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, le comunità di irrigazione nel mondo romano
[pp. 103-119]
parallela regolamentazione degli acquedotti pubblici (obblighi di lascia-
re libere le aree adiacenti ai condotti, di consentire i lavori di purgatio,
di ripristino/restauro delle infrastrutture etc.). Un altro esempio epi-
grafico che parrebbe documentare tali obblighi è la cd. Tabula aquaria
di Amiternum presso l’aquila (cil i
2
1853; cil i
2
add. iii, p. 1049;
ils
ii.1 5792;
illrp i.487; suppl. it. n.s. 9, 50)
10
, tavola di calcare
databile alla prima metà del i sec. a.c., riguardante il percorso dell’ac-
quedotto locale, di cui vengono localizzati i serbatoi d’acqua (castella)
e indicata la misura in piedi dell’intervallo fra ciascuno di essi e, alla
fine del testo, viene precisata la misura totale dell’intero tracciato, pari
a piedi 8670, circa 2564 metri. il titolo, che illustra la finalità del docu-
mento, manca delle prime lettere: su di esso si è concentrata la discus-
sione degli studiosi. se si accetta l’integrazione ‘purgatio’ (già suggerita
da Warmington, poi accolta da Buonocore e zenodicchio), il testo si
riferirebbe appunto all’opera di pulitura del percorso dell’acquedotto e
delle sue rive da parte dei proprietari rivieraschi.
11
10
Bibliografia essenziale: n. persichetti, Regione IV (Samnium et Sabina). X. S.
Vittorino, atti della r. accademia dei lincei, cl. sc. mor., stor. e Filol. 9 (1891), p.te ii
notizie degli scavi, 95-99; F. Barnabei, Regione IV (Samnium et Sabina). Sabini. XIII. S.
Vittorino, atti della r. accademia dei lincei, cl. sc. mor., stor. e Filol. 9 (1891), p.te ii
notizie degli scavi, 321-323; e.h. Warmington, Remains of old latin. IV. Arcaic Inscriptions,
london-cambridge mass. 1940 (rist. cambridge mass., 1979), pp. 192-195 nt 62; m.
Buonocore, Fra topografia ed epigrafia. L’acquedotto di Amiternum (L’Aquila), Journal of
ancient topography 4 (1994), pp. 185-194 (= ae 1994, 557); s. segenni, in Supplementa
Italica, nuova serie, 9, roma 1992, n. 50, 101-103; s. zenodicchio, Memoria di un
antico acquedotto della città di Amiternum di età repubblicana, Bullettino della deputazione
abruzzese di storia patria 88 (1998), 21-36 (= ae 1998, 407); e. rodríguez-almeida, Breve
nota sulla lex di una furcatio aquaria, mefra 112 (2000), 231-236. s. segenni,
Frontino, gli
archivi della cura aquarum e l’acquedotto tardo repubblicano di Amiternum (cil, i
2
1853 =
illrp, 487), athenaeum 93 (2005), 603-618.
11
È stata tuttavia proposta anche l’integrazione ‘furcatio’ (già suggerita da Warmington,
poi accolta da rodríguez-almeida), e in tal caso l’epigrafe descriverebbe il percorso di un
ramo secondario dell’acquedotto: ma il termine furcatio è un hapax. altra proposta di
integrazione (segenni) è arcatio (in tal caso il testo alluderebbe o a un’opera di terminatio
dell’acquedotto) o arcuatio (in tal caso il testo descriverebbe il suo percorso sviluppato su
arcate).
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, le comunità di irrigazione nel mondo romano
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b. italia: pianta del priorato o dell’aventino, pianta di tivoli, aqua
vegetiana.
passando all’italia, vorrei citare innanzitutto due importanti fram-
menti di piante marmoree relative a distributiones aquariae a scopo di
irrigazione: esse riportano concisamente i dati della lex originaria, che
si volevano rendere noti nella propositio pubblica.
certamente di età augustea è la cd. pianta del priorato o dell’aven-
tino, che riguarda una distributio aquaria per l’irrigazione di una zona
di campagna nei pressi di roma. si tratta verosimilmente di una deriva-
zione da un acquedotto urbano realizzata attraverso un canale superfi-
ciale provvisto di ponticelli e conserve. il testo fu riprodotto da raffaele
Fabretti nel suo De aquis et aquaeductibus stampato a roma nel 1680
da un frammento marmoreo, verosimilmente di modeste dimensioni
e ora irreperibile, che a dire dell’a. si trovava nel giardino di s. maria
nell’aventino, poi priorato di malta, all’angolo del colle che domina la
via marmorata e la piazza dell’emporio. compare in cil vi.1261 e fu
poi ripubblicato in vari contesti
12
. rappresenta i due rami di un canale o
acquedotto con relativi emissari, a fianco dei quali sono indicati i nomi
dei titolari dei fondi e i turni orari dell’approvvigionamento idrico. in
alto, infatti, compare, in una breve curva, il più grande dei due canali,
da cui si dirama un emissario o bocchettone di distribuzione minore
che si dirige verso il praedium indicato in didascalia. nella parte bassa
del frammento si vede un corso d’acqua di minore portata, interrotto
più volte da ponticelli e dotato di piscine, che verso destra si divide in
due condotti minori. anche da questo dotto parte un emissario, con re-
lative didascalie dei concessionari dell’acqua a destra e a sinistra. poiché
un emissario del condotto più grande e uno del più piccolo hanno gli
stessi destinatari (C. Iulius Caesar e C. Bicoleius Rufus), i due dotti dove-
vano fare parte della stessa distributio e dello stesso acquedotto: dunque
in alto ci sarebbe il condotto principale, in basso una sua diramazione.
l’iscrizione attesta vari turni d’acqua: ad es., al centro si indica che il
fondo Aufidianus di un tale C. Iulius Hymetus riceveva acqua in due
12
cfr. e. rodríguez-almeida, Formae urbis antiquae. Le mappe marmoree di Roma tra
la repubblica e Settimio Severo, roma, 2002, 23 ss. (con bibl.).