Guerra, impero, rivoluzione: Russia, 1914-1917
28
tità
nazionale, e individua nella Prima guerra mondiale un momento decisivo
di accelerazione dei processi di nazionalizzazione e di costruzione dell’identità
nazionale in Russia
53
.
S.J. Seregny, a partire da ricerche svolte sulle iniziative di
adult education
promosse dagli
zemstva nel periodo inaugurato dalla rivoluzione del 1905, ri-
leva che nella rappresentazione consolidata, secondo la quale in Russia, a dif-
ferenza che in altri paesi europei, allo scoppio della guerra era ancora scarso
lo sviluppo dei fattori di integrazione nazionale della società
rurale identificati
da Eugen Weber per la Francia nel periodo 1870-1914, «vi è molto di vero ma
anche molto di parziale e di fuorviante»: si sopravvaluta infatti – scrive – l’iso-
lamento contadino, soprattutto nei periodi di crisi come guerre e rivoluzioni,
si sottovaluta l’entità dei progressi compiuti nel periodo inaugurato dal 1905
proprio nel senso di una maggiore integrazione delle campagne nella comunità
nazionale
54
. Dalle testimonianze di coloro che lavorano in campo educativo
presso gli
zemstva Seregny deduce che nei villaggi contadini l’interesse per la
guerra in corso è intenso: all’indomani dello scoppio del conflitto si manifesta
infatti una inedita fame di notizie, di giornali, di mappe
geografiche sulle quali
seguire gli eventi bellici.
Anche la circostanza inconfutabile del graduale sgretolarsi del consenso ini-
ziale, che sicuramente introduce un elemento di distinzione tra l’esperienza russa
e quella dei paesi europei nei quali la «seconda accettazione» della guerra fu più
durevole e consistente
55
, è oggetto di controversie interpretative, tra chi evidenzia
il ruolo delle dinamiche centrifughe innescate dalla mobilitazione totale, dall’ac-
celerazione dei processi di nazionalizzazione, dal protrarsi e dall’aggraversi delle
difficoltà della guerra, e chi si sofferma soprattutto sull’incidenza dei fattori di
lungo periodo che minavano la coesione interna dell’impero: forte permanenza
della società cetuale e ritardo nella costruzione di una moderna comunità poli-
tica; profondità
delle fratture sociali; assenza di una reciproca legittimazione tra
istituzioni dello Stato; separatezza dei contadini; insoddisfazione e/o estrania-
mento delle nazionalità non russe. In ogni caso, non può essere del tutto igno-
rato il fattore politico contingente, vale a dire l’impatto negativo esercitato sulla
53
J. Sanborn,
The Mobilization of 1914, cit., pp. 267-289.
54
S.J. Seregny,
Zemstvos, Peasants and Citizenship: The Russian Adult Education Movement and
World War I, in «Slavic Review», LIX, 2, 2000, pp. 290-315.
55
S. Audoin-Rouzeau - A. Becker,
La violenza, la crociata, il lutto, cit., pp. 87-88.
Capitolo I. La Russia nella Prima guerra mondiale
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mobilitazione patriottica dalle scelte politiche adottate dallo zar e dal governo nei
mesi cruciali della primavera-estate 1915
56
.
Un dato che aiuta a comprendere l’impatto avuto dalla guerra sul peculiare
contesto russo sopra descritto è il manifestarsi, sulla
stampa e nel dibattito pub-
blico, dello stupore, del sollievo, dell’orgoglio di scoprire un afflato patriottico
del quale erano in molti a dubitare, non solo tra i nemici, che avevano compren-
sibilmente riposto nella scarsa coesione dell’impero molte speranze,
ma anche
tra le élite
politiche e intellettuali russe, presso le quali era ancora vivo il ricordo
del disfattismo che aveva accompagnato la disastrosa guerra russo-giapponese. Il
cadetto Gredeskul considera come una delle novità più positive introdotte dalla
guerra l’aver messo in evidenza che è per la
nacional’nost’ che si va a combattere,
che si vive e si muore collettivamente. La
nacional’nost’, afferma, non è il pro-
dotto del nazionalismo, come qualcuno sostiene, ma è fattore identitario ben più
profondo e solido dell’appartenenza di classe, fino alla vigilia dello scoppio della
guerra troppo sopravvalutata
57
. Il filosofo S. Frank contrappone all’inadeguatezza
delle attitudini di pensiero della società colta sul tema della guerra –
considerata
come qualcosa di «anormale, innaturale, inconcepibile» – l’inaspettata e salutare
manifestazione del sentimento nazionale verificatasi allo scoppio del conflitto:
per nostra fortuna, questa impreparazione della nostra visione intellettuale del mondo
nei confronti della guerra (…) è stata posta in secondo piano e privata di rilevanza
concreta da un altro principio della nostra vita spirituale, che si è manifestato im-
provvisamente e con forza spontanea: un sano istinto
di consapevolezza nazionale, un
immediato e unanime slancio della volontà nazionale
58
.
56
Una critica netta di tali scelte, proprio dal punto di vista della dissipazione del patrimonio
di coesione patriottica accumulato nelle prime fasi della guerra, è sviluppata da A. Izgoev su
«Russkaja mysl’»: quando è scoppiata la guerra vi è stato «uno slancio di enorme tensione e sin-
cerità insolito nella storia russa (…) So bene che questi slanci non possono essere prolungati (…)
eppure quali enormi risultati avrebbero potuto essere conseguiti utilizzando questo slancio lu-
minoso,
unendo il paese, ponendosi a capo di esso!». Invece, constata amaramente Izgoev, «sono
cominciati mesi terribili», nei quali il governo ha rifiutato ogni effettiva collaborazione con gli
esponenti della società civile e nel contempo ha dato via libera a iniziative demagogiche e foriere
di tensioni e spaccature come la persecuzione dei sudditi dell’impero con cognome tedesco, in
A. Izgoev,
Na perevale. Prosvety, in «Russkaja mysl’», 11, 1915, pp. 135-150.
57
N. Gredeskul,
Nacional’nost’ pered sudom religii, in «Birževye vedomosti», 1 novembre 1914.
58
S. Frank
, O poiskach smysla vojny, in «Russkaja mysl’», 12, 1914, pp. 125-126.