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che riportano parte del regolamento di una comunità di irrigazione
circa i tempi di distribuzione dell’acqua ai singoli beneficiari a partire
da una fonte perenne o da un acquedotto (cd. Aqua Claudiana). la
regione, infatti, è caratterizzata da precipitazioni irregolari concentrate
da ottobre ad aprile: esse, tuttavia, potevano tardare anche fino al mese
di gennaio compromettendo i raccolti, che erano verosimilmente di ce-
reali, grano, orzo e miglio, cioè vegetali con ciclo produttivo invernale,
e di ulivi. per questo i coltivatori di lamasba si dotarono di un sistema
di irrigazione ad hoc che cominciava il 25 settembre per finire forse alla
fine di marzo. come risulta dal preambolo, il regolamento è stato re-
datto da una commissione arbitrale (di cui fa parte un certo valentino)
ex decreto dell’
ordo decurionum e dei coloni di lamasba, per risolvere
conflitti sorti all’interno della comunità agricola. tali regolamenti, non
certo infrequenti soprattutto nelle zone aride, non erano di solito scrit-
ti. Qui probabilmente il regolamento è stato scritto a documentazione
della soluzione della controversia sorta fra i beneficiari dell’acqua.
i fondi irrigati erano disposti su scalae, cioè piani di coltura o ter-
razzi; ad essi l’acqua arrivava verosimilmente attraverso canalette a loro
ae 1996.1801. altra lett.: J. b
irebent
, Aquae Romanae. Recherches d’hydraulique romaine
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d’e
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euret
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oxford University, 1997; m. debidour, Le problème de l’eau dans une cité de Numidie:
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180; p. zanovello, Acqua per l’agricoltura. Fonti iconografiche dall’Africa romana, l’africa
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p. 379 s.; c. Briand-ponsart, Les dames et la terre dans l’Afrique romaine, histoire et sociétés
rurales 19 (2003), pp. 82-83 (sulle donne menzionate nell’epigrafe); a.d. Bianco, Aqua
ducta, aqua distributa. La gestione delle risorse idriche in età romana, torino, 2007, pp.
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L’organizzazione dello spazio rurale nelle province del Nord Africa, l’africa romana 12.1,
atti del xii convegno di studio, olbia, 12-15 dicembre 1996, sassari, 1998, p. 51-84 e
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volta alimentate da un collettore orizzontale, la cd. matrix, che correva
lungo ciascun terrazzamento, alimentato forse da un bacino o cisterna
collegati alla fonte perenne, la cd. Aqua Claudiana già richiamata. il
testo conservato, che si presenta diviso in colonne, riporta l’elenco di
questi concessionari e, per ciascuno di essi, il nome, la superficie da irri-
gare espressa in K, unità di misura dal significato controverso, la durata
e la data dell’irrigazione. ciascun proprietario, a seconda del numero di
K di cui era titolare, otteneva l’acqua per un certo lasso di tempo espres-
so in ore e mezz’ore. ad esempio, il primo nome della prima colonna
della prima scala è di un certo Mattius Fortis che, per 308 K, riceve
acqua dalla i ora del 25 settembre alla v ora e mezza dello stesso giorno
per quattro ore e mezza: Mattius Fortis K 308 ex h(ora) (prima) d(iei)
(septimi) kal(endas) octobr(es) in h(oram) (quintam dimidiam) d(iei) eiu-
sdem p(ro) p(arte) s(ua) h(orae) (quattuor et) s(emis).
l’irrigazione era effettuata secondo due regimi differenti, chiamati
aqua descendens e
ascendens, che si susseguivano utilizzando gli stessi
canali. il primo regime comportava un flusso d’acqua maggiore del se-
condo: di questo si teneva conto nella distribuzione prevedendo una
maggiore durata per l’irrigazione dei fondi alimentati ad aqua ascendens
che per quelli alimentati ad aqua descendens. sul significato di questa
distinzione sono state fatte varie ipotesi: interessante quella di c. meu-
ret (ant. afr. 32, 1996, pp. 87-112) per cui il regime di aqua ascendens
sarebbe quello di svuotamento del bacino per l’irrigazione; il regime
di aqua descendens quello in cui l’acqua del bacino, arrivata a un certo
livello, ne fuoriusciva ed esso quindi doveva riempirsi di nuovo.
ciò che interessa rilevare è che, anche qui, una comunità si organizza
su base oraria per la distribuzione dell’acqua ai suoi membri a scopo di
irrigazione e trova in sé stessa i mezzi per risolvere le controversie nate
in seno a tale organizzazione. la regolamentazione interna, tuttavia,
viene messa per iscritto soltanto se occorre risolvere controversie nate
fra i concessionari. così è accaduto a lamasba, nella Lex rivi Hiberiensis
e a contrebia.
tale regolamentazione orale doveva contenere anche norme di uti-
lizzo e sfruttamento delle rive: ciò non risulta direttamente dalla Tabula
di lamasba, ma risulta, come già visto, dalla Lex rivi Hiberiensis e dalla