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Maestre (e maestri) l’Italia
Indice
Premessa del Preside del Liceo “Laura Bassi”,
Prof. Felice Signoretti
1.
Maestre (e maestri) d’Italia: le ragioni di una mostra
2.
Laura Bassi: un nome esemplare
3.
L’edificio: dall’
ospizio dei Certosini
al Liceo “Laura Bassi”
4.
L’arte dentro e fuori le mura del Liceo
5.
Diventare maestre (e maestri) nell’Italia unita
6.
L’istituzione della Regia Scuola Normale femminile
di Bologna
7.
L’organizzazione della scuola
8.
Il Convitto per le allieve maestre
9.
Le prime allieve maestre
10.
La didattica: materie ed esami
11.
Attività educative e ricreative
p. 9
p. 13
p. 15
p. 18
p. 21
p. 23
p. 26
p. 28
p. 31
p. 34
p. 38
p. 41
12.
L’universo femminile
13.
Microstorie (1):
sentimentalismi, amorose
corrispondenze e duelli
14.
Microstorie (2): scandalo in Convitto
e uomini sui tetti
15.
Microstorie (3): problemi disciplinari
16.
Una nuova didattica
16bis.
Il gabinetto scientifico
17.
Echi della Grande Guerra nella R. Scuola
Normale “Laura Bassi”
18.
Dalla Scuola Normale all’Istituto Magistrale:
il ventennio fascista
19.
1938: le leggi razziali nell’Istituto “Laura Bassi”
20.
La II Guerra Mondiale negli Istituti Magistrali
bolognesi
21.
A scuola in tempo di guerra
22.
La musica nella scuola “Laura Bassi”:
una tradizione più che centenaria
23.
Gli anni più recenti: una scuola innovativa
24.
Gli anni più recenti: aspetti sociologici di un
percorso di 50 anni
Fonti e bibliografia essenziale
p. 44
p. 47
p. 50
p. 53
p. 56
p. 59
p. 61
p. 65
p. 69
p. 72
p. 75
p. 78
p. 81
p. 83
p. 86
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Premessa
“La Storia siamo noi”: così un celebre cantautore dei
nostri tempi sintetizza un concetto che i biografi dei
grandi uomini spesso hanno dimenticato o non tengono
nel dovuto conto: la Storia non è fatta solo di grandi
personalità, capaci perfino di dare il loro suggello ad
un’epoca o di imprimere, come il Napoleone del manzo-
niano
Cinque maggio, con il loro pensiero e le loro azio-
ni, svolte radicali nel processo storico. La Storia è fatta
anche dalle illusioni, dai palpiti, dai rapporti, dal dolore,
dall’angoscia, dalla speranza di milioni e milioni di esseri,
di cui non resta neppure il nome, ma che hanno amato,
sognato, vissuto, intrecciato relazioni, sofferto per i loro
cari o per le idee che coltivavano: torniamo al Manzoni
e al perno strutturale della sua più grande creazione,
I
Promessi Sposi. Anche a volerlo considerare marxiana-
mente, l’evolversi dialettico delle strutture economiche
si realizza non solo trascinando con sé gli individui, ma
in base ai loro rapporti, all’intreccio delle loro operazioni,
al loro modo di considerare l’affermazione individuale, il
dominio sull’ambiente, il benessere, la felicità. “È stato
grazie agli sforzi congiunti dei deboli, soggetti all’op-
pressione, di resistere al regno della violenza e del torto
perenne, che, nel corso delle rapide trasformazioni ma
del lento progresso verificatisi negli ultimi quattro secoli,
la libertà è stata preservata, protetta, diffusa, e infine
compresa”: così scrive un grande storico della prima
10
metà del Novecento, Lord Acton, nella sua
Lettura
introduttiva allo studio della Storia Moderna (1941). E
Marx: “La
storia non fa nulla, non possiede immense
ricchezze, non combatte battaglie. È l’
uomo, invece,
l’
uomo vivente, reale, che fa ogni cosa, che possiede e
che combatte”. Possiamo così far nostra l’affermazione
di Edward H. Carr, per il quale “I fatti storici riguardano
i rapporti che legano gli uni agli altri gli individui viventi
in società, e le forze sociali che, dalle varie azioni indi-
viduali, sviluppano effetti spesso diversi, e non di rado
opposti, ai risultati che gli individui si proponevano di
raggiungere (
Sei lezioni sulla storia, 1961).
Ma se così è, un’antica istituzione nel cuore di un’an-
tichissima città non può non racchiudere in sé le linee
fondamentali di quei rapporti, di quelle illusioni, di quelle
delusioni e di quei sogni che animano gli individui e che
li mettono in relazione tra di loro. È il caso della nostra
istituzione, il Liceo “Laura Bassi”, appunto.
Prima di tutto, si tratta di un’istituzione che celebra i
suoi 150 anni di esistenza. Tali anni coincidono con un
segmento fondamentale per il nostro Paese, quello della
sua unità nazionale, e per la città di Bologna, quello
del suo riscatto dal dominio papale e della sua crescita
economica, sociale, civile, fino a rappresentare, negli anni
Sessanta del XX secolo, un modello di sana amministra-
zione e di forte sviluppo economico per l’intero Paese.
In secondo luogo, si tratta di un’istituzione scolastica:
un luogo d’incontro tra generazioni, di trasmissione e
di elaborazione della cultura, di crescita e sviluppo di
fermenti nuovi e di idee innovatrici. I primi anni dello
Stato unitario, la rivoluzione industriale, la prima guerra
mondiale, la morte della vecchia Europa, l’avvento del
fascismo, il secondo immane conflitto mondiale, la guerra
di liberazione, la nuova realtà costituzionale e repubbli-
cana, le trasformazioni economiche e sociali degli ultimi