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altro bronzo scritto in dialetto locale, noto come bronzo di Botorrita.
si tratta di una lamina di bronzo di 438 per 208 mm, totalmente
iscritta, il cui testo è inciso su una sola faccia e distribuito su venti li-
nee. È attualmente conservata nel museo archeologico provinciale di
saragozza. alla linea 20 si legge la datazione del documento: le idi di
maggio dell’anno del consolato di l. cornelio (cinna) e cn. ottavio,
cioè il 15 maggio dell’87 a.c.
la tavola presenta sei fori che servivano alla sua affissione a scopo di
pubblicità: il bronzo riporta, infatti, la sentenza ma presenta anche gli
antecedenti del litigio. giudici del conflitto sono i membri del senato
della città peregrina di contrebia Belaisca. la loro sentenza viene ap-
provata dal governatore provinciale caio valerio Flacco. parti in causa
letteratura: g. Fatás, Noticia del nuevo bronce de Contrebia, Boletín de la real academia de
la historia 176 (1979), 421-437; a. d’ors, Las fórmulas procesales del «bronce de Contrebia»,
ahde 50 (1980), 1-20; a. Balil, Un nuovo testo giuridico della penisola iberica, la tavola
enea da Botorrita (Zaragoza), epigraphica 42, 1-2 (1980), 199-202; g. Fatás,
Romanos y
Celtiberos en el siglo I antes de Cristo, caesaraugusta 53-54 (1981), 195-234; id.,
El Bronce
de Contrebia Belaisca, cuadernos de trabajos de la escuela española de historia y arqueología
en roma 15 (1981), 57- 66 (con traduzione spagnola); s. mariner, Il bronzo di Contrebia:
studio linguistico, ibidem 67-94; a. torrent,
Consideraciones jurídicas sobre en Bronce de
Contrebia, ibidem, 95-104; id.,
El arbitraje en el bronce de Contrebia, studi in onore di
cesare sanfilippo ii, milano 1982, 639-653; id., El origen de la “servitus aquaeductus” a
la luz de la Tabula Contrebiensis, studi in onore di arnaldo Biscardi 2, milano 1982, 261-
279; g. Fatás, The Tabula Contrebiensis, antiquity 57 (1983), 12-18; J.l. murga gener, El
iudicium cum addictione del bronze de Botorrita, cuaderno de historia Jerónimo zurita 43-
44 (1982), 7-94 (= http://ifc.dpz.es/recursos/publicaciones); id., La addictio del Gobernador
en los litigios provinciales, rida iii s. 30 (1983), 151-183; p. Fuenteseca,
Las novedades
juridicas del bronce de Contrebia, epigrafìa hispánica de época romano-republicana,
zaragoza 1983, 177-181; p.B.h. Birks, A new argument for a narrow view of litem suam
facere, tr 52 (1984), 373-387; U. laffi,
Le funzioni giudiziarie dei senati locali nel mondo
romano, atti della accademia nazionale dei lincei, cl. sc. mor., stor. e Filol., 44 (1991),
73-86; e. Bianchi, Fictio iuris. Ricerche sulla finzione in diritto romano dal periodo arcaico
all’epoca augustea, padova 1997, 311-319; g. Fatás cabeza,
El pleito más antiguo de España.
Tabula Contrebiensis, aquaria. agua, territorio y paisaje en aragón, saragoza 2006, 81-85;
m. giusto, Riflessioni sulla Tabula Contrebiensis, in minima epigraphica et papyrologica
9 (2006), 101-110 (con traduzione italiana); F. Beltrán lloris, Ultra eos palos. Una nueva
lectura de la línea 7 de la Tabula Contrebiensis, espacios, usos y formas de la epigrafía hispana
en épocas antigua y tardoantigua, homenaje al dr. armin U. stylow, mérisa, 2009, pp.
33-42 (=ae 2009.616). cfr. anche B. díaz ariño, Epigrafía latina republicana de Hispania,
Barcelona, 2008.
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sono gli abitanti dell’iberica salduie (Salluienses) e quelli di alavona (Al-
lavonenses). i primi avevano comprato un’area di terreno ai sosinestani
per scavarvi una canalizzazione d’acqua (rivi faciendi aquaive ducendae
caussa). ma la compravendita era stata contratta contro la volontà degli
Allavonenses. da qui la controversia fra le due (o tre)
civitates. i quesiti
posti al tribunale senatorio di contrebia sono due, la legittimità della
vendita e quella dello scavo del rivus nell’area delimitata con una pa-
lizzata dai Salluienses. se poi tale rivus fosse risultato scavato su terreni
privati, i Salluienses avrebbero dovuto risarcire i proprietari ad arbitrio
di cinque senatori scelti dai magistrati di contrebia.
anche questo documento, dunque, presuppone la presenza di co-
munità interessate allo sfruttamento delle acque di un canale artificiale,
che corre attraverso terreni pubblici e/o privati.
all’africa romana dell’età di elagabalo (218-222 d.c.) appartiene,
poi, la cd. Tabula di lamasba. la sua edizione attuale è frutto di nume-
rose scoperte successive: dapprima e. masqueray, all’inizio del 1877, ne
trovò due ampi frammenti rettangolari (corrispondenti alla parte alta,
di destra e di sinistra, della tabula) nell’area delle rovine dell’antica città
di lamasba in algeria e lo comunicò nel volume xxi della Revue Afri-
caine
8
. l’iscrizione fu poi pubblicata da Willmanns, con un breve com-
mento, in cil viii.4440 e p. 956. in seguito dessau scoprì sul luogo
una parte del preambolo che collegava i frammenti già noti. da qui la
pubblicazione nell’Ephemeris Epigraphica 7 (1892), num. 788, 251-260
e poi, nella stessa forma, in cil viii.18587 (con note di dessau e J.
schmidt a p. 1780-1782) e in ils 5793. a seguire, m. gsell ritrovò
altri due frammenti e così il testo fu riedito in Recherches archéologiques
en Algérie (paris, 1893, p. 82-85). da ultimo m.F.g. de pachtère, in
Mefra 28 del 1908, p. 373-405, pubblicò l’iscrizione per intero. il do-
cumento poi è stato approfondito in particolare da B.d. shaw in due
ampi lavori del 1982 e 1984
9
. la tabula è costituita da lastre di pietra
8
2° Rapport à M. le Général Chanzy, Gouverneur Général de l’Algérie, sur la mission
dans le Sud de la province de Constantine, in revue africaine (1877), p. 37-41. cfr. anche il
rapporto in Bulletin de correspondance africaine 3 (1884), 223.
9
B.d. s
haW
, Lamasba: an ancient irrigation community, antiquités africaines 18
(1982), 61-103; i
d
., Water and society in the ancient Maghrib: technology, property and
development, antiquités africaines 20 (1984), 121-173. cfr. ae 1982.955; ae 1983.978;