessico e nell’ermeneutica del testo mette in
grado i Gesuiti di prefigurare una serie di strategie interpretative di fenomenologie
distinte dai contesti pragmatici, “per luogo, tempo e circostanze”
27
, e adattate alle
figure dei soggetti.
La comunicazione va applicata alla realizzazione di specifici atti di inventio
condotti nel rispetto delle consuetudini delle norme delle convenzioni già in essere
che al Gesuita spetta giudicare nel momento in cui egli si trova calato nella
situazione, ne apprende la storicità e si prefigge gli obiettivi, recependo con
duttilità quegli aspetti che giudica di poter utilizzare.
28
L’appropriazione degli
strumenti retorici, lo sviluppo della sensibilità linguistica e l’uso imposto del latino
come lingua veicolare orale e scritta
29
mirano a dotare l’allievo di una rigorosa
sensibilità verso la comunicazione che diviene funzionale agli obiettivi strategici
delle missioni.
30
La trama che sottostà alle loro azioni è concepita seguendo i dettami di un
copione barocco, elaborato per essere eseguito nella scenografia di un teatro di
immagini, percezioni, riflessi, simbolismi, meraviglie, in cui il profano, la
23
Trampus, 2000.
24
Baldini, 2000, pp. 15-98.
25
Ó Mathúna, 1989.
26
Monumenta Ignatiana = MI, Constitutiones, parte IV, cfr. Poli, 1989-1990, pp. 469-473.
27
MI, Constitutiones 465 s. ed Exercitia spiritualia 363.
28
MI, Fontes Narrativi 615-617.
29
Lukács, 1965, pp. 22-25.
30
MI, Constitutiones 131 s.