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aGanzani
, le comunità di irrigazione nel mondo romano
[pp. 103-119]
zione o demolizione sulla rete, intrapresa, secondo il nuncians, senza
concessione della pubblica autorità, poteva essere denunciata e subito
bloccata, salvo che l’autore non si obbligasse davanti al pretore a risar-
cire qualunque danno l’attività stessa dovesse eventualmente provocare
(d.39.1.8.2-3).
nemmeno per la pulitura e il restauro dei condotti era esclusa l’ini-
ziativa dei singoli: al contrario qualunque intervento in tal senso era
ben accetto, al punto che, secondo Ulpiano, non era in tal caso opponi-
bile nemmeno l’operis novi nunciatio iuris publici tuendi gratia di cui si
appena parlato (d. 43.21.3.8). inoltre tali lavori di purgatio e refectio di
rivi, specus, septa o dello stesso fons erano tutelati in via interdittale, nel
senso che il pretore proibiva a chiunque di usare la violenza per impedi-
re al privato interessato allo scorrimento dell’acqua in un rivus pubblico
o privato, di liberare con il proprio intervento i condotti ostruiti (d.
43.21.1 ss.; d. 43.21.3.4; d. 43.22.1 ss.).
la documentazione riportata attesta che le comunità di irrigazione
erano a roma una realtà frequente, e non solo nelle zone aride dell’im-
pero. esse presupponevano la fissazione di una regolamentazione inter-
na sia per stabilire le modalità di ripartizione delle acque (per quantità e
tempo) fra i rivales e prevenire le controversie, sia per definire gli obbli-
ghi di manutenzione e pulitura dei rivi gravanti su ciascuno di essi.
lauretta maganzani
3.5
Tabula aquaria di
Amiternum
tavola di calcare proveniente dal territorio dell’antica Amiternum presso
l’aquila, databile alla prima metà del i sec. a.c., riguardante il percorso
dell’acquedotto locale, di cui vengono localizzati i serbatoi d’acqua (castel-
la) e indicata la misura in piedi dell’intervallo fra ciascuno di essi. alla fine
del testo viene precisata la misura totale dell’intero tracciato, pari a piedi
8670, circa 2564 metri. la tavola è spezzata lungo il lato sinistro e frattu-
rata nell’angolo inferiore destro, ma lo spigolo è stato ricostruito in seguito
al ritrovamento di altri tre frammenti. È circondata da una cornice, in vari
punti sbrecciata. misura 61,5 cm di altezza, 49 cm di larghezza, 20 cm di
spessore. ad una prima linea con titolatura a grandi lettere (6,5 cm), seguo-
no 15 linee di testo a lettere più piccole (max 3 cm). la stele fu scoperta nel
1888 nel comune di san vittorino in località torroncino, in una proprietà
dell’arcipretura di s. paolo di Barete. Fu pubblicata nel 1891: cfr.
cil i
2
1853; cil i
2
add. iii, p. 1049; ils
ii.1 5792; illrp i.487; suppl. it.
n.s. 9, 50.
È ora conservata a l’aquila, nel museo nazionale d’abruzzo.
il titolo, che illustra la finalità del documento, manca delle prime lettere: su
di esso si è concentrata la discussione degli studiosi. se si accetta l’integrazione
‘purgatio’ (già suggerita da Warmington, poi accolta da Buonocore e zeno-
dicchio), il testo si riferirebbe all’opera di pulitura dello specus realizzata dai
castellarii, addetti alla manutenzione e pulizia dell’acquedotto: ma ciò richie-
de la correzione del c (chiaramente visibile) in g. se si accetta l’integrazione
‘furcatio’ (già suggerita da Warmington, poi accolta da rodríguez-almeida),
l’epigrafe descriverebbe il percorso di un ramo secondario dell’acquedotto:
ma il termine furcatio è un hapax. se si accetta l’integrazione arcatio, il testo
alluderebbe o a un’opera di terminatio dell’acquedotto (ipotesi già suggerita,
ma dubitativamente, da Warmington e dessau) o, se si accetta arcuatio, alla
descrizione del suo percorso sviluppato su arcate (così segenni).
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, Tabula aquaria di Amiternum
[pp. 121-124]
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, Tabula aquaria di Amiternum
[pp. 121-124]
[---]rcatio
[a---ad] castellum p(edes) cx; af
[--- ad castel]lum Ferebra et castellum
p(edes)---] mmcccxx; ab castello ad co
[---]um ad vinias anchariorum ped(es)
[---; af vin]ieis ancharum ad castellum qui
[est contra vin]ias pacianas p(edes) cccxx; af vinieis
[pacianeis] ad castellum qui est contra
[villam p(edes)] dccccl; af villa paciana ad castel(lum)
[qui est s]ub segete paciana p(edes) cclxxxv; af
[castell]o qui est sub segete ad castel(lum) ad
[compitu]m traecis p(edes) mccxc; a[f ] angulo
[…] ad cast(ellum) qui est ad compitum trae-
[cis p(edes) ---]; a[f ] angul(o) traec(is) ad cast(ellum) qui est sub
[segete] gavidi
cccxlv; ab segete gavidi ad ca-
[stellu]m ped(es) dcccxxx. s(umma) pe(des) ((octo milia)) dclxx.
traduzione italiana
pulitura (oppure Biforcazione, oppure delimitazione, oppure per-
corso su archi, a seconda delle proposte di integrazione: cfr. oltre, com-
mento)
… al castello 110 piedi (= 32,5 m.); al castello
Ferebra e il castello …
piedi 2320; dal castello … alle vigne degli Ancharii piedi … al castello
che è di fronte alle vigne dei Pacii piedi 320; dalle vigne dei Pacii al
castello che è di fronte alla fattoria piedi 950; dalla fattoria dei Pacii al
castello che è al di sotto del campo coltivato dei Pacii piedi 285; dal ca-
stello che è al di sotto del campo coltivato al castello presso il compitum
Traecis piedi 1290; dall’angolo … al castello che è presso il
compitum
Traecis piedi … dall’
angulus Traecis al castello che è al di sotto del cam-
po coltivato di gavidio piedi 345; dal campo coltivato di gavidio al
castello piedi 830. totale piedi 8670.