Microeconomia


L’efficienza di un mercato concorrenziale



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L’efficienza di un mercato concorrenziale
I prezzi regolamentati provocano una perdita secca di benessere: un tale 
provvedimento, dunque, ha un costo per la società in termini di efficienza. 
Naturalmente, questo non significa che si tratti di un cattivo provvedimento, 
perché potrebbe essere teso al raggiungimento di altri obiettivi, ritenuti 
importanti dal pubblico e dai governanti.
Il fallimento del mercato


Economia di Internet 2007 ­ Appunti di Microeconomia – by DiCanio & gIUANIZ – 
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Si potrebbe pensare che, se l’unico obiettivo da raggiungere è l’efficienza 
economica, sia meglio lasciare il mercato concorrenziale a se stesso. Questo è 
spesso vero, ma non sempre: in alcune situazioni si può verificare un fallimento 
del mercato.
Sono due i casi principali in cui si verifica un fallimento del mercato:
1. Le esternalità
A volte, le azioni dei consumatori o dei produttori generano costi o benefici 
che non si riflettono sul prezzo di mercato. Tali costi o benefici sono detti 
esternalità, perché sono esterni al mercato (inquinamento).
2. La mancanza di informazioni
Un fallimento del mercato si può verificare anche quando il consumatore 
non dispone di informazioni sufficienti sulla qualità o la natura di un bene, e non 
è dunque in grado di prendere decisioni che massimizzano la sua utilità.
In assenza di esternalità o di imperfetta informazione, il mercato 
concorrenziale non regolamentato conduce a un livello di produzione 
economicamente efficiente.
I livelli minimi di prezzo
La politica economica si pone talvolta l’obiettivo di mantenere i prezzi 
artificialmente al di sopra del livello concorrenziale.
Se i produttori prevedono, correttamente, di riuscire a vendere solo la 
quantità Q3, la perdita netta di benessere è data dalla somma dei triangoli B e C.
Ma i produttori potrebbero non limitare la produzione a Q3. Cosa accade se i 
produttori credono, al prezzo più alto, di poter vendere tutto ciò che desiderano? 
La situazione è descritta dalla figura 9.7, dove Pmin denota il livello minimo di 
prezzo stabilito per legge e Q2 e Q3 la quantità domandata e offerta: la 
differenza rappresenta l’offerta in eccesso, che rimane invenduta. 
Determiniamo ora come variano il surplus del consumatore e del produttore.
Illustrazione 47: Il prezzo minimo


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I consumatori che acquistano il bene pagano un prezzo più elevato, e 
subiscono una perdita di surplus pari all’area del rettangolo A. Inoltre il prezzo 
più elevato spinge alcuni consumatori fuori dal mercato, con una corrispondente 
perdita di surplus pari all’area del triangolo B. La variazione totale del surplus del 
consumatore è dunque data da: 

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