Rivoluzione: Russia, 1914-1917



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Guerra, impero, rivoluzione: Russia, 1914-1917
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riguardo all’affinità tra islamismo e protestantesimo; entrambi rappresenterebbe-
ro un «ritorno all’indietro, una reazione», entrambi sarebbero caratterizzati dal 
«monismo» e dal «determinismo»: «nell’alleanza della Turchia con la Germania 
due islam, protestante e musulmano, si sono uniti proprio in questo dogma: la 
guerra santa, la guerra come religione»
146
. Al protestantesimo ci si richiama spes-
so per spiegare la degenerazione della cultura tedesca
147
: in una relazione letta 
alla Società religioso-filosofica di Pietrogrado G. Vasilevskij delinea il baratro 
apertosi nel cuore dell’Europa tra la Germania e gli altri paesi europei in conse-
guenza del completo disprezzo manifestato dai tedeschi per gli altri, e, rilevando 
che la cultura tedesca «è portatrice del principio di negazione della realtà», fa 
risalire a Lutero, negatore della Chiesa, l’affermarsi di tale principio, dal quale 
discenderebbero l’egoismo, l’ottuso nazionalismo e dunque il militarismo
148
. Il 
protestantesimo è evocato, con diverse coloriture e accentuazioni, anche da D. 
Kojgen
149
 e N. Sapir
150
, da V. Rozanov
151
 e S. Bulgakov, da V. Ern e S. Frank e 
dallo stesso N. Berdjaev
152
.
I.4. Guerra e cultura, civiltà o barbarie
Proprio il venire in primo piano del tema delle atrocità favorisce l’adozione 
della contrapposizione civiltà/barbarie nel campo progressista di matrice occi-
dentalista: esse infatti consentono di addurre una giustificazione umanitaria alla 
guerra patriottica, di rendere dunque europea e universale la causa nazionale e 
imperiale russa, e inoltre di enfatizzare l’identità di obiettivi tra Europa e Russia, 
rimarcando la corrispondenza tra le atrocità commesse sul fronte occidentale e 
146
  D. Merežkovskij, Islam musul’manskij i islam protestantskij, in P. Kudrjavšov, Idejnye gori-
zonty, cit., pp. 108-110.
147
  Cfr. B. Hellman, Kogda vremja slavjanofil’stvovalo. Russkie filosofy i Pervaja mirovaja vojna
in Studia Russica Helsingiensia et Tartuensia, a cura di L. Byckling and P. Pesonen, Helsinki, 
1989, pp. 217-218.
148
  G. Vasilevskij, Mertvjaščij princip kul’tury, in P. Kudrjavšov, Idejnye gorizonty, cit., pp. 86-
94.
149
  D. Kojgen, Tragedija germanizma, in «Severnye zapiski», 10-11, 1914.
150
  N. Sapir, Nacional’nye tipy kul’tury. II, in «Severnye zapiski», 3, 1915, pp. 127-141.
151
  V. Rozanov, Vojna 1914 goda i russkoe vozroždenie, cit.
152
  N. Berdjaev, Sovremennaja Germanija, in «Utro Rossii», 255, 1914, riprodotto in N. Berdja-
ev, Futurizm na vojne, cit., pp. 22-32.


Capitolo I.  La Russia nella Prima guerra mondiale
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sul fronte orientale, l’affinità tra le piccole nazioni vittime della guerra di annien-
tamento tedesca, Belgio e Serbia, ponendo in primo piano non solo il disprezzo 
e la brutalità tedesca verso gli slavi, ma anche il loro atteggiamento distruttivo 
verso popoli e cultura dei paesi occidentali.
Luogo privilegiato del confronto intellettuale attorno a questi temi era il Co-
mitato di conferenze «Guerra e cultura», costituito nell’ottobre 1914 e presiedu-
to da E. Trubeckoj
153
, che organizzava conferenze e lezioni, poi pubblicate in 
brochure. Artefice di questa iniziativa e principale protagonista del dibattito era 
il gruppo di pensatori raccoltosi attorno alla casa editrice Put’, sorta nel 1910 
nell’ambiente della Società filosofico-religiosa intitolata a V. Solov’ev. Idealismo 
filosofico, centralità dell’esperienza religiosa, orientamento politico liberal-na-
zionale, erano i caratteri che accomunavano queste personalità di spicco della 
cultura russa. Dopo lo scoppio della guerra si avverte la necessità di dare vita 
a iniziative culturali ed editoriali più incisive e divulgative, capaci di avere un 
impatto immediato sull’opinione pubblica, di rispondere tanto all’esigenza degli 
intellettuali di intervenire su temi di immediata utilità sociale e politica, quanto 
alla domanda dei lettori, tutta concentrata sui temi connessi al conflitto e rapida-
mente riorientatasi sulla stampa quotidiana, periodica e pamphlettistica a spese 
della saggistica
154

Il ciclo di conferenze «Guerra e cultura» fu inaugurato il 26 ottobre 1914 dalla 
lezione di I. Il’in intitolata Il significato spirituale della guerra
155
Il 6 ottobre 1914 
si era svolta, nell’auditorium grande del museo politecnico di Mosca, una seduta 
aperta della Società filosofico-religiosa interamente dedicata alla guerra. Relatori 
erano E. Trubeckoj, S. Bulgakov, V. Ivanov, G. Račinskij, V. Ern, che in quell’oc-
casione lesse la famosa lezione Da Kant a Krupp, le cui posizioni aspramente antite-
desche avevano già alla vigilia della seduta suscitato perplessità e preoccupazioni in 
alcuni esponenti del gruppo di Put’ come Trubeckoj e Račinskij
156

153
 I relatori previsti erano, oltre allo stesso E. Trubeckoj: S. Bulgakov, S. Kotljarevskij, N. 
Berdjaev, V. Ivanov, P. Novgorodcev, P. Struve, V. Ern, S. Frank, G. Račinskij, D. Egorov, S. 
Durylin, A. Lednickij.
154
 Cfr. l’esauriente ricostruzione contenuta in E. Gollerbach, K nezrimomu gradu. Religioz-
no-filosofskaja gruppa «Put’» (1910-1919) v poiskach novoj russkoj identičnosti, Sankt-Peterburg, 
Aleteija, 2000.
155
  I. Il’in, Duchovnyj smysl vojny, Moskva, T-Va I.D. Sytina, 1915.
156
  G. Račinskij cercò quasi in lacrime di convincere Ern a non tenere la lezione; E. Trubeckoj, 
durante la lettura, sprofondò in una profonda malinconia, in E. Gollerbach, K nezrimomu gra-
du, cit., pp. 252-253.


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