Rivoluzione: Russia, 1914-1917



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Guerra, impero, rivoluzione: Russia, 1914-1917
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tità nazionale, e individua nella Prima guerra mondiale un momento decisivo 
di accelerazione dei processi di nazionalizzazione e di costruzione dell’identità 
nazionale in Russia
53

S.J. Seregny, a partire da ricerche svolte sulle iniziative di adult education 
promosse dagli zemstva nel periodo inaugurato dalla rivoluzione del 1905, ri-
leva che nella rappresentazione consolidata, secondo la quale in Russia, a dif-
ferenza che in altri paesi europei, allo scoppio della guerra era ancora scarso 
lo sviluppo dei fattori di integrazione nazionale della società rurale identificati 
da Eugen Weber per la Francia nel periodo 1870-1914, «vi è molto di vero ma 
anche molto di parziale e di fuorviante»: si sopravvaluta infatti – scrive – l’iso-
lamento contadino, soprattutto nei periodi di crisi come guerre e rivoluzioni, 
si sottovaluta l’entità dei progressi compiuti nel periodo inaugurato dal 1905 
proprio nel senso di una maggiore integrazione delle campagne nella comunità 
nazionale
54
. Dalle testimonianze di coloro che lavorano in campo educativo 
presso gli zemstva Seregny deduce che nei villaggi contadini l’interesse per la 
guerra in corso è intenso: all’indomani dello scoppio del conflitto si manifesta 
infatti una inedita fame di notizie, di giornali, di mappe geografiche sulle quali 
seguire gli eventi bellici. 
Anche la circostanza inconfutabile del graduale sgretolarsi del consenso ini-
ziale, che sicuramente introduce un elemento di distinzione tra l’esperienza russa 
e quella dei paesi europei nei quali la «seconda accettazione» della guerra fu più 
durevole e consistente
55
, è oggetto di controversie interpretative, tra chi evidenzia 
il ruolo delle dinamiche centrifughe innescate dalla mobilitazione totale, dall’ac-
celerazione dei processi di nazionalizzazione, dal protrarsi e dall’aggraversi delle 
difficoltà della guerra, e chi si sofferma soprattutto sull’incidenza dei fattori di 
lungo periodo che minavano la coesione interna dell’impero: forte permanenza 
della società cetuale e ritardo nella costruzione di una moderna comunità poli-
tica; profondità delle fratture sociali; assenza di una reciproca legittimazione tra 
istituzioni dello Stato; separatezza dei contadini; insoddisfazione e/o estrania-
mento delle nazionalità non russe. In ogni caso, non può essere del tutto igno-
rato il fattore politico contingente, vale a dire l’impatto negativo esercitato sulla 
53
  J. Sanborn, The Mobilization of 1914, cit., pp. 267-289.
54
  S.J. Seregny, Zemstvos, Peasants and Citizenship: The Russian Adult Education Movement and 
World War I, in «Slavic Review», LIX, 2, 2000, pp. 290-315.
55
  S. Audoin-Rouzeau - A. Becker, La violenza, la crociata, il lutto, cit., pp. 87-88.


Capitolo I.  La Russia nella Prima guerra mondiale
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mobilitazione patriottica dalle scelte politiche adottate dallo zar e dal governo nei 
mesi cruciali della primavera-estate 1915
56

Un dato che aiuta a comprendere l’impatto avuto dalla guerra sul peculiare 
contesto russo sopra descritto è il manifestarsi, sulla stampa e nel dibattito pub-
blico, dello stupore, del sollievo, dell’orgoglio di scoprire un afflato patriottico 
del quale erano in molti a dubitare, non solo tra i nemici, che avevano compren-
sibilmente riposto nella scarsa coesione dell’impero molte speranze, ma anche 
tra le élite politiche e intellettuali russe, presso le quali era ancora vivo il ricordo 
del disfattismo che aveva accompagnato la disastrosa guerra russo-giapponese. Il 
cadetto Gredeskul considera come una delle novità più positive introdotte dalla 
guerra l’aver messo in evidenza che è per la nacional’nost’ che si va a combattere, 
che si vive e si muore collettivamente. La nacional’nost’, afferma, non è il pro-
dotto del nazionalismo, come qualcuno sostiene, ma è fattore identitario ben più 
profondo e solido dell’appartenenza di classe, fino alla vigilia dello scoppio della 
guerra troppo sopravvalutata
57
. Il filosofo S. Frank contrappone all’inadeguatezza 
delle attitudini di pensiero della società colta sul tema della guerra – considerata 
come qualcosa di «anormale, innaturale, inconcepibile» – l’inaspettata e salutare 
manifestazione del sentimento nazionale verificatasi allo scoppio del conflitto: 
per nostra fortuna, questa impreparazione della nostra visione intellettuale del mondo 
nei confronti della guerra (…) è stata posta in secondo piano e privata di rilevanza 
concreta da un altro principio della nostra vita spirituale, che si è manifestato im-
provvisamente e con forza spontanea: un sano istinto di consapevolezza nazionale, un 
immediato e unanime slancio della volontà nazionale
58
.
56
  Una critica netta di tali scelte, proprio dal punto di vista della dissipazione del patrimonio 
di coesione patriottica accumulato nelle prime fasi della guerra, è sviluppata da A. Izgoev su 
«Russkaja mysl’»: quando è scoppiata la guerra vi è stato «uno slancio di enorme tensione e sin-
cerità insolito nella storia russa (…) So bene che questi slanci non possono essere prolungati (…) 
eppure quali enormi risultati avrebbero potuto essere conseguiti utilizzando questo slancio lu-
minoso, unendo il paese, ponendosi a capo di esso!». Invece, constata amaramente Izgoev, «sono 
cominciati mesi terribili», nei quali il governo ha rifiutato ogni effettiva collaborazione con gli 
esponenti della società civile e nel contempo ha dato via libera a iniziative demagogiche e foriere 
di tensioni e spaccature come la persecuzione dei sudditi dell’impero con cognome tedesco, in 
A. Izgoev, Na perevale. Prosvety, in «Russkaja mysl’», 11, 1915, pp. 135-150.
57
  N. Gredeskul, Nacional’nost’ pered sudom religii, in «Birževye vedomosti», 1 novembre 1914.
58
  S. Frank, O poiskach smysla vojny, in «Russkaja mysl’», 12, 1914, pp. 125-126.


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