Microeconomia



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La rendita economica


Alcune imprese realizzano un profitto contabile superiore alle altre perché hanno accesso a fattori produttivi la cui offerta è limitata.
In queste situazioni il profitto economico di lungo periodo è nullo perché altre imprese sono disposte a utilizzare i fattori produttivi la cui offerta è limitata. Per questa ragione il profitto contabile positivo si traduce in una rendita economica a vantaggio dei fattori scarsi.
La rendita economica è la differenza tra l’ammontare che le imprese sono
disposte a pagare per un fattore di produzione, e l’ammontare minimo necessario per acquistarlo. Nei mercati concorrenziali, nel breve come nel lungo periodo, la rendita economica è spesso positiva, anche se il profitto economico è nullo.


Il surplus del produttore nel lungo periodo


Qual è la relazione tra la rendita economica e il surplus del produttore?
Tanto per cominciare, occorre notare che la rendita economica afferisce ai fattori di produzione, mentre il surplus del produttore si riferisce al prodotto.
Nel lungo periodo, il surplus del produttore corrisponde alla rendita economica che l’impresa percepisce per i propri fattori di produzione scarsi.


La curva di offerta di mercato di lungo periodo


La forma della curva di offerta di lungo periodo dipende dalla misura in cui l’aumento o la diminuzione del prodotto complessivo influenza il prezzo dei fattori di produzione.
Nella nostra analisi dell’offerta di lungo periodo è utile distinguere fra tre tipologie di settori: a costi costanti, crescenti o decrescenti.

Il settore a costi costanti


La figura 8.16 mostra come derivare la curva di offerta di lungo periodo in un settore a costi costanti. Ipotizziamo che il settore sia inizialmente in equilibrio in corrispondenza dell’intersezione della curva di domanda di mercato D1 con quella di offerta di mercato O1: il punto di equilibrio A giace anche sulla curva di offerta di lungo periodo Olp.
Per ricavare gli altri punti della curva di offerta di lungo periodo, supponiamo che la domanda di mercato aumenti inaspettatamente. Il nuovo
punto di intersezione tra la curva di domanda e quella di offerta O1 è C, e il prezzo aumenta da P1 a P2.
La parte (a) della figura 8.16 mostra l’effetto di questo aumento di prezzo sulla tipica impresa del settore. Aumentando il prezzo, l’impresa si muove lungo la propria curva di costo marginale di breve periodo, scegliendo la quantità q2 che massimizza il profitto.
Se tutte le imprese reagiscono allo stesso modo, realizzano un profitto positivo nel breve periodo; questo, oltre a far espandere la produzione delle imprese esistenti, crea un incentivo all’ingresso di nuove imprese nel mercato.
In conseguenza, come mostra la figura 8.16(b), la curva di offerta di mercato si sposta verso destra, a O2, e questo spostamento induce un riallineamento verso il nuovo punto di equilibrio di lungo periodo, all’intersezione D2 con O2. Perché questa nuova intersezione costituisca un equilibrio di lungo periodo, la produzione deve espandersi abbastanza da riportare le imprese in condizione di profitto economico nullo, facendo scomparire l’incentivo all’ingresso nel mercato.
Dato che il prezzo dei fattori non cambia, le curve di costo delle imprese rimangono invariate e il nuovo equilibrio viene raggiunto nel punto B della figura 8.16(b), in cui il prezzo è P1, come prima che si verificasse l’aumento inatteso della domanda.
La curva di offerta di lungo periodo di un settore a costi costanti, perciò, è una retta orizzontale la cui intercetta è un prezzo uguale al costo medio di produzione minimo di lungo periodo.




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