Dicembre 2016 e ditoriale



Yüklə 1,16 Mb.
Pdf görüntüsü
səhifə36/59
tarix21.07.2018
ölçüsü1,16 Mb.
#57592
1   ...   32   33   34   35   36   37   38   39   ...   59

63

E

SAMI DI

S

TATO

2016

Nuova Secondaria - n. 4 2016 - Anno XXXIV - ISSN 1828-4582

ferma, sulla scia di precedenti decisioni

6

, che «la coope-



razione europea nei settori dell’istruzione e della forma-

zione per il periodo fino al 2020 dovrebbe essere istituita

nel contesto di un quadro strategico che abbracci i sistemi

di istruzione e formazione nel loro complesso, in una

prospettiva di apprendimento permanente», compren-

dente dunque «l’apprendimento in tutti i contesti, siano

essi formali, non formali o informali, e a tutti i livelli»

7

.



Questa cooperazione a livello comunitario, frutto di un

percorso lento e non sempre lineare

8

, trova oggi nell’ar-



monizzazione dei sistemi educativi europei una traietto-

ria strategica condivisa: se in passato il compito dei si-

stemi d’istruzione è stato quello di formare prima il

suddito e poi il cittadino membro di uno stato nazionale,

oggi di fronte alla “crisi dello stato nazionale”

9

l’orizzonte



appare quantomeno quello europeo e globale. Questo al-

largamento dell’orizzonte oltre i confini nazionali appare

dunque come una prima finalità, sempre più necessaria.

La crisi “di senso” del vivere dei giovani

La sola prospettiva della formazione di un “cittadino eu-

ropeo” sembra però rivelarsi insufficiente poiché, come

già rilevava Rousseau, l’uomo naturale (o persona) ha un

valore assoluto in sé, mentre l’uomo “civile” (o individuo,

6. Si vedano al riguardo le Conclusioni del Consiglio Europeo di Lisbona del 23-

24 marzo 2000 e le Conclusioni del Consiglio Europeo di Santa Maria da Feira

del 19-20 giugno 2000.

7. Conclusioni del Consiglio dell’Unione Europea del 12 maggio 2009 su un qua-

dro strategico per la cooperazione europea nel settore dell’istruzione e della for-

mazione («ET 2020») (2009/C 119/02).

8. Si veda al riguardo L. Pépin, The history of EU cooperation in the field of ed-

ucation and training: how lifelong learning became a strategic objective, in «Eu-

ropean Journal of Education», Vol. 42, No. 1, 2007, pp. 121-132, così come an-

che il documento della Commissione Europea, Cooperation in education in the

EU (1976–1994), Eurydice European Unit, 1994.

9. Si vedano, ex multis, i testi di S. Cassese, L’Italia: una società senza Stato?,

Il Mulino, Bologna 2011; Id., La crisi dello Stato, Laterza, 2002.



PRIMA PARTE 

Il candidato, avvalendosi anche della lettura e dell’analisi dei documenti

riportati, illustri le sue considerazioni sulla funzione e il ruolo dei sistemi

scolastici in Italia e in Europa nell'attuale contesto socio-culturale. 

«I bambini finlandesi vanno tranquillamente a scuola a 7 anni, cioè

hanno un tempo scuola – sia in termini di anni, sia in termini di orari

– molto, ma molto più ridotto che da noi. E le indagini comparative

internazionali assicurano che non esiste nessuna correlazione neces-

saria positiva tra il tempo scuola e la qualità dei risultati. Ma atten-

zione: la condizione è che le famiglie siano culturalmente molto at-

trezzate, come in Finlandia, appunto, dove ogni comune, anche

minuscolo, ha tante biblioteche, dove sono tutti ormai collegati a In-

ternet (da noi solo il 38 per cento delle famiglie ha un computer), ci

sono dappertutto teatri e sale da concerto sperdute in mezzo alla

neve. C’è un livello di cultura collettiva così alto, che è comprensibile,

è ragionevole che i ragazzini siano più a lungo legati alla famiglia e

non al sistema dell’istruzione formale. Ma lì tutti gli indicatori della

cultura diffusa sono altissimi e per questo il modello è improponibile

nelle presenti condizioni italiane... Un paio di numeri ancora una

volta. Una recente indagine multiscopo dell’Istat ci ha comunicato che

solo il 10 per cento delle famiglie italiane spende annualmente qual-

che euro per acquistare libri non scolastici e che anche nel «quintile»

alto, dei redditi maggiori, solo il 19 per cento spende per libri. Il se-

condo numero, profondamente correlato a questo, è quello più volte

evocato del 38 per cento di adulti o analfabeti (5 per cento) o semia-

nalfabeti (33 per cento). La scuola, solo la scuola pubblica, voglio dire

proprio solo i 14 mila edifici della scuola pubblica possono essere qui

in Italia i luoghi del sapere e del recupero delle disuguaglianze intel-

lettuali e sociali». 

(T. De Mauro, La cultura degli italiani, Laterza, 

Bari 2004, pp. 156-157) 

«A ridosso del passaggio del secolo cominciano a essere resi univer-

salmente noti i risultati delle indagini internazionali sugli apprendi-

menti degli studenti, misurati attraverso prove standardizzate: PISA

dell’OCSE, ma anche PIRLS e TIMSS della IEA. Letti come riflesso

o cartina di tornasole dell’efficacia complessiva dei sistemi scolastici

nazionali, i messaggi che se ne ricavano diventano in breve patrimo-

nio dell’opinione pubblica con effetti dirompenti. 

Nella loro fase germinale e pioneristica, in queste indagini si poteva

leggere l’ambizione condivisa della comunità internazionale di com-

parare i diversi sistemi scolastici sulla base della loro capacità di di-

minuire le discriminazioni sociali. Verso la fine del secolo scorso, però,

l’originario obiettivo si è trasformato significativamente: sempre più

si afferma e viene mediaticamente amplificata la capacità delle inda-

gini comparative internazionali di valutare la qualità del capitale

umano, misurata essenzialmente attraverso la crescita dei livelli de-

gli apprendimenti e delle competenze. In altre parole, una volta rag-

giunti in gran parte dei paesi sviluppati livelli praticamente universali

di partecipazione scolastica, ci si rende conto che quel che davvero

conta per un individuo o per una popolazione non sono tanto gli anni

di frequenza o i titoli raggiunti (attainment), ma piuttosto quanto si è

potuto effettivamente imparare (achievement), e insieme la capacità

di mettere a frutto ciò che si è appreso in termini di competenze: una

rivoluzione copernicana che appare sollecitata dalle nuove esigenze

e modalità di formazione del capitale umano nel mondo della globa-

lizzazione e dell’incalzante innovazione tecnologica».

(Fondazione Giovanni Agnelli, La valutazione della scuola

Laterza, Bari 2014, pp. 7-8)

TRACCIA MINISTERIALE - Le finalità dei sistemi di istruzione in Europa

04_Layout 1  25/10/16  10:53  Pagina 63




Yüklə 1,16 Mb.

Dostları ilə paylaş:
1   ...   32   33   34   35   36   37   38   39   ...   59




Verilənlər bazası müəlliflik hüququ ilə müdafiə olunur ©genderi.org 2024
rəhbərliyinə müraciət

    Ana səhifə