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, sulla presenza di decreta decurionum
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verso l’imperatore; 35 riferibili ad un arco temporale di un cinquanten-
nio all’interno di un dato secolo), il che permette una suddivisione dia-
cronica significativa della documentazione in nostro possesso: la metà
è datata al ii sec. d.c., mentre al i sec. d.c. è da attribuire il 21,5% e
poco meno del 20% al iii secolo. solo quattro decreta risalgono all’età
repubblicana o tardo-repubblicana (Venusia, CIL ix 439, 440; Brundi-
sium, AE 1959, 272; Centùripae, AE 1966, 1665). al iv secolo appar-
tiene appena il 10,2% del totale e il più tardo tra i decreta tramandatici
risale al 395 d.c. (Genusia, CIL ix 259).
la distribuzione cronologica, pur tenendo conto della grande casua-
lità con la quale la documentazione epigrafica ci è pervenuta, permette
una serie di considerazioni sull’attività deliberativa dell’ordo; in particola-
re le modifiche formali e sostanziali dei decreti nel tempo, e dello stesso
lessico, possono testimoniare, al di là della descrizione minuziosa delle
competenze dell’ordo, nota dalle leges municipales, specialmente ora dalla
lex Irnitana, eventuali mutamenti nella prassi degli interventi del consi-
glio decurionale.
se si esamina il ricorrere delle occasioni d’intervento e dei contenuti dei
decreta nei secoli, si ricava che nel i e nel ii secolo d. c. gli argomenti pro-
posti all’ordo riguardano, per la maggior parte dei casi, richieste in materia
di onoranze funebri, conferimenti di onori municipali, nomine di sacerdoti
pubblici, elevazione di statue in luoghi pubblici, concessioni di diritti di
superficie o di usufrutto su suoli pubblici. naturalmente questa documen-
tazione è fortemente condizionata dalla volontà del privato, beneficiario
della concessione, di riportare, anche solo in parte, nell’epigrafe celebrativa
il relativo decretum decurionum; pertanto non rispecchia affatto la reale fre-
quenza di questi casi nell’attività quotidiana delle deliberazioni dell’ordo
10
.
Una discontinuità si nota già a partire dal iii sec., e soprattutto nel
iv secolo, epoca per la quale ci sono noti soltanto
decreta che riguarda-
no la concessione del patronato cittadino; ciò sembrerebbe essere una
10
sul punto si veda in part. g. c
amodeca
, L’attività dell’ordo decurionum nelle città
della Campania dalla documentazione epigrafica, in cahiers du centre gustave glotz, 14,
2003, 173-186. come esempio citiamo il decretum di Gabii, in cui si chiede all’ordo il
permesso di poter costruire ed ornare con statue una aedes in memoria di Domitia Longina,
figlia di domizio corbulone e moglie di domiziano, che in questo interessante testo datato
al 140 è definita ancora con l’appellativo di Augusta (CIL xiv 2795).
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, sulla presenza di decreta decurionum
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diretta conseguenza dei profondi cambiamenti nell’amministrazione
cittadina nel tardo impero
11
.
in sintesi gli argomenti, sui quali è chiamato a deliberare l’
ordo e che
appaiono più frequentemente menzionati nei decreta finora posseduti, si
possono riunire in alcuni temi generali: elevazione di statue onorarie sia
esse pedestri, equestri o bighe (23 casi); 28 cosiddetti decreti consolato-
rii (de honoranda memoria, de honoranda morte), deliberati dalla città o,
come più spesso accadeva, su richiesta dei familiari del defunto per ono-
rare con giochi, banchetti o elargizione di sportulae la memoria di un per-
sonaggio di prestigio, a volte non soltanto locale
12
; in 14 casi richieste di
conferimento di onori civici (
adlectio in ordinem,
ornamenta decurionalia,
bisellium, corona pubblica) o nomine di sacerdoti di culti pubblici
13
; 24
i conferimenti, talvolta fatti per acclamazione, del patronato municipale;
8 riguardano concessioni di suoli pubblici, con la previsione o meno del
pagamento di un solarium, per costruirvi edifici con diritto di superficie
oppure terreni agricoli per coltivazione o pascolo. pochissimi (appena 3)
sono i frustoli così scarni da non poter definire l’argomento del decreto.
prima di passare all’esposizione di alcune delle formule che sintetizza-
no le procedure seguite dall’ordo decurionum nel tenere le sue adunanze
e, successivamente, nel redigere il verbale del decreto, secondo quanto si
apprende dalle stesse iscrizioni in esame, è opportuno sottolineare che le
epigrafi pervenuteci non rappresentano mai, direttamente, l’attività svolta
dall’ordo nell’emanazione di un decretum, né riproducono la redazione uffi-
ciale ed integrale del decreto decurionale approvato, come era poi trascritto
sulle tabulae publicae e riportato nel commentarium cottidianum municipii,
menzionato ad esempio nel decreto già citato di Caere. a mio avviso, la
11
W. L
anGhammer
, Die rechtliche und soziale Stellung der magistratus municipales und der De-
curiones in der Übergangsphase der Städte von sich selbstverwaltenden Gemeinden zu Vollzugsorganen
des spätantiken Zwangsstaates (2-4 Jh. römischen Kaiserzeit), Wiesbaden 1973, 188 ss. F. a
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Die Stadt in der Spatantike - Niedergang oder Wandel?. akten des internatio-
nalen Kolloquiums in munchen am 30. und 31. mai 2003, stuttgart 2006, 285-318.
12
ad esempio i due lunghi e complessi decreti dei primi decenni del i sec. d.c. da pisa
relativi alle onoranze stabilite dalla città per la morte dei principi gaio e lucio cesare (
CIL
xi 1420, 1421).
13
Cumae CIL x 3698.